Il preview del Rose Bowl 2022

È iniziata la stagione dei Bowl NCAA (qui il calendario completo) e come tradizione pubblicheremo preview e review delle partite accorpandole visto l’alto numero in programma 🙂 Il preview del Rose Bowl tra Utah Utes e Penn State Nittany Lions. Le partite trasmesse da ESPN o ABC sono visibili su ESPN Player.

INFO

Match: Utah Utes (10-3) – Penn State Nittany Lions (10-2)
Luogo:  Rose Bowl, Pasadena, California.
Data e ora: Lunedì 2 gennaio, ore 23.00 (italiane)
TV: ESPN
Dal: 1902
Conference Coinvolte: BIG10, PAC12

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STORIA

La prima edizione del Rose Bowl, allora conosciuto come “Tournament East-West football game”, si disputò il 1 Gennaio del 1902 e diede origine alla tradizione dei New Years Bowl. Pensata per aiutare la raccolta fondi della Rose Parade, la sfida tra la Michigan di Ned Yost, a rappresentare l’East, e la sua ex Stanford, giocata al Tournament Park di Pasadena (il Rose Bowl Stadium arriverà qualche anno più tardi) si risolse in una tale massacro, un 49-0 senza appello in favore dei Wolverines, che fino al Washington-Brown del 1° Gennaio 1916 verrà organizzato di tutto in aiuto alla parata tranne che partite di football.
Grazie alla crescente popolarità della sfida nel 1922 verrà costruito quello che oggi conosciamo come Rose Bowl Stadium che fino al 1998 rimarrà lo stadio più capiente dell’intera nazione toccando il suo picco tra il 1972 ed il 1997 con 104. 954 posti a sedere ridotti successivamente agli attuali 92.000 che rappresentano comunque la capacità maggiore tra gli stadi che ospitano bowl Universitari. Il Rose Bowl è l’unico dei New Year Six Bowl a non essere ospitato in uno stadio NFL.

Nel primo trentennio sono state molte le partite che hanno coinvolto i migliori team ed i migliori coach della nazione: i Four Horseman di Knute Rockne e la Stanford di Pop Warner, i Tide del 1926 o la sfida del 1940 tra i Trojans di Howard Jones e i Vols di Bob Neyland sono solo alcune delle partite che hanno contribuito alla “grandezza” del Rose Bowl che in quegli anni ha messo a confronto per ben dieci volte team imbattuti.
Passato attraverso una moltitudine di accordi tra le varie conference e le loro denominazioni il Rose Bowl non ha mai rinnegato le sue origini restando una partita tra squadre della costa East opposte a quelle della West Coast. Con l’avvento della BCS era, dal 1998 al 2014, è stato “equiparato” agli altri BCS Bowl (relativamente alla selezione delle squade) ed è stato teatro per due volte della finale nazionale.

Nel 2002 la finale tra Nebraska e Georgia ha rappresentato la prima edizione del Rose Bowl dal 1946 in cui non si sono affrontate squadre della B1G e della PAC12. La finale nazionale del 2006  tra la Texas di Mack Brown e la USC di Pete Carroll viene considerata da molti la più bella partia di college football della storia.
L’edizione numero 100 del Rose Bowl, disputata il 1° Gennaio del 2014, ha visto la vittoria di Michigan State su Stanford per 24-20
Dal 2014, con l’avvento dei College Football Playoff, il Rose Bowl è diventato uno dei sei Bowl che a rotazione ospitano le semifinali del campionato nazionale. Nel 2018 la semifinale nazionale tra Georgia e Oklahoma, vinta dai Bulldogs, è stata il primo Rose Bowl finito all’overtime.

CURIOSITA’

Nel 1942, per paura di un attacco Giapponese sulla West Coast, il Rose Bowl venne ospitato a Durham, North Carolina, nel campus dei Duke Blue Devils che giocarono e persero con Oregon State

PREVIEW

Utah arriva al Rose Bowl per il secondo anno consecutivo da campione della Pac 12 e con un record di 10 vittorie e 3 sconfitte. Gli Utes hanno ampiamente dimostrato di essere un programma solido con un’identità ben definita e questo è merito del lavoro di Kyle Whittingham che, da 18 anni, è il alla guida della squadra di Salt Lake City. Il giocatore chiave è senza dubbio il quarterback Cameron Rising che, alla sua ultima partita collegiale, proverà a portare la vittoria del prestigioso Bowl a casa. Utah dovrà fare a meno di due playmaker che sono stati decisivi nelle ultime due stagioni sia in attacco che in difesa: Dalton Kincaid (TE) e Clark Phillips (CB) non saranno della partita. Se in attacco ci aspettiamo il solito metodico approccio da parte dell’offensive coordinator Andy Ludwig e possiamo dunque prevedere la crescita di nuovi elementi al posto di Kincaid, Phillips sarà molto più difficile da rimpiazzare. Rising condivide il backfield con una selezione di running back molto interessante a partire da Micah Bernard fino ad arrivare a Ja’Quinden Jackson che, convertito dalla posizione di QB, ha prodotto una stagione clamorosa culminata con la prestazione decisiva nella finale della Pac 12. Attenzione a questo ragazzo anche per il futuro.

Stagione positiva anche per Penn State (10-2) che si è dimostrata decente in difesa e molto esplosiva in attacco grazie soprattutto alla nuova linfa vitale portata in dote dal duo di true-freshman Nicholas Singleton e Kaytron Allen (1771 e 19 touchdown in coppia). E’ mancato qualcosa per impensierire Michigan e Ohio State nella Big Ten East ed è palese che la squadra di James Franklin non sia ancora a quel livello. Al timone dell’attacco c’è sempre Sean Clifford che ha battuto tutti i record scolastici (passing yard e TD) e tenterà di chiudere in bellezza una stagione. Anche se non è dotato del talento di altri interpreti del ruolo, la sua leadership e la sua fisicità saranno fondamentali per affrontare con il giusto piglio un avversario tosto come Utah. La difesa di Manny Diaz ha prodotto un sacco di giocate negative in stagione e si è dimostrata aggressiva nonostante qualche passaggio a vuoto che è costato caro nelle partite decisive. I Nittany Lions dovranno fare a meno del defensive back Joey Porter Jr. (opt out), nettamente il miglior giocatore del reparto.

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Sarà interessante vedere quale delle due squadre riuscirà a prendere in mano il ritmo della partita. A entrambe piace correre e hanno i giocatori giusti per imporsi l’una sull’altra ma Penn State dovrà fare attenzione a non permettere a Rising di entrare in ritmo. Utah come al solito cercherà di arrivare al quarterback il più possibile, tuttavia per limitare Singleton ci vorrà qualcosa in più e degli adeguamenti specifici. Il Rose Bowl è, fortunatamente, una di quelle partite per la quale non c’è bisogno di motivazioni extra: una vittoria per entrambe le squadre significherebbe mettere la proverbiale ciliegina ad un’ottima stagione.

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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