Ennesima rimonta di Tom Brady (New Orleans Saints vs Tampa Bay Buccaneers 16-17)

All’inizio della stagione NFL il Monday Night della tredicesima giornata era pensato per mettere in programma una delle sfide tra squadre di primo livello della NFC e soprattutto acerrime rivali della South Division: New Orleans Saints e Tampa Bay Buccaneers. Invece a questo punto del campionato la squadra della Louisiana (record di 4 vittorie e 8  sconfitte) ha ben poco da chiedere alle rimanenti giornate, mentre i Bucs (5-6) continuano a fare estremamente fatica a creare gioco, soprattutto in attacco.

Nella squadra ospite spicca l’assenza del CB Lattimore, autore nella prima partita tra le due squadre della rissa con il WR Evans di Tampa che ha causato la squalifica di quest’ultimo per una giornata. Tra i padroni di casa il reparto che risente di più degli infortuni è il backfield difensivo con gli assenti Winfield, Murphy-Bunting e Edwards; critica anche l’assenza, in linea di attacco, del forte tackle Tristan Wirfs una delle poche certezze in un reparto indebolito dalle partenze in offseason e dai continui infortuni.

Il primo drive dei Buccaneers macina terreno e tempo, anche se continua a spiccare l’assenza nelle giocate di Evans; pur arrivando a sole 3 yard dalla endzone l’attacco di Leftwich deve accontentarsi del FG trasformato da Succop (3-0). Nei successivi possessi (2 a testa) le due franchigie non riescono a trovare schemi efficaci per mettere in difficoltà le opposte difese e devono liberarsi della palla con un punt, ma l’inizio del secondo quarto vede l’attacco dei Saints diventare più efficace, con i lanci di Dalton per Shaheed e Trautman, prima di trovare Hill per un guadagno di 30 yard che diventa il primo (e unico) touchdown della squadra allenata da Dennis Allen (3-7); prima dell’intervallo Brady si fa intercettare dal LB Davis che porta i suoi in red zone e permette al kicker Lutz di portare il punteggio sul 3-10.

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Anche il primo possesso dei Bucs nel secondo tempo si conclude con un turnover, con il RB White che dopo aver ricevuto un corto passaggio da Brady perde il controllo dell’ovale e lo restituisce a New Orleans. Dalton guida i suoi in un lungo drive fino alle 3 yard di Tampa, ma ancora una volta deve accontentarsi di un calcio (3-13). L’attacco condotto da Brady, nonostante i numerosi playmaker a disposizione, sembra girare a vuoto e il quarto e ultimo quarto inizia con ancora in attacco i Saints che cercano di controllare anche il tempo rimanente, visto il divario nel punteggio; ancora una volta New Orleans entra in piena red zone, ma ancora una volta il drive si conclude con il FG di Lutz (3-16). I Buccaneers avrebbero tempo per recuperare nel punteggio ma il possesso successivo inizia con un sack ai danni di Brady che porta ad un “3 and OUT” che rida il pallone agli ospiti con poco più di 7 minuti sul cronometro.

I Saints non riescono a trasformare un cruciale terzo down e 1 yard da conquistare e Tampa ha il possesso con poco più di 5 minuti rimanenti sull’orologio. Qui i tifosi della franchigia della Florida si rendono conto cosa vuol dire avere nella propria squadra un QB che risponde al nome di Thomas Edward Patrick Brady Jr. alias TB “The GOAT” che in un drive di poco più di 2 minuti giocato quasi sempre senza huddle porta i suoi a ridosso della end zone avversaria, finalmente con la presenza attiva di Evans che riceve due volte e ha il merito di ricevere un fallo di interferenza difensiva che fa guadagnare 44 yard ai Buccaneers; Cade Otton riceve il passaggio di Brady per il touchdown del 10-16

Il drive dei Saints, che potrebbero azzerare il cronometro, viene deciso da un sack di Carl Nassib e il punter Gillikin deve ridare il pallone a Brady & Co. Con meno di 2 minuti e 30 secondi il QB più vincente di sempre orchestra un drive vissuto sulle giocate di Otton, Fournette, Miller e Jones; c’è tempo anche per un touchdown di Godwin annullato per una penalità del tackle Donovan Smith ma con 8 secondi sul cronometro White viene pescato da un passaggio di Brady per il touchdown del pareggio con Succop che trasforma il calcio addizionale (17-16) e da ai suoi una vittoria che solo qualche minuto prima era insperabile.

Nella squadra delle Louisiana il QB Andy Dalton, pur non essendo spettacolare, ha ben guidato il suo attacco (20 su 28, 229 yard e 1 TD) ma ha avuto il difetto di non capitalizzare i ripetuti drive arrivati in profondità nel territorio avversario, accontentandosi di 3 FG invece del touchdown. Sulle corse Ingram e Kamara sono stati ben contenuti, totalizzando 53 yard e non dando mai alla propria squadra la possibilità di controllare il pallone e soprattutto l’orologio nelle fasi finali del match. Tra i ricevitori notevoli le prestazioni di Shaheed (4 ricezioni per 75 yard) e Olave (4 per 65) anche se l’unico touchdown è stato realizzato da Hill, ibrido QB/TE.

Nel reparto difensivo Davis si è fatto notare per l’intercetto su Brady, con il compagno Maye a registrare 11 tackle, anche se la difesa ha totalizzato solo 1 sack totale, poca cosa contro l’attuale linea offensiva dei Buccaneers, dove il LT Smith sembra aver subito una involuzione tecnica. A livello di statistiche di squadra significativi due dati: 5 su 14 (35.7%) nei terzi down giocati e 0 su 3 nei possessi in red zone, numeri che specialmente nella fase finale della partita hanno facilitato la rimonta della squadra di Todd Bowles.

Per quanto riguarda i Buccaneers non si può fare a meno di citare la prestazione di Brady (36/54 per 281 yard, 2 TD e 1 INT) che, dopo 55 minuti in cui è sembrato la controfigura peggiore di se stesso, è stato autore di 2 drive al limite della perfezione, giocati con sangue freddo e tanta determinazione quando la maggior parte dei suoi colleghi della NFL avrebbero capitolato. Con questa ennesima rimonta Brady sorpassa Peyton Manning anche in questo record, con il ragguardevole totale di 44 nel quarto quarto.

Anche il gioco di corsa di Tampa non è stato efficace con il duo Fournette-White a totalizzare 77 yard, anche se entrambi hanno avuto 6 ricezioni e White ha avuto il merito di segnare il touchdown vincente; sui lanci in primo piano ancora Godwin (8 per 63 yard, anche se con 13 target) oltre ai RB spazio anche a Otton (6 per 28 e 1 TD) ed Evans (4 ricezioni su 4 target per 59 yard). In difesa il protagonista è stato Lavonte David con 12 tackle totali e 1 sack, oltre a quello decisivo messo a segno da Nassib nel finale.

New Orleans ha accarezzato a lungo la possibilità di battere in casa i rivali Bucs, e da quando Brady è arrivato in Florida i Saints hanno perso solo in questa stagione, con un record di 4-0 nelle due precedenti annate, dove Tampa ha recitato il ruolo di protagonista. La franchigia allenata da Allen ha delle ottime individualità ma sicuramente Dalton non è una soluzione a lungo termine e Winston, anche rientrato dall’infortunio, non ha saputo riconquistare il ruolo da titolare e la sua carriera è sempre più in pericolo; il prossimo weekend i Saints osserveranno la bye week prima dello sprint finale contro Falcons, Browns, Eagles e Panthers quindi con buone possibilità di aumentare il numero di vittorie, ad eccezione della sfida di Philadelphia.

I Buccaneers continuano a restare in linea di galleggiamento seppur in una division che è nettamente la più debole della lega; ancora una volta l’attacco ha fatto estrema fatica per gran parte del match (55 su 60 minuti!!) anche se, con le spalle al muro, ha dimostrato di poter contare su playmaker di calibro stellare (Brady, Godwin, Evans, e i “nuovi” Otton e White)

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Sembra che la squadra parta con il freno a mano tirato (soprattutto in attacco) con il dubbio che siano le giocate chiamate dal OC Leftwich a limitare i giri del motore della squadra che, con l’acqua alla gola, quando necessario riesce a tirare fuori delle prestazioni d’orgoglio ma anche supportate da evidenti eccellenze tecniche; ora Tampa ha un piccolo vantaggio sulle concorrenti di division (Atlanta, Carolina e New Orleans) ma bisogna vedere se può essere sufficiente nel prosieguo della stagione.

Le prossime due partite sono terribili, a San Francisco (nonostante il serio infortunio occorso al QB Garoppolo) e contro Cincinnati, con entrambe le franchigie in testa alle rispettive division e in piena corsa ai playoff di gennaio; non meno importanti le ultime tre sfide, soprattutto contro Falcons e Panthers che possono risultare decisive per il primato (e il conseguente approdo ai playoff) nella division.

Tampa continua a dimostrare, tra alti e bassi, di avere sotto l’aspetto tecnico le carte in regola per potersela giocare con chiunque, evidenziando allo stesso tempo limiti di motivazione e di guida tecnica che possono penalizzare la franchigia nel puntare al traguardo finale, con la finestra temporale a disposizione dei molti campioni (Brady, Fournette, Evans, David) che inesorabilmente si sta chiudendo, anche se i compagni con meno esperienza fanno intravedere del buon potenziale.

La risposta a tutti questi quesiti arriverà solo a stagione conclusa, ma i tanti tifosi dei Buccaneers sperano che il loro team possa recitare ancora un ruolo da protagonista anche a Gennaio.

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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