Cincinnati a forza 7 (Cincinnati Bengals vs New England Patriots 22-18)

I Cincinnati Bengals riescono a superare 22 a 18 i New England Patriots in una sfida dal punteggio basso ma non priva di emozioni e colpi di scena. Reduci dalla sconfitta di settimana scorsa, scaturita dall’incredibile intercetto riportato in end zone nell’ultimo gioco, i Patriots scendono in campo con l’obiettivo di rilanciarsi per agguantare, con l’aiuto del pubblico di casa, uno degli ultimi posti validi per l’accesso ai Playoff. Cincinnati, invece, avendo già garantita la partecipazione almeno alle wild card, grazie alla vittoria di Jacksonville sui Jets di giovedì scorso, può ancora coltivare il sogno di raggiungere il seed uno nella conference AFC.

Ne esce una partita dai due volti, dove entrambe le squadre dominano un tempo ciascuno, in termini di gioco e di risultato. La differenza la fanno i punti che ognuna delle due franchigie riesce a segnare: 22 per i Cincinnati Bengals nel primo tempo e solo 18 per i New England, tutti messi a referto negli ultimi 20 minuti di gioco.

Cincinnati parte forte segnando 3 volte nei primi 3 drive con un Touchdown di Higgins su un passaggio da 6 yard, un Touchdown di Irwin grazie a un bel lancio su traccia centrale (riprovato nel secondo tempo, ma senza successo), e poi con un field goal dalle 28 yard. Il freddo davvero pungente condizionerà molto il rendimento dei due kicker: Nick Folk, il kicker di casa, sbaglia tutto quello che c’è da sbagliare,  0/2 nei punti addizionali; McPherson lascia per strada 5 punti, non finalizzando un field goal dalle 43 yard e due punti addizionali, anche se uno verrà annullato a seguito di una flag e rimpiazzato con una conversione da 2 punti che non andrà a buon fine.

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Burrow muove bene la catena distribuendo bene i target e variando molto le distanze; la difesa dei Pats fatica a contenerlo e solo in qualche rara occasione la linea difensiva riesce a mettere pressione (2 sack). L’intercetto sulle 13 yard avversarie, frutto di un’incomprensione con il ricevitore Boyd, è solo una battuta d’arresto, ma già prima del riposo c’è il tempo per l’ultimo Touchdown degli ospiti grazie alla ricezione di Trenton Irwin, con un passaggio di 4 yard, per il 22 a 0 che manda tutti a bere un thè caldo. Sul fronte opposto, Mac Jones e compagni non riescono a combinare pressoché nulla, non essendo mai riusciti nemmeno a superare la metà campo. Le corse non muovono la catena anche perché la difesa di Cincinnati riempie il box e il defensive tackle Reader, come al solito, giganteggia nel mezzo; non funzionano neanche i passaggi in slant o screen e i Patriots non riescono a convertire nessuno dei primi cinque terzi down.

Ai tifosi di casa sembra di vivere un incubo proprio nel giorno della vigilia di Natale anche perché il secondo tempo inizia con lo stesso leit motiv del primo, ma quando i Bengals sembrano avviati all’ennesima segnatura, la linea difensiva riesce a mettere pressione a Burrow che anticipa il lancio su Chase e, forse anche in questo caso per un fraintendimento di comunicazione, diventa facile preda del defensive back Marcus Jones che, dalle proprie 40 yard, si invola verso la end-zone per una pick six. È la scintilla che accende i padroni di casa.

Gli aggiustamenti del mago Bill Belichick e del coaching staff modificano la tattica offensiva riuscendo a ribaltare l’inerzia della partita. Mac Jones inizia ad attaccare di più i cornerback avversari, Apple e Taylor-Britt, specie sulla side line in modo da evitare l’intervento delle safety avversarie; la nuova strategia sembra funzionare: 206 yard di passaggio nel secondo tempo a fronte delle sole 34 nel primo.

Mac Jones inizia a pescare con facilità i propri ricevitori e per la difesa di Cincinnati si fa dura. Il secondo Touchdown di giornata per i Patriots è opera di Bourne che conclude un drive contrassegnato da 3 ricezioni per un totale di 56 yard. A 6 minuti circa dalla fine la difesa degli ospiti sembra finalmente in grado di arrestare l’attacco di New England grazie all’intervento di Von Bell che, strattonando Mac Jones, riesce a fargli perdere il controllo dello sferoide prolato poi raccolto dal linebacker Pratt e riportato in end zone. Gli arbitri però non lo reputano un fumble, nonostante il challenge di coach Taylor e la relativa sua grande arrabbiatura, e optano per l’intentional grounding facendo tirare ai tifosi di casa un bel sospiro di sollievo.

Dal possibile tracollo, si passa a una vera e propria risurrezione nell’azione successiva, con il quarterback di casa che su un 3rd&29 dalle 48 yard di Cincinnati lancia un Hail Mary pass verso il tight end Scottie Washington, contrastato da due difensori, con il pallone che in qualche modo viene deviato finendo nelle mani dell’accorrente Myers che, ringraziando per il gradito regalo natalizio, segna il touchdown del 18 a 22. Mac Jones si prende la rivincita sul suo allenatore, che la settimana precedente aveva giustificato la stravagante giocata chiamata nell’ultima azione con l’incapacità del suo quarterback di coprire quella distanza su passaggio.

Ma il bello deve ancora arrivare. I Bengals ripartono pronti a macinare tempo e campo per finire la partita con il possesso saldo nelle mani del proprio attacco, ma incredibilmente New England recupera palla grazie ad un fumble di Chase e si riporta subito sotto, arrivando con una serie di giochi sulle 5 yard di Cincinnati con un 1st&goal a 67 secondi dalla fine. Sembra fatta per la squadra di casa e i Bengals si ritrovano con le spalle al muro, ma, come spesso avviene negli ultimi due anni, è proprio in queste circostanze che la difesa degli ospiti batte il colpo del KO, andando a provocare un fumble, recuperandolo, sulla corsa di Stevenson.

Nonostante il successivo drive per consumare i time out di New England con relativo punt, i Patriots non riescono nei 40 secondi rimasti ad avvicinarsi a sufficienza per tentare un nuovo passaggio della disperazione.

Si chiude così la gara che rappresenta la settima vittoria di fila per Cincinnati che non usciva vittoriosa dal Massachusetts da ben 36 anni. Buone le statistiche di Burrow che, con 40 su 52, mette a referto 375 yard con 3 touchdown, realizzate però in gran parte nel primo tempo, in cui ha realizzato le migliori statistiche su passaggio della sua carriera, ma inevitabilmente condizionate dai 2 intercetti. Non bene, invece, le corse, che, fatta eccezione per l’azione di Mixon da 19 yard, si fermano a 54 misere yard su 23 portate (2,3 yard di media). Tee Higgins è il receiving leader di giornata con 8 target come Chase, ma con 128 yard contro 79, e un Touchdown. Sempre efficace il linebacker Logan Wilson, anche in questa occasione leader nei tackle: 9 con 1 sack e un QB hit. Nei Patriots Mac Jones lancia 240 yard, di cui 206 nel secondo tempo, e due TD. Come per gli avversari, le corse non producono grandi guadagni; 16 tentativi per 3,8 yard di media. Bourne è il receiving leader con 100 yard a cui si devono aggiungere 29 yard su corsa. Sul fronte difensivo si distinguono Marcus Jones e Ja’Whaun Bentley che realizzano 25 tackle.

Inspiegabile come Cincinnati riesca ad essere dominante solo per un tempo nelle ultime due partite, soffrendo pesantemente nelle restanti frazioni. Sommando i punti raccolti e subiti nel primo tempo di Tampa e nel secondo di New England ne viene fuori un bel 35 a 3 per gli avversari: un preoccupante campanello d’allarme in ottica playoff. Il gioco di corse, che sembrava negli ultimi tempi essersi consolidato, è tornato inconsistente. Le altre note negative sono i tanti turnover e il grave infortunio al ginocchio che chiude la stagione del right tackle Collins, creando una grossa falla nella offensive line. Le note liete sono invece rappresentate dalla settima vittoria consecutiva e soprattutto dalla costante capacità di trovare sempre modi diversi per vincere le partite, affidandosi a volte a un reparto a volte a un altro, dimostrando uno spirito di gruppo davvero incredibile e forse unico nella lega.

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I Patriots, invece, sembrano ancora immaturi, alla disperata ricerca di una propria dimensione. La difesa,che si è spesso rivelata decisiva quest’anno, non è scesa in campo con un buon piano per contrastare Burrow e compagni, trovando consistenza solo nel secondo tempo. L’attacco è apparso davvero privo di sbocchi; una volta fermate le corse e gli screen non sembravano esserci alternative. Mac Jones sembra la brutta copia dell’anno scorso; non ha la stessa sicurezza e il feeling con i suoi ricevitori non è dei migliori e i soli 17 punti realizzati in media a partita sono un po’ poco per una squadra che vuole ambire ai playoff. Seppur Belichick resti uno dei migliori allenatori della storia di questo sport, l’impressione è che sia stato lui una delle principali cause della regressione di Mac Jones, mettendogli una pressione addosso, ad esempio con il suo panchinamento a favore di Zappe nella fase precedente di stagione, che il ragazzo non sembrava pronto a sopportare e che si è palesata anche in questa partita con il nervosismo che lo ha reso autore di un chip block su Apple, attualmente al vaglio della NFL per la relativa sanzione, e una penalità per unnecessary roughness nel finale.

Settimana prossima Cincinnati si gioca la possibilità di continuare a inseguire il primo seed della AFC contro Buffalo, mentre i Patriots dovranno affrontare Miami per quella che sembra essere una chiamata senza appello per guadagnarsi un posto ai playoff.

Per maggiori approfondimenti sui Bengals vi consigliamo di ascoltare il Podcast o meglio “ROARcast” disponibile su Youtube o Spotify.

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