Fine della striscia (Philadelphia Eagles – Washington Commanders 21-32)

Dopo otto vittorie consecutive cade anche l’imbattibilità degli Eagles per opera degli acerrimi rivali della Capitale. Contro ogni pronostico, ma con merito, i Commanders sbancano il Lincoln Financial Field grazie ad una buona prestazione della difesa, che ha provocato quattro turnover, ad una intelligente gestione dell’offense, che ha tenuto il possesso per ben quaranta minuti, grazie al ricorso ad un efficiente running game. I capitolini hanno giocato 49 delle 81 azioni d’attacco affidandosi alle portate dei loro runningback, il rookie da Alabama Brian Robinson, 86 yard in 26 portate e il sempre affidabile Antonio Gibson con 44 yard in 14 portate cui vanno aggiunte tre ricezioni per 14 yard.

Meno sfruttato il gioco aereo che però ha portato altre 211 yard nette in virtù di un discreto 17 su 29 di Taylor Heinecke, assecondato dall’ottima prestazione, e non é una novità, di Terry McLaurin con le sue 128 yard guadagnate con 8 ricezioni su 11 target. Proprio Heinecke rischia di mettere in serio imbarazzo coach Ron Rivera che dovrà decidere a chi affidare la cabina di regia al rientro di Carson Wentz. Perché con Heinicke come starter, i Commanders hanno vinto tre partite su quattro. Degna di nota in casa Commanders anche la performance di Joey Slye che ha messo a segno tutti e quattro i field goal tentati, uno dei quali da 58 yard.

Gli Eagles, viceversa, sono incappati in una serata decisamente negativa, in cui hanno commesso degli errori che sono alla fine risultati decisivi. Va detto che in occasione del fumble commesso da Dallas Godeart gli arbitri non hanno rilevato, nemmeno dopo review, un face mask ai danni dello stesso Godeart. Clamoroso invece, il fumble di Quez Watkins che dopo aver ricevuto un passaggio di 50 yard sulle 20 di Washington, ha perso l’ovale per intervento di Benjamin Saint-Juste quando stava per involarsi verso la end zone. Per finire c’é stata anche una grande ingenuità del DE veterano Brandon Graham che ha commesso un fallo di violenza non necessaria su Heinecke, che si era già inginocchiato dopo aver perso dodici yard trasformando un “quarto e diciannove” in un primo down.

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Rispetto alle precedenti esibizioni vittoriose, al di là degli errori, gli Eagles sono comunque apparsi meno sicuri, soprattutto nel gioco d’attacco. Hurts, pur completando un buon 65% dei passaggi, ha guadagnato solo 175 yard e il running game ha prodotto soltanto 94 yard in 20 tentativi. Complessivamente una prova non esaltante da parte della batteria di ricevitori di Philadelphia: male A.J. Brown con una sola ricezione su quattro target per sole 7 yard, il migliore é stato Watkins con 80 yard guadagnate con quattro prese su quattro ma sporcate dal fumble già ricordato.

Eppure gli Eagles erano partiti in modo promettente segnando due touchdown nei primi due possessi, il primo con una corsa di una yard di Hurts, il secondo per un pass di 7 yard di Hurts per Godaert. Tra queste due segnature c’era stato il pareggio di Washington per un tuffo in end zone di Antonio Gibson. Nel secondo quarto i Commanders accorciano le distanze grazie ad un field goal di Joey Slye da 44 yard, poi passano in vantaggio con un touchdown di Robinson che corre per una yard e prima del riposo segnano ancora con un calcio di Slye da ben 58 yard.

Nel terzo periodo Washington allunga ancora con il terzo field goal vincente di Slye, questa volta da 32 yard portando il vantaggio a nove punti 23- 14. Philadelphia prova a riprendere la partita con un passaggio di 11 yard di Hurts per la ricezione e il touchdown di DeVonta Smith, ma poi sciupa tutto con i due fumble già descritti e subisce prima il quarto FG di Slye da 55 yard e, a un secondo dalla fine, l’ultimo touchdown per un fumble sullo snap dalla propria linea di una yard ricoperto in end zone dal DE Casey Toohill.

Per Philadelphia una sconfitta che può essere un campanello d’allarme per i troppi errori che l’hanno determinata, per Washington una vittoria che dà morale dopo un inizio di stagione tribolato. Intanto la classifica della Division si accorcia e il futuro promette una lotta avvincente per l’accesso ai play-off.

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Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

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