NFL Preview 2022: Buffalo Bills

Vincere in National Football League è ben più del semplice risultato finale o di uno dei tre possibili esiti di una contesa: vincere, in questa lega, è il culmine di un lungo processo punteggiato da una miriade di tappe.
Per vincere, bisogna innanzitutto imparare a vincere e, purtroppo, affinché ciò si avveri è necessario imbattersi in sconfitte spartiacque in grado di definire una franchigia: coloro che sono in grado di riprendersi da questo genere di sconfitte molto probabilmente hanno “imparato a vincere”.
I Buffalo Bills, per vari motivi, devono aver imparato a vincere. Questo ragionamento va ben oltre la qualità di un roster favoloso che può fregiarsi dell’attacco più esplosivo della lega, guidato da un quarterback con tutto il necessario per guadagnarsi un capitolo nel corposo tomo della storia NFL, meritevole di queste parole dopo aver completato un processo di maturazione che dovrebbe essere preso a esempio da qualsiasi altro interprete della posizione.

Questo discorso, però, è applicabile pure al resto della squadra: i Buffalo Bills di Brandon Beane sono uno straordinario esempio di come andrebbe costruita una vera contender – anche se già sappiamo che ci sono più modi per arrivare lassù e non obbligatoriamente uno è più “giusto” dell’altro.
Gli ingredienti ci sono tutti, c’è la sconfitta spezzacuore contro i Chiefs al Divisional Round, c’è una costruzione ragionata e ragionevole della squadra ultimata grazie a un paio di home run al draft e investimenti mirati in free agency, c’è un quarterback che a questo punto per diventare storicamente grande ha solamente bisogno di un Lombardi, c’è tutto: il 2022 deve essere l’anno dei Buffalo Bills.

OFFENSE

Josh Allen ha solamente 26 anni e, arrivato a questo punto, non saprei di quale artificio retorico servirmi per dirvi qualcosa di nuovo e fresco su di lui. Ci troviamo davanti a un giocatore per cui, malgrado la giovane età, abbiamo finito tutti i superlativi.
Come già accennato, la sua maturazione lo ha trasformato da impreciso bombarolo a perenne candidato MVP praticamente impossibile da limitare e la sua semplice presenza under center rende automaticamente Buffalo una contender.

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Il quarterback è un supereroe, credo di averlo ribadito il mio punto giusto un paio di volte, ma per quanto forte e gagliardo sia vi invito a tenere presente che anche Batman ha avuto bisogno di Robin: l’annosa inefficacia del backfield ha spesso costretto Allen a sovraccaricarsi di lavoro finendo per rendere più prevedibile l’intero attacco.
L’innesto di James Cook conferisce necessaria tridimensionalità a un gruppo di giocatori finalmente completo e complementare. Se Singletary saprà riprendere da dove si era fermato – 198 rushing yard e 4 touchdown totali nelle ultime due partite di regular season – lui e Cook daranno vita a un intrigante one-two punch che quasi sicuramente toglierebbe moltissima pressione dalle larghe spalle di Allen.
Attenzione a non dimenticarsi dell’evanescente Zack Moss, per una volta potrebbe sorprenderci pure in positivo.

Il corpo ricevitori, capeggiato pure quest’anno da Stefon Diggs, dovrebbe poter contare sulla definitiva esplosione di Gabriel Davis che sebbene quasi sicuramente non segnerà quattro touchdown ad allacciata – l’ultimo ricordo è spesso fuorviante – dovrebbe affermarsi come ricevitore 1B – odio il fantasy football e il suo impatto sulla società – in un attacco in cui l’1A è ovviamente Diggs.
Questi sono così ricchi di talento che sono andati a sostituire Cole Beasley con Jamison Crowder – uno dei più affidabili slot receiver della nostra generazione – salvo per poi essersi resi conto di avere in Isaiah McKenzie un più che valido erede già in scuderia. Vi invito a prestare attenzione a Khalil Shakir, iper-produttivo ricevitore selezionato al quinto round che in un universo giusto sarebbe stato selezionato al secondo.
Dopo essersi annunciato al mondo nel 2021, Dawson Knox sarà chiamato alla mai banale sfida di dare continuità a quanto di buono fatto vedere lo scorso autunno.

La linea d’attacco sarà scossa da qualche novità, nello specifico gli innesti di Rodger Saffold e David Quessenberry, entrambi ex-Titans che in quanto tali dovrebbero regalare immediata fisicità a un reparto buono ma con indubbi margini di miglioramento. L’aggiunta di Saffold – left guard -, nello specifico, mi è veramente piaciuta perché ritengo ideale mettere le mani su un veterano incredibilmente affamato come lui, uno che a questo punto della carriera è solamente interessato a mettere le mani sul Lombardi.
Il centro Morse e il left tackle Dawkins danno continuità alla loro versione del 2021, mentre Ryan Bates sarà di fatto l’unica vera incognita del loro reparto offensivo: dopo aver convinto ai playoff, il coaching staff ha deciso di puntare su di lui dandogli la maglia da titolare come guardia destra.

DEFENSE

La miglior scoring defense dello scorso campionato s’è esponenzialmente arricchita garantendosi quel santone di Von Miller, futuro Hall of Famer che durante gli scorsi playoff ha ribadito – come ce ne fosse stato realmente bisogno – che sia ancora in grado di arrivare al quarterback avversario senza particolari difficoltà. Non saprei dirvi se Miller possa ancora mettere insieme un campionato da più di 15.0 sack, ma è fuori questione che la sua esperienza e la sua leadership non solo torneranno utili a gennaio, ma dovrebbero pure catalizzare il tanto agognato salto di qualità di giovani di buone speranze come Rousseau, Epenesa e Basham.

Sottostimare il contributo di una leggenda come Miller non ha alcun senso e sono convinto che il suo impatto non sarà compendiabile solamente servendosi di asettici numeri.
Ad ancorare il centro della linea difensiva ci saranno Ed Oliver e DaQuan Jones, altro affidabile veterano taccheggiato ai Tennessee Titans: a completare la rotazione troviamo veterani come Jordan Phillips e Tim Settle.

Il corpo linebacker sarà pressoché quella dell’anno scorso e i nomi da tenere maggiormente d’occhio sono quelli di Matt Milano e Tremaine Edmunds, ma credo che il rookie Terrel Bernard potrà fin da subito contare su un numero di snap piuttosto importante, soprattutto nel caso in cui dovesse succedere qualcosa ai titolari.

Il reparto forse più problematico del loro roster è la secondaria: sono ben conscio che affermare una cosa del genere sia ai limiti dell’eretico – sono sempre quelli che possono contare su due superstar come Hyde e Poyer -, ma infortuni e perdite varie in free agency hanno caricato d’incognite un settore che lo scorso anno ha spesso messo la museruola ai giochi aerei avversari.
La perdita di un giocatore solido e costante come Levi Wallace non può in alcun caso passare in sordina, Buffalo è stata costretta a rinunciare a un cornerback affidabile e concreto che ha sempre dato manforte al ben più celebrato Tre’Davious White, per il momento relegato in PUP List: non esattamente la notizia in cui speravano i tifosi, ma reputo saggio aspettare tutto il tempo necessario per garantirgli il pieno recupero dalla rottura del crociato sofferta nel rush finale dello scorso campionato.

Dane Jackson e Taron Johnson sono i veterani che con ogni probabilità proveranno a non far rimpiangere l’All-Pro, ma attenzione che il rookie Kaiir Elam potrebbe guadagnarsi una maglia da titolare più presto di quanto possiamo aspettarci: Elam si trova in una posizione discretamente difficile in quanto scelta al primo round di una squadra con ambizioni importanti e, in tutta sincerità, l’assenza di White non fa che sovraccaricarlo di aspettative e responsabilità.
Come già detto in precedenza, a sorvegliare le retrovie di Buffalo ci sarà ancora una volta l’accoppiata Poyer-Hyde, o se preferite i due safety dell’ultimo First Team All-Pro: credo di aver già detto abbastanza.

SPECIAL TEAM

Tyler Bass è uno dei kicker più interessanti della lega in quanto, zitto zitto, nel 2021 ha convertito l’87.5% dei field goal tentati, un sensibile miglioramento rispetto all’82.4% con cui ha concluso la propria stagione da rookie.
Sorvolerò la ripugnante questione Araiza e mi limito a dirvi che il punter sarà Sam Martin, veterano recentemente messo alla porta dai Denver Broncos per aver rifiutato l’abbassamento contrattuale.
I ritorni saranno probabilmente gestiti da uno fra McKenzie, Stevenson e Shakir, anche se credo che un maggior numero di snap offensivi potrebbero estromettere McKenzie dalla competizione.

COACHING STAFF

Perdere un individuo come Brian Daboll non è un qualcosa che si digerisce con una scrollata di spalle, ma per loro fortuna il magico Ken Dorsey – prima allenatore dei quarterback e poi coordinatore del gioco aereo e a mio avviso artefice dell’esplosione di Allen – ha resistito al canto delle sirene di tante squadre disperate accettando la promozione a offensive coordinator.
Coach McDermott potrà contare ancora sullo spesso sottovalutato contributo di Leslie Frazier come defensive coordinator: insomma, Daboll a parte, il coaching staff dei Buffalo Bills è per la maggior parte rimasto quello dello scorso campionato e ciò non può che aumentare il già palpabile ottimismo dei tifosi.

Record previsto: 13-4

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

I Buffalo Bills di Brandon Beane sono uno straordinario esempio di come andrebbe costruita una vera contender - anche se già sappiamo che ci sono più modi per arrivare lassù e non obbligatoriamente uno è più "giusto" dell'altro.

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Mattia Righetti

Mattia, 27 anni. Voglio scrivere per vivere ma non so vivere. Quando mi cresce la barba credo di essere Julian Edelman. Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango malissimo.

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