Huddle’n Music: l’ultimo ballo in AFL, la corona di Kansas City e il genio di Pat Metheny

Kansas City, stato del Missouri, e non del Kansas come spesso erroneamente riportato, persino dal vecchio presidente degli Stati Uniti Donald Trump in uno dei suoi scivoloni durante il mandato…

Questo luogo è diventato piuttosto celebre in materia di sport negli ultimi anni, specie per via dell’ascesa di Patrick Mahomes, stella più splendente nel cielo dei Kansas City Chiefs e per le funamboliche magie che il campione classe 1995 e nativo di Tyler, Texas, è stato in grado di mostrarci connettendo stabilmente coi compagni Trevis Kelce e Tyreek Hill (ex compagno ormai). I Chiefs di Mahomes hanno dominato, vinto e fatto innamorare ogni appassionato di football su questa terra; la cosa vale un pò meno per i suoi rivali nella AFC West Division perchè molto spesso Chargers, Broncos e Raiders hanno pagato dazio alla grandezza di Mahomes e del team di KC, ideato da Ryan Poles e forgiato da Andy Reid.

La città di Kansas City vanta qualche celebre successo, come nel caso specifico dei Royals in Major League Baseball: campioni nel 1985 e nuovamente trent’anni dopo nell’incredibile cavalcata del 2015, quando una tremenda difesa ha avuto la meglio dei fortissimi New York Mets alle World Series.

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Royals e Chiefs hanno vinto entrambi due titoli e sono accomunati da un particolare: i lunghi decenni di attesa tra il primo successo e il secondo successo.

Ai Royals è andata tutto sommato meglio, poichè fra le prime e le seconde World Series si sono accavallate “solo” tre decadi; peggio è andata ai Chiefs, campioni al Super Bowl nel 1969 e poi esattamente mezzo secolo dopo nel 2019!

Pochi giorni fa rispetto alla pubblicazione di questo pezzo, nello specifico il 13 agosto 2022, ho visto i Chiefs giocare al Soldier Field di Chicago; per Mahomes pochi snap nei 15 minuti che gli sono stati concessi durante la prima uscita di pre-season (e con lui in campo i Bears non ci hanno capito nulla sebbene alla fine abbiano vinto in rimonta per 19-14). Mahomes incanta con i suoi movimenti e con le sue impeccabili letture offensive. Mahomes è il recente passato, il presente e il futuro non solo dei Chiefs, ma di tutta la National Football League.

Ma noi amiamo scavare nel passato e dunque rimandiamo le conversazioni sul campionissimo che veste la #15 rossa con stile ed eleganza e facciamo un salto nel passato, balzando a oltre 50 anni fa, al tempo dei Chiefs di coach Hank Stram!

Quella stagione 1969 ha visto Kansas City imporsi con dimestichezza, anche per via di una potente difesa che già durante la regular season aveva lasciato la propria end-zone inviolata in un paio di occasioni: nel 31-0 contro i Boston Patriots e nel 24-0 contro gli Houston Oilers poche settimane dopo. Quei Chiefs funzionavano bene, attacco e difesa erano ben bilanciati sotto la magistrale supervisione di Stram.

Henry Louis Stram è nato a Chicago nel gennaio del 1923; suo padre era di origine polacca, tale Henry Wilczek, e ha lottato nel Wrestling professionistico con il nome di “Stram”. Di conseguenza, per la sua celebrità di combattente, il cognome della sua famiglia è stato cambiato in Stram.

Stram è, in gran parte, il responsabile dell’introduzione del marchio Gatorade nella NFL per via della sua stretta collaborazione con Ray Graves, un allenatore dell’Università della Florida durante i giorni dello sviluppo del brand di Gatorade.

Un altro interessantissimo particolare è che Stram non ha mai avuto un coordinatore offensivo, un coordinatore difensivo o un allenatore di special team durante la sua carriera con i Texans e con i Chiefs.

Insomma, il capo allenatore di quei Chiefs è stato il cuore dell’organizzazione per anni, fin dai primi passi come Dallas Texans prima che questi si trasferissero a Kansas City cambiando il nome in Chiefs. Curioso anche il cambio del logo dopo soli tre anni: prima un cowboy saltellante con dietro lo sfondo dello stato del Texas, poi un indiano americano saltellante con dietro lo sfondo dei confini del Missouri! Disegnati con il medesimo stile…

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kansas city

I Chiefs del 1969 hanno chiuso una memorabile stagione regolare con il record di 11-3, sconfitti soltanto dai Bengals e dai Raiders (in ben due occasioni). Ma dopo la prima ai playoff vinta contro i Jets, Chiefs e Raiders si sono incontrati di nuovo al Championship e la squadra di Stram ha avuto la meglio prevalendo per 17-7 a Oakland in casa degli eterni rivali approdando così, per la prima volta nella sua storia, al Super Bowl.

Ad attendere i Chiefs nella finalissima c’erano i Minnesota Vikings, i quali però non sono mai riusciti ad entrare in partita durante quella occasione e alla fine hanno ceduto il passo a Kansas City perdendo per 23-7.

Domenica 11 gennaio 1970, i Kansas City Chiefs sono stati incoronati campioni del Super Bowl, il loro primo trionfo! Quella stagione sarebbe stata l’ultima ufficiale della AFL. Con il record di 126-76-10, Hank Stram è l’allenatore più vincente nella storia dei Chiefs.

La cittadina di Lee’s Summit dista solo venti miglia da Kansas City; è situata a sud-est della città dei Chiefs e lì, nell’agosto del ’54, è nato Patrick Bruce Metheny.

Proprio a Kansas City, in giovane età, Pat Metheny stava suonando in un club quando un tizio lo ha avvicinato; si trattava di Bill Lee, preside dell’Università di Miami. Dopo averlo sentito suonare dal vivo, Lee ha offerto a Metheny una borsa di studio. In meno di una settimana al college, Metheny si è reso conto che suonare la chitarra tutto il giorno durante la sua adolescenza lo aveva lasciato impreparato verso un certo tipo di lezioni; così Pat ha deciso di parlare del problema al preside Lee il quale, di tutta risposta, gli ha offerto un lavoro come insegnante poiché la scuola aveva recentemente introdotto la chitarra elettrica come corso di studio. Pazzesco…

pat metheny

Metheny proveniva da una famiglia di musicisti: suo fratello Mike, suo padre Dave e suo nonno materno Delmar erano tutti trombettisti, addirittura componevano un terzetto. Proprio il fratello aveva insegnato a Pat l’utilizzo della tromba. Anche la madre era del settore in quanto una cantante.

Il re della tromba, Miles Davis, nel 1966 aveva pubblicato un album intitolato Four and More; quel disco ha impattato in modo enorme sulla vita musicale di Metheny, ma per lui il fascino delle chitarre suonate da George Harrison e da John Lennon con The Beatles era stato maggiore.

In seguito al suo trasferimento a Boston per insegnare al Berklee College of Music, con il vibrafonista jazz Gary Burton, Pat e si affermato come un reale prodigio.

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Fusion, Progressive, Ethno e Crossover Jazz. Stile infinito e genio nella composizione, nell’interpretazione e nella creatività. Nel 1974, Metheny è comparso nell’album del più grande bassista di tutti i tempi: Jaco, di Jaco Pastorius

I due avrebbero suonato insieme per quasi mezza decade, prima che Metheny creasse la sua band: Pat Metheny Group. Il livello musicale di questo artista, e di tutti quelli che lo hanno accompagnato durante lunghi anni di viaggi affiancandolo nelle performance quotidiane, è stratosferico. Senza dubbi un genere poco commerciale e per orecchie raffinate, che ti lasciano un pò perso nella tua non-conoscenza come quando entri a La Scala e ti immergi nel classicismo senza conoscerne le radici o le regole.

Un tocco tanto soffice quanto intenso, quello che accarezza le corde del suo strumento, in grado di esprimere esprime eleganza e distinzione. Mi è successo di ascoltare un concerto di Pat Metheny in passato: a Perugia, a Umbria Jazz negli ormai lontani anni Duemila.

Di base un viaggio senza tempo in una dimensione parallela, un pò come accade ascoltando il brano 5-5-7 dall’album Letter from Home.

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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