Uno sguardo al 2021: Carolina Panthers

Nel secondo anno del processo di rebuild iniziato nel 2020 con il nuovo Head Coach Matt Rhule, i Panthers avevano l’obiettivo, sfruttando i dati di un primo anno comprensibilmente negativo, di capire dove e come migliorare per capire il percorso da intraprendere per arrivare poi allo scopo principale: tornare alla elitè dal quale si era usciti dopo il Super Bowl 50.

COME DOVEVA ANDARE…

Ci si aspettava sicuramente un miglioramento generale, un po’ sotto tutti i punti di vista; del record, delle statistiche, delle prestazioni e i presupposti c’erano tutti: nonostante il record in negativo 2020 i Panthers hanno comunque azzeccato alcune individualità e messo insieme un gruppo giovane e agguerrito, al quale sarebbe servito il giusto tempo per esprimersi al meglio. Giovinezza e aggressività vista anche nel Coaching Staff, agendo con la mente libera dall’obbligo dei grandi obiettivi, ha fatto vedere qualche sprazzo di buon football. Questi due fattori, uniti a una Free Agency importante e un draft giudicato molto oculato dalla maggior parte degli analisti, ha fatto ben sperare i cuori nero blu argento che pensavano quanto meno di divertirsi. Un record positivo è stato giudicato ampiamente alla portata e perché no? Magari battersi per una Wild Card…

…E COME E’ ANDATA

Un disastro. Nonostante i presupposti la stagione dei Panthers è finita tragicamente molto al di sotto delle aspettative. Una season dove non ha funzionato quasi nulla sotto tutti i punti vista. Quello che ne esce è una grande confusione: le personalità sulle quali si sono poste scommesse importanti hanno fallito e in campo il gioco, con un roster sulla carta migliore dell’anno precedente ha subito una involuzione pazzesca. Il calendario facile e l’entusiasmo hanno dato luogo a un avvio fulminante, un 3-0 che di fatto ha solo illuso perché poi, lentamente ma inesorabilmente, sono usciti fuori i problemi. A questo mettici anche la sfortuna di perdere per l’ennesima volta Christian McCaffrey per più di metà stagione per infortunio così come si è dovuto fare a meno, sempre per infortunio, del QB titolare Darnold, seconda scommessa persa nel ruolo dopo Bridgewater. L’infortunio di Darnold ha costretto il Front Office a improvvisare malamente soluzioni non andate a buon fine, addirittura riaprendo le porte al clamoroso ritorno di Cam Newton ma anche qui, solo una illusione; purtroppo il Cam che conoscevamo non esiste più e non gli è riuscito il miracolo di salvare almeno la faccia alla franchigia delle Carolinas, che chiude il 2021 con un deludente 5-11, lo stesso record del 2020 ma se quest’ultimo è stato visto in ottica positiva quello del 2021 rimette tutto in discussione, facendo precipitare la Panthers Nation in un buco nero di incertezza e caos.

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COSA HA FUNZIONATO…

Ma non tutto però è da buttare. In una stagione dove non ha funzionato quasi niente, il “quasi” è rappresentato dalla difesa, unico reparto che, anche abbastanza inaspettatamente, data la giovane età e alcune lacune di personale, non solo è migliorato, ma addirittura stupito chiudendo seconda overall della Lega. La difesa è stata la consolazione del 2021 e bisogna ringraziare Phil Snow e i suoi ragazzi se i Panthers hanno vinto le poche partite che hanno vinto e che hanno fatto rimanere in partita la squadra in molti casi in cui ha perso. Davvero un grande lavoro di gruppo, Snow ha saputo unire elementi molto giovani come Jaycee Horn, che ha ottimamente esordito da rookie nella NFL, salvo purtroppo saltare anche lui molte partite per infortunio, che giocatori più attempati come Haason Reddick, ottimo colpo di Fitterer nell’ultima Free Agency che ha ripagato la fiducia a suon di sack, 11 per la precisione. Altre personalità che hanno ben figurato sono sicuramente Brian Burns, sempre più leader della difesa, 9 sacks per lui, oltre che 13 tackle for loss. Non si può non menzionare anche Jeremy Chinn, il rookie delle meraviglie 2020 che ha confermato le ottime impressioni del rookie year con un 2021 che lo ha visto primo placcatore della squadra, tutto questo contando che è stato spostato da OLB a Free Safety. Altri nomi da sottolineare sono capitan Shaq Thompson e Donte “Action” Jackson, anche loro protagonisti in positivo. Rispetto al 2020 si possono notare miglioramenti nella pass rush e nella pass coverage, dove la difesa Panthers chiude 4° overall. Dove non si riesce invece a trovare alcun miglioramento, nemmeno sforzandoci è l’attacco, di certo non a livello di reparto, qui, a livello di note liete possiamo solo parlare singolarmente: DJ Moore abbassa leggermente le sue statistiche ma rimane di gran lunga il migliore della offense, mentre invece parrebbe finalmente che nello Special Team aver trovato il franchise kicker: Zan Gonzalez ha dato prova di aver il piede giusto, tanto che ha appena messo l’inchiostro sul prolungamento.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Diametralmente alla difesa quello che proprio non ha funzionato è l’attacco, che chiude al ventottesimo posto della Lega facendo grossi passi indietro sia come reparto che come individualità. Andando con ordine prima della stagione si è cercato di sciogliere l’annoso dilemma QB, Bridgewater ha deluso e negli uffici di Charlotte si è deciso, vagliando tutte le opzioni di piazzare un’altra clamorosa scommessa: Sam Darnold. Scommessa molto azzardata, fatta con la logica del ragazzo dall’enorme potenziale che per motivi fisici e tecnici, a Jets non è stato possibile esprimere, cosa invece ritenuta possibile all’ombra del Bank Of America Stadium. Per fare in modo che ciò avvenga Free Agency e Draft hanno portato in effetti qualche OL un paio di target in più come Tommy Tremble e Terrance Marshall, a rinforzare un reparto aereo che vede DJ Moore e Robby Anderson uscire dalla stagione 2020 con più di 1000 yard a testa, insomma le premesse c’erano tutte, senza contare il ritorno di CMC dall’infortunio.

Le prime tre partite sono state eccellenti, il piano sembrava funzionare, Darnold dava impressione di aver feeling con i ricevitori e non disdegnava anche fare il Newton, con diversi TD su corsa, purtroppo però è stato solo una pia illusione perché quando gli avversari si sono fatti più duri, come i Cowboys, il castello di carta si è sgretolato e i soliti, annosi problemi sono venuti fuori, la OL ha iniziato a cedere, la Red Zone Offense a non essere mai incisiva e lo stesso Darnold a non sapere più che pesci pigliare, sfoggiando un tremendo decision-making. In questo mettiamoci pure che si infortuna e PJ Walker non riesce minimamente di sostituirlo, si fa addirittura tornare Newton, cosa che riempie di emozione il cuore dei tifosi, ma non rimpolpa la casella delle W: insomma non funziona niente e questo incide sul morale e di riflesso sulle prestazioni anche dei giocatori di punta come Robby Anderson, l’emblema dell’involuzione Panthers, che passa dalle 1096 yard del 2020 alle 516 del 2021. Un esempio tra i tanti. E’ qui allora che il coaching staff deve intervenire ma Joe Brady e Rhule (a mio avviso molto più il secondo che il primo), non hanno saputo trovare soluzioni, non hanno saputo mantenere il gruppo unito e compatto nelle avversità e tutto è andato a farsi friggere. Fa davvero specie come a parità di roster, forse anche migliore, non sia stato possibile esprimere un Football migliore, e in questo senso l’infortunio di McCaffrey è una aggravante, non una attenuante, perché non si è visto alcuno sforzo nel voler cercare di cambiare le cose. Risulta evidente che al di là dei limiti di alcuni giocatori il problema principale è un Coaching Staff offensivo non all’altezza, soprattutto un HC che a quanto pare non è pronto per la NFL e in tutto questo spiace riscontrare che, invece di fare un bagno di umiltà a prendersi le proprie responsabilità, Matt Rhule abbia silurato in corso d’opera Joe Brady, perfetto capro espiatorio. Passando alle note negative in difesa, in una stagione molto positiva c’è da registrare ancora una grossa difficoltà nel contenere il gioco di corsa dove la difesa Panthers si ritrova diciottesima: compiti delle vacanze per Snow.

E ADESSO?

Bella domanda. La più importante di tante domande che gli alti papaveri nero blu argento dovranno rispondere. Siamo ancora in rebuild? Se si, come proseguiamo dopo un anno senza miglioramenti? Cosa fare con il QB? Cosa fare con McCaffrey? La prima risposta è stata quella riconfermare Matt Rhule, nonostante tutta la Panthers Nation urlasse di cacciarlo a pedate ma Tepper ha deciso di dargli una ultima chance. Rhule dovrà stare molto attento a come giocare le sue carte, e speriamo che la “strizza” lo induca a migliorare le sue prestazioni. Nel frattempo, il giovane Joe Brady viene sostituito con il più navigato Ben McAdoo, personalità d’esperienza ma di cui gli ultimi anni sono stati tutt’altro che gloriosi, quindi è lecito non essere entusiasti di questa scelta. Di certo, parlando del campo, fa ancora banco la questione QB; è chiaro che Darnold non è la risposta, è chiaro che Newton non è più uno starter, quindi a chi affidare la cabina di regia? Tepper ha lungo corteggiato Watson, suo sogno mai nascosto, ma che decide di andare a Cleveland sotto una pioggia di milioni. Punto e a capo. La Free Agency non ha molte opzioni e il draft dice Willis o Pickett, fattibili con una sesta scelta. Quello che bisogna però capire prima di tutto è la direzione da prendere. Una rebuild a lungo termine o 1-2 anni di transizione accaparrando Cap per poi andare all in? Il QB che arriva darà la risposta a questa domanda, sperando in un 2022 almeno più dignitoso.

Prima dello Snap – 9 racconti su 9 leggende

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Alessandro Calabrese

Appassionato di Football Americano e tifoso dei Carolina Panthers dal 2006. Ex giocatore, da 3 anni Coach in II Divisione FIDAF

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