Gli Dei e il football (Kansas City Chiefs vs Cincinnati Bengals 31-34)
Spettacolo puro, cuore in gola. Chiefs vs Bengals è la sfida dell’anno.
Cincinnati fa sentire il suo ruggito che sale imperioso dal cuore della giungla e si diffonde nel mondo del football con volontà assoluta. I Bengals vincono all’ultimo respiro rimontando una sfida epica ai danni di Patrick Mahomes e dei Chiefs.
Finisce 34-31 in favore dei padroni di casa in un finale concitato, che più concitato non si può. Calcia Evan McPherson, dopo che quattro tentativi dalla goal line sono andati falliti e dopo che una penalità ingenua di L’Jarius Sneed costa ai Chiefs la partita e il primato in AFC.
La difesa di Spagnuolo aveva retto egregiamente all’urto dell’ultimo assalto Bengals prima di quella flag che è volata per l’utilizzo scorretto delle mani da parte di Sneed. Uno spreco folle, una dinamica di gioco che costa carissima a Kansas City perchè la contemporanea vittoria dei Titans spodesta i Chiefs dalla vetta della conference e li proietta (per ora) alla Wild Card.
L’esito della partita tiene gli appassionati incollati ai televisori perchè Patrick Mahomes contro Joe Burrow è qualcosa di divino, oltre lo sport.
I Chiefs partono fortissimo e guadagnano un buon vantaggio all’interno dei primi 30 minuti, quelli in cui Mahomes guida il suo attacco nel segnare 28 punti. Ma nella seconda metà di gara la luce si spegne e Kansas City crolla: un solo field goal di Butker non basta ad evitare il trionfo di Cincinnati.
Mahomes (26/35, 259 yard lanciate più 25 corse, 2 TD Pass e 0 Int) inizia col botto ma poi vede la sua manovra infrangersi sugli scudi di Lou Anarumo, il quale trova il modo di prendere le misure al fuoriclasse Chiefs e argina le sue volontà. A Mahomes resta l’amaro in gola per non aver potuto sfruttare un’ultima azione che il QB si stava quasi pregustando dalla sideline. Il team di Andy Reid subisce un calo di tensione offensivo che permette ai Bengals di racimolare punti a sufficienza per tornare in vita e gioire.
Gioire immensamente!
La prova di Joe Burrow è soprannaturale, 30 completi su 39 con 446 yard e 4 touchdown.
Joe mette a segno 17 punti prima dell’intervallo e altri 17 dopo. Usa cinismo e istinto. Usa cervello e gambe. Usa tutta la sua reattività e tutto il suo talento di campione vero, quello che consente alla sua squadra e alla sua gente di sognare ad occhi aperti. La linea offensiva, quella che avrebbe dovuto schierare Penei Sewell a inizio stagione, spesso lo abbandona facendo palpitare i fragili cuori dei tifosi Bengals, oggi più affezionati alle sue ginocchia che non alle loro stesse…
Ma lui resiste, insiste, vince.
Burrow vince partita e paure. Vince la AFC North contro il più temibile degli avversari scatenando la sua arma migliore, quella che la dirigenza gli ha preso al posto di Sewell e che di cognome fa Chase. Personalmente avevo provato parecchi risentimenti quando il tackle offensivo di Oregon non era stato selezionato dai Bengals allo scorso draft, perchè la salute di un potenziale fenomeno generazionale era stata messa gravemente a repentaglio e quindi i dubbi su quella scelta erano troppi; ma in questo ambiente non si finisce mai di imparare e oggi più che mai mi devo ricredere. Lo faccio felicemente, come credo molti altri, perchè la staffetta Burrow-Chase è il futuro di questo sport e non c’è altro da aggiungere.
Era dal 2015 che il titolo divisionale mancava a Cincinnati ed ora pensare in grande è lecito perchè questo è l’inizio di qualcosa che potrebbe avere valore inestimabile. O che forse lo ha già, solo che noi dobbiamo ancora rendercene conto e metabolizzarlo.
Joe Burrow si destreggia come un dio in campo, mentre il suo emissario Ja’Marr Chase indossa i sandali alati di Hermes e vola inafferrabile per consegnare palloni alla leggenda.
Chase riceve 11 passaggi su 12 target, arraffa tutto: 266 yard come mai nessun altro nella storia dei Bengals in gara singola, 3 touchdown, una serie di big play da cineteca e la gloria eterna, col terreno di gioco che porta ancora i segni delle sue falcate.
Chase e Burrow creano il perfetto connubio tra ricevitore e quarterback, quello che anche dall’altra parte del campo ci siamo abituati a vedere nel tempo con Hill e Mahomes ma che ieri sera, per qualche ragione, non è andato in scena. Sono questi due i binomi offensivi più altisonanti del campionato NFL e con i playoff dietro l’angolo siamo pronti a sfregarci le mani alla sola idea di poterli rivedere affrontarsi in uno scontro eliminatorio che sarebbe già storia ancor prima di andare in scena.
Bravi i Bengals, che meritano tutte le lodi del caso per aver raddrizzato una partita complicatissima trovando il modo di sfruttare un pò di più le corse di Joe Mixon (inesistenti nelle prime fasi di gioco), buone per bruciare qualche secondo prezioso e tenere Mahomes e i suoi artigli affilati fuori dal campo. Buona la difesa, sempre abbastanza fisica, che alza la voce con Chidobe Awuzie (10 tackle). Qualche chiamata folle di Zac Taylor non manca mai, ma comunque va bene così perchè quando si vince, si vince. Non serve trovare nodi da sciogliere perchè davanti a tanto spettacolo tutti i difetti emersi possono scomparire senza che nessuno se ne accorga.
Il punto è questo: i Bengals tornano ai playoff dopo cinque anni di assenza e lo fanno in quello che realmente possiamo considerare il primo anno completo di Joe Burrow in NFL. Un anno roboante per lui e per Cincinnati. Ora viene da farsi una semplice domanda: cosa succederà se i Bengals saranno in grado di portare un paio di uomini di linea (seri) da piazzargli davanti?
Nella più reale delle ipotesi, l’attacco di Cincinnati diventerebbe il più pericoloso della National Football League perchè una miscela di talenti così esplosiva, in grado di eccellere su running e passing game dietro alla precisione di uno come Burrow, non esiste. L’altra ipotesi concreta è quella che se i vertici Bengals non saranno abbastanza convincenti o astuti in sede di mercato o di draft, sulle basi di quanto visto fin qui l’elitè degli uomini di linea che si libereranno in free agency possa essersi convinta appieno del fatto che proteggere un QB del livello di Burrow sia un onore e possa condurli nell’Olimpo del football. Dunque il processo potrebbe realizzarsi in maniera automatica in ogni caso.
Dopo tanti, troppi, anni di delusioni il Paul Brown Stadium torna a sorridere con la felicità dipinta sul volto. Ed è giusto così!
Coraggio tigri, coraggio.
In effetti la prova di ieri del duo Burrow – Chase è stata impressionante, a questi Bengals serve qualche giocata per recuperare svantaggi anche consistenti.
E dire che nella preseason i pronostici davano Browns/Ravens, poi Steelers, quindi Bengals.