I Patriots sono tornati (Tennessee Titans vs New England Patriots 13-36)
Nella gelida aria di fine novembre di Foxborough, Titans e Patriots si incontrano per uno scontro alla testa della AFC. I Patriots arrivano da cinque vittorie consecutive ma sicuramente nessuno di questi costituirebbe uno scalpo altrettanto prestigioso quanto quello dei Titans dell’ex giocatore dei Patriots Mike Vrabel, i quali due anni fa rovinarono quella che sarebbe stata l’ultima partita di Tom Brady per New England. Dopo aver vinto sei partite consecutive, all’epoca record nella stagione 2021 (raggiunto proprio dai Patriots con la vittoria di domenica), e aver mascherato con ottime prestazioni della difesa, dei ricevitori e Tannehill l’assenza di Henry, i Titans hanno perso nettamente dai Texans settimana scorsa e si presentano a Foxborough senza AJ Brown, Julio Jones, entrambi in IR e Marcus Johnson che si era distinto come ricevitore numero due.
Considerazioni
I Patriots inanellano la sesta vittoria consecutiva e sembra incredibilmente di essere già tornati a tre anni fa, con New England nei primi due posti della AFC, una difesa coriacea, special teams efficienti e un attacco martellante che non regala palloni agli avversari.
La difesa dei Titans, in particolare la linea, si è comportata bene contro le corse di New England, che ha iniziato a guadagnare consistentemente yard con i suoi back Stevenson e Harris solo in “garbage time” quando l’esito della contesa appariva segnato. Brandon Bolden si conferma un tentativo di clonaggio di quello che James White era per Brady, un ricevitore fuori dal backfield. Mac Jones ha condotto la sua consueta partita pulita, completando 23 passaggi su 32 tentativi per 310 yds, 2 TD e 0 intercetti, il rookie quarterback ha mostrato la consueta precisione e versatilità nei lanci, vedasi il primo touchdown di Bourne, ma ha avuto anche giri a vuoto mancando il suo bersaglio. Sicuramente Jones non avrebbe la stagione che sta avendo se fosse finito a Jacksonville, New York o Chicago, come altri dei suoi compagni di draft class, il rookie da Alabama sembra avere sempre massimo una o due letture, con lanci sul medio corto e gran parte delle yard che arrivano “after the catch”, in pieno stile Patriots.
Soprattutto la difesa dei Patriots rispetto ad inizio stagione sta avendo un miglioramento vertiginoso, collocandosi ora come seconda per punti fatti e concessi, prima per intercetti, quinta per sack, seconda per turnover e sesta su situazioni di terzo down, critico per far uscire l’attacco avversario dal campo. Menzione d’onore per JC Jackson che anche con l’intercetto di ieri, ma ancora di più per come ha regolarmente annullato i ricevitori che si trovava davanti tutta stagione, deviando addirittura 16 passaggi e concedendo ai quarterback avversari che hanno lanciato contro di lui un rating misero. Pensare che questo cornerback che ha già fatto dimenticare Gilmore, è stato undrafted free agent nel 2018, di storie come questa è piena la NFL, altro motivo per cui è la lega più intrattenente al mondo.
I Titans, dopo l’infortunio di Henry e prima di questa partita erano passati da 28 punti di media a 21 e da una media di 147 yard corse a partita a misere 79. Ieri l’attacco sulle corse di Tennessee ha giocato la sua miglior partita da quando King Henry è assente, la linea in run blocking ha mosso i difensori di New England aprendo varchi per il duo di runningback Hilliard e Foreman, che hanno chiuso rispettivamente con 131 yds con 1 TD e 109 yds. Entrambi però hanno avuto un fumble a referto, che in entrambi i casi ha stroncato drive promettenti. Ryan Tannehill ha lanciato poco e male con solo 11 completi su 21 tentativi per 93 yds, 1 TD e 1 INT, ma è comprensibile vedendo il suo parco ricevitori, dove il nome più noto era Westbrook-Ikhine, emerso questa stagione come gregario di Julio Jones e AJ Brown.
La storia della sconfitta dei Titans, come spesso è il caso per gli avversari dei Patriots, è da rintracciare negli errori, l’extra point e il field goal sbagliati da Bullock all’inizio che per ampi tratti della partita sono stati la causa per cui Tennessee inseguiva, ma soprattutto i 5 fumble di cui tre sono stati recuperati da New England.
L’ultima off-season è come se Belichick avesse fatto ammenda degli errori di parsimonia degli anni passati e usato finalmente tutto il cap a disposizione, che prima, forse perché aveva Brady alla posizione di quarterback, non ha ritenuto necessario toccare. Non tutti gli acquisti hanno colpito il segno o valgono i soldi loro dati ma per un rookie quarterback avere due tight end come Hunter Henry e Jonnu Smith, titolari nelle precedenti squadre, e due ricevitori velocisti che possono guadagnare yard dopo la presa come Kendrick Bourne e Nelson Agholor, è fondamentale. Per la difesa vale lo stesso discorso, i giocatori acquisiti sono stati pagati tanto ma Belichick riteneva fossero innesti giusti per la sua difesa e per essere sicuro di ottenerli ha voluto offrire cifre alte, d’altra parte il cap è lì per essere speso. Altra componente non irrilevante del successo dei Patriots è il fatto che nel coaching staff hanno tre allenatori con esperienza da head coach: ovviamente Bill Belichick, Josh McDaniels come offensive coordinator e il figliol prodigo Matt Patricia come “senior football advisor”.
Attualmente i Patriots se la possono giocare con tutti in AFC, Chiefs esclusi se continua la loro crescita, sarà interessante vedere come si comportano contro l’altra potenza della conference e rivali divisionali Buffalo Bills, che affronteranno settimana prossima e in week 16. I Titans devono recuperare diversi giocatori, la loro dipendenza da Henry è lampante ma devono trovare modi per vincere partite perché alle loro spalle incombono gli Indianapolis Colts.