La domenica dei gregari (Baltimore Ravens vs Chicago Bears 16-13)

I Ravens vincono al Soldier Field, ma quella di domenica è una sfida tra panchine e seconde linee. L’aspettativa di poter vedere in campo i due quarterback più atletici della lega uno contro l’altro sfuma a pochi minuti dal calcio d’inizio, quando i Ravens annunciano che Lamar Jackson non sarà della partita. Al suo posto ci sarà Tyler Huntley.

Il QB 2 dei Ravens, prodotto di Utah, si comporta bene guadagnandosi la vittoria e la sufficienza risicata: per lui una domenica da 26/36 con 219 yard lanciate più 40 corse, 0 TD , 1 intercetto e 6 sack. La sua prima da titolare in cabina di regia non è il massimo, ma il successo di misura contro una raffazzonata difesa dei Bears è abbastanza buono per essere preso come oro colato da Baltimore in chiave divisionale. I Ravens (7-3) mantengono la testa della AFC North in una giornata tutto sommato difficile perchè delle rivali solo gli Steelers cedono il passo.

Un Devonta Freeman rispolverato è quella nota in più che serve per far suonare la melodia in modo orecchiabile: per l’ex Falcon 49 yard su corsa e 1 touchdown, l’unico di giornata per le forze del Maryland che, come spesso accade, devono affidarsi ai calci di Justin Tucker. Il kicker non delude mai, 3su 3 FG più 1 XP e 10 punti per lui che continua a fare la differenza anche quando il resto del team sembra dimenticarsi come si giochi a football. Buona anche la prestazione di Mark Andrews che trascina il suo attacco con 73 yard.

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I Ravens si erano immaginati una sfida più semplice, invece quel che resta dei Bears se la gioca a modo suo fino alla fine. Defezioni pesanti su ogni lato: assieme a Jackson, per i Ravens manca una punta di diamante come Marquise Brown. A Chicago invece il palazzo crolla a pezzi: i Bears non schierano Akiem Hicks, Allen Robinson II e Khalil Mack, il quale starà fuori per tutto il resto della stagione per recuperare da infortunio e operazione alla caviglia.

Dunque i Bears si presentano in casa dopo una settimana di Bye con l’intento di inscenare una vera e propria resistenza al cospetto dei Ravens, ma con l’assenza di Lamar Jackson lo scenario cambia e Chicago pensa addirittura di poter puntare alla vittoria. Vittoria che manca da Week 5 in casa dei Raiders. Pensiero lecito se vogliamo, ma la manovra dei Bears è lenta e abbastanza prevedibile, Fields deve muoversi con qualche lampo dei suoi e in occasione di una corsa ben pensata il QB impatta sul difensore che gli tocca una costola forzandolo a lasciare il campo nel terzo quarto.

Dentro Andy Dalton che prova a dare ritmo!

The Red Rifle sembra aver voglia di riscatto e lancia due TD Pass: il primo lo riceve un Darnell Mooney sempre più WR1 in questa squadra (sebbene le sue caratteristiche di gioco non lo elevino esattamente a WR1), il secondo invece è un lampo di Marquise Goodwin che fulmina i corvi rimasti a guardare sui cavi dell’elettricità di Chicago spenta fino a quel punto. Dalton sbroglia un terzo e lungo post-penalità e trasforma con destrezza per una marcatura da 49 yard che fa esplodere la Windy City.

Ma le gioie sportive sono sentimenti rari di questi tempi nella città del vento, e pure quando arrivano sono destinate a durare pochi minuti; esattamente quelli che servono all’attacco dei Ravens per farsi beffa di una secondaria colabrodo e rimettere palla sulla goal line in modo da far segnare Freeman per il controsorpasso degli ospiti. L’ultimo assalto dei Bears di Dalton ha del grottesco, un pò perchè la difesa dei Ravens gli consente di avanzare senza pressioni, un pò perchè quando le pressioni arrivano su Dalton il QB sembra bullizzato. E difatti l’ultimo blitz dei Ravens va a segno e spegne il cronometro mentre Dalton arretra e finisce per terra in concomitanza all’ennesima caduta dei Bears.

Che dire? Chicago ha perso Mack, il suo edge-rusher, l’uomo simbolo di questa squadra per caratura. Ha perso il suo miglior ricevitore, ARob, lo ha perso praticamente da inizio stagione perchè quello visto quest’anno non ha niente a che fare con il Robinson che conosciamo e non siamo in grado di capire se i suoi numeri siano figli di un’esclusione dal playbook architettata dal front office in vista del suo rinnovo/tag/addio. Della serie “hai fatto schifo”, perchè dovremmo pagarti una ventina di milioni?

Chicago ha perso la sua quinta di fila. Chicago ha perso anche il suo gioiellino, Justin Fields, si spera solo per una domenica. Il tifo Bears è sceso a patti con l’idea che la stagione sia irrecuperabile (già da un pezzo) e quindi tutto ruoterà attorno allo sviluppo di Fields. Ma poi Fields si fa male ed esce, quindi non abbiamo nemmeno più lui da osservare… insomma, mai una gioia amici!

Nella sconfitta c’è però del buono: Roquan Smith è sempre più robusto in mezzo al campo e quando tempo fa parlavo dell’erede naturale di Brian Urlacher mi riferivo proprio a questo. Dominio assoluto di un giocatore che diventa sempre più padrone del campo e intorno al quale bisognerà affrettarsi a ricostruire. Un rinnovo contrattuale deve essere imminente, un priorità assoluta per quello che oggi possiamo definire come il miglior inside linebacker del campionato. Ieri Smith ha registrato 17 tackle, 2 for losstackle machine che non si concede tregua e che non teme confronti. Intorno a lui si può ricostruire seriamente.

Ma per ricostruire serve cambiare e senza il licenziamento di Matt Nagy non si andrà da nessuna parte. La separazione tra Nagy e i Bears sembra sempre più inevitabile ed il tracollo dell’ultimo mese e mezzo giunge come una sentenza in questo senso. Questione di settimane, di base quelle che mancano alla fine del campionato regolare.

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Come dicevamo, durante la sconfitta 13-16 dei Chicago Bears contro i Baltimore Ravens gli appassionati di football hanno visto uscire il quarterback titolare Justin Fields a causa di un infortunio alla costola all’inizio del terzo periodo. Matt Nagy non ha avuto aggiornamenti specifici sull’infortunio nella sua conferenza stampa immediatamente dopo la partita, ma grazie ai social media sembra che Fields abbia evitato un grave infortunio.

Fields stesso conferma di non aver subito fratture alle costole comunicando tramite una storia su Instagram del suo amico Simeon Kelley.

“Solo una piccola costola ammaccata, giusto? Non rotto?” chiede Kelley.

E Fields risponde: “No, signore”.

Non è noto l’esatto gioco in cui Fields  si è infortunato, o per quanto tempo il dolore lo abbia influenzato durante il proseguo. JF ha subito 2 sack, con un terzo annullato a causa di una penalità; inoltre è stato colpito alcune volte e alla fine ha lasciato il campo dopo essere stato placcato in una corsa da sei yard. Scongiurata la frattura, arriveranno aggiornamenti perchè si teme anche per una botta alla milza.

C’è poco tempo per recuperare perchè giovedì alle 12:30 americane, i Bears torneranno in campo per l’immancabile incontro del Thanksgiving che per tradizione avviene sul gridiron dei Detroit Lions.

alex cavatton firma area 54

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