La Serra di Huddle: cosa succede ai Kansas City Chiefs?

I Kansas City Chiefs hanno un problema, verosimilmente più di uno. Con sette giornate già in archivio, la squadra di Andy Reid si avvicina alla boa di metà stagione con un record di tre vittorie e quattro sconfitte che non fa strappare i capelli, ma non può nemmeno passare sotto silenzio. 

Cerchiamo di capire come e dove i campioni NFL 2019 stanno mancando.

NO PRESSURE

Senza dubbio, è la difesa il reparto su cui puntare gli occhi per descrivere la maggior parte dei problemi che attualmente affliggono Kansas City. 

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Pensate a qualunque categoria statistica, e le probabilità che i Chiefs siano sul fondo sono altissime, a partire dal DVOA, che li vede 31esimi. 

Il problema più pressante che Kansas City deve affrontare è probabilmente la sterilità della propria pass rush, che si riflette anche sul rendimento della secondaria – di cui però parleremo dopo.  I Chiefs cercano di ovviare al problema blitzando frequentemente. Attualmente lo fanno nel 31.2% dei propri possessi difensivi, sesto dato più alto della Lega, e nonostante questo la loro produzione è scarsissima (solo 8 sack, peggior dato in NFL al pari coi Jags). 

Frank Clark, arrivato nel 2019 da Seattle, ha avuto un’ottima prima annata, culminata con 8 sack in stagione regolare, e soprattutto 5 nella trionfale cavalcata ai playoff. Dopo una stagione 2020 in calo, in quella attuale deve ancora mettere a segno un sack. Non è esattamente il tipo di produzione che la dirigenza si aspettava quando nel 2019 decise di fargli firmare un contratto di cinque anni a 104 milioni totali, che lo rende il settimo edge rusher più pagato della Lega.

L’infortunio, che però pare essere alle spalle, di Chris Jones ha inoltre privato la squadra del proprio miglior interior d-linemen, con il risultato che la squadra è penultima nel difendere le corse secondo il DVOA, 28esima in yard a portata concesse (4.7) e 25esima in explosive runs – cioè corse da almeno 12 yard – concesse. 

La nota più lieta riguardante il front seven è molto probabilmente un rookie, il middle linebacker Nick Bolton, scelto al secondo giro dello scorso draft. Bolton è un linebacker abbastanza “classico”, nel senso che produce tanto a livello statistico – è primissimo tra i suoi per tackle messi a segno finora, 55 – ma lo fa anche con buone letture contro le corse:

Bolton è il numero 54.

Un Chris Jones sano farebbe sicuramente la differenza, ma le falle nel front seven non sono poche, e difficilmente colmabili in una sola off-season. 

KANSAS CITY, ABBIAMO UN PROBLEMA

Come accennato prima, la secondaria dei Chiefs, e in generale il modo in cui difendono contro i passaggi, lascia molto a desiderare, ed è una diretta conseguenza della scarsa pressione esercitata dalla linea difensiva, ma non solo. 

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Da quanto si evince guardando le partite, i defensive back dei Chiefs – anche se non tutti – stanno giocando ad un livello infimo, in particolar modo, come vorrebbe la logica, quando la difesa è disposta a uomo, e quindi ogni difensore è direttamente responsabile di un uomo; come riportato da Sheil Kapadia in un suo report per The Athletic, i Chiefs sono 26esimi in NFL in EPA (Expected Points Added) quando disposti a uomo, un crollo verticale rispetto al quarto posto del 2020 o al decimo di due stagioni fa. L’Jarius Snead, una delle note più liete per i campioni della AFC West nella scorsa stagione, oggi è uno dei peggiori cornerback della Lega, come sottolinea il “140.8” alla voce “passer rating concesso ai QB avversari”. Il meno peggio è sembrato essere Rashad Fenton, che infatti può vantare il QBR più basso tra i cornerback dei Chiefs, 87.9. 

Nell’opener contro i Browns, la difesa ha faticato per tutta la partita, con l’attacco di Cleveland che in più circostanze è riuscita a forzare accoppiamenti favorevoli a sé, come quelli che hanno coinvolto il tight end David Njoku contro Charvarious Ward e Sneed, e che gli sono valsi rispettivamente 43 e 30 yard. Sul finale di partita, invece, la difesa si è maggiormente affidata alla zona, con risultati soddisfacenti, come vediamo di seguito: 

In entrambi i casi, la difesa si dispone in cover 4 con l’intento di togliere il fondo del campo al prolifico attacco di Cleveland, producendo un incompleto e un intercetto. Nel primo caso, Mayfield vorrebbe servire uno tra Harrison Bryant e Jarvis Landry, che occupano il lato sinistro del campo, ma i defensive back di KC sono bravi e disciplinati ad occupare le rispettive zone di competenza “passandosi” le marcature e togliendo a Mayfield i target designati: il suo passaggio, per giunta sotto la pressione della d-line dei padroni di casa, si traduce in un intercetto che termina la partita. 

Male, malissimo anche le safety, Juan Thornhill e Daniel Sorensen, che rendono il fondo del campo estremamente perforabile. Dal suo arrivo in NFL, Sorensen ha visto gradualmente aumentare gli snap come free safety a discapito di quelli nella box, sia come linebacker che come strong safety; oggi, Sorensen sta giocando possibilmente il peggior football della sua carriera, concedendo un irreale (per gli avversari) rating di 149 quando è il bersaglio dei passatori avversari. Nelle ultime due partite, tuttavia, il numero 49 dei Chiefs ha giocato solo due snap come free safety, per evitare che si ripetessero situazioni come quella a cui i Buffalo Bills lo hanno esposto, come ho raccontato in questo video: 

La sensazione è che, per quanto il rendimento di alcune pedine chiave sia insufficiente, Steve Spagnuolo non stia riuscendo con costanza a mettere ciascuno dei propri giocatori nelle migliori condizioni di riuscire. 

Detto questo, l’attacco non è esente da problemi, e se Mahomes sta giocando complessivamente ad un ottimo livello (ad eccezione dell’ultima, pessima partita giocata contro Tennessee), il reparto non sta rendendo al massimo. Il vero problema sono le palle perse, ben 17, primissimo dato in NFL (i Jets sono secondi con 12), un enorme balzo in avanti rispetto alle 16 del 2020 e delle 15 del 2019. Le sconfitte contro Baltimore e Los Angeles, ad esempio, sono da ascrivere quasi interamente alle palle perse, che hanno azzoppato l’attacco dei Chiefs dando nuova linfa agli avversari (senza dimenticare, ovviamente, il coraggio di Harbaugh e Staley che hanno optato per alcune conversioni su quarto down in momenti topici della partita, venendo premiati). 

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Di sicuro, il tempo per rimettere in piedi le cose c’è in abbondanza, e i Chiefs hanno tutto il talento del mondo, in campo e sulla sideline, per andare ai playoff e giocarsi tutto in partite secche. Da qui a lì ci sono ancora parecchie settimane in cui però il coaching staff, ma anche alcuni giocatori, dovranno lavorare per cambiare rotta. 

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