Uno sguardo al 2020: Baltimore Ravens

Vi proponiamo la review della stagione 2020 delle trentadue squadre NFL, aspettative, risultati, futuro. Oggi è il turno dei Baltimore Ravens.

COME DOVEVA ANDARE…

I Ravens dovevano vincere la loro prima partita di playoff dell’era Lamar Jackson. L’obiettivo minimo era riuscire ad affermarsi in post-season, per interrompere la noiosa litania sull’incapacità di Jackson di vincere le partite dal peso specifico maggiore. Poco importava della regular season, non erano necessari nuovi record, era necessario solamente vincere ai playoff.

…E COME È ANDATA

I Ravens hanno centrato l’obiettivo minimo, vincendo una battaglia furiosa contro i Tennessee Titans nel Wild Card Game, partita nella quale proprio Jackson ha svoltato l’inerzia con una giocata spettacolare (una corsa in touchdown da 48 yard in mezzo alla difesa di Tennessee), ma si sono arresi ai Buffalo Bills al turno successivo, lasciando ancora una volta l’amaro in bocca ai tifosi. La sensazione è quella di trovarsi in un limbo, troppo forti per rimanere fuori dai playoff, quanto troppo deboli per riuscire a sconfiggere le regine della AFC.

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COSA HA FUNZIONATO…

Fortunatamente molto di buono si è visto in Maryland. Per qualsiasi running back, Baltimore è il place to be. Nessuna squadra corre quanto i Ravens e nessuna squadra è così incisiva via terra, merito di un reparto in cui il rookie J.K Dobbins (134 portate per 805 yard e 9 touchdown) e Gus Edwards (144 portate per 723 yard e 6 touchdown) sono riusciti a completarsi a vicenda e oscurare il declino di Mark Ingram (72 portate per 299 yard e 2 touchdown). Attenzione però, l’ex numero 21 di Baltimore, dopo un avvio di stagione importante ha perso esplosività e portate, a causa di qualche acciacco fisico, ma si è sempre dimostrato il perfetto compagno di squadra. Mai una parola fuori posto, mai una lamentela e un continuo ruolo di mentore per i suoi giovani compagni di reparto. Il suo addio è stato uno dei momenti più celebrati da compagni e tifosi di tutta l’off-season.

Tornando ai titolari, Edwards è uno dei giocatori più sottovalutati della Lega, ma è la quintessenza dell’efficacia: le sue giocate non risultano mai negative per yard, è un martello pneumatico da 5 yard di media a portata e sa anche farsi valere sul passing game (9 ricezioni per 129 yard). Dobbins è diventato velocemente ciò che i Ravens speravano quando lo hanno selezionato al secondo round del Draft 2020. Un running back forte, elusivo, veloce, con una grande visione di gioco e la capacità di bucare le difese avversarie, qualità ampiamente dimostrata dai 9 touchdown stagionali che sono un nuovo record per un rookie di Baltimore.

Ottime prove ha offerto la difesa, efficace ad ogni livello. Il vero asso di questo reparto è il coordinatore Wink Martindale che, con i suoi assetti creativi, riesce sempre a portare il caos negli attacchi avversari. La difesa di Baltimore ha chiuso al secondo posto come total defense, al settimo per yard concesse, ha forzato 22 turnover (10 intercetti e 12 fumble) e registrato 40 sack, creando come da tradizione una pressione folle coi blitz (290, che valgono il 44% del totale dei dropback e il primato nella Lega per questa statistica).

Abbiamo lasciato per ultimo Lamar Jackson (2.757 yard 26 touchdown e 9 intercetti), l’alfa e l’omega di questa fase storica dei Ravens. Dopo aver vinto il titolo di MVP nella stagione 2019 era pressoché inevitabile una piccola regressione nel 2020 e l’impressione generale è che Jackson non abbia dominato come nell’annata precedente. Nel Divisional contro i Bills è arrivata la sua peggior perfomance, chiusa anticipatamente a causa di una concussion, e che non la ha visto raggiungere la end zone per la prima volta in post-season (mettendo fine ad una striscia di 39 segnature consecutive tra regular season e playoff). I progressi sul passing game non sempre sono stati palesi, ma non sono arrivati nemmeno errori marchiani nel decision making e generalmente la qualità dei lanci è più che soddisfacente.

Ovviamente salta all’occhio il suo consueto successo nel running game: quando il ragazzo accelera in campo aperto è capace di danzare in mezzo ai difensori, lasciarli a bocca asciutta e segnare touchdown con facilità disarmante (1.005 yard e 7 touchdown, primo quarterback nella storia con due stagioni sopra le 1.000 yard su corsa). Inoltre la sua leadership e la sua mentalità vincente sono vivamente percepiti da tutta la franchigia. In ultima analisi, nulla di tutto quanto abbiamo appena descritto è negativo, ma per Lamar Jackson il successo si misurerà sempre al più alto livello e, probabilmente, fin quando non arriverà a giocarsi un Super Bowl, i dubbi sul suo gioco rimarranno più delle certezze.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Per quanto la regular season abbia avuto molti alti e bassi, questi ultimi dovuti soprattutto al COVID che, verso metà stagione, ha falcidiato interi reparti, il problema maggiore rimane quello di non riuscire a farsi strada nei playoff. La sconfitta per 17 a 3 contro i Bills ha messo in luce tutti i problemi della squadra allenata da Harbaugh, i cui più evidenti sono: la carenza di un passing game all’altezza di una squadra di playoff e una linea offensiva che si scioglie nel momento più delicato della stagione.

Marquise Brown (58 ricezioni per 769 yard e 8 touchdown) ha talento, ma non è un wide receiver numero 1. Ha giocato delle ottime partite e mostrato lampi di grandi potenziale, ma è necessario che venga affiancato da un giocatore che possa garantirgli maggior libertà sull’esterno. La connessione che sta sviluppando con Jackson è positiva, anche se troppo spesso sembra che la sua esplosività after catch nasca soltanto dal pallone ricevuto dove lo preferisce (atteggiamento che ha portato anche ad un tweet infelice dopo la sconfitta contro gli Steelers sul suo utilizzo offensivo) e non da aggiustamenti in corsa che dovrebbero far parte del repertorio di un grande ricevitore.

Myles Boykin (19 ricezioni per 266 yard e 4 touchdown), su cui ad inizio stagione si avevano grandi speranze, è rimasto completamente fermo nel suo sviluppo. I numeri sono impietosi, ma c’è anche da sottolineare come abbia avuto pochissime possibilità per emergere (solo 33 passaggi nella sua direzione nel 2020). Poco si può dire di Devin Duvernay e James Proche, due rookie che hanno giocato troppo negli special team e troppo poco in attacco. Una domanda sorge spontanea: Duvernay è arrivato in Maryland con la fama di essere un ricevitori dalle mani sicure e le sue 20 ricezioni su 26 passaggi sembrano confermarlo, perché dunque non coinvolgerlo maggiormente? Discorso simile può applicarsi a Proche (1 ricezione su 3 passaggi) ed è un problema che l’offensive coordinator Greg Roman e i suoi assistenti dovranno risolvere, a prescindere dal materiale umano a loro disposizione il prossimo anno.

Il secondo problema maggiore è rappresentato dall’interno della linea offensiva. Sembrerà strano che una squadra capace di macinare yard via terra abbia problemi con i suoi lineman, ma la protezione del quarterback e la qualità degli snap devono migliorare. Nessun dubbio sui tackle (anche se bisognerà vedere se Orlando Brown verrà tradato per la sua volontà di giocare a sinistra) e ampie garanzie ci sono anche sulla guardia sinistra Bradley Bozeman, ma il centro e la guardia destra sono posizioni in cui è necessario investire. Troppo spesso i guai sono arrivati da snap osceni che hanno pregiudicato i passing down e costretto Jackson agli straordinari e, molte più volte del dovuto, la parte destra della linea è crollata come un muro di carta. Se i Ravens vogliono avanzare in post-season, devono tornare ad avere una linea offensiva da top-3 nella Lega.

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E ADESSO?

Per arrivare a contendersi il trono della AFC i Ravens hanno bisogno di potenziare il reparto wide receiver e diventare più creativi offensivamente. È arrivato Sammy Watkins, che sicuramente offrirà una soluzione in più nel passing game, ma difficilmente porterà l’attacco a livelli elitari, motivo che condurrà, molto probabilmente, alla scelta di un ricevitore al prossimo Draft. La linea d’attacco è stata potenziata con l’innesto di Kevin Zeitler, forte guardia veterana, mentre non si è ancora risolto il problema della carenza di pass rusher. Le partenze di Matt Judon e Yannick Ngakoue erano previste, ma i Ravens stanno aspettando il Draft e qualche taglio di metà off-season per aggiungere nuovi elementi al roster. Ci sono stati tanti cambi tra i coach di reparto, aspetto che passa spesso in secondo piano, ma che incide invece moltissimo sugli equilibri della squadra.

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Gabriele Balzarotti

Appassionato di USA e sport americani fin dall'adolescenza, le leggendarie imprese di Ray Lewis hanno reso la mia anima black and purple. Mente dietro alla "Strada verso il Draft", fucina di schede sui giovani talenti che arrivano in NFL, e conduttore di Podcast verso il Draft.

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2 Commenti

  1. La scelta di investire su Zeitler (e forse anche Villanueva), credo testimoni che in attacco il focus principale sará la linea offensiva.
    Dal draft potrebbero arrivare OT e G/C.

    1. Ciao Alessandro. Dopo la trade di ieri sera che ha coinvolto Orlando Brown sicuramente il focus sulla linea offensiva è aumentato. Sono certo che, oltre al potenziale arrivo di Villanueva (che i media americani danno molto vicino ad una firma con Baltimore e che sicuramente sarebbe un buon innesto per la prossima stagione), i Ravens investiranno al Draft su uomini di linea.

      Il centro è una need importante, ma Dickerson da Alabama ha perso molte quotazioni e potrebbe scivolare indietro, fatto che darebbe comunque l’opportunità di selezionarlo “spendendo meno”. I Ravens spesso hanno draftato ottimi lineman nei round secondari e sono sicuro continueranno in questa tradizione.

      Sono molto curioso di vedere cosa faranno adesso con le due pick al primo giro, mi sento di sbilanciarmi sul fatto che muoveranno la board e non rimarranno fermi alla 27 e alla 31.

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