Uno sguardo al 2020: New York Giants

Si è conclusa una stagione di alti e bassi per i New York Giants, in crescita rispetto al recente passato e chiusa clamorosamente a un passo dai playoff.

COME DOVEVA ANDARE…

Dalle undici vittorie della stagione 2016, coincise con l’ultima partita di playoff giocata, sono passati tre anni con la miseria di 12 vittorie collezionate in totale. I Giants, però, potevano aspettarsi una stagione in crescendo ai blocchi di partenza del 2020, se non altro perché l’impatto di Daniel Jones nella stagione da rookie è stato quantomeno superiore alle aspettative. Tanti erano, però, ancora i dubbi legati al quarterback e in generale a un roster manchevole e di alterno talento, ma un lumicino di speranza in ottica postseason restava vivo, considerando soprattutto le alterne fortune di una Division, la NFC East, definitasi poi come una tra le peggiori nel passato recente in NFL.

…E COME È ANDATA

Sarebbe bastata una sola vittoria in più ai Giants rispetto alle sole sei collezionate in regular season per sopravanzare il Football Team di Washington e volare al Wild Card Game contro Tom Brady e i suoi Buccaneers. Così non è stato, soprattutto per demerito di Jones. Trovatosi di fatto da solo a giocarsi il ruolo di quarterback titolare dopo il ritiro di Eli Manning, ha deluso per lunga parte della stagione. Stagione che New York era riuscita incredibilmente a rialzare da un clamoroso 1-7 iniziale con quattro vittorie consecutive, che il 6 dicembre avrebbero qualificato la squadra ai playoff. Un’impresa contro Cardinals, Browns o Ravens non è arrivata, però, e i Giants hanno salutato l’occasione più unica che rara di volare in postseason pur con un record in negativo.

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COSA HA FUNZIONATO…

Detta così la stagione dei Giants potrebbe assomigliare a una mezza catastrofe – e per certi versi lo è stata – ma grande merito va al nuovo arrivato in panchina, Joe Judge, per i risultati ottenuti. Il nuovo head coach, alla prima esperienza nel ruolo in carriera, non ha lasciato naufragare la sua regular season d’esordio dopo l’avvio da incubo, in cui va citato anche il grave infortunio al ginocchio che ha tenuto Saquon Barkley ai box fin dalla Week 2 contro i Bears. Si tratta di un 6-10 importante per il promettente Judge, guardando in ottica futura. Senza il suo leader indiscusso, anche il backfield dei Giants ha rialzato la testa, scoprendo in Jones un dual-threat quarterback da 423 rushing yard in 65 portate (ben 6.5 di media) e in Wayne Gallman il “gregario” ideale per Barkley, salito a quota 682 yard su corsa e 6 touchdown in assenza del primo violino. Si ha qualche difficoltà in più a trovare aspetti positivi tra wide receiver e offensive line: Sterling Shepard avrebbe avvicinato le 1.000 yard su ricezione proiettando la sua stagione su 16 partite, mentre il rookie Andrew Thomas non ha demeritato nel ruolo di left tackle, mostrando importanti possibilità di crescita tra presente e futuro.

Rispetto alle alterne fortune dell’attacco, la difesa è stata più solida sul lungo periodo, contribuendo al periodo d’oro di metà stagione dei Giants con appena 16.5 punti di media subiti in quelle quattro vittorie di fila. La grande crescita del reparto inizia dal suo coordinator, Patrick Graham, che ha alzato l’asticella rispetto al 2019. Gli innesti della scorsa offseason, poi, hanno portato a New York quantità e qualità: Blake Martinez ha fatto incetta di tackle (151), dei quali 11 for loss, aggiungendo anche 3 sack e 5 pass deflected, mentre James Bradberry è stato un fattore in secondaria con i suoi 18 pass deflected e 3 intercetti in totale. In linea i grandi protagonisti sono stati invece Leonard Williams, eccezionale con i suoi 11.5 sack e 15.5 tackle for loss, e Dexter Lawrence, che ha dimostrato di valere la scelta numero 17 nel discusso Draft 2019. Attenzione anche alla mina vagante Jabril Peppers e alla sua stagione da tuttofare difensivo: 91 tackle, 2.5 sack, 8.5 tackle for loss, 11 pass deflected e un intercetto. Nota di merito al kicker Graham Gano, che ha giocato su livelli di eccellenza assoluta: 31 field goal a segno su 32 tentati, che gli sono valsi la percentuale più alta (96.9%) in questa stagione in NFL.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Veniamo ai numeri di Daniel Jones in questo 2020: 2.943 passing yard con il 62.5% al lancio, 11 touchdown pass e 10 intercetti. Davvero troppo poco per assegnare una misera sufficienza al quarterback, con una nota di sfortuna per l’infortunio che lo ha fermato nel suo momento più positivo, a inizio dicembre. Detto del KO iniziale di Barkley, con il runningback atteso al riscatto nei prossimi mesi, nessun altro giocatore offensivo è riuscito a ergersi ad assoluto protagonista nell’attacco dei Giants. Era lecito aspettarsi di più da Darius Slayton – un fattore a sorpresa nella sua stagione da rookie – che ha collezionato 751 yard e 3 touchdown, ma ricevendo appena 50 volte su 96 target in totale. Evan Engram (654) e Golden Tate (388) toccano di poco le 1.000 yard (1.042) sommando i propri totali, con appena tre touchdown da unire alla causa, quanti quelli del solo Shepard in 12 partite giocate. New York è nella seconda metà di classifica in quasi tutte le voci offensive, ma in particolare in due di queste la situazione si è mostrata tragica: i 27 touchdown in totale, uno soltanto in più dei Jets all’ultimo posto in NFL, e i 50 sack subiti dai quarterback, più di tutti a eccezione degli addirittura 65 degli Eagles.

Qualche aspetto negativo si riscontra anche in fase difensiva, per quanto il reparto si sia assestato dopo un avvio di stagione da 26.6 punti subiti di media nelle prime cinque sconfitte consecutive. I Giants hanno avuto difficoltà nel contenere i ricevitori avversari, concedendo loro ben 4.130 yard in totale, e mettendo a segno un totale non eccezionale di intercetti (11). Al fianco del convincente Bradberry servirebbe un cornerback di eguale valore, dopo che con alterne fortune si sono succeduti Ryan Lewis, Isaac Yiadom e Julian Love nel corso della stagione.

E ADESSO?

Con una offseason al livello di quella vissuta nel 2020 i playoff potrebbero non essere più soltanto un miraggio. In primis servirà mettere le mani su un wide receiver in grado di dare una svolta a tutto il reparto offensivo e in questa free agency proprio non mancano, a partire dal fenomenale Allen Robinson. Ne arrivassero anche due, magari con un innesto di talento dal Draft, Jones non potrebbe lamentarsi e dovrebbe anzi dimostrare di valere il ruolo di quarterback titolare anche in futuro. Sembra essere troppo presto per bocciarlo in via definitiva, ma serve competizione alle sue spalle per spingerlo a far meglio, al di là dell’onesto Colt McCoy. Grandi rinforzi in vista in attacco, insomma, mentre la difesa necessita di essere puntellata soltanto in parte, soprattutto in secondaria come anticipato. La scelta numero 11 al Draft e un piccolo spazio libero nel salary cap dovranno servire proprio a questo.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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Un Commento

  1. Visto che Barkley è reduce da infortunio, forse converrebbe draftare un rb

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