La Serra di Huddle: le firme di free agency più interessanti

Sono passati solo una manciata di giorni dall’inizio della free agency ma, come solitamente avviene, la maggior parte dei pezzi (più o meno) pregiati è già stata polverizzata dalle squadre con più possibilità di spesa. Senza indugi, andiamo a vedere alcune delle firme più interessanti tra quelle avvenute questa settimana.
N.B. La lista non segue nessun ordine preciso.

JOHN JOHNSON III, S, CLEVELAND BROWNS

JJ3 lascia LA per trasferirsi a Cleveland con un contratto da 33.7 milioni di dollari, di cui 24 garantiti, per tre anni. Cleveland è una delle squadre con più spazio libero nel cap per muoversi, e la prima aggiunta è propedeutica al miglioramento di una secondaria complessivamente povera di talento. Nel 2020 i Browns sono stati leggermente sotto la media per QB rating concesso ai passatori avversari (94.8) e noni per percentuale di TD su passaggio concessi (5.3), a parimerito coi Chargers.
JJ3 da solo ovviamente non basta, ma intanto stiamo parlando di un giocatore integro fisicamente – ha saltato 10 partita la scorsa stagione ma ha completato tre delle sue quattro annate tra i pro senza saltare una partita – versatile e produttivo. Nella scorsa stagione ha giocato 459 snap nella box, 394 come free safety e 264 come slot corner. Il fatto di saper giocare sia vicino alla linea di scrimmage ma anche a fondo campo senza alcun aiuto alle spalle lo ha reso un ottimo tackler (ha messo a segno 105 placcaggi nella scorsa stagione), ma lo ha anche abituato a leggere bene il campo e le tracce dei ricevitori, sapendole anticipare:

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Nel 2020 Johnson è stato l’undicesimo miglior difensore per rating concesso ai QB avversari, 71.9, tra i giocatori con almeno 50 target difesi.

KENDRICK BOURNE, WR, e JONNU SMITH, TE, NEW ENGLAND PATRIOTS

New England si è comportata molto poco da New England nel primo giorno di free agency, rompendo il maialino salvadanaio e portando a casa svariati giocatori, tra cui Kendrick Bourne dai Niners.
Bourne è ancora giovane, in autunno sarà alla sua quinta stagione tra i pro, e nel 2020 è stato in campo nel 63% degli snap offensivi della propria squadra mettendo a segno 49 ricezioni per 667 yard (entrambi career high) ma solo due mete.
Con San Francisco, l’ex università di Eastern Washington ha dimostrato di avere ancora qualche problema coi drop (14 in tre stagioni, cioè da quando Pro Football Reference li conta) ma è anche un ricevitore versatile – gioca indifferentemente come X receiver o anche nella slot – e ha già fatto vedere lampi di route running sopra la media:

Non meno importante è stato il suo contributo in situazione di terzo down: nella stagione 2020, Bourne è stato il miglior giocatore dei Niners per primi down guadagnati sui terzi down, 13.
Complessivamente, i Patriots aggiungono un giocatore capace di farsi trovare libero per la ricezione e con margini di miglioramento (non dimentichiamoci che al draft del 2017 non fu neanche scelto).
Per quanto riguarda Jonnu, rappresenta un miglioramento enorme nella posizione di tight end per la squadra di Belichick per i motivi spiegati qui di seguito:

Come riportato da NFL Next Gen Stats, nella scorsa stagione i Patriots hanno usato due tight end in campo contemporaneamente solo nel 3.2% dei loro possessi offensivi, dato peggiore di Lega, guadagnando di media esattamente 1 yard (anche questo è il peggior dato in NFL). Con Smith e Hunter Henry le cose sicuramente cambieranno, e quello che era un punto debole della squadra, la posizione di tight end, dopo un paio di giorni di free agency si appresta a diventare una delle migliori di tutta la Lega.

DENICO AUTRY, DT, TENNESSEE TITANS

Firma passata sottotraccia, giustamente, ma secondo me piuttosto interessante. Ai Colts si è rivelato un validissimo giocatore di rotazione in una delle migliori difese della Lega nel 2020, ma il suo impatto è stato tangibile anche nelle altre stagioni. Ha messo a segno 20 sack in tre anni coi Colts, dato eccellente per un difensore di linea interno, motivo per cui il suo rendimento non può solo ed esclusivamente essere connesso all’arrivo di DeForest Buckner.
L’arrivo ai Titans di Dupree garantisce alla difesa almeno un edge rusher credibile, anche se a Pittsburgh Dupree non giocava solo in 4 point stance (cioè mani a terra) e solo come defensive end, che si è preso i riflettori. Era necessario per Tennessee un restyling di una difesa che l’anno scorso ha prodotto davvero poco, avendo finito terzultima in sack (19), penultima in pressioni (17.5%) e terzultima in hurries (7.4%), statistica che indica il numero di volte che un QB è costretto a lanciare il pallone prima del previsto per anticipare l’arrivo del difensore.
Queste due firme non bastano certo per far fare il salto di qualità, ma è un buon inizio.

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COREY LINSLEY, C, LOS ANGELES CHARGERS

L’arrivo di Linsley ai Chargers era abbastanza prevedibile ma non meno soddisfacente se siete tifosi come il sottoscritto. LA aveva soldi da spendere e una voragine nella posizione di centro dopo il ritiro di Mike Pouncey; non che nelle altre posizioni fosse messa meglio, ma il ruolo di centro era completamente scoperto, e la lacuna è stata colmata subito con l’arrivo di Linsley da Green Bay: il contratto sottoscritto dall’ex Packers – 62 milioni in 5 anni – lo rendono il centro più pagato della NFL.
Quello di centro è un ruolo chiave tanto quello di left tackle nell’economia della o-line, perchè è lui il leader, quello che chiama le protezioni ed eventuali blitz o movimenti sospetti delle difese: Linsley è stato un All-Pro anche la stagione scorsa, e anche grazie a lui i Packers sono stati l’ ultima squadra per sack subiti. Herbert aveva bisogno di un’aggiunta del genere.

Qui alcuni esempi di quello che Linsley sa fare meglio, cioè la pass protection.

JOE THUNEY, G, KANSAS CITY CHIEFS

Giusto pochi giorni fa i Chiefs davano il benservito ai loro tackle titolari, senza i quali sono stati malmenati dai Buccaneers durante tutto il Super Bowl. Ebbene, la loro prima, e verosimilmente unica, grande mossa è stata mettere sotto contratto uno dei migliori interior linemen della Lega, Joe Thuney, con un contratto da 80 milioni in 5 anni.
Grazie ai tagli e alla ristrutturazione dei contratti di Kelce, Mahomes e Clark, i Chiefs sono riusciti a reperire circa 20 milioni utilizzabili in questa sessione di free agency per potenziare la squadra, nella fattispecie una o-line che dall’anno scorso non vedrà più facce familiari (ad eccezione di Duvernay-Tardif, che però nella scorsa stagione ha deciso di non giocare per il pericolo Covid).
La cosa interessante di questa firma, oltre che il valore intrinseco del giocatore, però, è il contratto. Kansas City ha fatto in modo di pagare Thuney solo 4.5 milioni nella stagione a venire: di questi ci sono poco meno di un milione come salario base, 3.4 milioni dei 17 previsti alla firma (che verranno spalmati sui 5 anni) e poco altro. In questo modo, la squadra si è assicurato un giocatore durevole e versatile (può giocare anche centro ed eventualmente tackle destro) con cui iniziare la ricostruzione del reparto più problematico della squadra. Ben fatto!

WILLIAM JACKSON III, CB, WASHINGTON FOOTBALL TEAM

Quantomai curiosa è stata la decisione di Cincinnati di sostituire un potenziale primo cornerback, Jackson, con uno dei peggiori defensive back della scorsa stagione, Awuzie, arrivato da Dallas: Jackson è così andato a rinforzare una delle secondarie più promettenti della Lega, quella di Washington.
Jackson non è esattamente una macchina da intercetti – ne ha messi a segno tre in quattro stagioni con Cincy – ma è migliorato di anno in anno per quanto riguarda il QB rating concesso ai quarterback avversari: dal 110 concesso nel 2018 (primo anno in cui Pro Football Reference ha iniziato a tenere questa statistica) al 88 dello scorso anno.
La squadra della capitale ha allungato a Jackson un contratto da 14 milioni all’anno, nona cifra più altra tra i suoi pari ruolo, per sostituire Ronald Darby e aggiungere qualità ad un reparto che l’anno scorso è stata una delle peggiori per passaggi da almeno 50 yard concessi. Jackson è un cornerback molto fisico e dotato di buon footwork che si inserisce in una difesa già ricca di playmaker nella d-line.

Un paio di annotazioni sulle clip di cui sopra. Jackson è bravissimo a rimanere incollato al proprio marcatore; DeSean Jackson non sarà quello di 5-6 anni fa, ma il giocatore dei Bengals è bravissimo a francobollarlo non facendosi ingannare nemmeno dall’esitazione.Nel secondo caso contribuisce al sack di Wentz, che non trova un ricevitore libero e viene fermato dalla difesa; nell’ultimo deve arrendersi a Terry McLaurin, ma onestamente più di così Jackson non poteva fare.

ALEX MACK, C, SAN FRANCISCO 49ERS

Mack è stato uno dei migliori centri dell’ultima decade, tanto da essere inserito nella All-Decade Team degli anni duemiladieci dalla Pro Football Hall Of Fame. Il centro ex Falcons e Browns non sarà più al top del proprio gioco – ha 36 anni – ma anche la scorsa stagione ha reso alla grande, concedendo un solo sack in 633 snap.
Ovviamente, la scelta di Mack è dipesa principalmente dal rapporto con Kyle Shanahan, con cui ha già lavorato in entrambe le sue precedenti fermate in NFL, e con il suo schema offensivo.
Weston Richburg, il centro titolare fino alla stagione 2019, ha avuto una incredibile sequela di infortuni e operazioni che secondo fonti interne lo potrebbero costringere al ritiro: ecco che Mack si inserisce subito in un contesto nuovo ma familiare allo stesso tempo, assieme ad un altro grande free agent confermato dalla squadra, Trent Williams.
Al momento della scrittura, le cifre del suo contratto non sono ancora note.

MIKE HILTON, CB, CINCINNATI BENGALS

L’ex Steelers rimane nella division firmando per i Cincinnati Bengals, dove prenderà il ruolo di slot corner, in cui Hilton gioca la maggior parte dei propri snap. Hilton è un ottimo blitzer, Pittsburgh lo ha usato spesso in questo modo sfruttando la sua posizione di slot corner, quindi il più vicino alla linea di scrimmage (in carriera ha messo a segno 9.5 sack e mezzo, cifra notevole per un cornerback).
Indubbiamente, il meglio lo dà in coverage. A tal proposito, ecco una situazione molto interessante:

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Pre-snap, la difesa di Pittsburgh sembra disposta in cover 4, cioè con tutti i defensive back a zona.
Tuttavia, una volta partita l’azione vediamo come gli Steelers siano in cover 4-cut, uno schema difensivo che prevede l’abbassamento a uomo di di una delle safety per marcare una traccia corta da parte del ricevitore più interno. Il posto della safety a fondo campo viene preso dal cornerback che si trova sul suo stesso lato. In genere la traccia in questione è una shallow cross, ma in questo caso è una semplice hook, con Ertz che “si siede” nella hook zone, per l’appunto. Hilton toglie a Wentz la sua prima lettura, con il QB che è costretto a uscire dalla tasca per andare in scramble. É proprio Hilton, tra l’altro, a placcarlo.

HAASON REDDICK, DE/OLB, CAROLINA PANTHERS

Altra firma che apprezzo tantissimo è quella di Haason Reddick, che approda a Carolina con un annuale da 6 milioni, che potrebbero diventare 8 con eventuali bonus. Reddick si riunisce con il proprio coach ai tempi dell’università di Temple, Matt Rhule, e giocherà sul lato opposto di Brian Burns, uno dei pass rusher più interessanti tra quelli emergenti.

Reddick porta produzione difensiva – l’anno scorso ha messo a segno 12.5 sack – e versatilità, potendo giocare sia come defensive end, ruolo in cui ha speso la maggior parte degli snap nella scorsa stagione, ma anche come outside linebacker. Può essere un’aggiunta chiave per far fare il salto di qualità ad una difesa che, nella stagione 2020, ha finito nella parte bassa della Lega per sack prodotti (29) e per percentuale di pressioni portate (22.4).

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