Se i giocatori NFL fossero wrestler

Shaquille O’Neal, oltre che ad essere l’uomo con più soprannomi del mondo, si è recentemente trasformato in un wrestler – per una notte e basta? – finendo il proprio match stremato su un tavolo di legno da lui poco prima sfondato; è vero che un uomo delle sue dimensioni in un ring fa sempre ha sempre il suo perché, ma considerando età e peso mi aspettavo di peggio, molto di peggio, invece sono stato felicemente smentito in quanto Shaq si è comportato piuttosto bene con una performance che mi ha ricordato molto da vicino quelle che hanno reso André The Giant una leggenda che trascende la disciplina.

Le traiettorie del mondo NFL e di quello del wrestling si sono spesso e volentieri intrecciate, basti pensare a Lawrence Taylor a Wrestlemania, alla fugace permanenza di Brock Lesnar ai Minnesota Vikings od al fatto che The Rock, quando era ancora Dwayne Johnson, era un D-lineman all’università di Miami e quasi sicuramente continueranno ad intrecciarsi nel futuro prossimo e non: a legare questi due mondi, oltre che a tanti muscoli, troviamo soprattutto la tipicamente americana mania di fare spettacolo e di stupirci mettendoci davanti a sovradimensionati atleti in grado di fare cose che noi umani da divano, in media, possiamo solo sognare.

Con Wrestlemania sempre più vicino, la neonata AEW – in mano alla famiglia Khan che gestisce i “nostri” Jacksonville Jaguars – in costante crescita ed una miriade di federazioni indipendenti che malgrado il periodaccio stanno sfornando talenti a ritmo industriale, ciò che oggi voglio fare è vedere a quale wrestler assomiglino i nostri giocatori preferiti – e non – cercando di mettere in risalto i tratti in comune.

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Aaron Rodgers – Jon Moxley (AEW)

Forse Aaron Rodgers il sangue ama conservarlo nei propri vasi sanguigni invece che spruzzarlo qua e là a seguito di lacerazioni da film dell’orrore, ma a legare il quarterback dei Packers a Jon Moxley è la paura da loro incussa nel cuore degli avversari: entrambi, infatti, sono due bad man che sul campo di gioco traggono un sadico piacere nel torturare l’avversario, salvo poi rivelarsi totali cuori di panna nella vita reale.
Un consiglio spassionato: non fateli arrabbiare, non regalategli motivazioni extra poiché sanno essere piuttosto vendicativi.

Tyrann Mathieu – CM Punk (ritirato?)

Se mi volete mandare a quel paese fate pure, in quanto alcune scelte di Mathieu prese durante i tempi del college stridono – e non poco – con la l’ideologia straight edge di CM Punk, ma concedetemela ‘sta licenza poetica; i due signori in foto per arrivare sul tetto del mondo hanno preso strade decisamente poco battute sgretolando una miriade di pregiudizi incentrati solo ed esclusivamente sulle dimensioni fisiche: il carisma, cari lettori, non si può allenare od imparare.
Honey Badger, poi, potrebbe anche essere un nome interessante per un wrestler, o no?

Aaron Donald – Kazuchika Okada (NJPW)

Uno è il miglior giocatore di football della nostra generazione ma non essendo un quarterback difficilmente viene celebrato come tale, l’altro è il miglior wrestler della nostra generazione ma militando nel ‘lontano’ Giappone e non in America è sconosciuto – e di conseguenza non celebrato – ai più.
Posso darvi la mia parola che sia in un caso che nell’altro una mezz’oretta su Youtube potrebbe cambiare completamente la vostra concezione di entrambe le discipline.

Drew Brees – Daniel Bryan (WWE)

Sottodimensionati ed universalmente amati, due mostri sacri, due maestri della tecnica, due esseri umani adorati per umiltà e bontà d’animo: dubito troverete mai qualcuno che parlerà male di Drew Brees o di Bryan Danielson in arte Daniel Bryan.
Entrambi, per motivi diversi, hanno però vinto decisamente troppo poco.

Myles Garrett – Brock Lesnar (WWE)

Qua le somiglianze riguardano solo l’aspetto fisico, ma provate a darmi torto: esistono esseri umani più spaventosi di Brock Lesnar o Myles Garrett?
Forse il paragone non è poi così felice in quanto caso Rudolph a parte Garrett ha dimostrato di essere un bonaccione appassionato di poesia, mentre Brock Lesnar nel tempo libero spinge verso l’estinzione la fauna di Saskatchewan, luogo che ha l’onore/sfortuna di fargli da casa, però dovete capire che per un secco come me un paio di muscoli nei punti giusti trasformano due persone completamente diverse in sosia: Garrett, poi, lo vedrei bene come wrestler.

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Tom Brady – Chris Jericho (AEW)

Qua svelo tutte le mie carte.
Ho deciso di mettere Tom Brady e Chris Jericho nella stessa frase per un semplice e personalissimo motivo, ovvero che ritengo il primo il più grande giocatore di football della storia mentre il secondo, sempre a mio modestissimo parere, è il più grande wrestler di ogni tempo.
Sia Tom Brady che Chris Jericho, infatti, trovano spazio sulle nostre tivù da decenni, sia Tom Brady che Chris Jericho hanno saputo far fronte all’avanzare dell’età reinventando completamente il loro gioco e, per concludere, sia Tom Brady che Chris Jericho hanno deciso di intraprendere nuove rischiose avventure ad età improbabili: Brady a quasi 43 anni ha infatti deciso di cambiare squadra mentre Jericho, a 49, si è rimesso in discussione diventando il volto della nuova grande federazione americana di wrestling.
Entrambi, finora, hanno avuto ragione.

Lamar Jackson – Rey Fenix (AEW)

Questi sono due atleti fuori dal comune che stanno ridefinendo le loro discipline sportive: no, il wrestling messicano non è compendiato dalla figura di Rey Mysterio, sarebbe alquanto irrispettoso nei confronti della ricchissima tradizione del paese pensare che l’unico luchador mascherato degno di nota sia lui.
Rey Fenix, proprio come Lamar Jackson, può restare indigesto a certi puristi bacchettoni convinti che il wrestling – o la nobile arte del quarterbacking – abbia diritto di essere chiamato tale solo se soddisfa alcuni canoni tecnici prestabiliti oramai obsoleti: viva la diversità, viva la mancanza di riferimenti, viva la libertà.
Mentre vado a controllare se mi stia trasformando in Achille Lauro, ecco a voi un assaggio di Rey Fenix.

Micheal Thomas – Roman Reigns (WWE)

Entrambi più odiati del dovuto, entrambi sono due indiscutibili stelle alle quali molti appassionati rinfacciano una scarsa varietà di mosse nel proprio arsenale, o tracce nel proprio route tree.

Julio Jones – AJ Styles (WWE)

Due maestri, due fenomeni assoluti che tengono alto l’orgoglio della Georgia, ma anche due esseri umani incredibilmente umili e silenziosi che difficilmente sentirete parlare se non costretti: AJ Styles e Julio Jones non hanno bisogno di troppi promo o trash talking, a questi due basta semplicemente scendere in campo per rimettere al proprio posto l’avversario di turno.

Patrick Mahomes – MJF (AEW)

Prima che insorgiate datemi la possibilità di spiegarmi: il paragone qua non è incentrato sul carattere, in quanto MJF è l’heel definitivo mentre al momento odiare Patrick Mahomes – soprattutto dopo l’ultimo Super Bowl – risulta impossibile anche ad un tifoso dei Raiders, ho voluto provare ad andare oltre.
Il motivo per cui ho deciso di stiparli nella stessa foto è puramente anagrafico, in quanto stiamo parlando di due VENTICINQUENNI schifosamente talentuosi che malgrado la giovane età possono già essere considerati prodotti finiti che stanno dominando e domineranno le rispettive leghe per decenni.

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DeAndre Hopkins – Cody Rhodes (AEW)

Entrambi messi alla porta dai propri ottusi superiori, Nuk e Cody si stanno togliendo enormi soddisfazioni altrove reclutando con successo ex-compagni di squadra/spogliatoio.
Forzata, lo so, ma non potevo lasciare fuori da questo articolo Cody Rhodes, non nel 2021: Cody, nel caso non lo sapeste, è molto più che un semplice wrestler.

Juju Smith-Schuster – The Miz (WWE)

Li senti parlare e tutto ciò che vorresti dalla vita è un’occasione per prenderli a schiaffi, anche se facilmente questa non sarebbe la migliore delle idee.
Limitatevi a prendere a schiaffi i vostri schermi, che malgrado Miz sembri uscito da un video dei Village People facilmente tirerà schiaffoni più potenti dei miei o dei vostri: lo stesso discorso credo possa valere anche per Juju.

Kurt Warner – Drew McIntyre (WWE)

Per raggiungere il tetto del mondo entrambi hanno dovuto affrontare una serie di peripezie che l’Odissea in confronto è una passeggiata – o navigata – di salute: la strada per il successo sia per Kurt Warner che per Drew McIntyre è stata lunga e tortuosa ma una volta avuta un’opportunità di realizzare il proprio sogno non se la sono lasciata sfuggire scrivendo importanti pagine di storia.
Due persone che per vari motivi è molto difficile non stimare.

Derrick Henry – The Undertaker (ritirato dalla WWE)

Entrambi ti seppelliscono con la propria fisicità, entrambi hanno sulla coscienza dozzine di anime strappate dai loro corpi ed appese sul muro di casa come trofeo.

Russell Wilson – Kenny Omega (AEW)

Ad accomunare Russell Wilson a Kenny Omega troviamo il fatto che da anni entrambi siano considerati fra i migliori in assoluto nel proprio lavoro e, soprattutto, da un recente heel turn che ha portato Omega a barare per assicurarsi il titolo di campione AEW e Wilson a mettere in forte dubbio il suo futuro a Seattle.
Nella vita reale, però, difficilmente troverete qualcuno di più umano, gentile e dolce di loro.

Richard Sherman – Adam Cole (NXT)

Due bocche in grado di abbattere ogni singola sicurezza presente in ognuno di noi, Sherman e Cole erano gli istrionici leader di due quartetti che hanno definito la nostra generazione, la Legion of Boom per quanto riguarda Sherman e Undisputed Era per quanto riguarda il wrestler.
Ah sì, una volta in campo sia uno che l’altro sono in grado di concretizzare ogni promessa – se così si possono definire – fatta all’avversario dominandolo.

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Travis Kelce – Ric Flair (WWE)

Carisma, carisma, carisma ed ancora carisma: dopo aver finito di ridefinire la propria professione con gesta che quasi sicuramente passeranno alla storia e che difficilmente saranno mai eguagliate, conquisteranno le attenzioni della tua ragazza – userei un tempo verbale leggermente diverso per Flair, ma avete capito – finendo inevitabilmente per farti rimanere single.
Woo!

Trent Williams – Keith Lee (WWE)

Due esseri umani immensi dotati di un atletismo semplicemente insensato: Williams malgrado i quasi 150 kg e due metri di altezza ha corso le 40 yard in 4.88 secondi, mentre Lee…
Guardate sotto, guardate da metà in poi se siete pigri: così tanta umanità non dovrebbe muoversi in quel modo.
Keith Lee è un wrestler senza eguali nella storia.

Matthew Stafford – Kevin Owens (WWE)

Due atleti ingiustamente sottovalutati sabotati dall’incompetenza di chi avrebbe dovuto limitarsi a metterli nelle condizioni di vincere tutto, sia Stafford che Owens avrebbero bisogno di un po’ più di fiduc… scusate, questo discorso non vale più per Stafford.
L’abitudine.

George Kittle – The Rock (WWE)

Probabilmente nessun giocatore NFL ama il wrestling più di George Kittle e considerando la sua amicizia reale con The Rock associarli non mi ha richiesto sicuramente chissà quale sforzo: avrà pure Kittle un futuro nel mondo del cinema che lo farà diventare un milionario?
Glielo auguro, anche se sono sicuro che prima vorrebbe togliersi qualche soddisfazione come wrestler.

Brett Favre – Stone Cold Steve Austin (WWE)

Due badass, due individui per i quali era impossibile non tifare, due che se ne sono sempre fregati di tutto e di tutti: certo, Favre non era e mai sarà edgy e sboccato come Stone Cold Steve Austin, ma esattamente come lui non ha mai avuto paura di niente e nessuno, nemmeno degli intercetti.
Difficile trovare qualcuno di più amato.

Peyton Manning – Triple H (WWE)

Il soprannome, o meglio, uno dei tanti soprannomi di Triple H è cerebral assassin: qualcuno avrebbe qualcosa da ridire se affibbiassi tale nomignolo pure a Peyton Manning, quarterback la cui carriera è stata resa tramutata in leggenda principalmente grazie ad un cervello senza eguali nella storia?
Manning non è sposato con la figlia del proprio datore di lavoro, ma proprio come Triple H durante il corso della sua carriera mi dato l’impressione di essere il singolo giocatore con più potere della lega.

Gardner Minshew – Hulk Hogan (WWE)

Due atleti con palesi limiti tecnici amati e celebrati esclusivamente per i propri baffi, per i propri sopravvalutati baffi.
Sì, non mi va giù.

Merchandising Merchandising

Mattia Righetti

Mattia, 27 anni. Voglio scrivere per vivere ma non so vivere. Quando mi cresce la barba credo di essere Julian Edelman. Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango malissimo.

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3 Commenti

  1. Grande Mattia, ti leggo spesso, mi è piaciuto questo articolo e questo parallelo tra wrestling e NFL.
    Aggiungo Gronkoswki, che col wrestling ha avuto un recente trascorso e come controparte nel quadrato scelgo John Cena.
    Entrambi atleti vincenti, entrambi al vertice nei rispettivi ruoli, Cena come simbolo della wwe degli ultimi 15 anni, Rob come miglior Tigh End.

    1. Ciao Matteo!
      Il motivo per cui non ho messo Gronkowski è piuttosto semplice, ovvero che il ragazzo è così un personaggio che il suo equivalente nel ring è… Gronk!
      E secondo me, fra non molti anni, Gronk tornerà su quel ring per una corsa con la WWE un pochino più soddisfacente di quella della primavera 2020 🙂

      1. Concordo con la tua disamina, penso che l’unico motivo valido per il quale Gronk è tornato al football risiede nel suo amico TB, e direi che ha fatto più che bene, viceversa sarebbe rimasto in wwe.
        Però convengo con te, Gronk è troppo un personaggio e il palcoscenico di una federazione di wrestling prima o poi ritornerà a calcarlo.

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