Super Bowl LV: Dalla panchina dei Tampa Bay Buccaneers

I Buccaneers non arrivavano certamente con i favori del pronostico al Super Bowl LV contro i campioni in carica, i Kansas City Chiefs di Mahomes, Kelce, Hill e Reid, anche se l’ultimo atto della stagione si giocava al Raymond James Stadium di Tampa, casa della squadra della Florida.

Questa era la premessa, dopo 4 ore di partita i Bucs erano di nuovo sul tetto del mondo (sportivamente parlando) con 2 vittorie su 2 partecipazioni alla finale, e dopo un digiuno dai playoffs che durava dal 2007!

L’intera squadra ha offerto una prestazione magistrale, anche se la difesa ha recitato il ruolo da protagonista; dopo i primi drive interlocutori da parte di entrambe le squadre, e sul punteggio di 3-0 per i Chiefs, Brady, come tante altre volte in stagione, guida i suoi in un drive quasi perfetto, suggellato dalla ricezione di Gronkowski che entra in endzone; il successivo drive porta Tampa fino a 1 yard dal touchdown senza però concretizzarsi in punti, episodio che poteva pesare pesantemente sulle ambizioni dei Buccaneers, ma la difesa “mostruosa” riesce a ridare la palla in ottima posizione all’attacco che va ancora a segno sull’asse Brady-Gronkowski. L’attacco dei Chiefs, sempre ottimamente pressato dalla difesa Buccaneers, non riesce ad andare oltre ad un altro field goal (14-6); ad un minuto dall’intervallo Tampa va ancora a segno, complice la difesa di Kansas City forse troppo nervosa colpevole di due sanguinose interferenze difensive, questa volta è Antonio Brown a ricevere direttamente in touchdown e a rendere il vantaggio più corposo.

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All’inizio del terzo quarto i Chiefs trasformano un altro FG, che resterà l’ultima segnatura della loro partita, mentre Tampa con una corsa del’ottimo Fournette (che conferma la grande forma mostrata nei playoff) di quasi 30 yard allunga nel punteggio. Mahomes deve forzare, scappando continuamente dalla furiosa pass rush del front seven dei Bucs, e viene intercettato da Winfield che si dimostra pedina fondamentale nel backfield difensivo, nonostante sia un rookie; turnover  che viene puntualmente convertito in altri punti (FG di Succop) dalla squadra di Arians; la partita finisce virtualmente qui, con Tampa che punta a far passare più tempo possibile che li separa dal trionfo e i Chiefs incapaci di impostare il loro gioco a causa della difesa quasi perfetta dei Bucs che, con White, intercetta ancora il giovane QB di Kansas City e permette a Brady di inginocchiarsi e far azzerare il cronometro.

TAMPA BAY BUCCANEERS WORLD CHAMPION!!!

Tom Brady vince il suo settimo Super Bowl e viene eletto MVP della finale, ma il reparto difensivo è stato decisivo nel contenere l’attacco che annovera, tra gli altri, Mahomes, Kelce, Hill, Edwards-Helaire; le presenze di Suh, Pierre-Paul, Barrett, David e White rimarranno come un incubo nei ricordi di Mahomes che ha faticato parecchio, ma se fosse stato un classico QB da tasca avrebbe subito ben più dei 3 sack messi a referto dal reparto ottimamente allenato e preparato da Todd Bowles, Defensive Coordinator che può essere ritenuto l’MVP “morale” del SuperBowl. In questa occasione anche il backfield difensivo ha ben figurato, con il vantaggio del rientro delle due safety titolari Whitehead e Winfield, e il reparto ha “vendicato” la sciagurata prestazione contro Kansas City in stagione regolare.

L’attacco ha offerto una prestazione solida, a partire dalla linea offensiva, nelle passate stagioni sempre in difficoltà sia nella pass protection che nell’aprire varchi per il gioco su terra; i vari Smith, Marpet, Jensen, Stinnie e Wirfs hanno contenuto i pass rusher dei Chiefs e hanno favorito le corse di Jones e Fournette che hanno combinato per 150 yard e 1 TD, oltre alle 46 ricevute dall’ex giocatore dei Jaguars.

Nel gioco aereo spicca la prestazione di Gronkowski (6 ricezioni, 67 yard e 2 TD) che ancora una volta si è dimostrato arma pericolosa e difficile da contenere per i difensori avversari; Godwin ed Evans non hanno brillato, anche se la loro presenza è stata sufficiente per tenere in apprensione i defensive back dei Chiefs. Antonio Brown, sempre protagonista di problemi comportamentali fuori dal rettangolo di gioco, ha avuto una sua piccola rivincita in campo, segnando il touchdown che ha allungato decisamente il punteggio a favore della squadra della Florida. Nota di merito anche per il Kicker Ryan Succop preciso, nel Super Bowl come nell’intera stagione.

Da non trascurare il ruolo del coaching staff, con Arians (HC), Leftwich (OC) e il già citato Bowles (DC); soprattutto Arians ha dimostrato di poter essere “flessibile” e di adattarsi alle caratteristiche dei campioni a sua disposizione, a discapito dei suoi dogmi sul gioco aereo verticale. A diversi spettatori non è sfuggita “l’urlataccia” di Brady verso la sideline su una chiamata che probabilmente non riteneva corretta, ecco l’ex QB dei Patriots è diventato un “coach aggiunto” che ha dato sicurezza ai compagni intorno a lui. Anche la chiamata forse più controversa (sul quarto tentativo a 1 yard dall’endzone non andare al field goal automatico ma fallire il tentativo di segnare il touchdown) ha dimostrato il coraggio e la sfrontatezza di questi nuovi Bucs, convinti dei loro mezzi come non mai!

Tampa ora è al vertice della NFL, ma restarci (come dimostrato da molti team) non sarà affatto facile, ci sono molti free agent che “batteranno cassa” e molti giocatori in ruoli chiave nella parte finale della loro carriera. In ogni caso fino a quando a presidiare la baia ci sarà Captain Brady le possibilità di fare bene ci saranno sempre, o almeno questo si augurano i tifosi (e non solo negli USA) dei Tampa Bay Buccaneers.

GO BUCS!!

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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