40 anni da “Lo Chiamavano Bulldozer”

Qual è il vostro film preferito sul football? “Ogni maledetta domenica” ed il discorso di coach D’Amato? Oppure il recente “Zona d’ombra”? O ancora la bellissima storia di Michael Oher raccontata in “The Blind Side”. Se avete iniziato a seguire il football nei primi anni 90 magari vi ricordate con nostalgia di ”The Program”, mentre se avete iniziato ad ammirare le gesta di Dan Marino e Joe Montana, probabilmente risponderete con “Il paradiso può attendere” oppure “Quella sporca ultima meta”.

Se invece siete diversamente giovani come chi scrive, e ricordate gli inizi del football in Italia, prima ancora che esistesse un campionato, quando una squadra chiamata “Pantere Rosa” girava le basi NATO per incontrare le squadre di soldati americani, sicuramente non potrete scordare “Lo Chiamavano Bulldozer”, un film con Bud Spencer che portò lo sferoide prolato sui grandi schermi proprio quarant’anni fa, nel 1978.
Mille storie e mille aneddoti si narrano di quel film, nel quale si ritrovarono a recitare come comparse e giocatori nella squadra di Bud Spencer, dei ragazzi i cui nomi sono indelebilmente legati all’era prepionieristica del football americano in Italia come Sergio Angona, Toni Nori o Carlo Trabattoni, senza dimenticare i tanti altri che, per brevità, non possiamo citare.


Il film, diretto da Michele Lupo, inizialmente doveva intitolarsi “Upperkut”, venne girato tra Marina di Pisa, Livorno e Cinecittà, mentre le scene relative alla partita vennero girate all’interno della base NATO di Camp Darby a Tirrenia, utilizzando un misto di giocatori della locale squadra dei Rangers e, appunto, questo drappello di italiani che, all’epoca, iniziavano a giocare a football americano nei campi di Piacenza e dintorni. Perché proprio le Pantere Rosa? Beh, abbastanza semplice. All’epoca era la sola squadra esistente. O meglio, erano appena nati anche i Frogs Gallarate, ma non avevano ancora disputato alcuna partita, e soprattutto, nessuno ancora li conosceva. Infatti i piacentini furono contattati dopo che il produttore lesse un articolo sulla squadra su un settimanale.

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Il film non ha nulla a che vedere con le produzioni americane sul football americano e, come si può immaginare, è un classico del genere “cazzotti & sberloni” che ha reso famoso il suo protagonista. In definitiva non è poi nemmeno questo grande spot pubblicitario per la disciplina, che il lungometraggio restituisce in caricatura, ma per molti rappresenta il primo contatto vero e proprio con questo sport strano dalla palla ovale e con i “giocatori vestiti come marziani” (cit.).

La storia è molto semplice, come tutte quelle dei film di Bud Spencer, ed alla fine è un pretesto per le gigantesche e pirotecniche scazzottate a cui l’omone con la barba ci ha abituati.
Bud Spencer interpreta Bulldozer, un ex giocatore di football che, di punto in bianco, ha smesso di giocare e si è messo a girare il mondo in barca. Il suo girovagare lo porta a Livorno, dove deve fermarsi per riparare un’avaria alla sua barca.
A Livorno si imbatte in un gruppo di soldati americani della vicina base di Camp Darby che si diverte a “bullizzare” i giovani del posto. Le risse sono all’ordine del giorno, e Bulldozer viene coinvolto, suo malgrado, umiliando il sergente Kempfer a braccio di ferro.
Per ottenere una rivincita, Kempfer sfida i ragazzi italiani ad una partita di football, e Bulldozer si ritrova nuovamente coinvolto, suo malgrado, nell’insegnare i rudimenti del gioco ai giovani locali.
Il primo tempo della partita è un vero e proprio massacro, con gli americani che brutalizzano in modo fin eccessivo gli italiani, e nell’intervallo Bulldozer decide di scendere in campo al loro fianco.
Dobbiamo dirvi come va a finire o lo immaginate da soli?

Le scene della partita sono tanto spassose quanto improbabili, e fa specie pensare che proprio quelle scene necessitarono di molti rifacimenti, più ancora delle scene recitate.
In occasione del quarantennale dell’uscita del film (e del secondo anniversario della morte di Carlo Pedersoli alias Bud Spencer), a Livorno è stata organizzata una manifestazione intitolata “A Livorno con Bud”, durante la quale si sono svolte diverse piccole esibizioni e gare in tema con i film “Lo Chiamavano Bulldozer” e “Bombolo”, anche quest’ultimo girato a Livorno e più o meno contemporaneo.
Non è naturalmente mancato l’incontro di football americano, messo in scena dagli Etruschi Livorno e dagli Storms Pisa, oltre all’esibizione delle cheerleader e, a chiusura della manifestazione, la proiezione integrale del film.

Come dite? Non avete mai visto “Lo chiamavano Bulldozer”? E cosa aspettate? Via, via, andate subito a recuperarne una copia e mettetevi comodi: è una lacuna assolutamente da colmare!

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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