Rimonta di corsa (New Orleans Saints vs Detroit Lions 35-29)

Una bella partita a Detroit con un andamento insolito. Abbiamo assistito a tre fasi differenti e contraddittorie.
I Lions partono forte e nello spazio di tre minuti vanno in TD sorprendendo la difesa dei Saints. Subito dopo Brees al primo e dieci lancia un intercetto che riconsegna la palla a Stafford. Sulla linea delle 18 yds dei Saints. Bastano tre giochi per mandare Kenny Golladay in TD e portare i Lions sul 14-0.
Il pesante uno-due subito ha il potere di svegliare i golden-black della Luisiana e Brees comincia a giocare da par suo. Nei trenta minuti successivi per i Lions è notte fonda e i Saints realizzano cinque TD in cinque possessi durante i quali Stafford e soci collezionano tre punt e un intercetto.
35-14 per New Orleans e manca un quarto e mezzo alla fine. A questo punto i Saints probabilmente perdono un po’ di concentrazione mentre i Lions sono determinati a tentare il clamoroso come-back.
Il tempo ci sarebbe e Stafford si mette a giocare giocate rischiose che gli permettono di andare due volte in TD portandosi a -6 quando mancano ancora poco meno di quattro minuti, ma Brees giocando con il cronometro riesce a tenere il possesso fino alla fine

Commento

I Saints vincono soffrendo grazie a una mezz’ora stellare che ha ricordato le performances del 2018, ma sollevando qualche legittima preoccupazione per l’altra mezz’ora. L’attacco nella mezz’ora buona, è stato devastante. Brees ha passato per 246 yard distribuendo su nove ricevitori diversi, ma le cose migliori i Saints le hanno fatte sulle corse, conquistando la bellezza di 194 yard. Fondamentale come al solito il contributo di Alvin Kamara che, oltre alle 89 yard corse, ha conquistato anche 36 su passaggio.
Molto bene anche Tre-Quan Smith con 54 yard, ma soprattutto Emanuel Sanders, diventato il target principale per l’assenza di Michael Thomas, che ha conquistato 93 yard con sei ricezioni.
Questa volta l’MVP della partita è costituito da un gruppo di persone, l’OL dei Saints, veri artefici delle fortune dell’attacco. Se Latavius Murray ci ha messo del suo, conquistare 64 yard con corse centrali è stato possibile solo grazie al lavoro dei “genieri” della linea d’attacco, che hanno costruito strade e cunicoli per spianargli il cammino. Gli stessi che nei giochi di passaggio sono diventati la “guardia pretoriana” di Drew Brees concedendogli sempre il tempo di selezionare il ricevitore più opportuno. E’ probabile che nell’ultima fase abbiano risentito di un po’ di stanchezza testimoniata dai tre sack subiti da Drew nel finale, ma sono stati comunque capaci di sostenere il gioco sulla terra quando è stato necessario giocare col cronometro.
La difesa di New Orleans è apparsa molto efficace contro le corse ma non altrettanto quando Stafford ha cominciato a lanciare lungo con continuità concedendogli tre TD su passaggio.
In conclusione direi che i Saints sono ancora i favoriti per il titolo divisionale, ma sembrano meno dominanti che nel passato, e non solo per l’assenza di Michael Thomas.

I Lions hanno giocato una partita di grande orgoglio, soprattutto nella fase finale in cui hanno tentato una rimonta, che pareva obiettivamente difficile. Stafford ci ha provato, dimostrando coraggio e anche di avere un buon braccio e discreta freddezza. Ora che può contare sul ritorno di Kenny Golladay ha buone chances nel gioco aereo ma ha prodotto troppo poco nel gioco sulla terra dove Adrian Peterson è stato limitato a una media di sole 3 yard per portata. Positive invece le prove di Golladay, ricevitore di riferimento ma anche di DeAndre Swift che ha totalizzato più di 50 yard tra corse e ricezioni. Alla fine la differenza l’ha fatta soprattutto il rendimento sul gioco di corsa e la maggiore attitudine dei Saints a vincere le partite.
Per i Lions, che comunque non mi sono dispiaciuti, sarà difficile approdare ai play-off nella Division finora dominata dai Packers e dai Bears ma sono sicuro che riscatteranno la disastrosa stagione scorsa per attestarsi su un record leggermente positivo.

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.