OBJ trascina i Browns (Cleveland Browns vs Dallas Cowboys 49-38)

49-38 e non è college football, anche se con uno score del genere sarebbe lecito pensarlo.

Battaglia tra attacchi maestosi, ma delle difese in campo non c’è neanche l’ombra. Il recap di una partita del genere non ha nemmeno senso di essere commentato, troppe le azioni salienti, troppi i dettagli da discutere nello spazio di un articolo. Myles Garrett e Baker Mayfield si godono il ritorno  casa, ad Arlington, Texas. Una vittoria importante quella dei Browns, che riescono a trovare continuità con il terzo successo consecutivo in grado di guarire quasi del tutto le ferite di week 1. La batosta contro i Ravens all’esordio sembra ormai alle spalle, ora il team di Kevin Stefanski appare più amalgamato nel gioco e finalmente Odell Beckham Jr. è tornato ad essere Odell Beckham Jr. Proprio quello di cui i Browns necessitavano.

La stella wideout rivive momenti di vecchia gloria contro degli avversari che per 6 anni hanno affrontato le sue ricezioni in maglia Big Blue. E nonostante tutto, questi Cowboys, non hanno ancora imparato a prendergli le misure…

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OBJ corre più yard di Nick Chubb e di Kareem Hunt, 73 con 1 touchdown; in ricezione vola con altre 81 e 2 touchdown. Il giorno è suo. Il compagno Landry si “limita” alla creatività e, improvvisandosi Mayfield, lancia 37 yard a Beckham che riceve e segna mettendo a dura prova la sanità mentale della secondaria di Mike Nolan. Mayfield fatica non poco a mettere insieme numeri consistenti al lancio e dunque la palla passa ai running back, o meglio, a Hunt, che converte due TD.

Mike McCarthy reagisce scatenando tutta la sua potenza offensiva che si riassume nella prima partita da 500 yard in carriera per Dak Prescott (41/58 502Yds 4TD 1Int), ma la sveglia suona troppo tardi: dopo il vantaggio per 14-7 nella prima frazione infatti, i Cowboys subiscono un blackout che li manda totalmente fuori partita e i Browns dilagano con un parziale di 34-0 nei due periodi che seguono. L’assalto dei texani, con 3 ingressi in end-zone consecutivi nell’ultimo quarto, non trova il risultato cercato. Il solco scavato da OBJ e soci è troppo profondo per risalire.

Amari Cooper, CeeDee Lamb, Dalton Schultz, Ezekiel Elliott e gli altri del reparto ricevitori macinano catch  e terreno ad una difesa che concede parecchio (a dir poco). Solo Myles Garrett con 2 sack si guadagna la sufficienza (ampia) in pagella per la difesa di Cleveland. Qui bisogna intervenire subito per raddrizzare il tiro altrimenti non si va da nessuna parte!

Che dire, i Browns superano una prova più insidiosa per l’approccio psicologico che non per la durezza dell’avversario. In tutta onestà non avrei scommesso sul successo Browns prima della partita perchè nella Cleveland del football il feeling con la vittoria viene ancora percepito come qualcosa di atipico. O che non rientra negli schemi previsti. Mentre scendere in campo per cercare la vittoria dovrebbe essere un sentimento naturale. Dopo week 4 però, questa impressione sta mutando e la consapevolezza dei Browns, insieme alla fiducia nei propri mezzi, aumentano a dismisura allontanando quella puzza di vecchio e logoro perdente che ha fluttuato nello spogliatoio per troppi anni. Insomma, via l’atteggiamento remissivo e sotto con la grinta.

Il guaio, a questo punto, è quello di ristabilire questo nuovo principio all’interno della AFC North, dove gli Steelers risultano ancora imbattuti, dove i Ravens sembrano volersi riconfermare e dove Joe Burrow ha intenzione di intraprendere lo stesso percorso dei Browns ma con addosso la maglia tigrata dei cugini di Cincinnati.

Il tentativo di spazzare via ogni dubbio a suon di touchdown è apprezzabile. Fondamentale per questa squadra far tesoro di ogni possesso per evitare di smarrirsi, perchè il punto in cui i Browns si perdono nella trama c’è sempre (vedi ultimo quarto contro Dallas). Stefanski vuole andare avanti un passo per volta e la sua strada sembra per ora la migliore. O la più sicura. Vietato parlare di playoffs, almeno per ora.

A differenza dei Ravens, Bengals, Washington e Cowboys non sono squadre irresistibili ma le vittorie contano comunque uno. Nel prossimo weekend i Browns sono attesi da un vero e proprio banco di prova: gli Indianapolis Colts e la difesa più in forma (e credo anche più forte attualmente) della NFL. Una linea offensiva dominante con Quenton Nelson da monumento al football e un QB d’esperienza come Rivers saranno un potenziale crocevia per stabilire la forza effettiva dei Browns. Che devono sì cavalcare il momento positivo, ma senza mai dimenticarsi degli errori del passato. Superare un esame del genere equivarrebbe a fare il salto di qualità.

Countdown avviato, kickoff domenica 10 ottobre h 22:25 italiane.

Per quanto riguarda i Dallas Cowboys, la grande fortuna di questo team è quella di giocare in una Division che, con ogni probabilità, sarà l’unica a mandare una squadra col record negativo ai playoffs. Attacco incontenibile, il terzo migliore della lega con 126 punti segnati dietro solo a Seahawks e Packers. Difesa però orripilante, ultima per punti concessi con 146 lunghezze subite. Sotto persino ai derelitti Jets. I Dallas Cowboys ci rendono testimoni di uno squilibrio totale sul piano del gioco. Ma a quanto pare non c’è problema, perchè a “the American team” basteranno un paio di vittorie su Philadelphia e poco più, per poter puntare alla post-season.

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Come direbbe il Direttore di Huddle: ” Che Tristezza…”

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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