La seconda vita di D.J. Hayden
Spesso e volentieri quando il tempo me lo consente mi guardo i vari condensed delle partite e cosi è stato anche per Jaguars – Dolphins. In alcuni frammenti ho intravisto un giocatore che avevo riposto in una anticamera della mia memoria: D.J. Hayden.
Quando mi stavo avvicinando al mondo della NFL uno dei primi articoli che lessi era proprio riferito a lui e mi colpì davvero tanto.
La sua prestazione in week 3 non è stata davvero nulla di che ma in una intervista post partita in ottica di week 4, da vero veterano, si è fatto carico dei problemi di una difesa che ha regalato un touchdown in ogni drive di apertura dei match giocati fino a quel momento ed ha utilizzato parole al miele per il rookie che gli è stato affiancato quest’anno, cioè la pick numero 9 dell’ultimo draft C.J. Henderson. Come ogni giocatore che si affaccia a questo nuovo step della sua carriera, l’avere un giocatore di valore con grande esperienza alle spalle non può che essere un bene. Mahomes per esempio fece un anno alle spalle di Alex Smith in quel di Kansas prima di esordire e stupire tutti fin dai primi snap.
Hayden non è nuovo a questa situazione perché proprio da qui parte la storia che voglio raccontare cioè la sliding door che ha colpito l’ex Raiders e Lions alle porte della sua venuta in NFL nel lontano 2013.
Dopo essere passato per Navarro College, Hayden ha trovato la sua dimensione nella università di Houston e di quei Cougars, negli anni, diventerà anche capitano. I numeri che il giocatore mette a referto nella sua carriera universitaria sono di assoluta importanza tanto che molti esperti lo danno come certo al primo giro. Oltre che leader difensivo DJ era anche il mentore dei cornerback e sotto la sua ala protettiva era finito il rookie Trevon Stewart.
Durante uno dei tanti e ripetuti allenamenti, il 6 novembre del 2012 Hayden entra in contrasto proprio con Stewart mentre entrambi cercano di intercettare un passaggio. Nessuno dei due guarda “l’amico”, gli occhi sono solo sull’ovale, ed il contratto è inevitabile. Sembra un normale scontro di gioco ma da lì a poco Hayden non vede più niente dall’occhio sinistro, inizia ad avere freddo e tremare: il ginocchio di Stewart nello scontro era finito ad impattare contro lo sterno del veterano.
La doppia chiamata all’ospedale da parte del preparatore atletico Mike O’Shea va ad allarmare il Methodist Hospital, abituato ad un andirivieni di giocatori dei Cougars al termine di quasi ogni allenamento, e si decide di deviare immediatamente il giocatore al Memorial Hermann Texas Trauma Institute dove è il chirurgo Ron Albarado a prendersi in carico il giocatore.
Tutti si aspettano il classico infortunio, la perforazione di milza o fegato che va a provocare una emorragia interna come gli ultrasuoni hanno evidenziato, ma quando vanno ad aprire la cassa toracica la sorpresa: ad essere stata lacerata è la vena cava, quella che riporta il sangue al cuore. Per capirci questo succede in un incidente stradale importante, di certo non in uno scontro fisico legato al football.
L’operazione d’urgenza a cui il giocatore viene sottoposto dura poco meno di tre ore e lo stesso subirà ben tre trasfusioni complete. Solo il 5% di chi subisce la rottura della vena cava sopravvive, lui è tra questi.
La riabilitazione vorrebbe una degenza di un mese e mezzo, Hayden resterà in ospedale meno di una settimana riprendendo immediatamente ad allenarsi. A marzo durante la combine salta 85 cm e corre le 40 dash in 4”33. Non solleverà pesi perché lo sterno non è ancora guarito ma questo basta per sorprendere gli scout. Gli esperti lo danno in caduta libera fino ad un quarto-quinto giro… I Raiders lo sceglieranno con la 12.
La squadra al tempo ad Oakland gli fa firmare un contratto da 10 milioni per quattro anni con quasi 6 garantiti e nella sua prima stagione NFL entra in campo in 8 partite di cui 2 da titolare con 1 intercetto all’attivo. A fine novembre viene messo in lista infortunati a causa di un’ernia, infortunio che lo costringe a saltare anche le prime sei partite della stagione successiva per poi essere titolare in 8 incontri e mettere a referto un altro intercetto. Nel 2015 ha il suo anno migliore con 13 partite da starter e 70 tackle totali mentre nel 2016 “patisce” la mancanza di fiducia dei Raiders che decidono di non esercitare la opzione del quinto anno a cui si aggiunge un altro infortunio.
Nel 2017 passa ai Lions dove riesce ad essere il primo backup dei due cornerback e segna il suo primo touchdown della carriera recuperando un fumble e riportandolo in endzone.
Nel 2018 firma un triennale con i Jaguars da 19 milioni di dollari di cui 10 garantiti e nei primi due anni a Jacksonville si è distinto per 3 sack e 87 tackle.