Respiro Browns (Cincinnati Bengals vs Cleveland Browns 30-35)

La seconda settimana di football si apre con l’anticipo del giovedì notte nel quale i Cleveland Browns ospitano i cugini di Cincinnati al FirstEnergy Stadium.

Solo 6.000 fans presenti sugli spalti, tanti posti liberi. Ma il vuoto più grande lo lascia l’ottantacinquenne Mike Brown, presidente e proprietario dei Bengals, che per la prima volta dal 1968 salta una partita di regular season per le restrizioni del Coronavirus. Brown aveva assistito a ben 824 partite consecutive mancando solamente una sfida di pre-season nel 1991, quando la leggenda di Paul Brown (padre) era sul letto di morte.

Entrambe le formazioni arrivano da una week 1 piuttosto deludente. L’esordio di Joe Burrow coi Bengals era stato tutto sommato positivo nonostante la sconfitta, arrivata dopo il parziale di 10-0 dei Chargers accumulato solo nell’ultima frazione di gara. Diverso il feeling in casa Browns, dove la sonora sconfitta contro i Ravens aveva messo in mostra ogni singolo problema che il team di Baker Mayfield si trascina dalla stagione scorsa. E da quella prima, e via discorrendo.

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I soliti vecchi Browns dunque, ai quali si aggiunge il peso dei rumors secondo i quali Odell Beckham Jr. dovrebbe cambiare aria. Dopo una sola annata in ombra. Browns che, con buona dose di coraggio, aggiungono in settimana il kicker Cody Parkey, nome maledetto tra le genti dell’Illinois che oggi va in cerca di riscatto nell’Ohio.

Nick Chubb  apre le danze correndo a touchdown dopo che i Bengals avevano messo il naso avanti con un field goal di Randy Bullock dalle 38 yard. Poi, Mayfield trova OBJ che riceve, segna e recita la sua solita parte da spaccone in end-zoneGiusto così. I Browns sono padroni del campo e la difesa riesce a mettere le giuste pressioni al novello Burrow, 37/61 (!) al lancio con 316 yard e 3 TD, anche 3 sack subiti. Non si vede molto spesso un ragazzino alla seconda partita in NFL lanciare sessantuno palloni…

Troppa confidenza? Carattere? Voglia di dimostrare la propria forza al mondo? Inesperienza? Presunzione? Sì, tutto insieme. E tutto bello a mio avviso. Un recordman a livello collegiale che vuole far risuonare il suo nome nelle televisioni nazionali accese in prima serata è qualcosa che ci piace, specie considerando che in questo team non troverà molte soddisfazioni e per tanto è concesso lasciargli lo spazio necessario ad imparare. Anche sbagliando. Per ora va bene così.

Buona la reazione di Burrow nel trovare Uzomah col passaggio che riapre la gara. Sensazione piacevole che però dura solo pochi minuti perchè il one-two punch dei runningback Browns è letale: Kareem Hunt e Nick Chubb combinano 210 yard su corsa, 24 su ricezione e 4 touchdown, 2 ciascuno. La difesa Bengals non può nulla contro questo dinamico duo che riesce a completarsi: Hunt e Chubb sono un mix elusivo di forza, potenza e velocità. Talenti complementari che Baker Mayfield deve sfruttare al massimo per poter raccogliere i risultati e soddisfare le aspettative.

La sfida è tutto sommato agevole per Bakerone, che ha la possibilità di elaborare passaggi a otto ricevitori differenti. Uno solo intercetto, zero sack subiti a testimonianza di due fattori: la linea offensiva tiene e la difesa Bengals non ha davvero nulla da dire.

Burrow, tuttavia, riesce a replicare con due lanci a segno per Mike Thomas e per Tyler Boyd, Chubb nel mentre riemette distanza sul tabellone. Col touchdown di Boyd la differenza punti diventa di sole 5 lunghezze. L’onside kick però non funziona, come non funziona (per niente) lo special team di Cincinnati. I Browns recuperano il pallone insidioso e lasciano correre i 43 secondi regalando a Kevin Stefanski la prima vittoria da capo allenatore in NFL.

Il coach Browns dichiarerà nel post-partita di non volersi guardare indietro, e nemmeno davanti, ma di voler restare concentrato sul presente del suo team. Meglio non farsi troppi programmi con questi Browns così da evitare delusioni, e meglio non riguardare al passato perchè la depressione è sempre dietro l’angolo.

Esame Bengals superato, ma gli elementi raccolti non sono abbastanza per potersi dimenticare dei problemi visti all’esordio contro Baltimore. Se i Ravens sono stati troppo duri, i Cincinnati Bengals sono degli avversari ancora troppo morbidi per sorridere.

Burrow (0-2) non mostra entusiasmo, ovviamente: “Perdere non è divertente. Questa dovrebbe essere la prima volta in cui perdo due partite consecutive, non è bello… perdere è inaccettabile per me”.

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Dovrai fartene una ragione ragazzo, Cincinnati non è LSU. Abituati all’idea…

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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