[Wild Card] L’air show di Brees

nflI New Orleans Saints confermano la regola degli oltre 40 punti a partita segnati in casa nel 2011, piegano 45-28 i Detroit Lions superando così l’ostacolo wild card che era stato loro fatale lo scorso anno ed approdano ai Divisional playoff in cui faranno visita ai 49ers. Il punteggio finale non deve però trarre in inganno: non è stata infatti né una passeggiata per l’attacco dei Saints né un match a senso unico, anzi. 
I Lions sono infatti stati in vantaggio per oltre metà partita e fino a dieci minuti dalla fine erano in ritardo di appena 3 punti. Poi in poco più di centoventi secondi  New Orleans ha intercettato Stafford piazzando inoltre con l’attacco un terribile uno-due  che ha affossato le speranze dei ragazzi di Schwartz. E non solo Detroit era avanti all’intervallo 14-10, ma lo era con pieno merito, col punteggio che andava persino stretto agli ospiti. Nei primi trenta minuti si è infatti avuta l’impressione che mentre l’attacco dei Lions riusciva a muovere con regolarità, soprattutto a livello di passing game perchè il rushing  game onestamente faticava, quello dei Saints riusciva a guadagnare terreno solo grazie ad alcuni miracoli dei singoli tenendo così lo scarto in termini assolutamente recuperabili. 
saintsVero, Brees arrivava alla fine della prima frazione con un mostruoso 17 su 21 per 174 yards, ma l’offense dei padroni di casa aveva già perso due palloni (uno su fumble di Colston ed uno su palla persa dallo stesso Brees toccato duro prima di mettere l’ovale per aria da Young), e i due drive che avevano portato i dieci punti erano “rimasti vivi” grazie appunto ad alcune prodezze personali. 
Nella serie del primo touchdown, il runner Thomas prima chiudeva un terzo down e 10 su un passaggio screen e poi seminava linebacker e secondario dei Lions per una corsa da 31 yards. Sul drive del field goal di Kasay, erano invece Colston e il tight end Graham a reggere la baracca con soprattutto quest’ultimo che recuperava con una sola mano un palla lanciata da Brees in modo non certo perfetto. 
Però a metà partita le due palle perse dall’attacco dei Saints venivano compensate da un rushing game insolitamente efficace: se infatti a livello di yards su passaggio le due compagini si equivalevano (180 a 177 le yards in favore di Stafford e compagni), sulla terra i Saints guadagnavano ben 80 yards contro le 30 dei loro avversari. La svolta della gara si aveva quindi nei primi cinque possessi del secondo tempo allorquando Brees trascinava i suoi ad altrettante mete, e quando in un tempo segni 35 punti è molto probabile che i tuoi avversari non riescano a tenerti dietro. 
E infatti così è successo anche al Mercedes Benz Superdome: sotto 38-21 nel quarto conclusivo, i Lions erano bravi a non mollare ed accorciavano le distanze con un lancio di Stafford a Calvin Johnson. Ai Saints erano però sufficienti quattro giochi, fra cui un missile di Brees a Meachem da 41 yards per riportarsi a +17 e l’intercetto che Greer infliggeva a Stafford a tre minuti dalla fine sanciva appunto la resa definitiva degli ospiti. 
E le statistiche finali sono davvero impressionanti: Brees chiudeva completando 33 passaggi su 43 per 466 yards e tre mete con Colston (7 ricezioni per 120 yards) e Meachem (4 ricezioni, 111 yards e un touchdown)  a mettere a ferro e fuoco una difesa dei Lions che per altro veniva anche travolta, e questa è la vera notizia della giornata, dal mostro a tre teste, formato dai runner Thomas (8 portate, 66 yards, un touchdown), Sproles (10 portate, 51 yards, due mete e un aiuto preziosissimo in tutte le parti del campo) e Ivory (13-47). 
Dall’altra parte naturalmente spicca la sensazionale prestazione di Calvin Johnson che da solo ha triturato l’intero secondario dei Saints ricevendo 12Lions palloni per 211 yards e due mete.  E nonostante la buonissima  performance anche di Stafford, 28 completi su 43 tentati per 380 yards con tre mete e due intercetti, uno dei motivi della sconfitta degli ospiti sta proprio nel differente rendimento fra Johnson e il resto dei ricevitori ospiti, visto che il secondo miglior receiver dopo Megatron, è stato il veterano Burleson con appena 50 yards, una in più del tight end Pettigrew. Tutta da dimenticare invece è la prova a livello di rushing game, visto che la prestazione già scadente del primo tempo  (7 portate, 30 yards), è diventata addirittura ridicola nel secondo (tre corse, due yards). 
Quando i due attacchi mettono insieme 1038 yards, probabilmente è meglio non commentare la prestazione delle difese, anche se, a parzialissima discolpa, c’è da dire che sul terreno del Superdome si erano dati appuntamento dei signori che farebbero perdere il sonno a qualsiasi defensive coordinator. In casa Lions naturalmente un po’ tutta la difesa è stata messa sotto accusa, fra i molti placcaggi sbagliati, l’assenza di una pass rush di buon livello, e i tanti errori mentali, fra cui spiccano due palloni intercettabili con facilità che invece sono stati lasciati cadere dai defensive backs.
 Sotto questo punto fa quasi sorridere il commento dell’head coach Schwartz che qualche giorno prima della sfida si diceva molto contento di avere nuovamente sul campo dopo l’infortunio la safety Delmas, che poi in partita è stato probabilmente il peggiore in campo. Ma se Atene piange, Sparta non ride, nel senso che anche fra i Saints si fa fatica a trovare un difensore che meriti la sufficienza. Una eccezione è il defensive end Will Smith che è riuscito a mettere sotto qualche pressione Stafford.
SaintsPer il resto la pass rush è stata ancora una volta un optional, nonostante coach Williams abbia mandato nel corso del match ben 12 uomini diversi a mettere pressione (o quasi) sul regista avversario, e a salvare il secondario di casa dal naufragio totale ci ha pensato Greer che con i due intercetti ha chiuso la porta in faccia ai tentativi di recupero degli ospiti. Ed anche le brillanti statistiche contro il rushing game dei Lions sono tali più per inettitudine di Detroit che non per la grande prestazione degli uomini in nero, anche perché nel secondo tempo, visto lo svantaggio che andava dilatandosi, i Lions progressivamente abbandonavano il gioco sulla terra. 
Alla fine insomma avanza al turno successivo il team più completo in attacco, con più esperienza e che ha commesso meno errori in difesa, però occhio perché dall’anno prossimo, se non avranno gravi infortuni e l’head coach Schwartz metterà a posto un paio di pezzi ancora mancanti nel puzzle difensivo, Detroit sarà un osso durissimo per tutti, contando che fra i fenomeni della squadra: Stafford, Johnson, Suh e il runner Best, il più vecchio è proprio Megatron che ha da poco compiuto 26 anni.  
Merchandising Merchandising

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.