XFL, il riassunto della terza giornata
Continua il trend positivo della XFL che, anche in questa terza giornata di gioco, porta sugli spalti quasi 82mila spettatori, a riprova del fatto che la lega piace, ha un suo seguito e può davvero rappresentare una valvola di sfogo per l’appassionato di football orfano di NCAA ed NFL. Attenzione, però: continuiamo a leggere (in Italia ma anche negli USA) articoli e commenti sul fatto che la XFL non potrà mai competere con la NFL. Tranquillizziamo tutti ribadendo che quello non è lo scopo principale della XFL né lo sarà a breve termine, perché non ci sono più le condizioni degli anni ’60, quando una lega ben organizzata costrinse la NFL alla fusione, e chiunque si metta in concorrenza contro la NFL non può che venire spazzato via senza indugi.
Godiamoci questa XFL, quindi, per quello che è, facendo le giuste tare e guardando partite dal livello di gioco accettabile e speso con grande pathos.
Questa settimana assistiamo alla prima fuga solitaria dei Roughnecks, che restano i soli imbattuti dopo la capitolazione dei Defenders a Los Angeles. Nel grande equilibrio delle altre squadre, spicca invece la situazione dei New York Guardians, nuovamente sconfitti in malo modo e seri candidati al ruolo di cenerentola della lega assieme a quei Tampa Bay Vipers che sono sì ancora a zero vittorie (New York ne ha una, almeno) ma, ad esempio, questa settimana hanno fatto sudare sette camicie Hpuston, e sono stati ad un quarto e uno non convertito da un possibile overtime.
Ma veniamo alle cronache delle partite.
HOUSTON ROUGHNECKS – TAMPA BAY VIPERS 34-27
Houston sbanca il Raymond James Stadium ottenendo la terza vittoria consecutiva che gli permette di mantenere l’imbattibilità, ma che fatica!
PJ Williams, nonostante alcuni numeri di assoluto valore, ha faticato più del previsto per avere la meglio della difesa dei Vipers, e Tampa Bay si deve mangiare le mani per un inspiegabile cambio in cabina di regia che in molti non hanno capito.
Un divertentissimo primo tempo portava Vipers e Roughnecks al riposo sul 18-18, dopo che i Vipers recuperavano in extremis lo svantaggio impattando lo score con una corsa di Cornelius. Nel primo tempo PJ Walker andava un po’ a corrente alternata, ma riusciva a trovare il guizzo per un touchdown pass da 84 yard per il solito Phillips, lasciato colpevolmente libero per un errore di copertura della secondaria dei Vipers, per poi provvedere personalmente a rispondere con una corsa in touchdown alla segnatura di Quinton Flowers, il quarterback che era partito da titolare per Tampa Bay per poi essere sostituito inspiegabilmente da Cornelius. Non che il secondo abbia fatto poi male, però Flowers stava giocando bene e Cornelius ha avuto bisogno di un paio di drive per ingranare, e nel secondo tempo l’attacco dei Vipers ha perso quello smalto che gli aveva permesso di tenere il passo di Houston nella prima frazione di gioco.
Nel secondo tempo PJ Walker dava più consistenza al suo gioco e trovava Cam Phillips per il secondo touchdown di giornata, ma i Vipers prima accorciavano con un passaggio di Cornelius per Williams, e poi andavano sopra di uno con un field goal di Franks. Houston rispondeva immediatamente con il terzo touchdown pass sull’asse Walker – Phillips, e poi si affidava alla difesa per conservare il risultato. Tampa Bay sprecava quattro tentativi sulla una yard e poi, dopo aver costretto i Roughnecks ad un rapido three-and-out, Cornelius si faceva intercettare da Gates, azione che faceva partire i titoli di coda sull’incontro.
DALLAS RENEGADES – SEATTLE DRAGONS 24-12
Quella tra Dallas e Seattle era una bella sfida tra due squadre in crescita, pronte a darsi battaglia per il ruolo di inseguitrice degli apparentemente inarrestabili Houston Roughnecks. Alla fine l’ha spuntata Dallas, non senza difficoltà, grazie ad un secondo tempo in cui i Dragons sono lentamente spariti di scena lasciando campo libero ai Renegades.
Landry Jones ha portato Dallas alla vittoria nonostante due intercetti ed un fumble perso, ma il grande pregio di questa Air Raid dei Renegades risiede non tanto nel quarterback, che migliora comunque di domenica in domenica, quanto nel gioco di corsa che ha trovato in Cameron Artis-Payne il suo primo violino, abile a far suonare alla perfezione tutti gli orchestrali.
Erano i padroni di casa ad andare subito in vantaggio con un passaggio di Silvers per Austin Prohel, che si conferma ancora una volta come uno dei ricevitori d’élite della lega. Dallas trovava il pari con un passaggio di Jones per Nagel, ma nel secondo quarto i Dragons tornavano in vantaggio con un’altra segnatura su passaggio di Silvers, stavolta per Farrow.
Andati al riposo in vantaggio 12-6. I Seattle Dragons restavano negli spogliatoi anche per il secondo tempo, perché Dallas prendeva il comando delle operazioni e prima pareggiava con un TD pass di Landry per il tight end Parham, poi metteva in cassaforte la partita nel quarto periodo con due field goal di MacGinnis ed un altro touchdown pass di Jones per Parham, che chiudeva la giornata con cinque ricezioni per 101 yard e due touchdown.
In tutto il secondo tempo Seattle superava la metà campo solamente una volta, senza esito, mentre l’attacco di Dallas si produceva in un perfetto mix di corse e passaggi che lasciavano la difesa dei Dragons sempre fuori misura. Grande prestazione per la linea d’attacco ospite, che concedeva a Jones tempi per il lancio da misurarsi con il calendario, mentre Silvers, al contrario, era sempre assalito da una pass riush piuttosto feroce che, completamente azzerato il gioco di corsa, metteva abbastanza pressione sul quarterback avversario costringendolo a giocare male e prendere decisioni errate.
A Seattle si parla di sostituire Silvers, con il pubblico che, come la scorsa settimana, ha iniziato ad invocare BJ Daniels, che ha un recente passato proprio nei Seahawks ed è un po’ il beniamino dei tifosi. Sicuramente a Seattle sono più abituati ai quarterback “mobili” come Daniels, piuttosto che ai pocket passer come dovrebbe essere Silvers, e la mossa potrebbe rivelarsi azzeccata, soprattutto vista la scarsa protezione fornita dalla linea offensiva.
ST.LOUIS BATTLEHAWKS – NEW YORK GUARDIANS 29-9
Tra i motivi per i quali Stan Kroenke, proprietario dei Los Angeles Rams, decise di portare via da St.Louis la propria franchigia, c’era la scarsa presenza allo stadio del pubblico di St.Louis, giudicato più incline a seguire baseball ed hockey rispetto al football. Il colpo d’occhio del Dome at America’s Center in occasione dell’esordio casalingo dei Battlehawks ha sicuramente smentito questa tesi. Spalti gremiti, magliette blu e argento ovunque e grande entusiasmo per il ritorno del football pro nella città del Gateway Arch. Sicuramente la roboante vittoria per 29-9 contro i derelitti New York Guardians ha contribuito non poco a portare l’entusiasmo alle stelle, e per le prossime partite si parla già di aprire anche alcuni settori dell’anello superiore, ma i conti andranno fatti alla fine, magari dopo due o tre stagioni perdenti o comunque senza post season, perché ricordiamo che ai tempi del GSOT, trovare un biglietto per una partita dei Rams era impossibile, mentre negli ultimi setto/otto anni te li regalavano assieme ai bollini della spesa.
Detto questo, la partita non ha avuto praticamente storia. Attacco, difesa, special teams, tutto ha girato per il verso giusto per i Battlehawks, che non hanno lasciato che le briciole a McGloin e soci, alla seconda battuta d’arresto consecutiva grazie ad un attacco davvero pessimo ed una difesa che, dopo l’expolit della prima giornata, non ha abbastanza qualità per tenere in piedi la baracca.
Il punto di forza dei Battlehawks è composto dalla coppia di runningback Michael/Jones, ed è proprio Christine Michael ad aprire le segnature con una corsa di 14 yard dopo che Jones aveva guadagnato 58 yard in tre portate.
I Guardians rispondevano con un field goal da 53 di McCrane, ma St.Louis replicava immediatamente con il primo ritorno di kickoff in touchdown della storia della XFL. Mumphery riceveva sulle 10 yard e poi avanzava il pallone cedendolo poi a Powell in reverse per un ubriacante ritorno da 84 yard che faceva andare in visibilio i 30mila del Dome.
New York non riusciva ad imbastire attacchi decenti, e dopo un field goal di Russolino che portava lo score sul 15-3, era ancora lo special team di St.Louis a salire sugli scudi, bloccando il punt di Vogel. I Battlehawks avevano così una posizione di campo favorevolissima per affondare ancora il colpo con una corsa di Jones.
Nel secondo tempo i padroni di casa alzavano un po’ il piede dall’acceleratore, ma andavano comunque a segno con due field goal di Russolino.
Dopo un intercetto, McGloin lasciava il posto a Williams, che però durava poco più di un quarto per poi lasciare il posto a Luis Perez, che metteva sei punti sul tabellone con un passaggio per Duke per l’unico touchdown di giornata.
Difficile dire chi guiderà l’attacco per New York la prossima settimana dopo questa pessima prestazione da parte di McGloin che stavolta, almeno, ha evitato di prendersela con il mondo intero a partire dai propri coach.
Giornata relativamente tranquilla per Ta’amu, che lancia solamente 18 palloni (completandone 12), ma quando hai una coppia di runningback che vola, meglio lasciare che seguano il vento.
LOS ANGELES WILDCATS – DC DEFENDERS 39-9
Possiamo considerare la vittoria dei Wildcats sui Defenders un vero e proprio upset? Per il divario nel punteggio probabilmente si, dal momento che i Wildcats, con mille problemi in attacco, hanno piazzato 39 punti alla migliore difesa della lega, riuscendo nel contempo a limitare quelli incassati a 9. La vittoria, però, non è proprio una sorpresa, perché Los Angeles l’aveva già sfiorata la scorsa settimana, ed anche alla prima giornata la sconfitta non era stata del tutto meritata. I Wildcats sono una squadra con un gran potenziale tuttora inespresso, e chissà che questa vittoria possa contribuire a sbloccare i diversi talenti a roster, a partire da quel Josh Johnson che ha disputato una partita pressoché perfetta (18/25 per 278 yard e 3 TD) proprio al cospetto di Cardale Jones (13/26 per 103 yard e 4 intercetti) che era considerato assieme a PJ Walker il miglior quarterback della lega. Dopo i quattro intercetti subiti, però, le sue azioni sono state sospese per eccesso di ribasso.
Nonostante l’assoluto dominio aereo di Los Angeles, il vero protagonista della giornata è stato il runningback Martez “Mr.Excitement” Carter, autore di due touchdown su corsa ed uno su ricezione, che si è rivelato assolutamente inarrestabile per la difesa dei Defenders. In mezzo sono arrivate anche le segnature di Larry Rose III e di Tre McBride, che ha rubato la scena a Nelson Spruce con 5 ricezioni per 109 yard e due TD.
Washington non è praticamente mai stata in partita. Gli unici punti sono arrivati in chiusura di primo tempo con un field goal di Rausa per il 27-3 parziale e poi in garbage time, quando Brossette ha segnato con una corsa da 38 yard per il 39-9 finale a sette minuti dalla fine. Per il resto una partita da dimenticare: quattro intercetti ed un fumble perso, 90 yard complessivo su passaggio (200 su corsa, ma senza reale efficacia), tre sack subiti, due sole conversioni di terzo down su tredici giocate e tre soli drive di almeno otto giochi, tutti terminati con un intercetto.
In difesa per Los Angeles sugli scudi Mike Stevens, autore di due intercetti, e Tre Williams, che ha messo a segno 8 dei suoi 13 tackle di stagione, a cui si aggiunge un sack.
A Los Angeles sono convinti di aver finalmente imboccato la strada giusta per risalire la china dell’inizio con le due sconfitte consecutive, e giocarsi tutte le chances per la post season, soprattutto perché domenica prossima affronteranno i Guardians, e sarà un’ottima occasione per consolidare quanto di buono mostrato contro Washington e portarsi a 2-2.
A Washington niente drammi, ma la consapevolezza che bisogna reagire a questa sconfitta inaspettata soprattutto nelle proporzioni. Compito leggermente più complicato per i Defenders, che la prossima settimana affronteranno i Vipers che sono sì 0-3, ma hanno mostrato più volte di essere ad un nulla dall0’invertire un trend negativo che non corrisponde al loro reale valore.