Super Bowl LIV: Dalla panchina dei San Francisco 49ers
Non riesce ai San Francisco 49ers targati Kyle Shanahan l’assalto al sesto titolo NFL della loro storia: Garoppolo e compagni hanno chiuso meritamente avanti di dieci punti il terzo quarto del Super Bowl numero 54, ma poi sono crollati sotto i colpi, o meglio, i lanci di Mahomes che ha guidato l’implacabile rimonta dei Kansas City Chiefs. E per il povero Shanahan è stata una sorta di deja vu: la rimonta subita non è stata clamorosa come quella patita quando era offensive coordinator con i Falcons, ma certo non è stata meno dolorosa.
San Francisco è andata avanti di 3 punti in avvio, poi l’attacco ha avuto un periodo di blackout, ma dal secondo quarto ha iniziato a giocare meglio e si è andati all’intervallo sul 10-10 con un Shanahan che però sul finale del primo tempo è stato un po’ troppo conservativo (una condotta più aggressiva avrebbe forse permesso ai 49ers di segnare ancora qualche punto, anche se del senno di poi…). Quindi nel secondo tempo l’inerzia è sembrata andare decisamente verso i californiani che però dopo aver segnato il 20-10 si sono bloccati sia in attacco che in difesa, con il punto di svolta arrivato con un long completato, su un terzo e 15, da Mahomes a Hill che ha eluso con un movimento prima verso l’interno del campo poi a uscire la cover 2 dei 49ers.
Kansas City, alla terza grande rimonta su altrettante gare di playoff, ha poi segnato due volte in rapida successone soffiando il titolo da sotto il naso dei 49ers.
Dopo tre quarti Garoppolo aveva un impressionante 17 su 20 con due td pass e un intercetto grazie soprattutto al solito, largo uso delle play action (l’azione in cui il quarterback finge di lasciare il pallone al running back per poi invece tenerlo e tentare il passaggio), finta particolarmente efficace quando hai un attacco devastante sulla corsa come quello di San Francisco. In realtà per altro alcuni lanci dell’ex Patriot difettavano di tocco (in almeno due occasioni un ovale piazzato meglio avrebbe consentito al receiver di guadagnare molte più yard), ma l’ago della bilancia sembrava pendere a favore dei 49ers. Poi la difesa dei Chiefs ormai con le spalle al muro ha incrementato la pressione e Garoppolo è andato in difficoltà, con il suo coaching staff che non è stato abbastanza svelto a trovare delle contromisure.
Nel quarto conclusivo il regista californiano ha completato appena 3 passaggi su 11 con un long sbagliato nel finale su Sanders che aveva seminato gli avversari, e un intercetto, arrivato per altro a risultato ormai acquisito. In ogni caso il 69,2 di rating finale (con un terribile 2,8 nel solo ultimo quarto) indica che la serata per il numero 10 non è stata certo indimenticabile. Fra i terminali del passing game sotto tono l’attesissimo tight end Kittle (appena 4 ricezioni per 36 yard) il cui guadagno più lungo (44 yard) è stato annullato da una penalità di pass interference offensiva onestamente fiscale ma nel complesso il numero 85 è stato cercato troppo poco e in generale è mancata la ricerca di un minimo di passing game verticale.
Paradossalmente dei tre receiver di ruolo il migliore è stato Deebo Samuel, ma più per quello che ha fatto di corsa che non su ricezione: il rookie ha infatti chiuso la gara con tre palle catturate per 39 yard e tre corse per 53. Nell’offense di coach Shanahan ha confermato la sua grande versatilità il fullback Juszczyk che ha trasformato in meta con tuffo un lancio corto di Garoppolo ed ha ricevuto altri due palloni interessanti per un guadagno totale di 39 yard. Bourne e Sanders hanno confezionato qualche buona giocata ma certo il confronto fra i receiver dei Chiefs e quello dei 49ers è piuttosto impietoso.
Il rushing game è partito un po’ in sordina, con Kansas City che ha chiuso molto bene gli spazi. Poi dal secondo quarto i 49ers si sono aggiustati e pur faticando a guadagnare yard con le portate vicino alla sideline (uno dei motivi che spiegano le 3 corse di Samuel) lo zone block della linea ed i tagli verso l’interno di Mostert e Coleman hanno iniziato a funzionare grazie anche alle prestazioni dei due tackle McGlinchey e Staley. Nel terzo quarto i San Francisco 49ers sono stati leggermente meno efficaci ma tutto ciò giustifica molto parzialmente la scelta di puntare pesantemente sul passing game anche nel quarto finale con la squadra avanti nel punteggio.
Negli ultimi 12 minuti di gioco infatti, iniziati con SF avanti di dieci, sono stati appena 4 i giochi di corsa a fronte di 11 passaggi, una scelta poco condivisibile anche perché Kansas City giocava il tutto per tutto con una pressione sempre più accentuata nei confronti di Garoppolo. E le statistiche, Mostert 12 corse 58 yard, Coleman 5 per 28, confermano che forse un po’ più di quel running game che è stato il marchio di fabbrica dei 49ers edizione 2019, non avrebbe guastato.
La difesa è, a mio parere, meno incolpabile del k.o. Vero, ha ceduto nel finale in cui ha subito due td nel giro di tre minuti e mezzo, ma è anche vero che in 54 minuti di gioco aveva tenuto a 10 punti un attacco che in due gare di playoff aveva messo a segno 86 punti ed è inoltre rimasta in campo molto tempo con l’attacco di KC che ha sviluppato ben 75 giochi contro i 54 dei californiani. Nel primo tempo in realtà qualche scelta un po’ conservativa dei Chiefs ha dato una mano agli uomini di Saleh, che però riuscivano nell’intento di limitare al massimo i big play (fino al long a Hill, messo a segno quando mancavano meno di 7 minuti alla fine, solo un pass di Mahomes aveva prodotto più di 20 yard).
Sherman ha contenuto molto bene il temutissimo Hill ma ha faticato contro Watkins mentre Moseley è stato capace di gestire Hill fino al famoso tracciante da 44 yard che ha ribaltato il match. Anche Kelce non ha fatto sfracelli (6 ricezioni per 43 yard) ben controllato da un Warner che se da un lato ha concesso al tight end avversario 4 ricezioni lo ha anche limitato a 28 yard totali. Il problema alla fine però è stato che Kelce ha costretto ad una penalità di pass interference in end zone Moore, cosa che ha permesso ai Chiefs di giocare un primo and goal sulla 1, ed ha segnato la meta del 17-20.
La linea difensiva è riuscita nel suo obiettivo di contenere Mahomes a cui ha inflitto 4 sack, di cui uno e mezzo ad opera di Buckner e un altro per merito di un Bosa che ha disputato una grandissima partita, anche se poi nel finale anche il front four è stato pure lui inghiottito dal black out dell’intero reparto di Saleh. La linea è stata brava anche nel limitare le corse di Mahomes e, anche se Armstead ha colpevolmente perso alcune volta il contain, il regista di KC ha terminato la gara con 9 portate per 29 yard (ma 13 di queste sono venute tutte in una volta).
Un po’ meno bene è andata invece per il gruppo dei defensive tackle con Buckner, Day e Thomas che hanno faticato a contenere le corse di Damien Williams mentre una delle delusioni più grosse è arrivata dall’ex di lusso, quel Dee Ford che dalla sua posizione di defensive end ha all’attivo un solo tackle e un solo hit su Mahomes.
Nel complesso invece il reparto linebacker è stato forse il meno brillante: Greenlaw ha confermato anche nel Superbowl le sue doti in copertura sul passaggio e Warner ha “pizzicato” Mahomes grazie ad un ottimo posizionamento nella difesa a zona, ma entrambi hanno patito sulla corsa mentre Kwon Alexander ha decisamente deluso e nonostante un contratto che lo lega a San Francisco ancora per tre anni potrebbe aver giocato l’ultimo match in casacca 49ers.