It’s QB time, i migliori e peggiori quarterback delle Wild Card

Con il weekend delle Wild Card ormai alle spalle, è ora ben definito il quadro dei playoff con il Divisional Round all’orizzonte e tra i quarterback sensazionale la prova di Deshaun Watson, mentre per Seattle risulta decisiva la solidità di Russell Wilson. Avventura già terminata per le due leggende Tom Brady e Drew Brees.

I MIGLIORI

Quarterback della settimana
Deshaun Watson, Houston Texans (20-25, 247 yds, 1 TD, 0 INT, 14 carries, 55 yds, 1 TD)

Nonostante l’affamata difesa dei Bills e la mediocre linea offensiva dei Texans, reparto con il quale Watson ha dovuto convivere per tutta la stagione, il quarterback dei Texans è riuscito a caricarsi tutta la squadra sulle sue spalle con due quarti giocati alla perfezione. Buffalo infatti era addirittura riuscita a portarsi in vantaggio per 16-0 all’apertura del terzo quarto. Nei primi tre quarti le due franchigie hanno faticato a trovare continuità nelle manovre offensive, da una parte i Bills non riuscivano a sfondare con il running game e si sono affidati a numerosi scramble del loro quarterback e lanci corti e veloci indirizzati a Devin Singletary. Dall’altra parte invece l’attacco dei padroni di casa veniva ripetutamente sedato da una linea difensiva capace di totalizzare sette sack e dodici QB hits. In seguito però all’NRG Stadium di Houston è salito in cattedra Deshaun Watson, capace di indirizzare da solo un match che sembrava perso, grazie a giocate che certamente non sono nell’arsenale di tutti. I Texans hanno timbrato il cartellino per la prima volta alla fine del terzo periodo, grazie ad una corsa da 20 yards di Watson condita anche dalla conversione da due punti, sempre su corsa. Nel frattempo le difficoltà di Buffalo aumentavano e dopo un field goal di Fairbairn arrivava per Houston la giocata del vantaggio scaturita da una meta su ricezione realizzata da Carlos Hyde, con conseguente conversione da due punti sull’asse Watson-Hopkins. Nonostante il sorpasso a soli quattro minuti dal termine i Bills sono rimasti lucidi ed hanno pareggiato i conti grazie ad Hauschka a cinque secondi dalla fine. All’overtime il talento di Watson è emerso nuovamente, grazie ad una giocata con la quale è riuscito a liberarsi di un sack ormai certo, prima di liberare un lancio da 34 yards terminato tra le mani di Taiwan Jones. Con il field goal della vittoria servito su un piatto d’argento, Fairbairn non ha potuto far altro che realizzare il calcio che ha di fatto spedito i Texans al Divisional Round. La prova messa a segno da Watson è stata molto significativa, in quanto l’ex giocatore di Clemson ha dimostrato ancora una volta di riuscire a tirar fuori il meglio di sé anche nelle situazioni più sfavorevoli. Ora Houston se la vedrà contro i Chiefs di Mahomes in uno dei campi più ostici della lega, Watson ha fatto di tutto per tenere a galla i suoi fino ad ora, ma l’organizzazione dovrà assolutamente intervenire tra free agency e Draft per migliorare ancora di più la linea offensiva, con il fine di preservare il proprio quarterback che resta uno dei più colpiti della NFL. Nonostante Kansas City sembra essere nettamente favorita, nei suoi primi tre anni nella lega Watson ci ha abituati a non darlo per morto fino all’ultimo snap.

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Russell Wilson, Seattle Seahawks (18-30, 325 yds, 1 TD, 0 INT)

Wilson è stato ancora una volta impeccabile e partita dopo partita si conferma uno dei quarterback più difficili da battere ai playoff. Il match che suoi Seahawks hanno vinto contro gli Eagles è stato però altamente influenzato dall’infortunio capitato al QB degli avversari Carson Wentz dopo soltanto quattro lanci. L’ex scelta al primo giro è stata molto sfortunata nel corso degli ultimi tre anni, in quanto ha subito infortuni al crociato, alla schiena ed ora alla testa che non l’hanno aiutato nel processo di maturazione nella lega. Con Wentz ai box è toccato al super veterano Josh McCown guidare l’attacco degli Eagles, ma nonostante una prova con pochi errori, il quarterback non è riuscito ad avere un particolare feeling con l’attacco e la squadra è riuscita a segnare solo tramite field goal. Dall’altra parte Wilson ha trovato sin da subito Lockett e Metcalf in giornata di grazia. Questi Seahawks con Carson e Penny sarebbero certamente una contender sotto ogni punto di vista, ma con Homer e Lynch il running game ha faticato ad affermarsi contro una solida linea difensiva. Nonostante le difficoltà Lynch è riuscito, grazie alla sua potenza, a trovare la end zone, mentre Seattle ha dato la stoccata finale nel terzo quarto con uno strepitoso touchdown da 53 yards realizzato da D.K. Metcalf, ricevitore che ha stabilito il record di yards di ricezione per un rookie ai playoff (160). Per il resto Seattle e Wilson si sono limitati a gestire il cronometro, strategia che è riuscita alla perfezione grazie alla grande abilità del quarterback di prolungare i drive, ed evitare errori. Il 17-9 finale ha dunque lanciato i Seahawks verso il turno divisionale, che in questo caso la franchigia dello stato di Washington disputerà a Green Bay contro i Packers. Lambeau Field è un altro campo molto ostico da espugnare, soprattutto in questo periodo della stagione. Viste però le difficoltà dei Packers verso il termine della stagione regolare, sarà fondamentale per la franchigia di LaFleur impostare le manovre offensive su Aaron Jones, la stella indiscussa dell’attacco. In una partita che sulla carta non avrà un favorito ben definito, ci si aspetta grandi cose dal duello tra Russell Wilson ed Aaron Rodgers.

Kirk Cousins, Minnesota Vikings (19-31, 242 yds, 1 TD, 0 INT)

Il quarterback dei Vikings ha guidato i suoi ad uno degli upset più clamorosi del Wild Card Round, in quanto Minnesota è riuscita ad espugnare il campo dei Saints, grazie anche ad un Brees decisamente sottotono. Minnesota è partita forte ed ha colpito per ben due volte con Dalvin Cook, nonostante la sua forma non si avvicini ancora al 100%. Il running back però ha stretto i denti ed ha guidato le manovre offensive per tutto il corso dei quattro quarti con circa 130 yards in 31 touches e due touchdown. Cousins invece per una volta si è tolto l’etichetta che lo seguiva fin dai tempi di Washington, ovvero che non è mai stato decisivo nei momenti che contano. In questo match invece è riuscito a concludere senza errori ed è stato fondamentale l’apporto dato da Adam Thielen, giocatore che è stato tormentato dagli infortuni per tutta la stagione ma che è stato un fattore assoluto contro i Saints con 7 ricezioni e 129 yards. Una volta giunti all’overtime, Thielen ha indirizzato il match con una strepitosa ricezione da 43 yards, in seguito dopo due tentativi falliti da Cook, è arrivato il lob decisivo terminato tra le mani del tight end Kyle Rudolph. Il sogno dei Saints dunque si è infranto in anticipo per il secondo anno consecutivo, mentre l’avventura dei Vikings potrebbe essere la prossima ad infrangersi vista la temutissima trasferta di San Francisco della prossima settimana. Cousins e compagni dunque dovranno dare il massimo per cercare quello che sarebbe un upset clamoroso, in quanto i 49ers sono stati estremamente produttivi in attacco e solidi più che mai in difesa per tutta la stagione.

I PEGGIORI

Il peggior quarterback della settimana
Drew Brees, New Orleans Saints (26-33, 208 yds, 1 TD, 1 INT, 1 fumble)

Brees è stato la brutta controfigura del Brees visto durante la stagione regolare. Nel match contro i Vikings, quello che sarebbe dovuto essere uno degli attacchi più temuti della lega si è sciolto inspiegabilmente. Kamara non ha visibilmente mai recuperato dagli infortuni alla caviglia ed al ginocchio e Michael Thomas non è potuto andare oltre sette ricezioni e 70 yards. La vera stella dei Saints è stata invece Taysom Hill, quarterback tuttofare che ha realizzato un lancio di 50 yards, è stato il leader in yards di corsa per i suoi con altre 50 yards ed ha anche contribuito con due ricezioni, 25 yards ed un touchdown. Nonostante questo Hill sembra restare la terza scelta di New Orleans nel ruolo di quarterback, in quanto resta un ottimo jolly ma non sembra poter essere uno starter di livello, anche se non ha mai avuto la possibilità di dimostrarlo. La caduta di Brees è stata a tratti inspiegabile, visto il sistema offensivo che ha funzionato alla perfezione fino alla settimana prima e che lascia l’amaro in bocca visto il grande talento che possiede un roster che si era già visto negare l’accesso al Super Bowl lo scorso anno a causa di una mancata chiamata arbitrale. Brees non si è ancora espresso riguardo il suo futuro, ma fino a quando New Orleans manterrà questo “core”, la franchigia resterà una contender.

Tom Brady, New England Patriots (20-37, 209 yds, 0 TD, 1 INT)

E’ decisamente insolito trovare Brady in questa sezione della rubrica, specialmente quando si parla di playoff. A questo giro però la dinastia di Brady e Belichick sembra aver subito un duro colpo, in quanto il quarterback ha avuto a disposizione uno dei roster con meno talentuosi da quando guida l’attacco dei Patriots. L’uscita anticipata dai playoff sembrava prevedibile sin dalle ultime settimane della stagione regolare, anche se New England ha avuto grandi problemi offensivi per tutto il corso della stagione. La coppia White-Michel non è riuscita a replicare l’efficienza messa in mostra lo scorso anno, mentre con un corpo ricevitori scarno come quello dello scorso anno si è fatta sentire molto l’assenza di Rob Gronkowski, pilastro dell’attacco sul quale Brady poteva sempre contare. Infine le fulminee divisioni con Antonio Brown e Josh Gordon e l’arrivo di Mohamed Sanu sono stati altri fattori fondamentali, con i primi due proprietari di un gran talento ma problemi comportamentali ed il terzo che nonostante l’arrivo alla trade deadline non è stato in grado di avere un impatto sul sistema offensivo. Tom Brady dunque non è riuscito ad architettare niente nella partita contro i Titans, con l’unico touchdown dei padroni di casa che è derivato da una corsa di Julian Edelman. Infine Brady ha pure ricevuto la beffa dell’intercetto, con l’ex Logan Ryan che ha trasformato in una pick-six l’ultimo lancio del quarterback. La storia però non sembra essere finita qui, Brady poco dopo la partita ha confermato la sua volontà di tornare in campo nel 2020.

Ryan Tannehill, Tennessee Titans (8-15, 72 yds, 1 TD, 1 INT)

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I Titans sono riusciti ad ottenere la vittoria presumibilmente sul campo più difficile della lega, ma ciò ha poco a che vedere con Ryan Tannehill. L’ex quarterback dei Dolphins si è integrato alla perfezione sostituendo Mariota ed è riuscito a trascinare ai playoff una squadra con poche aspettative. Il merito della vittoria ottenuta contro la spenta armata di Belichick va però sicuramente a Derrick Henry, running back che ha guidato l’attacco dei suoi per tutta la partita con 35 touches, 204 yards ed una meta. L’ex Heisman di Alabama ha fatto impazzire la front seven dei Patriots per tutta la sera, sfruttando al 100% le sue abilità sulle corse che ad oggi non sono seconde a nessuno. A Mike Vrabel va riconosciuto il merito di aver trasformato un giocatore che è stato largamente incompreso ed inutilizzato nelle prime stagioni da professionista, in una delle armi offensive più devastanti in circolazione. I Titans con questa grande vittoria si sono guadagnati un viaggio a Baltimore per affrontare la squadra più temuta della NFL, i Ravens. Per stoppare la corsa della franchigia guidata dal futuro MVP Lamar Jackson però, servirà un passing game molto più efficiente di quello visto contro New England, infatti nonostante sia giusto impostare le manovre offensive su Henry, è necessario sin da subito che Tennessee si renda pericolosa via aria per rendere l’attacco più difficile da decifrare. Per quanto riguarda Jackson quest’anno l’unica speranza da nutrire nei suoi confronti è quella che non sia in giornata, ai Titans per proseguire sarà necessario un altro miracolo.

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