Piccoli dettagli, grandi vittorie (Dallas Cowboys vs New England Patriots 9-13)

Aveva ragione Tom Brady che dopo la sfida contro Philadelphia aveva sentenziato: “i nostri punti di forza sono la difesa e gli special teams”. E difesa e special teams dei Patriots sono stati fondamentali anche nella vittoria 13-9 ottenuta domenica contro i Dallas Cowboys in una delle sfide più attese di questa stagione 2019.

Quello che Brady non ha menzionato, e che parimenti ha fatto la differenza contro i texani, è un coaching staff che tiene in gran conto i piccoli dettagli. Un esempio ? Ormai la maggior parte dei kickoff terminano in end zone e non vengono ritornati. Domenica in un Gillette Stadium sferzato dal vento e dalla pioggia, il coaching staff di New England ha ordinato al kicker di calciare dei kickoff leggermente corti e a parabola, in modo da costringere il returner dei Cowboys a ritornare il pallone in circostanze difficili viste le condizioni atmosferiche. A questo piccolo accorgimento i coach di Dallas non hanno mai posto rimedio (il ritornatore ha continuato a restare dentro la end zone) il che in almeno 4 drive ha fatto partire gli ospiti da posizione decisamente sfavorevole.

Come si evince dal punteggio, quella fra Patriots e Cowboys, cioè fra la difesa n° 1 e l’attacco n°1 della NFL è stata comunque una sfida intensissima in cui alla fine, complici anche gli agenti atmosferici, l’ha spuntata il team che ha commesso meno errori e quello che ha avuto il merito di mettere a segno un unico, ma decisivo touchdown.  I Patriots, che pur essendo 10-1, nella graduatoria della AFC East mantengono due sole vittorie di vantaggio sugli irriducibili Buffalo Bills, arrivavano alla sfida con i texani con un  reparto ricevitori decimato, visto che erano fuori sia Sanu che Dorsett, e così Brady ha potuto far leva sul solito, grandissimo Edelman (8 ricezioni per 93 yard) e sull’undrafted rookie Jakobi Meyers, che ha contribuito con altre 4 palle catturate per 74 yard.

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Assolutamente inspiegabile invece è il mancato uso di un’arma temibilissima come James White, runner pericolosissimo quando riceve fuori dal backfield, ancor di più in un match in cui il passaggio lungo era quasi impossibile. White ha messo a segno una sola ricezione per -6 yard in un gioco che la difesa di Dallas aveva già “anticipato” quando la palla non aveva ancora lasciato le mani di Brady. Dal canto suo il regista ex Michigan ha massimizzato quello che infortuni, tempo meteorologico, la solita linea offensiva porosa  e difesa gli hanno lasciato, riuscendo a muovere palla con passaggi medio-corti ed a evitare gli errori nonostante la pressione degli avversari . In più naturalmente c’è da aggiungere il gioiellino della meta segnata dal rookie N’Keal Harry, attivato appena due settimane fa dalla IR, che alla bella palla lanciata da Brady ha aggiunto un gran movimento in avvitamento in aria per poi ricadere in campo quasi miracolosamente.

Sicuramente meglio ha invece fatto un rushing game che recentemente aveva deluso: Sony Michel, che in tre delle ultime quattro partite non aveva neppure raggiunto le 45 yard, ha guadagnato 85 yard in 20 portate, avendo il grande merito di assicurare al suo attacco guadagni non spettacolari ma costanti.

Difesa e special teams si sono confermati assolutamente opportunistici e l’intercetto inflitto a Prescott, più il punt bloccato, hanno originato 10 dei 13 punti totali degli uomini di Belichick. Ottimizzando come al solito la difesa man to man, le safety Devin McCourty e Chung ed il cornerback Gilmore hanno concesso poco o nulla nel gioco aereo mentre gli end Guy e Simon e i linebacker Collins e Van Noy hanno contributo a limitare il rushing game ospite.

Prescott Cowboys Patriots

In casa Cowboys, il k.o. sul campo dei Patriots potrebbe invece avere strascichi importanti. Una squadra che ha più vittorie che sconfitte ma che non aveva mai vinto contro un team con un record positivo era attesa ad una sorta di prova del nove che chiaramente non è stata superata. Inoltre, a fine partita, il super boss Jerry Jones ha esternato la sua frustrazione per questa sconfitta e per la prima volta ha chiaramente imputato la sconfitta al suo coaching staff, facendo capire che ormai il tempo di Jason Garrett a Dallas è agli sgoccioli. Buon per Dallas che in questo momento anche l’unico avversario per il titolo della NFC East, gli Eagles, stiano giocando un pessimo football, soprattutto in attacco. Philadelphia ha però dalla sua un calendario decisamente più favorevole, e dunque anche l’accesso ai playoff per Dallas è tutt’altro che scontato.         

Tornando al match di domenica, senza il contributo di un Cooper ancora non a posto fisicamente e coperto benissimo da Gilmore, l’attacco dei Cowboys ha faticato tremendamente a sostenere i drive. Prescott ad un certo punto ha dovuto indossare i guanti per un migliore grip del pallone ma ha poi confessato di aver fatto comunque fatica a dosare i passaggi, con un dato significativo: i Cowboys che si presentavano come il miglior reparto offensivo sui terzi down, hanno terminato la gara del Gillette con un terribile 2 su 13, cioè il 15% di successo. Rimasto senza ricezioni Cooper, Cobb (4-86) e Gallup (4-55) sono stati i terminali preferiti da Prescott, insieme ad un Elliott che pure nel passing game non ha demeritato (4-40). Ma soprattutto è mancata a Dallas quella giocata decisiva in red zone che avrebbe forse cambiato l’esito del match.

Nel rushing game si è rivisto un buon Elliott (21 portate, 86 yard dopo essere rimasto sotto le 50 yard nelle ultime due gare), e grazie anche all’apporto di Pollard (4-19), l’offense dei texani è andata oltre le 100 yard totali su corsa.

La difesa era priva di Vander Esch ed ha patito le corse di Michel soprattutto per la prestazione sotto tono nel rushing game della coppia Quinn e Collins e del veterano Sean Lee. In compenso proprio Quinn e Collins hanno messo a segno i due sack dei texani ed hanno contribuito, insieme al linenbacker  Jaylon Smith, a rendere la vita difficile a Brady nella tasca. In copertura ottima prestazione della safety Heath e del cornerback Byron Jones che ha concesso la meta a Harry ma per il resto ha consentito appena una ricezione su cinque lanci effettuati nella sua direzione.

E che la situazione atmosferica sarebbe stata la protagonista lo si capiva sin dai primi giochi con i Patriots che iniziavano la loro gara con ben 4 corse consecutive di Michel. In ogni caso il primo drive dei due team terminava con un punt, poi Dallas entrava nel territorio dei Patriots grazie a tre belle azioni di Elliott, due corse per un totale di 14 yard e una ricezione per 19. Sulle 28 però il drive andava in stallo e la sfortuna ci metteva lo zampino perché il field goal di Maher da 46 yard si stampava sul palo di sinistra.

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Gilmore Patriots Cowboys

La seconda serie dei Patriots veniva bloccata da un sack di Quinn su Brady e sul drive seguente di Dallas si innescava la sequenza che avrebbe di fatto deciso il match. Sul quarto e 12 sulle loro 30 i Cowboys andavano naturalmente al punt, ma l’asso degli special team Slater bloccava il calcio di Jones ed Ebner recuperava l’ovale sulla 12 degli ospiti. Da qui una corsa di Michel portava New England sulle 10 da dove Brady faceva partire un pregevole lancio che Harry riusciva miracolosamente ad agguantare atterrando ancora con entrambi i piedi in campo per il 7-0 iniziale. Ma le frittate in casa Cowboys non erano terminate. Passavano infatti appena 80 secondi e Prescott cercava Cooper che stava correndo una traiettorie ad uscire; l’ex Raiders veniva però anticipato da Gilmore che gli tagliava davanti ed intercettava il lancio. Il drive seguente di New England fruttava appena 3 yard, ma gli uomini di Belichick erano già a distanza di field goal e dalle 26 avversarie Folk portava i Patriots a +10.

Poi finalmente verso metà del secondo quarto anche Dallas metteva punti sul tabellone: il drive era quasi interamente costruito sulle corse di Elliott e Pollard, mentre un lancio corto di Prescott a Cobb su un terzo e 3 cadeva incompleto costringendo i Cowboys ad andare al calcio con Maher che centrava i pali da 46 yard. Gli errori però non erano esclusiva di Dallas: recuperato il possesso infatti New England guadagnava oltre 50 yard grazie a due completi a Meyers, con relativo errore di placcaggio di Awuzie, ed Edelman, ma sulle 28 di Dallas l’attacco di casa si fermava ed il calcio di Folk terminava largo sulla destra. Dallas ripartiva così dalle sue 36 con Prescott che trovava Gallup il quale sfruttava un buco in una quasi inedita difesa a zona di New England per guadagnare 22 yard cui andavano aggiunte altre 15 per un inutile roughing the passer fischiato a Wise. In red zone però due passaggi di Prescott erano inefficaci e ancora Maher portava Dallas a -4. Sul finire del tempo l’asse Brady-Meyers combinava per un guadagno di 23 yard ma Folk ciccava malamente il field goal e si andava la riposo sul 10-6.

Nel terzo quarto nessuno dei due team riusciva a superare la metà campo ma in avvio di ultima frazione i Patriots tornavano a farsi vivi. New England chiudeva un primo down grazie ad una corsa da 15 yard di Michel poi Brady trovava Meyers per altre 10 yard. In red zone però la difesa di Dallas si superava e così una corsa di Michel perdeva 4 yard e una ricezione di White, travolto da Michael Bennett, totalizzava un terribile – 6. Dalle 24 di Dallas però Folk non sbagliava e New England tornava a +7 con nove minuti e mezzo da giocare. Proprio quando sembrava che l’attacco dei Cowboys fosse definitivamente impantanato arrivava invece la grande giocata di Prescott che serviva Cobb su una traiettoria ad attraversare il campo. La ricezione fruttava a Dallas 47 yard, poi uno screen e una corsa di Elliott facevano approdare gli ospiti sulle 11 avversarie. Da qui però due incompleti di Prescott li costringevano al quarto down con coach Garrett che optava per il field goal. Maher centrava i pali ma a quel punto tutto considerato sarebbe stato meglio giocarsi anche il quarto down (e non dubito che anche questa decisione fosse nella mente di Jerry Jones durante la sua filippica post partita).

Dallas in effetti aveva poi ancora una chance per ribaltare il risultato con un drive che partiva bene grazie ad un pregevole completo di Prescott a Cobb per 18 yard. Poi però una controversa penalità di tripping fischiata al centro Frederick e due incompleti di Prescott sancivano il k.o. di Dallas e con ogni probabilità la fine dell’era Garrett nella Big D.

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