Il riassunto di week 4 NCAA

Week 4: è successo di tutto!

Potremmo riassumere così il primo weekend di conference game dove tra conferme, risultati improbabili se non nella sostanza almeno nella forma, e upset clamorosi siamo stati travolti da una quantità di divertimento rara anche per un “campionato”, quello collegiale, che vive e si nutre di queste situazioni.

Che non fosse il solito fine settimana lo avevamo capito già venerdì notte con il fake kneel di Tulane seguito dal primo risultato a sorpresa: la vittoria di USC contro Utah. Nonostante le prime buone uscite, e la sconfitta all’overtime con BYU, ci voleva un vero e proprio atto di fede per pensare che i Trojans, che si presentavano al Coliseum schierando il back up del back up QB, potessero vincere contro i lanciatissimi Utes. 351 yard e 3TD dopo possiamo raccontare dell’esordio fuor da ogni logica di Matt Fink che ha saputo sfruttare al meglio l’occasione dopo aver deciso di restare a USC pur conscio di essere il terzo QB della squadra.

Pubblicità

Sabato pomeriggio, parallelamente alle passeggiate di Bama (Tua 4 incompleti, 5 TD Pass), LSU (Burrow 6TD pass), Ohio State (76 punti non risposti e un Fields allucinante), Florida (attacco di Tenneesse non pervenuto) Washington (vittoria convincente con BYU) e Clemson (…) sono andate in scena le corse di Jonathan Taylor che, tra un’accelerazione e l’altra, ha sepolto sotto 35 unanswered point i Wolverines di Jim Harbough che non hanno trovato risposte allo strapotere del #23 e della sua OL. Per Michigan sconfitta pesantissima che fornisce un quadro piuttosto preoccupante della situazione attuale ad Ann Arbor, sintetizzata perfettamente dal grande Mark Titus di The Ringer:

“Folks, it appears as though Michigan football is, once again, complete ass”

La sfida tra Auburn e Texas A&M era tra le più attese delle giornata. In fase di preview avevamo scritto che alla fine della partita avremmo saputo qualcosa di più di entrambe le squadre: non ci eravamo sbagliati. I Tigers sono “legit”, probabilmente, anzi sicuramente un gradino sotto le Alabama, Clemson e in questo momento anche LSU ma Bo Nix è un fenomeno vero e la difesa dei Tigers, in particolare la DL, fanno realmente paura. Difficile possa essere questo il loro anno ma daranno fastidio a tutti. Gli Aggies dopo la prova impossibile con Clemson hanno sbagliato anche la partita con Auburn ben al di là del 20-28 con cui hanno chiuso la sfida. Il talento c’è, il manico pure, ma prima della reazione nell’ultima frazione avevano segnato la miseria di 6 punti dopo i 3 nel South Carolina. Troppi errori, troppa imprecisione e l’incapacità di reagire quando ancora una partita c’era hanno condannato i padroni di casa.

 

UCF non perdeva da Novembre 2016, erano 27 vittorie nelle ultime 28 partite. E’ servita la Pitt Special ed una prova commovente dei Panthers per mettere fine alla striscia dei Black Nights e, almeno per quest’anno, a discorsi relativi ai playoff per l’ateneo di Orlando. Dopo la partenza sprint dei padroni di casa UCF sembrava aver rimesso le cose al loro posto grazie ad un terzo periodo da 21-7 che li aveva fatti entrare in vantaggio nell’ultimo quarto di partita. Il coraggio di Mark Whipple sul 4&goal a pochi secondi dalla fine ha regalato ai Panthers una W for the ages che non avrà risvolti di classifica (di ranking sì) ma restituisce fiducia ad un gruppo partito con qualche incertezza e che aveva bisogno di una prestazione come questa dopo l’upset sfiorato solo sette giorni prima al Biever Stadium. Fa piacere notare come Thomas Baldonado abbia ormai un ruolo stabile all’interno della DL di Pat Narduzzi.

Texas arrivava da una serie di 5 sconfitte con Oklahoma State, consapevole di non potersi permettere un passo falso alla prima nella BIG12. Alla solita prova monstre di Sam Elingher, leader imprescindibile di questi Longhorns sono finalmente arrivate risposte incoraggianti da parte della difesa burnt&orange, molto criticata dopo la sconfitta con LSU, capace di limitare Sam Hubbard, uno dei migliori RB della nazione, e concedendo poco più del nulla assoluto a Taylor Wallace. Torno un secondo solo su Sam Elingher per sottolineare la crescita esponenziale di un ragazzo arrivato a Texas con aspettative e una pressione non indifferente ed oggi una delle ragioni, se non la ragione (oltre ovviamente all’immenso Tom Herman), del ritorno prepotente dei Longhorns ad alto livello.

Affermazione importante per Colorado che dopo essersi fatta sorprendere da Air Force è riuscita nell’impresa di sconfiggere Arizona State a domicilio, uno dei team più caldi della nazione e reduce dalla vittoria con Michigan State. Buffs che durante la partita hanno dovuto rinunciare a Shenault, uscito per infortunio nel primo quarto, ma trascinati da Steven Montez, 337 yard per lui, e dalla carrier-night di Tony Brown (9×150 e 3 TD) hanno conquistato la prima volta dal 2002 a battere un ranked opponet (17 anni fa toccò a UCLA). Il 34-31 finale è arrivato grazie ad un calcio del “giovane” James Stefanou che con il suo piede aveva regalato la vittoria a CU nell’incredibile partita con Nebraska quindici gironi fa.

Pubblicità

Non fai tempo a parlare male di UCLA ed i ragazzi di Chip Kelly giocano la partita della vita e ti fanno rimangiare tutte le cattiverie dette fin’ora su di loro. Il teatro dell’impossibile è stato il Martin Stadium di Pullman dove Wazzu e i Bruins hanno dato vita ad un cestistico 67-63. Ai padroni di casa non è bastata la presenza sulla side-line di Gardner Minshew, i NOVE TD di Gordon (battuto il record proprio di Minshew che si era fermato a 7) o i 32 punti di vantaggio a metà del terzo quarto per avere la meglio sui ragazzi  di Chip Kelly che grazie al td pass da 15 yard di Dorian Thompson-Robinson per Demetric Felton con 1:07 hanno trovato il vantaggio decisivo dopo che Max Borghi, anche per lui una serata statisticamente indimenticabile, aveva riportato avanti nel punteggio i Cougars con 6:11 sul cronometro dell’ultima frazione.

Prima di parlare del “game of the week” tra Georgia e Notre Dame è giusto citare le vittorie importanti di Virginia, ancora imbattuta, con Old Dominion e di Cal con Ole Miss. In quest’ultima partita da segnalare il “ricorso” dei Rables che si sono lamentati della scelta dei Ref di non rivedere quello che sarebbe potuto essere il TD del pareggio a pochi secondi dalla fine lasciando correre il cronometro e decretando, sostanzialmente, la vittoria dell’università di Barkley. Menzione d’onore per App State che ha battuto la North Carolina di Mack Brown nel primo confronto tra queste due università in 80 anni.

Ma arriviamo a Notre Dame-Georgia che rappresentava il terzo atto di una rivalità i cui due precedenti si erano risolti con meno di una segnatura di distanza, tutti in favore dei Bulldogs e iniziamo dicendo che ha vinto Georgia, con meno di una segnatura. As Usual.

La partita, che da molti veniva considerata come un possibile assolo dei padroni di casa, si è rivelata invece molto equilibrata e fisica decisa, come spesso capita quando si affrontano team di pari livello, da qualche particolare. Dopo un primo tempo chiuso sul +3 gli Irish hanno pagato a caro prezzo i due intercetti lanciati da Ian Book. Il primo, responsabilità del WR, ha consentito ai padroni di casa di impattare a 10, il secondo, arrivato su una flea-fleaker, è quello che ha sostanzialmente condannato Notre Dame. In mezzo il bellissimo TD di Lawrence Cager che ha permesso l’allungo decisivo ai Bulldogs.

Per Notre Dame, dopo i tanti dubbi pre-partita e nonostante la sconfitta, la consapevolezza di potersela giocare realmente con tutti come sottolineato anche da Smart in conferenza stampa:

“I hate that somebody had to lose this game, I’ve got a lot of respect for the way they palyed, and all the negativ things they’ve heard, and to come out and play the way they did”

Georgia con questa vittoria non fa altro che confermare il suo status di super potenza del college football, in attesa di non farsi rimontare 20 punti da Bama.

Merchandising Merchandising

Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.