Il riassunto di Week 8 NCAA
La week 8 di NCAA, che era partita con le solite certezze, si è accesa nella notte e ci ha riservato le solite sorprese impronosticabili. Purdue infatti cancella dal campo Ohio State guidata dalle 170 yard di Rondale Moore e mette a segno uno degli upset più clamorosi degli ultimi tempi; per la squadra di Meyer si tratta di una sconfitta che costa momentaneamente B1G e playoff e costringe i Buckeyes a vincere da qui alla fine. Per un team di “peso” che perde ce ne sono altri che vincono e che rappresentano le ormai uniche certezze di questa stagione pazza. Alabama rulla Tennessee con l’ennesima prova insensata del suo attacco mentre Clemson asfalta NC State regalando un pomeriggio da incubo a Finley e compagnia.
Pomeriggio da dimenticare anche per Nick Fitzgerald che lancia 4 INT e spiana la strada a LSU che con un TD di Brosette e 4 FG, vince per 19-3. Michigan vince il derby contro Michigan State in modo netto (mettendo fine alla striscia di sconfitte consecutive con ranked team) guidata dalle solite 144 yard su corsa di Higdon e dai 2TD pass di Patterson. Gli Huskies di Washington vincono una sfida intensissima contro Colorado anche grazie ad un TD pass di Browning a 4:00 minuti dalla fine mentre Washington State, guidata dalle 323 yard e 4td pass di Minshew, batte per la 4° volta consecutiva Oregon che, dopo essere finita sotto 27-0 e aver rimontato fino al 27-20 con 6 minuti sul cronometro, viene punita dal TD di Patmon che chiude ogni discorso.
Continuano le passeggiate da imbattute anche di UCF che senza McKenzie Milton vince la 20° consecutiva e di USF, che vince per 38-30 contro la non irresistibile UConn. Kentucky trascinata dalle 169 yard di Snell, vince per 14-7 contro Vanderbilt nonostante le sole 18 yard guadagnate su passaggio mentre altra partita difficile per Penn State che contro Indiana soffre fino all’ultimo confermando i problemi di cui avevamo parlato più volte.
Oltre alla sconfitta di OSU c’è da segnalare la sconfitta di Cincinnati (numero 20 del ranking) che da imbattuta perde contro Temple mentre meritano una menzione Nebraska che vince la sua prima partita stagionale, UCLA alla seconda vittoria consecutiva, Utah che sconfigge una USC che sembrava essere in risalita e Virginia che vince in trasferta contro Duke (che era stata una delle sorprese della stagione).
Rientra nel ranking Stanford, vincente giovedì contro Arizona State, mentre fa la sua prima apparizione tra le 25 Appalacchian State, ampiamente in corsa per la Sun Belt e vincente sabato contro Louisiana.
Ohio State vs Purdue 20-49
Clamoroso a West Lafayette: Purdue stravince una partita meritata e costringe il team di Urban Meyer a vincere tutte le sfide per continuare il sogno Playoff. La squadra di Jeff Fromm invece si gode un risultato inaspettato ma arrivato con la consapevolezza che quando si preparano bene le partite, e si mettono in mostra tutti i problemi di Ohio State di cui avevamo parlato nelle puntate precedenti, tutto è possibile. La squadra di Meyer infatti ha palesato gravi problemi in difesa e in attacco ha dimostrato che se non c’è comunicazione tra giocatori in campo e la sideline difficilmente la squadra riesce a girare in maniera uniforme.
Nella sfida contro i Boilermakers queste difficoltà si sono viste fin dall’inizio perché i Buckeyes, e Haskins in particolare, non sono riusciti in primis a controllare pallone e orologio, e poi a trovare la giusta alchimia con i ricevitori. Se poi guardiamo alle chiamate offensive arrivate dalla sideline allora capiamo perché una macchina d’attacco quasi perfetta com’era Ohio State si è inceppata di colpo. Non si è capito bene perchè ad un certo punto le corse sono state abbandonate; nonostante Dobbins prima e Weber poi abbiano racimolato 70 yard si vedeva comunque che sul running game la squadra di Meyer avesse ancora qualcosa da dire.
Non si era mai visto ad esempio un QB dei Buckeyes lanciare 73 volte; d’accordo sul fatto che la difesa di Purdue sembrava quella di Alabama dei tempi d’oro ma insistere con le corse sopratutto all’inizio del terzo quarto quando c’erano solo 8 punti di differenza tra le squadre, sembrava la giusta soluzione. Sopratutto ha sorpreso il fatto di non continuare con uno stile no huddle che per OSU stava portando risultati; la difesa di casa era si velocissima ma il fatto di chiamare subito gli snap li stava mandando in confusione. Questi erano tutti accorgimenti che probabilmente avrebbero rimesso in piedi la partita invece Meyer, preso probabilmente alla sprovvista, non è stato in grado di tradurre queste correzioni in campo.
Purdue invece ha messo in mostra il suo miglior repertorio offensivo, fatto di corse e lanci per Rondale Moore di cui ormai abbiamo finito le parole. In sede di pronostico avevamo detto quanto fosse pericoloso l’attacco dei Boilermakers sopratutto nel gioco aereo; ebbene la previsione si è rivelata esatta poiché il QB Blough ha messo a nudo tutti i difetti di Ohio State cioè assenza quasi totale del pacchetto LB, sopratutto in marcatura sui TE, e una secondaria troppo giovane e inesperta outplayata dai movimenti di Moore. Chiaro che nessuno si aspettava un punteggio del genere anche perché OSU ha subìto una caterva di punti in pochissimo tempo ma adesso la questione si fa più complicata; Ohio State infatti si giocherà con Michigan all’ultima partita la conference e occhio perché prima della sfida con i Wolverines ci sono 3 sfide insidiose contro Nebraska, Michigan State e Maryland; il destino dei Buckeyes è nelle loro mani.
https://www.youtube.com/watch?v=2RC742tQric
Michigan vs Michigan State 21-7
In una partita dove è successo letteralmente di tutto Michigan batte gli Spartans a domicilio e si avvicina ancora di più alla zona Playoff. Nonostante una sfida molto confusa, condizionata tantissimo dalla pioggia e molto intesa a livello fisico i giocatori in campo hanno offerto spunti interessanti sebbene il punteggio possa suggerire diversamente. Certo non ci aspettavamo un attacco dei Wolverines con il pallottoliere in mano vista la difesa che si trovava di fronte ma Harbaugh ha ormai plasmato a sua immagine e somiglianza prima Patterson e poi tutta la offense. Michigan ormai gioca come una squadra NFL, controllando l’orologio con dei drive lunghissimi (quello del primo TD è durato circa 6.30) e utilizzando Patterson proprio come un game manager professionista. Il fatto però che in partite del genere il punteggio resti cosi basso è un arma a doppio taglio perché i Wolverines non riescono a staccarsi dagli avversari, consentendone poi il rientro esattamente come è successo; non proprio la strategia da adottare con squadre come Penn State o OSU.
Eppure questa continua ad essere una squadra difficilissima da affrontare per via di una difesa e un fronte a 3 molto aggressivo e le sole 94 yard totali conquistate da Michigan State la dicono lunga. Harbaugh si è dimostrato sfacciato come ad esempio in occasione del 4 e 2 convertito nell’ultimo quarto ed ha utilizzato Patterson sfruttando la sua abilità con le gambe; alla fine la sfida si è risolta con due o tre big play, e non poteva essere altrimenti visto l’andamento della gara.
Il problema di questa squadra (se di problema si può parlare) è che non dà mai la convinzione di essere un team da playoff anche perché non puoi tenere un’avversario a sole 94 yard e comunque avere solo un possesso di vantaggio. Tuttavia la maturazione raggiunta, la mentalità che ha inculcato Harbaugh, la grande forza della difesa ed un Patterson meglio in versione runner che in versione lanciatore possono far sognare in grande tifosi. Ora Michigan avrà una settimana di riposo in cui potrà preparare al meglio la sfida con Penn State che sarà delicatissima per l’equilibrio non solo della B1G ma anche di tutto il ranking. Avranno il vantaggio di giocare in casa di fronte a 115.000 spettatori e questo non è poco pero chiaro che il destino dei Wolverines è in mano alle partite contro PSU e OSU.
https://www.youtube.com/watch?v=tXCXhI-N0KE
Oregon vs Washington State 20-34
Come avevamo già detto in altre occasioni la PAC 12 si conferma la conference più complicata da decifrare perché il team che sembra più in forma la settimana successiva perde puntualmente scompaginando tutti i piani.
Questa volta è il turno di Washington State che, galvanizzata per l’arrivo del carrozzone del College Game Day per la prima volta a Pullman, batte Oregon nonostante qualche brivido finale di troppo.
I Cougars infatti hanno controllato la partita, e l’attacco di Oregon, per tutto il primo tempo salvo poi subire la reazione dei Ducks nel terzo quarto e all’inizio del quarto La squadra di Leach però era nelle condizioni di non poter sbagliare non solo per il fatto di avere gli occhi addosso di quasi tutta la nazione; era in gioco infatti la corsa alla PAC 12 North ed il 14 posto del ranking attuale potrebbe diventare qualcosa di più in caso di vittoria sabato contro Stanford.
Washington State alla fine è uno dei team più sottovalutati e non a caso trova in questa posizione di ranking; anche l’unica sconfitta subita contro USC è arrivata in maniera rocambolesca e si è risolta solamente per 3 punti. Oregon invece continua ad essere un grosso what if: cioè cosa sarebbe successo se avesse vinto contro Stanford e cosa sarebbe successo se avesse giocato il primo tempo come ha giocato il secondo contro Wazzu? Ecco ovviamente non avremo mai le risposte ma questo è un team che ha gli uomini giusti negli spot giusti ma manca ancora di alchimia, di sfacciataggine e di esperienza. Purtroppo però questa è una sconfitta che pesa tantissimo perché estromette Oregon dalla lotta alla conference che vede oltre a Washington State, Stanford e Washington ancora in corsa per il titolo divisionale.
https://www.youtube.com/watch?v=TzHbT6X9wj8
Continua senza sosta la rincorsa all’Heisman Trophy di Tua Tagovailoa che sembra aver messo ormai le mani sul titolo. Per il QB di Alabama la partita contro i Vols è servita per aggiornare nuovamente il libro dei record: 306 yard e 4 TD nel 58-21 finale. Kyler Murray segue a distanza e con le su sue 213 yard e 4 TD pass aiuta Oklahoma nella vittoria contro TCU. Haskins, QB di OSU, segue a distanza nonostante la sconfitta dei suoi Buckeyes contro Purdue e chiude la top 3. Trevis Etienne entra per la prima volta nella top 5 grazie ai 3 TD su corsa realizzati contro NC State mente chiude la classifica il solito Ed Oliver, autore di 5 tackle e 1 sack nella vittoria di Houston contro Navy.