[NFL] Week 4: Ancora imbattuti (Kansas City Chiefs vs Denver Broncos 27-23)
Kansas City si presenta da imbattuta, Denver cerca di riprendersi dalla brutta sconfitta esterna sofferta una settimana prima. Il MNF si preannuncia ricco di emozioni e tutto da giocare.
CRONACA
I Broncos ricevono l’ovale e sembrano fin da subito ispirati. Il duo di rookie RB Lindsay – Freeman trova subito il ritmo grazie all’ottimo lavoro della O – line in run blocking, mentre Keenum muove la catena grazie ai quick pass. Un mancato blocco di Lindsay porta al sack da parte di Ford, ma i Broncos timbrano comunque per primi il cartellino grazie ad un 42 yarder di McManus. I Chiefs non hanno paura di prendersi rischi e la conversione di un quarto down già al primo quarto lo conferma. La banale penalità di Gotsis e un passaggio nel flat per il RB Hunt portano gli ospiti in Redzone, ma la difesa dei Broncos regge l’urto e limita gli avversari al FG. Gli attacchi delle due squadre continuano a stentare, nonostante il running game di Denver sembri incontrare ben poca resistenza. Il primo quarto si chiude 3 pari.
Alla ripresa del gioco Mahomes coinvolge Hill e Hunt per un paio di primi down, poi lo stesso Hunt rompe diversi placcaggi per una corsa a ridosso della sideline che si conclude con un guadagno di 47 yd. A ridosso della Endzone su un 3&8 Mahomes sfrutta la sua mobilità e corre per firmare il TD del vantaggio, 10-3. Musgrave risponde al drive successivo. Denver continua a farsi strada con i suoi RB prima di trovare il primo big play di giornata grazie ad un lancio per il rookie WR Sutton. Su un pitch Freeman punisce i timidi tackle della difesa di KC e la sua corsa vale il pareggio. 10-10.
L’attacco di Andy Reid viene ben contenuto dalla difesa del DC Woods grazie a blitz creativi e una pressione costante sul QB, che deve accontentarsi di guadagni brevi. L’ultimo drive della prima metà di gioco è ancora di marca Broncos. Keenum trova due volte Sanders e uno screen pass ben congegnato per Booker porta i suoi alle 33 yd di KC; tuttavia sul più bello Denver pecca in esecuzione e si accontenta del FG. 13-3 per i padroni di casa all’halftime.
Il terzo quarto vede KC in possesso. Mahomes è bravo a mantenere vivo il drive con un completo da 24 yd nonostante la pressione di Ray. E’ sempre il giovane QB ad estendere l’azione e trovare Kelce (fino a quel momento anonimo) alle 3 yd avversarie. La difesa dei Broncos però resiste agli assalti e costringe KC al FG del 13 pari. Il drive successivo si apre con l’intercetto di Keenum su una traccia esterna non particolarmente veloce, anche se le maggiori colpe sono da ricercare nella ricezione troppo soft di Heuerman. KC però non sfrutta il regalo e la pressione del front seven di Denver li costringe addirittura fuori dal FG range e quindi al punt.
Musgrave mixa bene le giocate, con il running game sempre efficiente e Keenum a suo agio nella shotgun. Il QB imbecca bene Sutton che costringe il suo avversario all’holding a poche yard dalla endzone. Da ottima posizione i Broncos fanno correre Lindsay che con due brevi portate trova la segnatura del 20-13. Gli ospiti sembrano scossi e l’attacco stagna, al contrario Keenum a cavallo tra terzo e quarto quarto muove ancora la catena e ottiene un guadagno da 30+ yd connettendo per l’insospettabile FB Janovich, per una volta nei panni del ricevitore. Il drive si chiude con un McManus ancora perfetto e Denver ottiene il massimo vantaggio di giornata, 23-13 con poco più di dodici minuti sul cronometro.
L’attacco dei Chiefs entra in modalità “hurry up” e Mahomes pesca con continuità i soliti Hunt e Hill, questo autore di una cruciale presa su 3&16. Anche Kelce si risveglia dal torpore e fa valere la sua fisicità in mezzo al campo. Sarà proprio lui ad entrare in endzone qualche giocata dopo per il 23-20. Denver commette un imperdonabile 3&out e King completa il pasticcio con un punt da appena 35 yd, offrendo ai Chiefs un’ottima posizione di campo con 4 minuti sul cronometro.
Mahomes si carica sulle spalle la squadra con giocate da campione; inseguito da Miller si improvvisa mancino e completa per il primo down, mentre poco dopo riesce a tirarsi fuori in scioltezza da un 2&30. Chiuderà il drive con un TD pass per Hunt per il 27-23. L’ultimo tentativo dei Broncos non troverà fortuna e su una hook and ladder mancata i Chiefs riconquisteranno il possesso che varrà la vittoria.
ANALISI
Quanti avrebbero creduto che a 12 minuti dalla fine i Chiefs sarebbero stati sotto di 10 con appena 13 punti segnati? Pochissimi, certamente non il sottoscritto.
I Broncos hanno giocato una partita difensivamente molto valida contro uno degli attacchi migliori della lega, merito di una secondaria ritrovata (CHJ e Roby) e in generale una D molto più sul pezzo. La copertura del TE, problema che Denver si trascina ormai da anni, è stata notevole fino all’ultimo quarto e i vari Marshall e Chris Harris JR hanno fatto del loro meglio per arginare un all pro del calibro di Kelce. Anche il ragazzo prodigio Mahomes non ha messo a referto la quantità di punti a cui i fan erano abituati, ulteriore prova della bontà del lavoro svolto dai ragazzi del DC Woods. Tuttavia il #15 è uscito alla lunga e i due drive a quarto quarto inoltrato parlano da soli; ad impressionare è la sua capacità di mantenere viva ed estendere l’azione grazie al suo atletismo e alla sua visione di gioco. Nonostante la grande pressione e i vari blitz portati dai difensori dei Broncos (decisamente più aggressivi rispetto all’uscita di settimana scorsa) Mahomes è stato sackato soltanto una volta, ma a causa uno snap difettoso! Sotto questo punto di vista i pass rusher di Denver devono essere più incisivi, in particolare Miller (nonostante uno snap count bizzarro) deve far valere la sua superiorità tecnica (0 sack per lui, nonstante 1 TFL e 2 QB hit)
A macchiare la bella prestazione della difesa orange & blue troviamo anche un’ultima frazione di gioco non all’altezza, in particolare pesa quel 2&30 convertito senza troppi problemi dai Chiefs; in una situazione del genere non sarebbe stato meglio blitzare per costringere il QB ad un quick pass? Ma soprattutto perché mantenere la man to man cover quando questa viene particolarmente stressata dalle continue bootleg di Mahomes?
Discorso diverso per l’attacco. Discutibile la scelta del coach dei Broncos di abbandonare il gioco di corse proprio nel momento in cui Denver avrebbe avuto bisogno di consumare il cronometro e muovere la catena, soprattutto visti gli ottimi risultati che stava ottenendo con i suoi RB. Vance Joseph nelle interviste post gara ha commentato la prestazione offensiva dei suoi affermando che il running game serve per controllare la linea di scrimmage, mentre il passing game per segnare TD. Ho qualche dubbio sulla fondatezza di questa affermazione, almeno nel caso di Denver. Il running game dei Broncos ha trovato nuova linfa grazie ai giovani Lindsay e Freeman, rispettivamente autori di una prestazione da 5.8 e 8.4 yd a portata. Che la difesa dei Chiefs sia una delle peggiori della lega conta poco, le statistiche dicono che il running game dei Broncos è produttivo e la linea fa registrare il secondo miglior dato in assoluto in run blocking. A questo punto mi aspetterei un approccio ben diverso dagli appena 22 rushing down rispetto ai 37 passing down, insomma una squadra votata a portare l’ovale via terra coinvolgendo oltre ai due rookie anche il sempre pronto Janovich.
Un playcalling di questo tipo potrebbe risultare in controtendenza rispetto ad una NFL sempre più pass friendly, ma al contempo forse metterebbe più a suo agio Keenum; infatti lo scorso anno Minnesota è stata la seconda per tentativi su corsa e appena ventunesima su passaggio e il #4 ne ha beneficiato sfoderando la migliore stagione della sua carriera. Rimanendo in tema, Keenum ha chiuso con 21/33 con 245 yd ed un INT. Nonostante il turnover non derivi esclusivamente dal suo passaggio comunque la statistica al netto delle 4 giornate è impietosa, 6 INT e appena 3 TD, tra l’altro tutti durante la prima partita; non esattamente quello che ti aspetti da un QB da 18 mln l’anno. Contro i Chiefs il Keenum ha giocato una discreta gara, Musgrave gli ha cucito addosso un playcalling piuttosto conservativo fatto di tante tracce corte e Keenum ha eseguito. Pesa il passaggio sbagliato per Thomas (wide open) a pochi secondi dalla fine, che avrebbe permesso ai Broncos di portarla a casa. Questo genere di completi (non tanto per la difficoltà quanto per il contesto) scandiscono la differenza tra i QB nella media e quelli di livello superiore, e almeno per il momento Keenum appartiene alla prima categoria.
La linea si è espressa su ottimi livelli ed il centro Paradis e le guardie Leary e McGovern si riconfermano elementi solidi; Bolles ha sbandato per due giocate di fila nel primo quarto concedendo sack e holding in “back to back”, ma poi ha condotto una partita diligente. Veldheer non è stato perfetto ed un problema al ginocchio lo ha costretto ad uscire dal campo; è stato silenziosamente sostituito da Turner, che non ha fatto rimpiangere il titolare. Il parco ricevitori non ha fatto registrare grandi numeri, con Heuerman leader in ricezioni (57 yd) seguito a ruota dal rookie Sutton. Proprio il #14 continua a stupire per la sua fisicità e rendimento, meriterebbe di essere più coinvolto nel gameplan visti i matchup che è in grado di creare (esplorare maggiormente il profondo, le 50-50 ball sono il suo pane quotidiano). Bocciato (e pungolato nuovamente dal coach) King che continua il suo momento negativo, il punt da 35 yd è stato tra gli elementi che hanno portato alla sconfitta dei Broncos.
Sconfitta amara per Denver, soprattutto per il modo in cui è maturata. Nonostante ciò i tifosi possono consolarsi con una classe rookie che continua ad impressionare positivamente e costituirà la spina dorsale della franchigia negli anni a venire. Al contrario la poltrona di Vance Joseph comincia a riscaldarsi e la sensazione è che qualora il coach non dovesse riuscire a centrare i playoff la sua avventura in Colorado potrebbe concludersi.
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QB dal futuro luminoso veramente bravo!
Diciamo che mi ero abituato molto bene quanto mi sono innamorato dei Denver Broncos con l’arrivo di Peyton Manning e che la classe di QB successivi (Lynch, Siemian, Keenum) è tutt’altra cosa. La questione che mi lascia più perplesso è il parco ricevitori: se da una parte Sanders bene o male riesce sempre a fare il suo, Demaryius Thomas da anni è in parabola discendente ed è pagato come top player della squadra. A replay rivisto mi è sembrata più una traccia sbagliata di Thomas che un errore di Keenum vero è proprio nel 2nd & 13 dell’ultimo gioco. Rivedibile invece la chiamata (o la giocata di Keenum) sul 3nd & 13 con 27 secondi già giocare che ha tentato un passaggio di lato senza alcun senso che infatti non ha portato ad alcun quadagno.
King sta difettando molto nelle proprie giocate, ma è seguito da un reparto di Special Team che da anni non produce mai nulla di buono nei punt e nei kickoff. Discorso diverso invece per i tentativi avversari di FG e Punt dove ogni tanto c’è qualche ottima giocata di ripiego.
Quest’anno abbiamo trovato un’ottima alchimia di RB tra Lindsay e Freeman, con il primo sugli scudi. Sicuramente la classe rookie di quest’anno, dopo anni di anonimato, ci sta regalando qualche bella sorpresa comprendendo anche Sutton, tuttavia dubito, visto il fisico, che Lindsay potrà essere un crack a lungo tempo con il tipo di gioco che il coaching staff di Denver gli ah ritagliato.
Altra postilla voglio farla sul coaching team di Denver. Da due anni a questa parte l’opinione non è mai cambiata: è uno staff molto scarso. Già il Kubiak post SuperBowl aveva deluso (non che prima avesse fatto meglio, ma il suo gioco fatto solo di ricerca del big play era sopperito da una difesa mostruosa guidata da Wade Phillips). Vance Joseph si sta dimostrando giorno dopo giorno inadatto al ruolo di head coach con dichiarazioni che spesso vanno a rivelarsi vere e proprie castronerie. I tifosi Raiders ancora ci prendono in giro per aver fatto offense coordinator Bill Musgrave. L’anno scorso è stato trovato in McCoy il capro espiatorio insieme a Brock Olivo, quest’anno se dovesse andare male saranno altre teste a dover saltare. Nota di merito invece per Woods che ha preso degnamente il ruolo di Phillips.
La sensazione è che due anni fa dopo aver sondato McVay, Shanahan e Joseph, abbiamo preso davvero quello più scarso. Tra l’altro in casa c’era un certo Wade Phillips che ora sta facendo miracoli a Los Angeles…