Verso il Big Match: alla scoperta della IMG Academy
Da qualche anno a Brandenton, in Florida, sta crescendo una realtà del football di high school che ha già ottenuto risultati in altri ambiti come tennis e golf. L’obiettivo nemmeno molto nascosto è riuscire ad ottenere i medesimi risultati nello sport che sta più a cuore agli americani ovvero il loro football. Credo che l’obiettivo sia solo questione di tempo, nel frattempo come effetto collaterale, questa realtà ha semplicemente sconvolto il mondo dell’High School football.
La IMG Academy è un collegio, tipo quello di Candy Candy, dove i ragazzi vivono 24 ore su 24, è attualmente parificato ad una high school ed ha un programma fortemente orientato alla preparazione sportiva e atletica attraverso otto sport: baseball, basket, football, golf, lacrosse, calcio, tennis, atletica e cross country; lavorando tutto l’anno, funge da luogo di allenamento e competizione per squadre amatoriali, scolastiche (high school, college) e professionistiche.
Il fondatore, Nick Bollettieri, era partito da una Tennis Academy intitolata a sé stesso nel 1978, acquisita poi dalla società di sport e intrattenimento IMG nel 1987, la IMG è quella che attualmente produce diversi tra i più importanti eventi sportivi del mondo come la FA Cup, la Basketball Euroleague, e la Nations League di pallavolo che sostituisce da quest’anno World League e World Grand Prix.
La IMG è un colosso dello sport entertainment, e l’accademia è un modo per costruire campioni che dovranno rendere interessanti gli eventi sportivi che essa stessa produce: la sezione giovanile dalla David Leadbetter Golf Academy viene acquisita nel 1993 e l’accademia successivamente apre con le proprie forze programmi di calcio e baseball nel 1994, hockey (2000) e basket(2001), football e lacrosse (2010), atletica leggera e cross country (2013). L’accademia, che ha aperto ufficialmente i battenti come scuola preparatoria al college nel 1999, è un piccolo impero di 200 ettari che continua a comprare terreni attorno per allargare gli spazi in cui costruisce campioni del futuro come ha fatto inizialmente con il tennis, da qui provengono Andre Agassi, Monica Seles, Jim Courier, Kei Nishikori, Anna Kournikova, Serena Williams e Maria Sharapova, mica cotiche.
La scelta di voler diventare un punto di riferimento per il football, giunta meno di dieci anni fa, appare comunque inevitabile per una realtà del genere, posta in un serbatoio di talenti del football come la Florida. La IMG ha annunciato la John Madden Football Academy nel marzo 2010 e ha tenuto il suo primo camp dal 4 al 6 giugno dello stesso anno; dopo una crescita legata a camp di durata variabile supervisionati dall’ex Heisman Trophy ed ex campione nazionale con Florida State, Chris Weinke, leggenda giù a Tallahasee, la gestione decise un impegno più importante come l’apertura di una vera high school in proprio. La prima stagione per IMG nel 2013 fu proprio con Weinke alla guida, che rimase fino alla fine dell’anno successivo quando il QB di Saint Paul scelse di allenare i QB ai Rams in NFL.
La scoperta di questa realtà per il grande pubblico del prep football è arrivata in ritardo rispetto agli addetti ai lavori, non per nulla un campione nazionale ed ex Heisman ci vide lungo ad aderire ad un progetto che maturò la prima stagione imbattuta già nel 2015, Cam Newton venne a tenersi in forma qui durante il Lockout, Florida State ha preparato la stagione in corso qui e MaxPreps, autorevole sito della galassia CBS che cura gli sport di high school, già nel 2013 aveva accreditato IMG come “il programma di high school football con le migliori strutture”. L’arrivo di un pezzo da novanta come coach di Kevin Wright, ex OC di Western Kentucky nel periodo in cui la scuola faceva il salto verso la FBS ed ex HC della Carmel HS e della Warren Central, ha fatto ulteriormente crescere il programma che nel composite ranking di MaxPreps si piazzò 7mo nel 2015, terzo nel 2016, secondo nel 2017. Rispetto ad un normale programma di HS ha a disposizione non 50 giocatori ma fino a circa 120 che la scuola ha già diviso in due, facendo confluire i migliori nel cosiddetto Blue Team che spedisce in giro per l’America a disputare big match per dimostrarne il valore.
Quando la stagione 2018 è già iniziata da una manciata di partite, la IMG sta di nuovo facendo la voce grossa nei ranking tanto cari agli americani, fatti di poll umani di addetti ai lavori. E ben due suoi ragazzi, il WR Nolan Smith (già promessosi a Georgia) ed il RB Trey Sanders, sono nella lista dei dieci migliori prospetti della nazione.
Della rosa ufficiale di circa 80 ragazzi, solo dieci sono nati in Florida, solo uno è un prodotto locale.
Ma questo non è un pezzo agiografico, è un tentativo di spiegare un fenomeno che negli anni passati in qualche modo veniva messo in pratica velatamente in altri luoghi sacri dell’high school football e che qui è stato massimizzato: la totale preponderanza del risultato sportivo sul risultato educativo, imposto con metodi non sempre onesti, e comunque sempre ipocritamente nascosti. Non è infrequente per gli addetti ai lavori parlare di IMG come di un fenomeno in buona sostanza già visto soprattutto nelle accademie di basket tipo Oak Hill che dominano il panorama cestistico americano, ma anche nel football con luoghi tipo Bishop Gorman, in Nevada.
IMG ha il grosso difetto di non nascondersi dietro foglie di fico educative, l’accademia deve preparare sportivi e il resto è importante ma non fondamentale. Per questo ha scelto un sistema-collegio che tiene i ragazzi attaccati alla scuola 24 ore al giorno, con quattro ore e mezzo al giorno di lezioni e pomeriggi di lavoro sportivo che si basa su otto principi: Condizionamento fisico, gestione del corpo nel gesto atletico, nutrizione, allenamento della visione, condizionamento mentale, formazione alla leadership, preparazione al college, abilità nel vivere quotidiano. Sono in buona sostanza un ibrido tra una scuola privata, come quelle cattoliche che dominano l’HS football da almeno un quindicennio, ed un junior/community college, ma senza veterani che vengono a rifarsi la verginità sportiva. Ed il programma di studi messo a punto dall’accademia permette ai ragazzi di diplomarsi con un semestre in anticipo, che per le università di NCAA significa avere i reclutati a disposizione negli allenamenti primaverili, ovvero dei true freshman che all’inizio della stagione sono già dei mezzi redshirt frosh con diverse decine di ore di lavoro alle spalle con la squadra.
Il tutto alla modica cifra di oltre 70.000 dollari annui. Tenete presente che per fare un anno in un college in America in media si spende poco più di 35.000 dollari (fonte topuniversities.com).
Ufficialmente l’accademia non recluta, ma semplicemente apre le liste di iscrizione ed aspetta che i talenti bussino alla sua porta, e ne bussano tanti che vedono in lei una vetrina più appetitosa di altre. Una delle realtà più danneggiate da questo fenomeno è il Texas, il luogo ove l’high school football è una religione, che vede depotenziarsi i propri roster con giocatori che scelgono di migrare in Florida per meglio preparare gli ultimi anni (junior e senior) in vista del college. Per questo i coach texani sono stati in subbuglio l’anno scorso, lamentando di vedersi defraudati di sogni di gloria con i migliori giocatori che se ne vanno a fare l’accademia in Florida e consigliando caldamente ai direttori sportivi delle scuole di non programmare gare contro la IMG.
Per il movimento texano, che fino a pochi anni fa era la vetrina più interessante di talenti da high school a traino di tutta la cosiddetta bible belt, la modalità IMG significa una perdita di qualità e quindi, giocoforza, una perdita di visibilità. Anche se i dati alla mano dicono che i ragazzi non si trasferiscono alla IMG per essere “scoperti” dagli scouter, ma scelgono volontariamente di affinarsi per aumentare enormemente le loro possibilità di indossare jersey di college Power 5, questa migrazione di talenti mette in difficoltà chi da sempre si considera una pietra angolare dello sport più amato dagli americani.
Nel frattempo la Florida grazie a IMG, che solo cinque anni fa praticamente non esisteva, è diventata il centro più importante di recruiting degli Stati Uniti: secondo una analisi di John Christ per Saturday Down South, 53 reclute sono considerate da 247sports a 4 o 5 stelle, il Texas è a 44, la California a 41. Di questi 53, un numero enorme come 13 erano nella rosa della IMG Academy, quasi un quarto delle reclute più contese nello stato più ricco di talenti.
A titolo di paragone, tutta la Louisiana ha 11 ragazzi a 4 o 5 stelle.
E la Louisiana, tanto per chiarire, è considerata un pascolo grasso per il recruiting.
Il primo pensiero che viene da fare è che questo modello presto venga interpretato come vincente ed in un certo senso remunerativo non solo per i ragazzi ma anche per chi lo mette in piedi (i sistemi di condizionamento fisico della IMG sono stati pagati dalla Gatorade ad esempio) ma sembra che questo non sia il futuro almeno a breve per un semplice motivo: l’accademia compie 40 anni quest’anno ed il suo sviluppo anche solo in termini di spazi, non è stato istantaneo ma progressivo, voluto da una società di intrattenimento che ha seguito il mercato del broadcasting negli ultimi quattro decenni facendo investimenti mirati e spalmati. Quello che avviene oggi nel basket, con la Amateur Athletic Union (AAU) che è diventata dominante nella preparazione dei talenti da spedire al college, è simile e conferma quanto detto, perchè proviene da una crescita iniziata addirittura negli anni ‘70, pur essendo una lega “amatoriale” di fine ottocento.
Investire ad oggi da zero per un progetto similare significherebbe avere una disponibilità economica paragonabile a quella di una squadra NFL.
Non preoccupiamoci quindi di un futuro in cui i giocatori verranno cresciuti in madrasse dove la religione è ufficialmente il football, almeno per ora. Ma se vogliamo proprio trattare la religione avvicinandola al football, proprio la IMG sarà impegnata la prossima settimana contro una delle scuole più importanti della nazione, la privata e cattolica Mater Dei, ma questa sarà un’altra storia.
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