Il riassunto di Week 4 NCAA
Week 4 all’insegna della pazzia quello andato in onda sabato, in una giornata di College Football che in pochissimi avrebbero potuto prevedere. Alle solite conferme di Alabama, vincente su Texas A&M, Georgia, che passa in casa di Missouri, Clemson, che passeggia su Georgia Tech e Ohio State, facile su Tulane, si aggiungono infatti Michigan, che calpesta quel che rimane di Nebraska, Notre Dame, che con il nuovo QB in cabina di regia si libera di Wake Forest ed LSU che vince contro Louisiana Tech.
Chi invece non riesce ad evitare il tracollo è Mississippi State, che deve cedere il passo a Kentucky e ad un Benny Snell da 4 TD; i Bulldogs non sono riusciti a penetrare la difesa dei Wildcats e crollano nel ranking al posto 23. Stessa sorte è toccata ad Oklahoma State che in casa viene sconfitta da Texas Tech; la squadra di Kingsbury supera il test grazie, per una volta, alla difesa e non all’attacco. L’altra squadra di Oklahoma, i Sooners, solo all’overtime riescono a liberarsi di Army mentre la sfida interna alla PAC 12 tra Oregon e Stanford si conclude con i Cardinal vincenti dopo un secondo tempo dove è successo letteralmente di tutto.
Ottime anche le vittorie di Texas, che sembra un team in grado di competere finalmente nella BIG XII con la vittoria su TCU e Purdue, che dopo un avvio caratterizzato da 3 sconfitte, riesce a battere in casa Boston College in una partita dominata.
L’upset più clamoroso però si registra a Norfolk dove Old Dominion riesce a sconfiggere Virginia Tech, 13esima del ranking, grazie ad una prestazione mostruosa del backup QB LaRussa. Per gli Hokies si tratta di una sconfitta pesantissima che ha portato strascichi anche ben oltre i 60 minuti di gioco. I Monarchs invece si godono la migliore vittoria nella storia del programma e mettono a segno, dopo quello di Appalacchian State nel 2007, l’upset più sensazionale degli ultimi 10 anni.
Texas A&M vs Alabama 23-45
Alabama arrivava all’impegno contro gli Aggies forte non solo del primo posto del ranking ma anche di un immagine di squadra ormai completa anche in attacco grazie a Tua Tagovailoa. Ebbene dopo questa vittoria convincente i ’Tide hanno rafforzato ancora di più questa immagine perché hanno vinto, in maniera quasi semplice, contro un avversario che si prospettava ostico dopo aver rischiato di battere Clemson. La partita in pratica era già avviata dopo 40 secondi perché Bama ha prima intercettato Mond, poi Tagovailoa con un passaggio dei suoi ha portato in TD DeVonta Smith. Gli Aggies ci hanno provato a replicare pareggiando quasi subito per via di un errato posizionamento dei LB in copertura sul TE ma poi i ragazzi di Saban hanno fatto quello che hanno voluto, anche se il coach ovviamente non è riuscito a vedere tutto a colori. Nel dopo partita Saban si è infatti lamentato della poca produzione nel gioco su corsa e del fatto che i ‘Tide in questo senso non sono riusciti a controllare la linea di scrimmage; direte voi il solito Saban, nulla di nuovo. Inutile dire che questa prestazione consolida ancora di più la posizione di Alabama; insomma bisogna aspettare novembre e il confronto con LSU per vedere definitivamente se i ’Tide sono davvero imbattibili.
Su Texas A&M invece non possiamo neanche dire che ha fatto passi indietro rispetto alla partita con Clemson; semplicemente Alabama si è dimostrata molto più forte e cinica dei Tigers. Jimbo Fisher non è riuscito a controllare lo strapotere offensivo degli avversari ma le differenze messe in campo erano troppe anche per un team di talento come gli Aggies. La strada imboccata dall’ex coach di Florida State è però quella giusta ed i frutti di una campagna fatta di un buon recruiting ed un’ottimo approccio alle partite, sta iniziando a pagare dividendi.
Stanford vs Oregon 38-31
Brutto risveglio per Oregon dopo aver buttato via una partita ormai vinto e che aveva dominato in lungo in largo. I Ducks infatti si sono risvegliati con una sconfitta nel groppone che li ha estromessi dal ranking e li costringe ad un prosieguo di stagione immacolato per continuare il sogno di vincere la PAC 12. Peccato perché la squadra di Cristobal ha fatto vedere cosa è in grado di fare non solo in attacco dove conoscevamo comunque le peculiarità e le qualità ma sopratutto in difesa perché è riuscita a limitare molto Love (autore di 89 yard quindi ben al di sotto dei suoi standard) e senza far entrare mai in ritmo KJ Costello. La difesa di Stanford è stata outplayata dalla up tempo offense dei Ducks grazie alla rapidità dei suoi playmaker e alla precisione di Herbert e tutto faceva presagire una vittoria agevole di Oregon dopo il 24 a 7 del primo tempo.
Nel terzo quarto, però, il TD che avrebbe dato il +24 ai Ducks è stato annullato dalla review e nel drive successivo sulla goal line è nato il fumble riportato in TD dai Cardinal, fumble che poi ha di fatto ribaltato la situazione. Da li in poi la fiducia dei ragazzi di Shaw è andata in crescendo, Costello ha ripreso a bersagliare Arcega-Whiteside e con lui la secondaria di casa e Stanford, che è squadra cinica e spietata l’ha portata fino all’OT, sfruttando sopratutto l’ennesimo errore (e qui le colpe di Cristobal sono evidenti) di Oregon che a 50 secondi dalla fine sul 2 e 2 invece di inginocchiarsi in victory formation ha preferito correre, causando un altro fumble che è poi valso il fg del pareggio. Dopo questa partita Stanford si può ancora definire la pretendente principale alla PAC 12 non fosse altro per la poca lotta delle altre squadre. Washington è un team ancora indecifrabile, Colorado ha tutto da dimostrare e USC non certo da titolo. Ovviamente la squadra di Shaw non può continuare a giocare in questo modo a partire già da sabato nella supersfida contro ND, team che sicuramente non butta via le partite; quindi va bene il fatto di capitalizzare al massimo gli errori, di riprendersi in fretta anche se sei sotto di 3 o più possessi ma questa è una squadra che ha bisogno di segnare per prima per poi controllare la partita.
Virginia Tech vs Old Dominion 35-49
Paura e delirio a Norfolk. Possiamo definire cosi la partita che è andata in onda al Ballard Stadium e che ha lasciato tifosi (di entrambe le squadre) e addetti ai lavori letteralmente senza parole. Pronosticare la sconfitta di VT non era semplicissimo; era proprio impossibile. Non solo per i punti di spread contro cui giocava Old Dominion ma sopratutto per la differenza di talento a roster. Il football però non fa questi calcoli e gli Hokies sono finiti come le ossa rotte e anche qualcosa di più. E’ stata una polveriera a tutti gli effetti per i ragazzi di Fuente che hanno perso partita, testa e giocatori. Era evidente che a Blacksburg l’idea di perdere contro i Monarchs non fosse neanche contemplata ed è forse questa la chiave della sconfitta. Gli Hokies hanno giocato male, hanno giocato con la sfacciataggine di chi sa di essere più forte e si è guardata troppo allo specchio. Non è neanche un problema di infortunio del QB titolare Jackson poiché Ryan Willis, suo sostituto, ha giocato bene; è stata proprio una questione di testa. Testa che pare abbia perso Trevon Hill, di gran lunga il miglior difensore a roster degli Hokies, che è stato allontanato dal programma pare per una rissa nella locker room; ora i buchi di Virginia Tech presenti a roster, non sono solo nello spot di QB con l’infortunio di Jackson ma anche in difesa. Il compito di Fuente adesso non è dei più facili perché ricostruire i giocatori a livello psicologico, a livello di fiducia e di mentalità non sarà semplicissimo. C’è il vantaggio che VT è ancora ampiamente in corsa per la ACC Coastal ma urge assolutamente un cambio di registro ed un iniezione di fiducia.
Old Dominion invece si gode una vittoria storica (la migliore del programma che non aveva mai vinto contro una squadra di power 5) arrivata oltretutto per mano di un QB che non avrebbe neanche dovuto giocare. LaRussa è entrato infatti a partita in corsa ed ha lanciato per 495 yard e 4 TD segnando anche un TD personale su corsa. Chiaro che ai Monarchs è andato tutto per il verso giusto ma i ragazzi di coach Bobby Wilder hanno strameritato questa vittoria ed hanno fatto vedere al mondo NCAA che nulla è impossibile.
Mississippi State vs Kentucky 7-28
Il pubblico assiepato nelle tribune del Kruger Field di Lexington e che ha sfidato vento e pioggia per tutta la partita, alla fine è stato ripagato. Kentucky ha infatti vinto contro la più quotata Miss State giocando la partita che non ti aspetti. Non tanto a livello offensivo perché sapevamo quanto fosse pericoloso uno come Benny Snell ma soprattutto a livello difensivo poichè hanno dominato la offense di Miss State. Fitzgerald non è riuscito a far correre il pallone come suo solito e i Bulldogs sono riusciti ad accumulare solamente 56 yard su corsa. In sede di preview era chiaro che questo poteva essere l’anno giusto per i ragazzi di Stoops di fare qualcosa di importante anche per la maturità raggiunta dai giocatori; ebbene i Wildcats non hanno smentito le attese battendo prima Florida e poi appunto la squadra di Moorehead. Quasi nessuno si aspettava un inizio da 4-0 ma sopratutto un 2-0 all’interno della SEC East dopo le partite contro Gators e Bulldogs. i Wildcats invece hanno cosi guadagnato il rispetto e l’attenzione di tutti e non solo per la presenza di Snell e di Josh Allen in difesa. Questo è un team equilibrato che se riesce muovere l’ovale sul terreno non ha bisogno neanche di utilizzare Terry Wilson sui passaggi e in difesa ha dimostrato di saper approfittare degli errori degli avversari. Adesso però viene il bello per i ragazzi di Stoops perché sabato ci sarà da incontrare South Carolina che non è un team da ranking ma è ugualmente una partita ostica. Qui vedremo se quella dei Wildcats è solo una squadra da “momentum” oppure sono loro i veri contendenti a Georgia per la SEC East.
Male invece il team di Moorehead. La presenza di Fitzgerald in attacco e quella di Sweat in difesa non sono bastate ai Bulldogs, che non sono riusciti ad opporre resistenza allo strapotere degli avversari nella linea di scrimmage. La scarsa esecuzione delle giocate, a detta di Moorehead è statala chiave della partita ma di certo non si può additare alla sola “poor execution” una sconfitta del genere. I Bulldogs adesso dovranno fare quadrato a partire dalla sfida di sabato contro Florida; da qui in poi la schedule di Miss State è una delle più toste e di conseguenza non sono più ammesse distrazioni.
Cambia ancora la classifica dedicata all’Heisman Trophy. Finalmente raggiunge la prima posizione Tagovailoa, protagonista della vittoria di Alabama su Texas A&M; per il nativo delle Hawaii 387 yard, 4 TD pass ed una marcatura personale su corsa.
Dwayne Haskins si guadagna la piazza d’onore grazie ai 5 TD pass contro Tulane mentre chiude il podio Will Grier che nella vittoria contro Kansas State ha lanciato 356 yard e 5 TD.
Murray retrocede dalla prima alla quarta posizione sebbene sia stato protagonista nella vittoria sofferta contro Army mentre chiude la top 5 e resiste in classifica Ed Oliver, unico difensore presente ed autore di 3 tackle nella vittoria facile di Houston contro Texas Southern.