NCAA Preview 2018: PAC-12 – South Division

Ottava puntata dei nostri preview NCAA 2018 dedicato alla PAC-12 più precisamente alle sei Università che fanno parte della South Division della Conference (preview della North Division). Nei prossimi giorni saranno disponibili le Media Guide delle diverse Università.

Arizona Wildcats

arizona

Preseason ranking: 32

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Head Coach: Kevin Sumlin (1° stagione)

Record 2017: 7-6

Match da non perdere: USC (29 settembre), Colorado (2 novembre), Arizona State (24 novembre).

Punti di forza: I Wildcats hanno perso il Foster Farms bowl contro Purdue ma sono reduci da una buona stagione. In più quest’anno arriva sotto il sole dell’Arizona l’ex head coach di Texas A&M Kevin Sumlin, che potrà contare pure sul ritorno del QB Khalil Tate il quale, causa infortunio nel finale di stagione, ha fatto involontariamente sì che Arizona mancasse nel momento decisivo. Quest’anno poi la schedule strizza l’occhio; i Wildcats non giocheranno contro Washington e Stanford mentre ospiteranno USC e pure gli odiati rivali Sun Devils.

Punti deboli: L’offensive line è ancora una grande incognita e vero punto debole della squadra di Sumlin; nel 2017 iil front five dei Wildcats è stata forse la migliore unità di tutta la squadra ma ora, con le perdite dei tackle Jacob Alsadek e Gerhard de Beer la situazione è cambiata. Da Michigan State è arrivato Tshiyombu Lukusa il quale, assieme al ritorno perlomeno di un paio di titolari lo scorso anno, dovrebbe mettere una pezza alla linea d’attacco.

L’attacco: Khalil Tate è un quarterback dinamico e a cui piace correre: lo scorso anno ha registrato il record di yards corse per un QB, ben 1411. Si integra bene con il RB J.J. Taylor, che lo scorso anno ha dimostrato anche di saper ricevere con alcune prese spettacolari. Detto delle problematiche in linea offensiva, il gruppo dei receivers rimane solido e di talento, con Shun Brown che sarà il target preferito da Tate.

La difesa: Il difensive coordinator Marcel Yates, ormai al terzo anno e confermatissimo, ha fatto grossi passi in avanti con la difesa dei Wildcats, sviluppando una 5-2 che privilegia la pass rush. Quest’anno poi a tornare sono ben nove i titolari dello scorso anno, e ciò andrà a consolidare ancor di più le basi del reparto. Se da un lato persistono alcuni problemi di depth, dall’altro i Wildcats si fregiano delle conferme del DE Kylan Wilborn, dei linebackers Tony Fields II e Colin Schooler, tutti dei freshmen lo scorso anno che non possono far altro che migliorare.

I prospetti: Per un’università rinomata soprattutto nel basket, l’arrivo di Kevin Sumlin può essere l’inizio di una nuova era. Sotto di lui, nel 2012, il QB Johnny Manziel vinse l’Heisman Trophy a Texas A&M; quest’anno il vero prospetto che avrà per le mani è Khalil Tate. Del record di yards abbiamo già parlato, ma Tate ha anche un lancio accurato soprattutto sulla lunga distanza. Se si acclimata negli schemi e trova feeling con Sumlin, quest’anno il discorso Heisman lo potrebbe riguardare da vicino.

Arizona State Sun Devils

arizona state

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Preseason ranking: 68

Head Coach: Herm Edwards (1° stagione)

Record 2017: 7-6

Match da non perdere: MSU (8 settembre), Stanford (18 ottobre), at Arizona Wildcats (24 novembre).

Punti di forza: I Sun Devils sono una delle squadre più intriganti quest’anno, dalla quale ci si può aspettare di tutto. A Tempe è arrivato l’ex coach NFL Herm Edwards, il cui recruiting dicono sia andato alla grande e che comporti il vero punto di forza quest’anno. Tuttavia il suo arrivo può essere un’arma a doppio taglio, visto che non allena nel mondo del college football da quasi vent’anni. Edwards potrà contare comunque su di un attacco che fa della corsa l’arma più devastante, che sia QB che RB hanno in dote. C’è poi abbastanza talento nel resto della squadra per poter puntare ad un bowl.

Punti deboli: Appunto, può essere l’arrivo dello stesso Edwards e dei nuovi coordinatori: all’attacco Rob Likens e alla difesa Danny Gonzales, la cui unità a San Diego però è stata la 21esima della nazione per punti concessi. La schedule non è nemmeno delle più semplici poi, con i Sun Devils che dovranno giocare partite di non-conference in casa contro MSU e a San Diego, oltre che essere ospiti di Washington, Oregon e dei Wildcats. Insomma, un percorso tortuoso con parecchie insidie.

L’attacco: Nel backfield ci sono due cavalli da corsa come Demario Richard e Kalen Ballage che risolveranno gran parte dei problemi a stagione in corso. Il QB Manny Wilkins è poi uno di quelli che non predilige troppo la tasca e può benissimo guadagnare lui stesso yards importanti. Si aggiunge poi al pacchetto anche uno dei migliori ricevitori della nazione, il junior N’Keal Harry, lo scorso anno 1200 yards ricevute per 8TD. L’OL è l’unità ad oggi meno sviluppata, e necessiterà di lavoro da fare.

La difesa: La difesa ha perso i quattro migliori tacklers dello scorso anno e il nuovo coordinator Gonzales dovrà mettere ampiamente mano per ricostruirla. Se ne sono andati i cardini del reparto: il DE JoJo Wicker, i LB D.J. Calhoun e Alani Latu (18.5 sacks in tre sui 36 totali della squadra nel 2017). Si dovrà ripartire dal CB Chase Lucas, che ha dimostrato di avere qualità, e dal LB Koron Crump, velocissimo e già uno dei migliori prospetti dei Sun Devils.

I prospetti: Abbiamo detto che la forza dei Sun Devils sta soprattutto nelle corse e nel backfield. Quindi, nonostante gli altri grandi nomi che ci sono, un ragazzo da tenere d’occhio è sicuramente il “terzo” RB della squadra, Eno Benjamin. Lo scorso anno, con la media di 6.3 yards a portata (23 in totale), il giovane di Arizona ha ben lasciato intravedere un grosso potenziale, ed è spesso stato chiamato a convertire dei down non troppo semplici che lo hanno reso utilissimo nel corso della stagione. Può fare anche il returner sui pant ed ha anche già cinque ricezioni all’attivo. Ha molto tempo per migliorare e il prossimo anno, con Richard e Ballage probabili partenti verso l’NFL, potrà essere quello della definitiva consacrazione.

Colorado Buffaloes

colorado

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Preseason ranking: 67

Head coach: Mike MacIntyre (6° stagione: 22-31)

Record 2017: 5-7

Match da non perdere: Colorado Sate (31 agosto), at Nebraska (8 settembre), Utah (17 novembre).

Punti di forza: I Buffaloes, che vinsero la Pac-12 south nel 2016, vengono da un anno di profonda ricostruzione, che ancora non si è compiuta del tutto. La difesa, dopo il peggioramento del 2017, quest’anno dovrebbe dare qualche garanzia in più alla luce del ritorno di ben sei titolari e di alcuni nomi validi soprattutto nel mezzo. Il calendario vede ben sei partite a Boulder e questo potrebbe essere un altro piccolo vantaggio per Colorado.

Punti deboli: La linea offensiva è il vero grande problema: lo scorso anno ha concesso la bellezza di 39 sacks e con la nuova stagione alle porte le cose non sembrano essere migliorate poiché solo due titolari della passata stagione ritorneranno. Inoltre nel backfield e nella secondaria ci sono un paio di vuoti pesanti che dovranno essere colmati al meglio, se non si vuole perdere efficacia pure in altri reparti. Anche la pass rush non è delle migliori e i Buffaloes necessitano assolutamente che qualche lineman del secondo anno abbia una crescita allo step successivo.

L’attacco: Reduce da una stagione piuttosto deludente il QB titolare rimarrà Steven Montez, che ha del talento ma che deve necessariamente migliorare se vuole guidare un attacco orfano del RB Phillip Lindsay, che lo scorso anno ha pur sempre scorrazzato per quasi 1500 yards e che ora si trova alla corte dei Broncos. Dalla Virginia Tech è comunque arrivato un buon rimpiazzo, Travon McMillian, che al college ha corso più di 2000 yards. Resta una linea offensiva da migliorare e un reparto ricevitori che ha delle valide frecce nella faretra come Juwann Winfree e Laviska Shenault, entrambi molto fisici ma anche veloci.

La difesa: In tutti i reparti, la difesa dei Buffs è sopra il 100esimo posto nel 2017: non proprio granché. Quest’anno c’è un mix tra esperienza e proventi dai Junior College; i LB Rick Gamboa e Drew Levis assieme alla strong safety Evan Worthington formeranno la scorza dura del reparto difensivo, mentre i volti nuovi del DE Mustafa Johnson, del CB Delrick Abrams e della safety Aaron Maddox sono attesi al varco in vista della loro prima stagione in Colorado. Per la pass rush si auspica la crescita di Jacob Callier e si fa affidamento sul ritorno di Nu’umotu Falo.

I prospetti: Tra il corpo dei ricevitori c’è il nome di Jay MacIntyre, che nelle passate due stagioni è stata un’arma molto efficace soprattutto nello slot. Più di 800 yards ricevute tra il 2016 e il 2017, sebbene i TD siano stati appena 3, sono un buon biglietto da visita e una base su cui continuare il processo di miglioramento. C’è anche il talento del centro/guardia Tim Lynott che, recuperato da un infortunio al tendine d’Achille, dovrebbe crescere in fretta e migliorare così una linea offensiva piuttosto debole.

UCLA Bruins

ucla

Preseason ranking: 50

Head Coach: Chip Kelly (1° stagione)

Record 2017: 6-7

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Match da non perdere: at Cal (13 ottobre), USC (17 novembre), Stanford (24 novembre).

Punti di forza: Quello dei Bruins sarà per forza di cose un anno di transizione. L’ex head coach di Oregon Chip Kelly avrà il suo bel da fare con l’attacco, visto che i reparti migliori della squadra si trovano in difesa, tra linebackers e secondaria. Sotto la sua direzione è chiaro che il potenziale offensivo possa migliorare, ma prima va trovato il sostituto di Josh Rosen e sistemata la gerarchia nel backfield.

Punti deboli: La perdita di Rosen è significativa in attacco, e tutt’ora non si sa bene chi sarà il QB titolare dei Bruins. L’OL è una delle più deboli dell’intera conference e, visto il ritorno di soli due titolari, non può essere che il vero punto debole della squadra. Inoltre, nemmeno la schedule è delle più benevole; sebbene UCLA ospiterà sia USC che Stanford alla fine dell’anno, dovrà pur viaggiare in casa Sooners, Golden Bears e Oregon Ducks: non proprio passeggiate di salute.

L’attacco: La maglia di QB titolare se la contenderanno Devon Modster e il transfer da Michigan Wilton Speight, con quest’ultimo in rialzo nelle ultime settimane. Chip Kelly dovrà trovare al più presto il suo play mentre nel gioco di corsa, inconsistente la scorsa stagione, si spera nella crescita di Soso Jamabo e Bolu Olorunfunmi. Tra i receivers Theo Howard sarà il bersaglio principale ma per potenziare l’attacco servirà anche il ritorno in piena salute del TE Caleb Wilson, 38 prese e 490 yards in cinque partite la scorsa stagione.

La difesa: Il nuovo defensive coach Jerry Azzinaro, portato da Kelly, porterà la difesa ad adottare un sistema 3-4; gli uomini di linea ad avere qualità sono in effetti pochi, mentre tra i linebackers Jaelan Phillips e Keisean Lucier-South hanno una grossa occasione per far bene, viste tutte le aspettative che erano state riposte in loro. La secondaria è invece una delle migliori della Pac-12: i senior Nate Meadors (cornerback) e Adarius Pickett (safety) e l’altro CB di talento Darnay Holmes sono tutti All Pac-12.

I prospetti: Il LB Mique Juarez è il nome nuovo che sta circolando dalle parti di UCLA: è dotato di stazza e anche rapidità ed ha molto potenziale sul quale lavorare. Dovrà però inserirsi negli schemi di Azzinaro, vedremo come si comporterà. In attacco occhio al TE Caleb Wilson che, se recuperato a pieno dall’infortunio, può dare una svolta all’attacco dei Bruins. Nelle cinque partite della scorsa stagione ha dimostrato grosse qualità, sebbene fosse aiutato dall’intesa e dal braccio di Rosen; anche lui è atteso da un inserimento non facile, in un attacco con schemi e QB nuovi.

USC Trojans

usc

Preseason ranking: 21

Head Coach: Clay Helton (4° stagione: 27-10)

Record 2017: 11-3

Match da non perdere: at Stanford (8 settembre), at UCLA (17 novembre), Notre Dame (24 novembre).

Punti di forza: I campioni uscenti della Pac-12 sono ancora tra gli indiziati a vincere la South division, sebbene il gap con Utah e Arizona si sia ridotto. Sarà un anno di test per una squadra che ha perso dei giocatori chiave, uno su tutti Sam Darnold, ma che resta comunque forte in tutti i reparti, specie in difesa, la quale vede il ritorno di ben sette titolari e può fregiarsi di alcuni veri top player. Anche il reparto receivers mostra dei grossi talenti, anche se quest’anno non ci sarà Darnold alle loro spalle. Se non altro, la schedule evita sfide crossover pericolose come quelle di Washington e Oregon.

Punti deboli: Rimpiazzare un QB che lo scorso anno ha fatto vincere il titolo non è cosa da poco: la battaglia è tutt’ora aperta, anche se Darnold rimane di un altro livello. Il backfield pure si è impoverito e dovrà fare affidamento su un paio di talenti che però dovranno dimostrare di saperci fare. Il vero punto debole concerne però quanto detto prima: quanto peserà l’assenza di Sam Darnold? Come si adatterà il nuovo play al gioco di Helton? Ci sarà un sostituto all’altezza che può garantire a USC anche quest’anno la permanenza ad alti livelli?

L’attacco: Il freshman JT Daniels è il QB più talentuoso della squadra ma dovrà vedersela con Matt Fink e Jack Sears per il posto da titolare; tra i RB, dopo il pesante addio di Ronald Jones II, spuntano i nomi di Stephen Carr e Aca’Cedric Ware. Il corpo ricevitori resta ricco di buone mani, con Tyler Vaughns e Amon-Ra St. Brown che sono entrambi molto promettenti. La linea offensiva ha avuto degli alti e bassi la passata stagione, tuttavia non ha subito grossi cambiamenti e può essere un punto di riferimento importante in vista del nuovo anno.

La difesa: Sebbene abbia concesso 26 punti di media a partita nel 2017, la difesa è stata riconfermata pressoché in toto ed ha ottimi giocatori in tutti i suoi reparti. L’All-America linebacker Cameron Smith, la safety Marvell Tell e il DL Christian Rector sono il cuore del reparto difensivo e tra i migliori nella Pac-12. Nella secondaria ci sono sia volti nuovi sia giocatori più esperti: il CB Jonathan Lockett rimane di livello e garantisce buona protezione nel gioco aereo.

I prospetti: Il LB Cameron Smith non è All-American per caso: lo scorso anno ha avuto una continuità impressionante in termini di tackle e gli è capitato pure di avere un intercetto. Deve migliorare nei sacks ma ha un enorme potenziale ed è già stato adocchiato dal radar NFL. In attacco riflettori su Tyler Vaughns, che è un WR davvero molto promettente: lo scorso anno le 57 ricezioni, 809 yards e i 5 TD fanno di lui il target forse più importante e uno dei prospetti più interessanti, essendo solo al suo secondo anno di college football.

Utah Utes

utah

Preseason ranking: 28

Head Coach: Kyle Whittingham (14° stagione: 113-56)

Record 2017: 7-6

Match da non perdere: at Colorado (17 novembre), BYU (24 novembre).

Punti di forza: Gli Utes non hanno mai vinto un titolo di division ma questo può essere l’anno buono. USC sembra meno irraggiungibile di quanto non fosse un anno fa e, allo stesso tempo, Utah sembra essersi rinforzata; coach Whittingham ha a disposizione una squadra piena di talenti sia in attacco che in difesa, e si può fregiare di uno dei migliori reparti di corsa dell’intera conference assieme ad una secondaria tra le migliori a livello nazionale. Inoltre la maggior parte dei titolari è gente esperta, già formata e all’apice delle rispettive carriere nel college football.

Punti deboli: Sebbene i punti a favore di Utah per credere nel titolo divisionale siano parecchi, a destare preoccupazione è una schedule terribile: sono previste trasferte ostiche a Stanford e UCLA, e nemmeno le gare casalinghe contro Oregon ma soprattutto Washington erano tra le più auspicabili. A livello tattico invece, dove gli Utes faticano è tra il corpo dei ricevitori, che in primavera ha visto partire alcuni nomi molto validi e che si ritrova a dover essere sistemato.

L’attacco: Il ritorno del QB Tyler Huntley è sicuramente un’ottima notizia per Utah, sebbene l’infortunio occorso a metà dello scorso anno lo abbia un po’ frenato. Il sophomore ha un buon braccio e sarà in buona compagnia dietro la linea d’attacco; il RB Zack Moss è stato uno dei fattori del 2017, sa come portare il pallone e può guadagnare molte yards ogni partita. L’OL ritrova ben quattro titolari ed è del tutto affidabile, mentre dopo la pesante dipartita del WR Darren Carrington II si cercano soluzioni: Siaosi Mariner e Demari Simpkins hanno messo assieme 49 ricezioni lo scorso inverno e rimangono le risposte migliori.

La difesa: Utah è rinomata per i suoi uomini di linea, ogni anno regolarmente tra i migliori della conference: Brandlee Anae è il DE leader, molto atletico e con 7 sacks sul taccuino della scorsa stagione. Tra i LB-Utah ne impiega solitamente solo due- c’è l’ex safety Chase Hansen, forse il miglior atleta della squadra, e Cody Barton. La secondaria è di altissimo livello: Marquise Blair è una SS che garantisce tackles, mentre il top tra i CB è Julian Blackmon, quattro intercetti nel 2017.

I prospetti: Il RB Zack Moss è il braccio armato di Huntley e di tutta Utah: più è in salute e più spazi ha, più gli Utes sono produttivi in attacco. Dati alla mano, nel 2017 ha corso 1200 yards per 10 TD, con quasi 6 yards di media a portata e ben 8 a ricezione su 29 totali. Non concede turnovers e può fare anche il bloccante. Tra i difensori c’è l’imbarazzo della scelta: l’atletismo e la pulizia di giocata del CB Blackmon sono evidenti, mentre il LB Hansen è un jolly importante che conta un repertorio difensivo piuttosto variegato e in continua crescita.

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