NCAA Preview 2018: BIG 12 – prima parte

Undicesima puntata dei nostri preview NCAA 2018 dedicato alla BIG 12 più precisamente a cinque Università che fanno parte della della Conference. Nei prossimi giorni sarà disponibile la seconda parte delle preview e le Media Guide delle diverse Università.

Baylor Bears

Preseason ranking: 53

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Head Coach: Matt Rhule (2° anno: 1-11)

Record 2017: 1-11

Match da non perdere: at Oklahoma (29 sett.) at Texas (13 ott.) at West Virginia (26 ott.) Oklahoma State (3 nov.) TCU (17 nov.)

Punti di forza: Approcciare la nuova stagione dopo un record di 1-11 è difficile per qualsiasi squadra. Ancora più difficile se parliamo di un programma come Baylor che negli ultimi anni ha espresso un Heisman Trophy ed è stata sempre al centro della NCAA. In più ci sono ancora i postumi dello scandalo sessuale (che hanno portato molti prospetti a non considerare nemmeno l’idea di accettare la lettera di Waco) ed ecco spiegato il motivo di un tracollo simile. Tuttavia i Bears, all’interno della BIG XII, sono uno dei team con più esperienza e qualche trasferimento eccellente, possono far risultare la squadra di Rhule come una delle sorprese di questa stagione.

Punti deboli: Sicuramente la batosta del 2017 (sebbene 8 sconfitte su 11 siano arrivate per meno di 10 punti) potrebbe avere risvolti anche quest’anno a livello mentale. La squadra è vero che è piena di giocatori di talento e di potenziali big players ma l’obiettivo principale è tenerli tutti a posto a livello fisico; in più la ricostruzione di Baylor passa per una schedule difficilissima che vedrà le sfide principali tutte fuori casa.

L’attacco: Ormai i tempi di Art Briles sono finiti in quel di Waco e i tifosi non si aspetteranno più un attacco del genere sotto la guida di Rhule. Charlie Brewer, dopo la stagione scorsa chiusa in maniera discreta (che gli è valsa la menzione nel BIG XII co-offensive freshman of the year) ritorna a chiamare gli schemi e intorno a lui l’hype cresce sempre di più. Qualcuno è convinto che Brewer si debba sudare il posto con il transfer da NC State Jalan McClendon ma l’ago della bilancia pende pesantemente su Brewer. Denzel Mims è il target principale a prescindere da chi chiamerà lo snap mentre il transfer da Tennessee Jalen Hurd sarà la stella del reparto RB, anche se è probabile una sua conversione a WR. Buona anche la O-Line che vedrà il ritorno in blocco di 4 starter del 2017 con l’aggiunta di Jake Fruhmorgen, transfer da Clemson.

La difesa: Anche la difesa può contare sul rientro di alcuni veterani e anche qui può contare sull’innesto di qualche transfer. James Lockhart, ex TAMU, è una big addition nel front four e andrà a completare un pacchetto in cui sono presenti, tra gli altri, anche Ira Lewis, Bravvion Roy e Tyron Hunt. Il reparto LB soffrirà l’assenza del leading tackle Taylor Young e anche qui c’è da considerare la questione infortuni. Male invece la secondaria che vedrà si il rientro di 3 starter ma non è concepibile che Baylor subisca ancora tanto sul passing game.

I prospetti: Come è andata male la stagione 2017 è andato male anche il Draft 2018 dei Bears. Solo due player infatti sono stati aggiunti (entrambi underclassmen), riflettendo appunto l’annata di Baylor. Quest’anno, sebbene non ci siano prospetti da primo giro, potrebbe andare meglio poiché ci sono alcuni giocatori che vale la pena approfondire. Di questi Jalen Hurd è senza dubbio quello che si giocherà le carte migliori in vista del 2019. 2 stagioni fa Hurd è stato ad un passo da frantumare il record di yard corse nella storia di Tennesse, risultando uno dei RB più prolifici della NCAA. La sua conversione a WR potrebbe rappresentare un arma carica in mano a Baylor e potrebbe far salire le sue quotazioni.

Iowa State Cyclones

iowa state

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Preseason : 36

Head Coach: Matt Campbell (3° anno: 11-14)

Record 2017: 8-5

Match da non perdere: at Iowa (8 sett.), West Virginia (13 ott.), Kansas State (24 nov.).

Punti di forza: Dalle parti di Ames, in Iowa, il coach Matt Campbell ha già dimostrato il suo valore: alla terza stagione con i Cyclones, la scorsa stagione si è portato a casa lo scalpo di Oklahoma e TCU, oltre al Liberty Bowl vinto contro Memphis. Quest’anno la squadra resta valida e coperta nella maggior parte dei reparti, specie nella linea offensiva e nel backfield. Il ritorno del QB titolare, grazie ad un ulteriore anno di eleggibilità, è poi un ulteriore vantaggio non da poco.

Punti deboli: Iowa dovrà darsi da fare per trovare nuovi ricevitori: il corpo è stato decimato dalle partenze e ad oggi rappresenta la debolezza più evidente della squadra. Anche la difesa, nettamente migliorata sotto Campbell, ha perso alcuni pezzi pregiati, soprattutto tra linea e linebackers, ma dovrebbe avere i giusti ricambi. I Cyclones puntano ancora ad una stagione da otto vittorie, sebbene quest’anno la schedule sia più ostica: le trasferte ad Iowa, TCU, Texas e Oklahoma saranno banchi di prova non indifferenti per la squadra di Campbell.

L’attacco: Il QB Kyle Kempt ha ricevuto un ulteriore anno di eleggibilità dall’NCAA e questo per i Cyclones è un bene: pur essendo un buon play ma con niente di trascendentale, Kempt ha dimostrato di calarsi bene nella parte e lo scorso anno è stato fattore determinante nelle grandi vittorie contro OU e TCU. David Montgomery è poi uno dei RB più esplosivi di tutta la conference e tra i migliori della nazione: il suo lo sa fare ma dovrà avere più alternative al suo fianco. L’OL vede il ritorno di più di metà dei titolari e non sarà un problema, mentre tra i ricevitori Hakeem Butler e Deshaunte Jones sono chiamati ad un salto di qualità.

La difesa: Nel 2017 la difesa di Iowa ha concesso sole 5.4 yards di media a giocata e, seppur molto migliorata, dovrà fare i conti con molte nobili partenze: Joel Lanning, Reggie Wilkerson, Kamari Cotton-Moya and J.D. Waggoner hanno terminato la loro eleggibilità nel college football e dovranno essere rimpiazzati. Il DE JaQuan Bailey e i LB Marcel Spears e Willie Harvey ritornano per rinforzare il front seven, mentre nella secondaria spicca il CB Brian Peavy che è già stato nominato All-American.

I prospetti: Il giocatore più forte e con più prospettive che Iowa può vantare è sicuramente il RB David Montgomery. Lo scorso anno le 1200 yards e gli 11 TD non sono cosa da poco, e a mente bisogna tenere anche le 36 ricezioni con media vicina alle 10 yards a giocata. Aveva lasciato intravedere buone cose già nel 2016, nel 2017 non ha deluso e quest’anno lo aspetta l’obbligo di riconfermarsi ad altissimi livelli.

Kansas Jayhawks

kansas big 12

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Preseason ranking: 116

Head Coach: David Beaty (4° anno: 3-33)

Record 2017: 1-11

Match da non perdere: at Kansas State (10 nov.).

Punti di forza: Inutile girarci attorno: i Jayhawks sono una delle squadre più deboli dell’intera Power-five e le tre partite vinte in tre anni ne sono la prova. Già vincere una partita di conference sarebbe un gran traguardo, e comunque Kansas ha dei giocatori validi che possono permetterle di farlo, specie in attacco. Anche la difesa presenta alcuni buoni atleti, ma non c’è mai un intero reparto che possa dirsi veramente a livello di altre squadre. Tuttavia, un ulteriore anno senza pressioni sarà d’aiuto nel continuo processo di crescita e costruzione di una filosofia che, fin qui, resta stretta al mondo del basket.

Punti deboli: Da dove iniziare, verrebbe da dire; Kansas deve trovare ancora il suo QB titolare (lo scorso anno sono stati lanciati più intercetti che TD) e deve fare i conti con grosse perdite in difesa (44 punti di media gara concessi nel 2017, una delle peggiori dell’intera nazione). Inoltre la schedule è terribile e prevede trasferte che definire impossibili significa accontentarsi di un eufemismo: West Virginia, Texas Tech e OU tra le altre attendono i Jayhawks in partite a dir poco materasso.

L’attacco: Peyton Bender, Carter Stanley e la recluta dai junior college Miles Kendrick si contenderanno il posto da QB, tutti e tre con più dubbi che certezze sulle spalle. Il RB Khalil Herbert è invece un buon prospetto, che lo scorso anno ha ottenuto 660 yards in corsa; tra i ricevitori Steven Sims è un altro prezzo pregiato, e nel 2017 ha portato in dote 59 ricezioni, più di 800 yards e 6 TD. L’OL deve colmare parecchi vuoti tra cui quello lasciato dal centro Mesa Ribordy; l’OT Hakeem Adeniji è il giocatore migliore ma torna da ben due stagioni di stop.

La difesa: Il DL Daniel Wise ritorna per una stagione da senior e sarà fondamentale a guida di un reparto che si appresta ad avere tanti nuovi titolari. Tra i LB c’è poi l’esperienza di Joe Dineen Jr., leader della nazione per tackles messi a segno in solitaria a partita, 7.6. Corione Harris è poi il nome da cui ci si attende molto tra quelli della secondaria: CB e true freshman avrà modo di dimostrare fin da subito le sue capacità.

I prospetti: Per l’attacco il nome di Steven Sims è quello più gettonato: reduce da due stagioni entrambe con più di 800 yards ricevute, Kansas ripone molte speranze nella sua ulteriore crescita e dovrà goderselo al meglio quest’ultimo anno, visto che è un senior e che molto probabilmente entrerà al draft 2019. In difesa il CB Corione Harris, come detto, è appena stato firmato e, se tutto andrà bene, avrà un minimo di quattro anni per confermare il suo inserimento nella top 300 reclute a livello nazionale.

Kansas State Wildcats

kansas state

Preseason ranking: 41

Head Coach: Bill Snyder (27° anno: 210-110-1)

Record 2017: 8-5

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Match da non perdere: Kansas (10 nov.), at Iowa State (24 nov.).

Punti di forza: La vecchia volpe Bill Snyder, a K-State da più di un quarto di secolo, è ancora al comando della squadra il che non può non essere un vantaggio per i WIldcats. Dovranno essere sistemate alcune posizioni in campo ma la squadra resta piuttosto buona sia in attacco che in difesa. La linea d’attacco è sicuramente tra le migliori non solo della conference, ma anche a livello nazionale e il gioco di corsa non ha mai destato preoccupazioni. Anche la secondaria è ad alti livelli e si presenta come una tra le migliori di tutta la Big-12.

Punti deboli: La squadra si è molto indebolita nel reparto ricevitori e in quello dei linebackers: le partenze rilevanti sono state molteplici e non sarà facile avere la stessa qualità ed efficienza di prima, almeno fin da subito. K-State punta poi ad un record positivo, il che non è impossibile. Tuttavia, la schedule non aiuta: la partita di non conference contro Mississipi State è tosta, così come le trasferte a West Virginia e Baylor che promettono di vendere cara la pelle.

L’attacco: Per il posto di QB sarà battaglia a due tra Alex Delton e Skylar Thompson, entrambi validi ma con quest’ultimo leggermente avanti nelle gerarchie di partenza. Il backfield è pieno di talenti come Alex Barnes, 820 yards e 7 TD nel 2017, Justin Silmon e Dalvin Warmack mentre nel corpo dei receivers si fa largo il nome di Isaiah Zuber, 510 yards e 4 TD nella passata stagione, e Dalton Schoen che ha numeri altrettanto simili. L’OL è poi una vera forza e vede il ritorno di cinque titolari

La difesa: La perdita del DT Will Geary, del CB D.J. Reed e dei LB Jayd Kirby e Trent Tanking implica che K-State dovrà ben rifarsi la pelle e abbassare per forza l’età media dell’interno reparto. Trey Dishon e Drew Wiley guideranno la nuova linea difensiva, mentre nel cuore della difesa Elijah Sullivan, Da’Quan Patton e Justin Hughes saranno con tutta probabilità i LB titolari, con tante aspettative riposte soprattutto nel primo dei tre menzionati. La secondaria vede il ritorno dei suoi uomini migliori: le safety Denzel Goosby e Kendall Adams e il CB Duke Shelley saranno chiamati a non far troppo rimpiangere l’addio di D.J. Reed.

I prospetti: In attacco occhio al senior Dalton Risner, giocatore dell’OL che è uno dei migliori giocatori dell’intera squadra e tra i migliori bloccanti non solo della Big-12, ma anche della nazione. Gioca da tackle di destra ed è già nel giro dell’NFL. In difesa il LB Elijah Sullivan è arrivato all’anno della sua consacrazione e, dopo aver messo a segno 28 tackles e giocato da top player nel 2017, è chiamato ora a guidare la difesa viste poi le molte partenze dell’offseason.

Oklahoma Sooners

Oklahoma

Preseason ranking: 10

Head Coach: Lincoln Riley (2° anno: 12-2)

Record 2017: 12-2

Match da non perdere: FAU (1 sett.) UCLA (8 sett.) Texas (6 ott.) at TCU (20 ott.) Oklahoma State (10 nov.) at West Virginia (24 nov.)

Punti di forza: Oklahoma ha partecipato ai PO per la prima volta l’anno scorso venendo sconfitta da Georgia. Rispetto ad Alabama, Clemson ed i Bulldogs i Sooners sono in fase di cambiamento radicale poiché oltre ad aver perso 10 starter (5 in attacco e 5 in difesa) hanno perso i due fari della squadra Baker Mayfield e Obo Okoronkwo. Nonostante questo Oklahoma si presenta comunque come una delle favorite alla BIG XII poiché non la prima volta che perdono un QB di livello e la conference non ha una squadra ammazzatutti ma una serie di team “ok”; ecco perché i Sooners puntano al 4 titolo consecutivo nella BIG XII.

Punti deboli: E’ ovvio che le assenze di Mayfield e Okoronkwo peseranno più di altri sul groppone. Sopratutto in difesa dato che le difficoltà in questo lato della palla nella conference più offensiva di tutte, risulta un problema. I Sooners hanno tanto talento ma gli spot chiave restano un grosso question mark: occhio poi alla schedule che se ci fosse ancora il #6 non sarebbe un problema. Senza di lui però le insidie sono dietro l’angolo e vengono anche al di fuori della conference.

L’attacco: La partenza dell’Heisman Trophy ha lasciato vacante il posto da QB titolare. Ad oggi Riley non ha ancora chiarito chi tra Kyler Murray e Austin Kendall chiamerà lo snap anche se Murray sembra il favorito per via di un gioco simile a quello di Mayfield. Meglio sicuramente le altre posizioni offensive che sono piene di playmaker: Rodney Anderson è il back #1, Marquise Brown e CeeDee Lamb sono una coppia temibile di ricevitori e la O-Line sebbene priva dell’All American Orlando Brown, può contare su un quintetto consolidato.

La difesa: Certo, il nuovo QB dei Cleveland Browns con le sue giocate ha mascherato molti dei difetti difensivi nel 2017. Quest’anno che Oklahoma sarà priva del #6 questi difetti potrebbero essere amplificati ancora di piu. Amani Bledsoe e Marquise Overton infondono sicurezza nel fronte principale anche se manca quell’uomo in più che può fare la differenza. Stessa cosa per i LB che presentano giocatori solidi come Kenneth Murray ma manca il playmaker capace di svoltare la partita. La secondaria invece presenterà un solo Senior come starter (la S Khalil Haughton) mentre il resto dei DBs potrà contare su una flotta di giovani di belle speranze con Brendan Radley-Hiles che ha impressionato nello Spring game.

I prospetti: Dopo la scelta di Joe Mixon e Samaje Perine un altro RB dei Sooners potrebbe essere selezionato nel Draft 2019. Rispetto a questi ultimi 2 però Rodney Anderson ha un Draft stock da primo giro grazie sopratutto alla stagione 2017. Da quando è entrato nelle rotazioni di Riley (alla sesta partita), Anderson ha corso per 1,161 yard siglando 13 TD e completando l’idea offensiva del coach. Quest’anno Anderson è senza dubbio il RB #1 della BIG XII ecco perché in molti lo considerano uno dei migliori in uscita di questa classe.

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