NCAA Preview 2018: ACC – Coastal Division

Sesta puntata dei nostri preview NCAA 2018 dedicato allaACC (Atlantic Coast Conference) più precisamente alla Coastal Division della Conference (qui il preview della Atlantic Division). Nei prossimi giorni le Media Guide delle diverse Università.

Duke Blue Devils

duke

Preseason ranking: 65

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Head Coach: David Cutcliffe (11° anno: 59-67)

Record 2017: 7-6

Match da non perdere: Virginia Tech (29 sett.) at Miami (3 nov.) at Clemson (17 nov.)

Punti di forza: Fa un certo effetto parlare di football quando si accenna ai Blue Devils di Duke dato che sono uno dei programmi più vincenti nella storia del College Basket. Eppure, grazie ad un grande coach come Cutcliffe, anche il football si è ritagliato un ruolo importante a Durham e i 5 Bowl disputati negli ultimi 6 anni ne sono una prova tangibile. In più questo team è pieno di giocatori di esperienza, nuovi prospetti interessanti e sebbene Cutcliffe sia un allenatore prevalentemente offensivo, è la difesa il punto di forza dei diavoli blu.

Punti deboli: Nonostante il ritorno del QB David Jones rappresenti un buon punto di partenza, la linea offensiva rappresenta un problema poiché è da rifondare. Inoltre il DC Jim Knowles ha lasciato la Carolina del Nord per accasarsi ad Oklahoma State e sebbene la difesa sia il punto forte di questa squadra potrebbero esserci problemi di adattamento al nuovo coach. C’è poi da considerare il fattore schedule poiché Duke andrà ad affrontare Miami, Clemson, Northwestern e Baylor tutte fuori casa, ecco perché una stagione da 8 vittorie sarebbe da considerarsi un autentico successo.

L’attacco: Detto del ritorno di David Jones (uno dei QB più interessanti della ACC) è la O-Line che preoccupa. Rispetto all’anno scorso rientreranno solamente due starter e anche quando la linea era al completo nel 2017, Jones ha comunque avuto problemi che lo hanno forzato a pessime decisioni. T.J. Rahming sarà il target principale per quanto riguarda il pacchetto ricevitori mentre a Brittain Brown toccherà il compito di sostituire Shaun Wilson tra i RB; consistency è comunque la parola chiave di questo attacco.

La difesa: 8 giocatori invece rientreranno ai propri posti in difesa e l’obiettivo è, se non superare, almeno eguagliare l’ottimo 21esimo posto nella NCAA per quanto riguarda appunto la D. Joe Giles-Harris è la star del reparto e insieme a Ben Humphryes forma una copia di LB tra le migliori della nazione. Anche il front line si prospetta interessante grazie alla rising star Victor Dimukeje e Tre Hornbuckle e con la secondaria che rappresenta forse la parte migliore di questa difesa: Mark Gilbert ha accumulato 6 intercetti nella stagione da Sophomore e si appresta a vivere un 2018 da protagonista mentre nello spot di S Jeremy McDuffie è un all-around player in grado di fare la giocata in qualsiasi momento.

I prospetti: La stella dei Blue Devils non poteva che rappresentare Duke per quanto riguarda il Draft 2019. Joe Giles-Harris infatti non è solo uno dei LB migliori della ACC ma è uno dei prospetti migliori di tutto il Draft. Nel suo primo anno a Durham ha messo in fila numeri pazzeschi: 107 tackle, 9,5 TFL, 2 sack, 2 pass breakups e un intercetto. Questi numeri non sono stati un caso ed infatti l’anno scorso Giles-Harris ha incrementato il suo score in ognuna delle voci statistiche; insomma, è quasi impossibile che il LB #44 non si dichiari alla fine dell’anno. Abile nell’evitare i blocchi, è un giocatore veloce sopratutto nei cambi di direzione, caratteristica che lo aiuta sopratutto in copertura dove ha mostrato le sue skills e anche fiuto per la palla.

Georgia Tech Yellow Jackets

Georgia tech

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Preseason ranking: 42

Head Coach: Paul Johnson (11° anno: 73-50)

Record 2017: 5-6

Match da non perdere: Clemson (22 sett.) at Louisville (6 ott.) at Virginia Tech (26 ott.) Miami (11 nov.) at Georgia (24 nov.)

Punti di forza: In una squadra che fa della triple option la sua filosofia di vita è indubbio che l’attacco sulle corse rappresenti il punto di forza. I ragazzi di Paul Johnson sono infatti plasmati per far male con il rushing game e tutto ruota attorno al QB (che è più un RB con qualche competenza nel lancio), alla O-Line e al backfield. Dopo che le ultime due stagioni non sono andate per il meglio, le giacche gialle vogliono ritornare a disputare un Bowl e tutti i pezzi dell’attacco e della difesa sembrano coincidere con il puzzle disegnato da coach Johnson.

Punti deboli: La via del Bowl però passa attraverso una schedule tra le più difficili della NCAA. Georgia dovrà affrontare Clemson, Virginia Tech, Miami e il derby contro i Bulldogs di Smart ma non solo; Louisville, USF e Pitt rappresentano 3 sfide molto ostiche ecco perché non sarà facile raggiungere l’obiettivo. In più la difesa deve ancora metabolizzare il passaggio allo schema 3-4 e la secondaria è molto più che un cantiere in costruzione.

L’attacco: Quinta nella nazione per yard corse (307 a partita); da qui devono ripartire le Yellow Jackets per porre le basi di una stagione positiva. TaQuon Marshall ha disputato un ottima stagione l’anno scorso chiudendo con 1,146 yard on the ground e nonostante sia lui il Signal Caller designato, ci sono altri giovani che scalpitano e che siamo sicuri avranno l’occasione per farsi notare. KirVonte Benson e Nathan Cottrell sono una coppia di RB ben assortita e grazie ad una linea offensiva ormai consolidata, rappresentano la vera forza di questo attacco. E’ ovvio che in una squadra indirizzata cosi al gioco su corsa si dia meno peso al reparto ricevitori ma la partenza di Ricky Jeune ha lasciato un vuoto pesantissimo; c’è urgente bisogno di trovare un target #1 che garantisca punti in caso il running game perda d’efficacia.

La difesa: La difesa non ha giocato male nel 2017 ma è chiaro che se guardiamo la schedule ci voglia ben altra consistenza. Sopratutto nel fronte a 3 che avrà bisogno di aggiungere “peso” poiché tolto il NT Brandon Adams, gli End hanno più le misure da LB. Proprio il pacchetto “centrale” della difesa ha la necessità di cambiare qualcosa e diventare più aggressivo: Victor Alexander (tackle leader l’anno scorso) avrà il compito di suonare la carica. Il più grande question mark è però rappresentato dalla secondaria che è stata stravolta completamente; tutti gli starter del 2017 non ci sono più quindi bisogna ricostruire dalle fondamenta e uno dei top recruit di quest’anno Jaylon King sembra un ottimo punto di partenza.

I prospetti: La situazione di Georgia per quanto riguarda il Draft 2019 è molto particolare. Non c’è infatti un giocatore che spicca più degli altri e non ce n’è uno che ha attirato gli scout NFL. Ci sono una serie di giocatori che in base a come andrà la stagione potranno avere qualche possibilità ma per adesso sono tutti fuori dai radar del professionismo. In linea offensiva c’è la Guardia Will Bryan che sembra l’unico al momento in grado di costruirsi un futuro ai piani alti ma ripetiamo: le possibilità di questi pochi giocatori a disposizione di Johnson di approdare in NFL dipendono da che tipo di stagione disputeranno le Yellow Jackets.

Miami Hurricanes

miami hurricanes

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Preseason ranking: 6

Head Coach: Mark Richt (3° anno: 19-7)

Record 2017: 10-3

Match da non perdere: LSU (3 sept.) FSU (6 oct.) at Virginia Tech (17 nov.)

Punti di forza: Una stagione conclusa con un record di 10-3 è sensazionale per il 90% delle squadre NCAA. Non per Miami però perché perdere malamente il Championship ACC contro Clemson e perdere poi l’Orange Bowl contro Wisconsin ha lasciato molto amaro in bocca ad una fan base che sognava di tornare ai fasti dei primi anni 2000. Aldilà dei giocatori e del talento presente in squadra la vera forza di questo team è il non sapersi accontentare, il non sentirsi arrivati dopo una stagione comunque pazzesca ed alzare l’asticella ancora di più per far tornare i ‘Canes nell’olimpo del College Football.

Punti deboli: L’attacco l’anno scorso non è andato male ma è mancato nei momenti più importanti della stagione, sopratutto nella conversione dei terzi down. Il gioco su corsa è stato sufficiente e Miami ha concluso all’ultimo posto della ACC come tempo di possesso; ripartire da qui per costruire una stagione da assoluta protagonista è l’obiettivo principale di Richt e la scelta del QB (dato che Rosier non è sicuro del posto) è il primo dei pensieri del coach ex Georgia.

L’attacco: In condizioni normali un QB che da titolare porta in dote 10 vittorie non dovrebbe essere in discussione. Eppure una squadra (e una fan base esigente) come Miami non ha apprezzato il comportamento in campo di Malik Rosier in alcune partite ed ecco che il nativo di Mobile dovrà sudarsi il posto per il 2018. Dietro di lui scalpitano N’Kosi Perry, Cade Weldon e Jarren Williams tutti giocatori alle loro prime esperienze e che non vedono l’ora di mettersi in mostra. Stessa cosa vale per il running game che dopo la partenza di Walton ha in Travis Homer il RB #1; anche lui pero dovrà ricevere aiuto dalle rotazioni e per questo motivo tutte le aspettative sono su Lorenzo Lingard, superstar recruit. Ahmmon Richards invece è il leader del pacchetto WR mentre qualche preoccupazione desta la linea offensiva che ha 2 spot chiave scoperti.

La difesa: Il giochino della “turnover chain” ha appassionato non solo i giocatori ma ha divertito anche il pubblico che ha assistito alle partite. Grazie a questo premio (che veniva dato all’autore del turnover) la difesa ha trovato lo stimolo in più per giocare meglio e Miami ha chiuso la stagione scorsa con ben 31 takeaways. Non c’è bisogno di dire che l’obiettivo è quello di uguagliare questi numeri a cominciare dalla pass rush che ritorna dopo i 44 sack del 2017. Certo le partenze di Chad Thomas e Trent Harris sono pesanti ma Joe Jackson (considerato non a torto uno dei migliori End della nazione) e il transfer da Florida Gerald Willis possono garantire questa continuità. Michael Pinkney, Shaquille Quaterman e Zach McCloud sono forse il trio di LB migliore di tutta la NCAA e rappresentano il vero punto di forza di questa difesa, insieme alla secondaria che ritroverà tutti e 4 gli starter della stagione scorsa capitanati dalla coppia di DBs (e titolari della “turnover chain” per ben 4 volte a testa) Jaquan Johnson nello spot di S e Michael Jackson nello spot di CB.

I prospetti: Prima del Draft 2018 ben 12 giocatori di Miami hanno partecipato agli Offseason Workouts delle squadre NFL. 6 di loro sono stai poi scelti nella lotteria di Dallas mentre per gli altri 6 si sono spalancate altre strade. Quest’anno il numero di player dovrebbe ridursi drasticamente e a pochi giorni dall’inizio della stagione sembra non esserci al momento un candidato dei Canes per il primo giro.

Ci sono però tanti giocatori interessanti che comunque orbitano tra il primo e il secondo giorno tra cui i DB Michael Jackson e Jaquan Johnson, il DE Joe Jackson e il WR Ahmmon Richards. Di questi 4 nomi quelli che al momento hanno più possibilità di primo giro sono i 2 Jackson con il CB Michael leggermente favorito. Jackson avrebbe potuto rendersi eleggibile già da quest’anno ma ha deciso saggiamente di tornare per l’anno da senior. 43 tackle, 3 TFL, 4 intercetti e 9 passaggi difesi sono lo score di Jackson nel 2017 che ha nella velocità e nella playmaking ability due delle caratteristiche migliori.

North Carolina Tar Heels

 

north carolina

Preseason ranking: 69

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Head Coach: Larry Fedora (7° anno: 43-34)

Record 2017: 3-9

Match da non perdere: California (1 sett.) UCF (15 sett.) at Miami (28 sett.) Virginia Tech (13 ott.) NC State (24 nov.)

Punti di forza: Dopo una stagione da 3-9 è difficile trovare un punto di forza in questa squadra. Tuttavia Fedora non è un coach sprovveduto e sa che quella 2017 è stata un’annata dove quello che poteva andare storto è andato storto; ecco perché è stato fatto un recruiting attento e ponderato dove le voragini lasciate l’anno scorso sono state colmate da giocatori di talento. Certo, potrebbe volerci un bel po’ di tempo prima che tutti i pezzi del puzzle trovino il loro incastro ma in prospettiva questa è una squadra molto interessante.

Punti deboli: Così come per Duke questa parte della Carolina del Nord sembra fatta più per il basket che per il football. Se ne sono accorti l’anno scorso i tifosi Tar Heels dato che nessuno si aspettava una stagione da sole 3 vittorie. Purtroppo però la parte peggiore è che questo trend potrebbe ripetersi poiché la squadra di coach Larry Fedora ha ancora tanti problemi su entrambi i lati della palla. La schedule poi non aiuta più di tanto ecco perché North Carolina ha bisogno dell’allineamento di tutti i pianeti per trovare una stagione da almeno 6 vittorie.

L’attacco: Chazz Surrat o Nathan Elliott? Questo è il question mark più grande per coach Fedora e il 2017 non ha dato indicazioni più precise. Entrambi i QB infatti sono stati utilizzati mettendo in campo caratteristiche completamente diverse. Surrat è un DT spettacolare da vedere ma poco efficace nel passing game mentre Elliott è un QB pro style con doti da leader. Chiunque sia il QB comunque potrà contare sulle doti di un WR come Anthony Ratliff-Williams che condividerà il campo insieme a due Freshman wideouts di sicuro avvenire come Dyami Brown e Antoine Greene. Da rifondare anche la linea offensiva che ha perso ben 4 starter e che dovrà trovare la quadra nel minor tempo possibile; in caso contrario la coppia di Backs Jordon e Brown Michael Carter potrebbero non trovare i giusti spazi per penetrare.

La difesa: Al contrario dell’attacco, la difesa vedrà il ritorno di 8 titolari e questo per Fedora è stato un sospiro di sollievo perché perlomeno non dovrà rivoluzionare più di tanto. Aaron Crawford e Jeremiah Clarke rappresentano una buona coppia di Tackle ma che avranno bisogno di aiuto per far riemergere una buona difesa contro le corse che è mancata assolutamente nel 2017. Cole Holcomb e Jonathan Smith sono invece i leader del pacchetto LB mentre 3 starter su 4 saranno ai nastri di partenza anche per quanto riguarda la secondaria con J.J. Britt e Myles Dorn a comandare il reparto.

I prospetti: Appena nominato All-ACC preseason, Anthony Ratliff-Williams è l’uomo giusto per North Carolina in orbita Draft 2019. In un 2017 pessimo per i Tar Heels Ratliff-Williams è stata una delle pochissime conferme di un annata disastrosa e si presenta in questa nuova stagione come uno dei WR più interessanti del lotto. Giocatore velocissimo è un’arma pericolosissima nel profondo e come returner; proprio questa sua doppia veste è quella che interessa di più agli scout NFL e la sua carriera tra i Pro potrebbe iniziare proprio negli special team. Reclutato come QB DT il nativo di Matthews è stato chiuso dalle presenze di Marquise Williams e di Mitch Trubisky; reinventato quindi nel ruolo di WR ha dimostrato tutte le sue doti l’anno scorso e se utilizzato nella maniera giusta da Fedora (anche nei trick plays) potrebbe vedere salire le sue quotazioni Draft.

Pittsburg Panthers

Pittsburg Panthers

Preseason ranking: 43

Head Coach: Pat Narduzzi (4° anno: 21-17)

Record 2017: 5-7

Match da non perdere: PSU (9 sett.) at UCF (29 sett.) at Notre Dame (13 ott.) Virginia Tech (10 nov.) at Miami (24 nov.)

Punti di forza: Indubbiamente il rientro di 7 titolari in difesa è una delle notizie migliori per una squadra allenata da un guru difensivo come Pat Narduzzi. Anche l’attacco, che negli anni di gestione dell’ex DC di Michigan State si è dimostrato molto discontinuo, ha dato prova di avere i numeri per mettere in crisi qualsiasi squadra (vedi Clemson e Penn State nel 2016 e Miami nel 2017); l’obiettivo è far girare l’attacco a pieno ritmo ed evitare i fuori giri.
Punti deboli: L’attacco è proprio croce e delizia di questa squadra. Il passo indietro fatto l’anno scorso (5-7 il record) si è verificato proprio per l’inconcludenza del gioco offensivo e l’alternanza di QB non ha favorito la squadra. In più qualche nome pesante è andato via e la non-schedule conference è una delle più dure della NCAA: Penn State, UCF, ND sono programmi al top e se Pitt non dimostrerà di aver superato questa empasse offensiva potremmo vedere un altro anno con record negativo.

L’attacco: L’ultima parte di stagione nel 2017 ha definito la situazione QB; DiNucci si è infatti trasferito a James Madison ed ha lasciato campo libero a Kenny Pickett che è stato fondamentale nella partita vinta contro Miami. Purtroppo però Pickett lavorerà con un pacchetto ricevitori che ha subìto la perdita di Jester Weah (miglior ricevitore nel 2017) e anche il transfer da Indiana Taysir Mack non potrà giocare fino al 2019. Almeno il rientro di Rafael Araujo-Lopez può garantire profondità al reparto ma è il gioco su corsa che può dare le soddisfazioni più grandi a questo programma. Darrin Hall e Quadree Ollison sono due back espertissimi e anche la presenza della coppia di Tackle Alex Bookser e Stefano Millin aggiungono “peso e presenza” all’attacco.

La difesa: Il nuovo DC Randy Bates ha ereditato una difesa che vedrà il rientro di 7 titolari inclusi 3 Lineman e 3 LB. Up front uno dei player migliori è Dewayne Hendrix che andrà ad affiancare Shane Roy mentre il trio formato da Saleem Brightwell, Oluwaseun Idowu e Elijah Zeise, che hanno garantito 217 tackle combinati nel 2017, saranno il faro del reparto LB. La secondaria invece vedrà ai nastri di partenza Dane Jackson come Corner e Lamar Hamilton come S, leader di un reparto giovane ma che ha bisogno come il pane di creare turnover, dato che i soli 9 intercetti della stagione scorsa, rappresentano un numero troppo esiguo. Piccola nota a margine: seguiremo durante la stagione i Panthers in modo particolare per la presenza a roster di Thomas Baldonado, DE italiano che è arrivato alla corte di Narduzzi proprio quest’anno.

I prospetti: In una squadra a prevalenza difensiva fa strano che il miglior prospetto che può arricchire il Draft 2019 dei Panthers sia un giocatore dell’attacco. Quadree Ollison, Senior RB ha iniziato la sia carriera a Pittsburgh nel 2015 chiudendo l’anno da Freshman con ben 1,127 yard e 11 TD. Negli anni seguenti per una serie di problemi non è più riuscito a replicare questi numeri e il fatto di giocare a fianco a RB come James Connor nel 2016 (scelto in NFL dagli Steelers) e Darrin Hill nel 2017 ne hanno un pò oscurato le prestazioni. Ritornare ai livelli del 2015 è quantomai prioritario per Ollison se vuole continuare a cullare i sogni di professionismo.

Virginia Cavaliers

virginia cavaliers

Preseason ranking: 81

Head Coach: Bronco Mendenhall (3° anno: 9-17)

Record 2017: 6-7

Match da non perdere: Louisville (22 sett.) at NC State (29 sett.) Miami (13 ott.) at Virginia Tech (23 nov.)

Punti di forza: L’arrivo di Bronco Mendenhall 3 anni fa ha rappresentato un punto di svolta nella storia recente di Virginia. I Cavaliers sono infatti passati dalle due vittorie di due anni fa alla disputa del Bowl l’anno scorso, Bowl che mancava addirittura dal 2011. Il coach ex BYU ha trasformato una squadra sull’orlo del baratro e l’ha portata nei ranghi della ACC che contano, sperando che questo trend continui anche nella stagione che sta per cominciare.

Punti deboli: La partenza di alcuni giocatori nei ruoli chiave però ha frenato gli entusiasmi che si erano creati attorno a questa squadra. Sopratutto la difesa, che era diventata una delle migliori e non solo della ACC, partirà infatti priva di alcuni elementi che nel 2017 sono stati fondamentali per la cavalcata fino al Military Bowl; rimpiazzarli quest’anno sarà praticamente impossibile, cosi come alcuni elementi della linea offensiva. In più l’attacco sarà privo del QB Kurt Benkert (25 partite da titolare su 27) e sebbene la presenza del transfer da Arizona State Bryce Perkins garantirebbe un attacco più dinamico e veloce, non è detto che questa transizione porti i suoi frutti fin da subito.

L’attacco: Dopo aver speso l’ultimo anno in un Junior College, Perkins è pronto ad iniziare una nuova avventura in maglia Virginia. Il QB DT avrà a disposizione un paio di playmaker nel reparto ricevitori come Olamide Zaccheus e Joe Reed mentre la situazione RB è un po’ più complessa e coinvolge anche la linea offensiva. Il gioco di corsa infatti ha latitato nel 2017 (solo 3.1 yard per portata) e questo anche a causa di una O-Line decente nel passing game ma totalmente assente nel favorire appunto i lavoro dei Backs. Jordan Ellis ha totalizzato 836 yard e 6 TD che non sarebbero neanche numeri da buttare via ma una depth troppo carente, che ha costretto Ellis a toccare toppi palloni, ha sfavorito il gioco su corsa: l’obiettivo quest’anno è favorire le rotazioni per rendere la offense anche più imprevedibile.

La difesa: L’unità difensiva ha perso invece dei giocatori chiave in tutti i reparti. La S Quin Blanding, il LB Micah Kiser e il DE Andrew Brown hanno finito la loro avventura con i Cavaliers e nonostante il talento è ancora presente in squadra, rimpiazzare nomi del genere non sarà affatto semplice. Mandy Alonso e Eli Hanback sono i puntelli del fronte a 3 mentre il pacchetto LB conterà sulla presenza di Chris Peace e Malcolm Cook nell’esterno con Jordan Mack che sta emergendo come ILB di sicuro impatto. Blanding, leader indiscusso della secondaria, è ormai andato via ma il reparto potrebbe ancora essere la vera forza di questa difesa: Brenton Nelson non è certo Blanding ma ha fatto vedere cose molto interessanti e si accoppierà con Juan Thornhill che da corner passerà a S; Tim Harris, infortunatosi l’anno scorso si prenderà nuovamente il posto da CB ed andrà a fare coppia con Bryce Hall.

I prospetti: La difesa di Virginia, emersa in questi ultimi anni come una delle più interessanti, riuscirà a piazzare un giocatore al Draft anche quest’anno. Ad Andrew Brown, scelto con la 158esima assolta dai Bengals, potrebbe seguire Tim Harris, CB che rientrerà titolare in pianta stabile dopo l’infortunio del 2017. Harris è un ottimo man-to-man corner che però ha grossi problemi di infortuni. Harris ha giocato solo una partita (tra l’altro un tempo solo) nell’opener contro William e Mary nel 2017 e due partite del 2016; quindi la sua ultima stagione da titolare fisso è datata 2015. Ecco perché nonostante le caratteristiche tecniche di Harris siano indubbie questi problemi fisici potrebbero inficiare le scelte degli scout NFL nel prossimo Draft.

Virginia Tech Hokies

virginia tech

Preseason ranking: 16

Head Coach: Justin Fuente (3° anno: 19-8)

Record 2017: 9-4

Match da non perdere: at FSU (4 sett.) Notre Dame (6 ott.) Miami (17 nov.) Virginia (23 nov.)

Punti di forza: “Sometimes, when the world gives you a little break, you have to take it no matter what”. Possiamo riassumere cosi quella che potrebbe essere la stagione di Virginia Tech, la terza con Fuente in cabina di regia, poichè, per una volta dopo tanto tempo, la schedule sembra aver dato un minimo di tregua. Gli Hokies non sembrano una squadra migliore rispetto all’anno scorso, ecco perché devono cogliere la palla al balzo e per farlo si affidano a giocatori di comprovata esperienza e ad un QB che sembra avere i mezzi per portare questa squadra magari non in orbita PO ma a giocarsi un titolo ACC.

Punti deboli: La crescita del QB Jackson però deve andare di pari passo con la ricerca di un ricevitore che possa diventare il target principale. Al momento gli Hokies devono ancora trovare questo giocatore e in più devono essere più “consistenti” per quanto riguarda il running game. Il DC Bud Foster ha svolto un eccellente lavoro in fase di recruit ma sostituire 6 starter (inclusi i due che sono stati scelti al primo giro) non sarà facile neanche per lui; la sfida con Miami per la ACC Coastal è appena aperta.

L’attacco: Josh Jackson l’anno scorso è stato uno dei protagonisti della stagione degli Hokies ma come abbiamo detto prima avrà bisogno di aggiungere una deep treath in grado di strechare il campo, visti i suoi problemi nel lancio downfield. Il gioco su corsa si è attestato nella media nel 2017 (173 yard per game) ma l’assenza di Travon McMillian potrebbe portare qualche problema in più nelle rotazioni; stessa situazione della linea offensiva che vedrà il rientro di 3 starter e sebbene non sia una delle migliori della NCAA, resta comunque molto solida. Rimpiazzare Cam Phillips, receiving leader l’anno scorso, non sarà impresa facile; come detto prima il nodo principale sarà quello di trovare un sostituto valido che si carichi il reparto alle spalle.

La difesa: Il lavoro di Bud Foster è stato egregio anche l’anno scorso. Il DC, in orbita Hokies dal lontano 1987, è riuscito infatti a posizionare la difesa ala 4 posto per punti segnati e al 13esimo nella total defense. Numeri questi che difficilmente daranno ripetibili quest’anno date le partenze dei due Edmunds; Terrell ha lasciato il vuoto nella secondaria anche se c’è ancora tanto talento da esprimere mentre Tremaine ha chiuso la sua carriera in Virginia da leading tackler nel 2017 nel reparto LB. Proprio il pacchetto LB patirà non solo l’assenza di Edmunds ma anche quella di Andrew Motuapuaka ed il fatto che nello Spring Game si siano alternati 6 giocatori su 7 underclassmen, la dice lunga sulla situazione del reparto.

I prospetti: Ripetere l’exploit dell’anno scorso e piazzare ben 2 giocatori al primo giro (seconda volta nella storia dell’università) sarà impresa impossibile nel 2019. Tuttavia la squadra di Fuente presenta ancora dei giocatori in grado di dire la loro e sebbene non orbitino tra le prime 32 scelte sono comunque giocatori degni di attenzione. Tra questi il CB Adonis Alexander è quello che ha attirato di più le sirene degli scout NFL grazie alle sue misure (6’3 207 round) che lo rendono il prototipo ideale del DB tra i Pro. Alexander in più ha l’atletismo, l’esperienza e la versatilità per giocare sia da CB che da SS, anche se quest’ultima sembra la posizione più adatta in NFL. Sebbene non nasca come un CB naturale ha avuto la capacità di reinventarsi grazie all’abilita nel fiuto del pallone e anche se ha dei problemi nel man-to-man, la presenza di un coach come Foster lo aiuterà a migliorare ulteriormente.

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Francesco Fele

Ho 29 anni e sono appassionato di sport Usa da 5 anni, seguo sopratutto il football (tifosissimo delle cheesehead) e l'NBA.

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