NFL Preview 2021: Washington Football Team

Ovunque vada, in un modo o nell’altro, Ron Rivera riesce sempre a portare ordine, stabilità e risultati: in un solo anno Riverboat Ron ha permesso ad una delle franchigie più disfunzionali del panorama sportivo statunitense di compiere una prodigiosa metamorfosi che ha trasformato una squadra – ehm, franchigia – sull’orlo del baratro in una macchina da guerra ad un solo giocatore dal poter coltivare ambizioni veramente importanti.
Un anno fa, di questi tempi, il sempre posato pubblico dell’Internet stava impazzendo per il nome – o presunto tale – della squadra di Washington, strappandosi istericamente i capelli perché «Washington Football Team non è un nome da squadra NFL»: con il senno di poi è facile deliberare che tale critica fosse completamente sbagliata (leggete qua, se non lo avete fatto), in quanto Washington si è trasformata esattamente in ciò che suggerisce il proprio nome – che a questo punto spero venga confermato in un futuro non troppo lontano -, ossia una squadra di football americano, una squadra vera ed arcigna in grado di dominare la linea di scrimmage grazie ad una fisicità semplicemente superiore.
Washington è pronta a decollare, anche se, come vedremo fra poche righe, manca qualcosa.

OFFENSE

Voglio cominciare con un’affermazione a mio avviso inattaccabile: questo attacco è ricolmo di playmaker.
Nel backfield troviamo Antonio Gibson, poliedrico running back che nel 2020 ha stupito un po’ tutti guadagnandosi di prepotenza la quasi totalità delle portate e ciò non può lasciarci indifferenti, se si considera che il ragazzo al college era un ricevitore; alle sue spalle, o al suo fianco, nel ruolo di “James White” c’è J.D. McKissic, assai utilizzato lo scorso autunno principalmente come ricevitore – 80 ricezioni su 110 target, numeri da WR-quasi-1 -: questo backfield è uno dei meglio assortiti della lega, anche se sono convinto che Gibson potrà essere in grado di giocare un numero decisamente superiore di snap grazie alla morbidezza delle proprie mani, anche se per fare ciò dovrà necessariamente migliorare come pass blocker poiché in NFL si giocano pochi terzi down se non si è perlomeno decenti in questo fondamentale.

Il corpo ricevitori, da due anni assolutamente McLaurincentrico, è stato rimpolpato dall’innesto di Curtis Samuel, vero e proprio playmaker in grado di far male alla vostra squadra del cuore in ogni modo immaginabile: sebbene mai capace di concludere una stagione sopra le 1000 yard di ricezione, Samuel è quel giocatore che permette al proprio offensive coordinator di far volare la propria fantasia utilizzandolo in modi poco ortodossi.
Prevedo buone cose dall’esplosivo rookie Dyami Brown che avrà il compito di allungare il campo, mentre sono molto curioso di vedere cosa farà lo sfortunato Adam Humphries specialista nella slot reduce da due annate molto difficili ai Titans: ovviamente l’uomo copertina è Terry McLaurin, poveretto che negli ultimi due anni si è trovato costretto a predicare nel deserto e, malgrado le massicce attenzioni dedicategli dalle difese avversarie, ha sempre risposto presente.
Il tight end è l’ex-quarterback Logan Thomas che, silenziosamente, ha completato la propria transizione in un ruolo nuovo annunciandosi al mondo come affidabilissimo tight end capace di ricevere 72 palloni.

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Nella linea d’attacco, reduce da un ottimo 2020, vedremo due enormi novità sui lati, poiché a sinistra il titolare sarà l’ex-Bears Charles Leno Jr. mentre a destra il rookie Sam Cosmi – selezionato al secondo round ad aprile – dovrà sostituire l’arcigno veterano Morgan Moses, lasciato andare e per sua sfortuna accasatosi ai Jets.
Il punto di forza della linea d’attacco è sicuramente l’interno, in quanto oltre che all’ottimo Brandon Scherff – al quale prima o poi dovranno rinnovare il contratto dopo avergli appiccicato in front la franchise tag per la seconda volta – possono contare su uno dei centri più solidi della lega, Chase Roullier mentre il posto di guardia sinistra se lo giocheranno Wes Schweitzer ed Ereck Flowers.

Dai, parliamo del quarterback ora, che ho cincischiato a sufficienza: Ryan Fitzpatrick, care lettrici e lettori, non è il quarterback ideale per una squadra del genere, anche se in realtà Washington potrebbe offrirgli la miglior possibilità di aver successo mai avuta fino a questo punto della carriera.
Lasciatemi spiegare.
Il roster è profondo, ben assemblato e giovane nelle posizioni chiave quindi, intuitivamente, completarlo con un quarterback che possa essere visto come la soluzione sul lungo termine sarebbe nel loro miglior interesse: i franchise quarterback, si sa, non crescono sugli alberi ed abbiamo visto non troppo tempo fa quanto impegnativo possa essere procurarsene uno – ehm ehm, Matthew Stafford -, ma non sfruttare i migliori anni di questo roster è un peccato.
C’è anche da dire che una squadra con una difesa del genere potrebbe mettere Fitzpatrick nella privilegiata posizione di giocare “spensierato” – anche se per lui spensierato spesso coincide con prendersi rischi folli ed inutili – consapevole che un suo eventuale – inevitabile – errore non sarà mai la fine del mondo, salvo quando giunge nell’ultimo drive: non so cosa aspettarmi da lui, lo ammetto, l’unica cosa di cui sono sicuro è che passerò l’autunno a sognare ad occhi aperti Rodgers nella capitale.
Non sarebbe male come combinazione, no?

DEFENSE

La pressione produce diamanti, gli stessi diamanti che ornano l’anello al dito di chi ha vinto un Super Bowl: i Giants spezzarono il cuore dei Patriots del 2007 grazie alla ferocia del pass rush – tiro in mezzo partite di tre lustri fa per dimostrarvi che anche io ho un background di football, che poveraccio – così come i Buccaneers, non troppi mesi fa, fecero vivere a Mahomes la peggior serata della propria carriera a suon di pressioni.

La defensive line di Washington, formata per intero da ex-scelte al primo round, è semplicemente uno dei reparti più dominanti della NFL e ciò che deve veramente spaventare è il fatto che Chase Young si presenterà ai nastri di partenza con una stagione ed un’offseason completa in saccoccia: Young ha veramente tutto quello che serve per diventare un Hall of Famer e se riuscirà ad evitare gli infortuni sarà un piacere essere testimoni della sua carriera.
Dall’altra parte della linea troviamo il sottovalutato Montez Sweat che, probabilmente, fra non troppi mesi inizierà ad essere celebrato come meriterebbe, mentre il cuore pulsante della linea è il duo Daron Payne-Jonathan Allen, interior lineman completi in grado di eccellere sia in run defense che in pass rush: muovere le catene contro una D-line del genere sarà complicato per chiunque.
Ah sì, non potevo dimenticarmi di menzionare Matt Ioannidis, pedina tanto sottovalutata quanto fondamentale che garantisce profondità e competenza qualora dovesse succedere qualcosa a uno fra Payne od Allen.
Non credo sia un caso che abbiano concluso il 2020 nella top five per passer rating, sack, passing yard, passer rating, yard per passaggio tentato, passing touchdown e punti concessi: e non finisce qui.

Al draft, infatti, al primo round hanno selezionato Jamin Davis, linebacker con tutti i mezzi atletici per trasformarsi in una stella che andrà a colmare un buco che lo scorso anno si è fatto indubbiamente sentire nel reparto difensivo, poiché negli anni Rivera ha avuto modo di “allevare” mostri sacri nella posizione come Luke Kuechly, Thomas Davis e Jon Beason: qualora l’head coach, insieme al fidato Del Rio, riuscisse a sviluppare entrambi a dovere…
Cole Holcomb e Jon Bostic sono due solidissimi veterani che senza eccellere garantiscono continuità e stabilità all’intero pacchetto di linebacker.

La secondaria beneficerà incredibilmente dell’innesto di William Jackson, cornerback reduce – esattamente, reduce – dai Cincinnati Bengals che con la propria abilità nella copertura man-to-man potrebbe sistematicamente togliere dall’equazione – o perlomeno limitare – il WR1 della squadra avversaria: dall’altra parte troviamo il sempre competente Kendall Fuller, mentre sarà interessante seguire lo sviluppo del rookie St-Juste, selezionato al terzo round dell’ultimo draft e con tratti fisici molto interessanti.
Dopo aver visto terminare il 2020 anzitempo a causa della rottura del tendine d’Achille, Landon Collins tenterà di riaffermarsi nella parte posteriore del reparto difensivo: al suo fianco ci sarà una delle rivelazioni dello scorso autunno, il sophomore Kamren Curl che in un modo o nell’altro sembra sempre trovarsi nei paraggi del pallone.
Attenzione ai vari Bobby McCain e Jeremy Reaves che potrebbero trovare modo di giocare snap importanti.

SPECIAL TEAM

Nulla da segnalare per quanto riguarda lo special team, se non la presenza di Camaron Cheeseman, long snapper selezionato al sesto round del draft perché, a quanto pare, aspettare la conclusione del draft per strappare dalla free agency un interprete di questa sottovalutata posizione è passato di moda.
Il kicker sarà il veterano (a Washington da sei anni) Dustin Hopkins – non eccessivamente preciso lo scorso anno – mentre il punter sarà Tress Way. La battaglia per un posto da returner è al momento troppo aperta per fare assunzioni su chi vincerà questo sottovalutato compito.

COACHING STAFF

Il coaching staff del Football Team è uno dei più inclusivi della lega – 3 donne al proprio interno – e solo per questo motivo merita un buon voto: se consideriamo poi quanto fatto da Rivera al primo anno al timone di una nave che imbarcava acqua pressappoco ovunque, un 7 appare più che appropriato.

Record previsto: 10-7

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Se Fitzpatrick dovesse riuscire in qualche modo a replicare quanto fatto nel 2015 a New York con i Jets, Washington potrà tranquillamente strappare un pass per la postseason come wild-card trascinata dal proprio dominante reparto difensivo.

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Mattia Righetti

Mattia, 27 anni. Voglio scrivere per vivere ma non so vivere. Quando mi cresce la barba credo di essere Julian Edelman. Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango malissimo.

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