[CFL] Weeek 18: Calgary sbarra la strada a Toronto

Con la quindicesima vittoria in stagione, gli Stampeders mettono fine alla corsa degli Argonauts verso i playoff.

TORONTO ARGONAUTS vs CALGARY STAMPEDERS 13 – 31

Nel dizionario della lingua italiana non esistono vocaboli per tradurre “stampede” e “stampeder”, perciò è necessario ricorrere ad un complicato giro di parole, per spiegarne il significato.

Il termine “stampede” indica la fuga disordinata di un branco di animali in preda al panico.

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Ancora più lunga è l’espressione necessaria per tradurre “stampeder”, che al plurale fa “stampeders”, come il nome della squadra di football.

Lo stampeder è la persona che provoca lo stampede, cioè la fuga caotica di animali spaventati.

Negli spazi ristretti di quel concentrato di bellezza che è l’Italia, non c’è posto per due parole come queste. Ma nelle sterminate praterie ai piedi delle Rocciose, accadeva di frequente di assistere ad uno “stampede”, soprattutto nella prima metà del secolo scorso, quando l’economia della regione si basava sugli allevamenti di bovini e ancor più di cavalli.

Oggigiorno l’agricoltura della zona è ancora un capitolo redditizio, ma dagli anni ’50 in avanti Calgary ha cambiato radicalmente volto, diventando il cuore pulsante dell’Alberta petrolifera, seconda riserva di oro nero al mondo dopo l’Arabia Saudita.

La città, che oggi conta circa un milione di abitanti, è costituita da un nucleo centrale dove svettano i grattacieli delle compagnie petrolifere; tutt’intorno si stende una prima cintura periferica, fatta di grandi arterie stradali intasate, enormi distributori di benzina, centinaia di concessionarie auto, brutti centri commerciali e grandi alberghi dall’architettura anonima; l’anello più esterno ospita i graziosi quartieri residenziali; le industrie, peraltro scarse in una economia che vive senza troppi sacrifici dei proventi del petrolio, sono dislocate a debita distanza dal nucleo abitato.

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Circa 80 chilometri ad ovest della città si innalzano le Rocky Mountains, con le bellezze mozzafiato di Lake Louise e delle vette circostanti.

Il McMahon Stadium, sede esclusiva dei Calgary Stampeders, si trova al confine tra il secondo e il terzo anello periferico della città, accanto agli spazi ben curati della zona universitaria.

Con una capienza più adatta ad un grosso paese che non a una metropoli, in occasione di ogni partita al McMahon si celebra il ricordo dei tempi passati, quando Fort Calgary era terra di cowboy, il petrolio non era ancora stato scoperto e il mezzo di trasporto ufficiale era il cavallo anziché i mastodontici pickup dei giorni nostri.

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Davanti allo stadio un gigantesco braciere, carico di salsicce bruciacchiate, accoglie i tifosi prima dell’inizio della partita; all’interno dell’arena, ogni touchdown degli Stampeders è celebrato con la corsa di un cavallo bianco, montato da un cavaliere rigorosamente in abiti da far west; il cavallo percorre al galoppo tutto il perimetro del campo, mentre il cowboy con una mano tiene le redini e con l’altra sventola il vessillo rosso e nero della squadra.

Il risultato è un’atmosfera caratteristica, un miscuglio tra rodeo e sagra.

I Calgary Stampeders videro la luce ufficialmente nel 1945, anche se le prime squadre, impegnate a giocare l’antenato del football, in questa zona erano in azione già dal 1909.

Da allora gli Stampeders hanno vinto sette volte la Grey Cup, hanno attraversato un ventennio difficile tra l’inizio degli anni ’70 e la fine degli ’80, ma hanno ritrovato nuova linfa sotto la guida dell’head coach italo canadese Wally Pasquale Buono, che per una dozzina di anni riportò i rosso neri in testa alle classifiche e alla conquista di tre Grey Cup.

Nel 2003 Buono lasciò Calgary per Vancouver, sede dei B.C. Lions. Al suo posto subentrò con successo John Hufnaghel, fino a quest’anno, quando “Huf” passò a ricoprire la carica di General Manager, cedendo il testimone Dave Dickenson. Nella lunga storia della CFL, nessun head coach al debutto è mai riuscito a raccogliere i risultati di Dickenson.

Sotto la sua guida gli Stampeders hanno conseguito fino ad ora 15 vittorie, una sola sconfitta (proprio per mano dei Lions di Buono) e un pareggio. Hanno già vinto matematicamente la West Division, ma nelle due giornate, che ancora restano da giocare prima dei playoffs, si apprestano a strappare agli Edmonton Eskimos il primato della miglior regular season mai disputata. Gli Eskimos riportarono il record di 16-2 nel 1989; gli Stampeders nel 2016 sono proiettati verso un ancora migliore 16-1-1.

Toronto Argonauts' Jermaine Gabriel, left, tries to bring down Calgary Stampeders' Jamal Nixon with his teammates during first half CFL football action in Calgary, Friday, Oct. 21, 2016.THE CANADIAN PRESS/Jeff McIntosh

I Toronto Argonauts videro la luce per la prima volta nel lontano 1873; da allora è cambiato decisamente il football, è cambiata la lega in cui giocano, risalendo l’attuale CFL al 1958, ma gli Argonauts esistono ancora con il loro vecchio nome e questo fa di loro la squadra professionistica più antica del Nord America.

Sono anche la squadra che ha vinto più Grey Cup, ben 16, mentre le loro apparizioni in finale di campionato ammontano a 22. Per questo i Toronto Argonauts sono la squadra della CFL più famosa al mondo: quando si dice “football canadese”, tutti pensano ai “Toronto Argonauts”.

Ma al contrario di Calgary, per la franchigia dell’Ontario il 2016 è stata un’annata da dimenticare. Con un record 5-12, dopo la sconfitta di venerdì sono precipitati all’ultimo posto della classifica della divisione Est. Eppure, fino alla fine del secondo tempo, ancora potevano coltivare la speranza di guadagnarsi un posto ai playoff, complice la debolezza della East Division, a cui appartengono. Ma la vittoria su Ottawa degli Hamilton Tiger Cats, conclusa in overtime pochi minuti prima che a Calgary iniziasse l’intervallo, ha assegnato, agli storici rivali degli Argo, l’ultimo posto ancora disponibile nella post-season.

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Eppure l’incontro tra i primi e gli ultimi non è stata una partita a senso unico.

Dopo il primo field goal degli Stampeders, gli Argonauts riescono a coronare con successo un down caratterizzato da un doppio errore.

Il QB 36enne Ricky Rey, un posto già assegnato nella Hall of Fame, è costretto ad irrompere fuori dalla tasca già crollata ed affrettare il lancio. Il bersaglio sbaglia la presa, la palla rimbalza via dalle mani del ricevitore e viene raccolta con un’azione funambolica da Diontae Spencer, che parte in corsa e per un soffio non entra in endzone. Sul successivo 1st and goal Rey lancia con precisione per il RB Whithaker, che segna il TD del vantaggio, convertito con successo dal kicker Hajrullahu. Il punteggio si porta 7-3 in favore degli sfavoriti Argonauts.

Gli Stampeders replicano al drive immediatamente successivo con un field goal, che lascia ancora agli ospiti un modestissimo vantaggio: 7-6.

Ma all’inizio del secondo quarto, l’avanzata dei padroni di casa è irrefrenabile, soprattutto grazie alla formidabile offensive line e alle corse di Jerome Messam, che quest’anno svetta come miglior runningback della lega. Ad una iarda dalla goal line, il QB Bo Levi Mitchell, probabile MOP 2016, lascia il posto al QB canadese Andrew Buckley, che segna personalmente il primo TD per i rosso-neri. La successiva conversione da due punti porta gli Stampeders decisamente in vantaggio: 7-14.

Un FG a testa prima dell’intervallo, aumenta il punteggio 10-17.

Dopo il ritorno in campo, ancora un FG di Toronto accorcia le distanze e riaccende le deboli speranze di vittoria: 13-17.

Ma da questo momento in avanti saranno solo gli Stampeders a dettare legge, mentre gli Argonauts, costretti a tentare il tutto e per tutto, saranno costretti ad accollarsi rischi che apriranno la strada alle incursioni avversarie. Due touchdown messi a segno dal WR 23enne Da Varis Daniels, miglior candidato al titolo di rookie dell’anno, consegnano ai padroni di casa la vittoria netta di 13-31.

ALTRI RISULTATI

HAMILTON TIGER-CATS vs OTTAWA REDBLACKS 39-36

La vittoria in trasferta consegna ai Tiger-Cats l’ultimo posto disponibile ai playoff, escludendo definitivamente Montreal e Toronto dalla corsa verso la post-season.

MONTREAL ALOUETTES vs SASKATCHEWAN ROUGHRIDERS 19-14

La tormentata franchigia del Quebec, alle prese con l’ennesimo cambio di QB e di HC, riesce a fermare la corsa vincente di fine stagione dei Roughriders, staccandosi dall’ultimo posto in classifica.

EDMONTON ESKIMOS vs B.C. LIONS 25-32

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Un confronto importante per due squadre che hanno entrambe già ottenuto la qualifica ai playoff. Per i Lions era importante vincere, allo scopo di strappare a Winnipeg il secondo posto nella divisione ovest e giocare la semifinale dei playoff nel proprio stadio di Vancouver. Ma per Edmonton questa sconfitta potrebbe risultare ancora più redditizia.

La squadra che finirà quarta nella divisione ovest, piazzamento attualmente occupato proprio dagli Eskimos, eseguirà il crossover, cioè andrà a disputare i playoff nella divisione Est, dove le concorrenti sono meno agguerrite. Perciò il quarto post della West Division potrebbe trasformarsi in una autentica autostrada verso la Grey Cup.

LA CLASSIFICA

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y – Vincitrice Division / x – Ammessa ai Playoff

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Isabella Rampini

Ha scoperto il football quando cercava uno sport in cui ambientare il suo primo romanzo ufficiale, “Una stagione in provincia”. Da allora non ha più smesso di seguirlo. Avendo una passione insensata per i vice e i numeri due, ama la Canadian Football League ancora più che la NFL.

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