NFL Preview 2016: Minnesota Vikings

Un field goal da 27 yard, solitamente, non gode nemmeno del beneficio del dubbio. Finisce tra i pali e basta. Era destino, però, che una delle migliori stagioni dei Vikings degli ultimi anni si dovesse fermare al Wild Card Game contro i Seahawks, tra mille rimpianti.

Il ricordo dell’ultima stagione dovrà perciò focalizzarsi sulla magica regular season da 11 vittorie, compresa quella al Lambeau Field contro i Packers per conquistare il trono di NFC North per la prima volta dal 2009 a questa parte.

Una offseason che ha allontanato pochi pezzi pregiati da Minneapolis, per altro sostituiti con grande rapidità in un Draft di buon livello, può considerarsi un successo per una squadra dimostratasi vincente.

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Anche se, allo stesso tempo, è mancato quel salto di qualità decisivo per competere direttamente per l’anello. L’arrivo di Alex Boone ed Andre Smith, volto a potenziare una linea offensiva davvero poco convincente, non sembra poter essere una soluzione definitiva ai problemi di chi dovrebbe aprire la strada al talento da cui dipendono le sorti dei Vikings, Adrian Peterson.

OFFENSE

Tornando subito alla linea offensiva, difficilmente coach Mike Zimmer sarà in grado di presentare cinque uomini affidabili in campo. Boone e Smith sono certamente due giocatori esperti e con una buona carriera alle spalle, ma i tempi del Pro-Bowl sono passati da anni e non è certa la loro tenuta su ottimi livelli.

L’arrivo di Willie Beavers al quarto giro (n°121) del Draft porta in città uno dei tackle con i numeri peggiori l’anno passato al college. Il fatto che probabilmente verrà spostato a guardia non lo rende comunque un giocatore su cui fare affidamento e la scelta non convince.

Al primo giro, con la numero 23, è arrivato un wide receiver, come previsto, in Laquon Treadwell. Prospetto inizialmente giudicato tra le primissime scelte, è poi calato di gradimento per i dubbi sulle sue abilità sul profondo e la scarsa velocità per il ruolo. Resta comunque un rookie di grande portanza fisica, che potrà dare una grande mano in red zone, dove Minnesota ha avuto non poche difficoltà l’anno passato.

Bridgewater Vikings

Il fatto che Teddy Bridgewater non sia un quarterback che ami lanciare nel traffico, però, potrebbe creare problemi. A convincere nel suo anno da rookie è stato Stefon Diggs, atteso ad una conferma sull’intera stagione dopo le 720 yard con 4 touchdown in 13 presenze nella scorsa regular season.

Certo è che Bridgewater, considerando anche l’ottimo tight-end Kyle Rudolph, dovrà alzare l’asticella, perché 3.231 yard e 14 touchdown pass, pur con soli 9 intercetti, sono numeri insufficienti per il pur giovane quarterback. Ai tifosi di Minnesota non resta che sperare che Peterson confermi almeno in parte una regular season pazzesca da 1.485 yard e 11 touchdown, che lo ha riportato al vertice tra i runningback NFL.

DEFENSE

Tanti giocatori il cui rendimento è fuori discussione vanno invece a comporre un reparto difensivo di grande valore. Importante la conferma in free agency del cornerback Terrence Newman, che garantisce la giusta esperienza, oltre ad aver raccolto 12 pass deflected e 3 intercetti, in un ruolo in cui Tray Waynes ha ancora tutto da dimostrare dopo un anno da rookie tra luci ed ombre e Mackensie Alexander, seconda scelta (n°54) allo scorso Draft, pur dando l’idea di essere una possibile steal, dovrà adattarsi con pazienza ad uno stile di gioco che sembra non essere il più conforme alle sue caratteristiche.

Vikings Defense

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Il front seven presenta un talento dalle potenzialità pressoché infinite in Anthony Barr, su livelli stratosferici al secondo anno nella Lega con i suoi 68 tackle, 3.5 sack, 7 pass deflected e 3 fumble forzati. Inoltre, a guidare un reparto che ha fatto la differenza nei tanti successi dei Vikings, c’è uno dei migliori uomini di linea difensiva nel panorama NFL, Linval Joseph, affiancato da nomi importanti, tra cui Everson Griffen, leader di squadra con 10.5 sack nel 2015.

Kentrell Brothers, scelta numero 160 al Draft, potrebbe rivelarsi una sorpresa qualora trovasse spazio. Detto dei cornerback, a cui si aggiungono le prestazioni importanti di Xavier Rhodes, in calo un anno fa rispetto al 2014, la secondaria è completata dalle safety Michael Griffin, in arrivo dai Titans dopo due stagioni consecutive oltre i 100 tackle realizzati, ed Harrison Smith, 4.5 sack, 7 intercetti e 12 pass deflected in due annate che lo hanno confermato tra i migliori esponenti nel ruolo.

Pochi cambiamenti, dunque, per confermarsi ad alti livelli senza modificare troppo il meccanismo di squadra.

COACHING STAFF

Mike Zimmer ha portato i Vikings ad un miglioramento notevole nelle due stagioni in cui è stato head coach, superando il 50% di vittorie (e non di poco) dopo il 7-9 con cui aveva esordito sulla panchina di Minnesota. Fenomenale esperto della fase difensiva, non a caso tra le migliori nel 2015, sta provando in tutti i modi a regalare anche a Bridgewater un reparto in cui possa crescere, soprattutto in termini mentali e di leadership.

mike zimmer vikings

George Edwards è stato confermato, allo stesso modo, per la terza stagione da defensive coordinator dei Vikings, con cui, insieme a Zimmer, sta costruendo una delle migliori realtà in NFL.

Tre anni a Minneapolis anche per Norv Turner, offensive coordinator con un’esperienza di oltre 30 anni e due Super Bowl all’attivo da OC dei Cowboys. Esperienza tra i giovani talenti, ciò che serve nel reparto, anche se Turner dovrà convincere maggiormente rispetto agli scorsi due anni.

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I nostri voti

Offense - 6.5
Defense - 7
Coaching Staff - 6.5

6.7

Un attacco con poche certezze assolute, non fosse per l'eccezionale Peterson, una difesa al contrario solida e di valore, guidata da un coaching staff abile. Una stagione nuovamente vincente potrebbe non essere una sorpresa.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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2 Commenti

  1. Voti discutibili?
    Come può la difesa valere solo mezzo voto in più del pessimo attacco?
    Come può valere meno della difesa dei Raiders e come la difesa dei Giants (due ottimi innesti non valgono quanto una difesa già affermata)?
    Una squadra che ha il suo cuore in coach Zimmer non può valere come il pessimo attacco.
    E ultimo, il voto finale, davvero considerate i Vikings una squadra da 6,7? Alla pari dei Giants e Texans? E coì tanto inferiore ai Raiders?
    I miei personali voti
    Attacco: 6
    Difesa: 7,5 se non 8 (mi sembra giusto avere lo stesso voto dei Raiders)
    Coaching Staff: 7

    Voto finale un onesto 7

    1. Ciao Matteo,

      essendo l’autore delle preview su Vikings, Giants e Texans ti spiego le mie scelte riguardo ciò che ho scritto, i Raiders sono opera di un altro redattore e non conosco le sue motivazioni.

      A mio parere l’attacco di Minnesota ha in Adrian Peterson una certezza assoluta, capace di alzare il voto (6) che avevo inizialmente pensato per il complesso del reparto e che condividiamo, di quel mezzo punto oltre la sufficienza. La difesa è certamente ottima, sotto la guida di Zimmer è diventata uno dei reparti migliori in tutta la NFL, ma a mio parere resta inferiore ai Texans. Ecco spiegato il 7 nei confronti del 7.5 dato a Houston. Il 7 dato ai Giants è un rischio, come giustamente mi fai notare, ma parliamo di tanti innesti durante l’estate (non soltanto due) che regalano quantità e qualità in abbondanza.

      Il motivo per cui Minnesota è stata “penalizzata” nei confronti di altre realtà meno affermate e meno squadra al momento come Houston e New York è un’offseason troppo silenziosa, che si apre alla rincorsa di chi invece è cresciuto tanto.

      Apprezzo comunque molto il tuo commento perché ha permesso di aprire un interessante dibattito.

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