[NFL] Week 10: Carson Palmer Is For Real (Arizona Cardinals vs Seattle Seahawks 39-32)

Gli Arizona Cardinals vincono 39-32 la super sfida del CenturyLink Field di Seattle, si portano a +3 sulle inseguitrici nella NFC West e confermano che, almeno per ora, la division sia di loro proprietà.

C’erano onestamente delle perplessità sui Cardinals di coach Arians: il team dell’Arizona arrivava alla delicatissima sfida di Seattle con un ottimo record, 7-2, ma anche con un paio di sconfitte gravi, in cui la squadra aveva sciupato ottime occasioni per portare a casa il risultato.
Di conseguenza la trasferta sul campo dei vicecampioni e due volte finalisti NFL era l’ideale per valutare la vera consistenza del team ospite. Dietro ad un Palmer ancora una volta monumentale, gli ospiti hanno dominato nel primo tempo, poi hanno subito il rabbioso ritorno di Seattle, ma quando sembrava che ormai l’inerzia fosse dalla parte dei padroni di casa, hanno sfoderato un grandissimo drive che ha ribaltato in modo definitivo il punteggio.

Seattle ha perso una invece una ghiotta occasione per rientrare in lizza per la supremazia della division anche se, con un record di 4 vittorie e 5 sconfitte, assolutamente nulla è compromesso nella lotta per i playoff (in questo momento l’ultimo team a disputare la post season sarebbe Atlanta che ha un record di 6-3).

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Parlavamo di un Carson Palmer in forma strepitosa: il quarterback da USC ha fatto di tutto per dar ragione a coloro che lo vogliono in lizza per l’MVP della Lega. Vero, ha lanciato un terribile intercetto in end zone nel primo quarto: terribile sia come decisione che come esecuzione, ma per il resto ha completato 29 passaggi su 48 per 363 yard, un intercetto ma ben tre mete contro la celeberrima Legion of Boom, uno dei secondari più forti dell’intera Lega.
E nei passaggi che sono rimasti in aria per più di 10 yards l’ex Bengal ha fatto 14 su 18 nonostante le notevoli botte prese da una difesa di Seattle che non ha mai cessato di inseguirlo e mettergli pressione per un computo totale di 3 sack e 15 hit.

Giova ricordare come la passata stagione di Carson Palmer sia durata solo 6 settimane, poi il regista originario di Fresno andò k.o per la rottura del legamento crociato del ginocchio, mentre domenica a Seattle Palmer si è mosso benissimo all’interno della tasca, dimostrando di essersi completamente ripreso.

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Sempre l’anno scorso, alcuni avevano pronosticato un Fitzgerald ormai sul viale del tramonto, ma nel 2015 il veteranissimo receiver sta invece dimostrando di essere vivo e vegeto: contro Seattle sono arrivate 10 palle catturate per 130 yard, che portano il totale stagionale del “nostro” a 65 ricezioni per 836 yard, prestazione che lo pone al quinto posto fra i pari ruolo della NFL. E con Seattle il compito di Fitzgerald non è stato solo quello di agguantare palloni: il longilineo receiver ha infatti ingaggiato spesso furiose battaglie con la safety di Seattle Chancellor, uno che non scherza di certo.

L’altro protagonista in casa Cardinals è stato Michael Floyd che ha portato a casa 113 yard in 7 ricezioni ma soprattutto ha segnato due mete, la seconda delle quali grazie ad un movimento da fantascienza sulla sideline. Fra i receiver da segnalare anche la prestazione del tight end Gresham che, pur non avendo fatto sfracelli a livello statistico, è stato prezioso con i suoi blocchi sul rushing game ed ha segnato la meta che ha portato avanti definitivamente i Cardinals.

Senza infamia e senza lode invece la prestazione di quello che ormai è il runner titolare di Arizona, quel Chris Johnson che sembra aver trovato una seconda giovinezza nel deserto pur giocando con una pallottola ancora conficcata nella spalla, frutto di una sparatoria di cui è stato vittima a marzo: il k.o. subito dal “trattore” Iupati sicuramente non la ha favorito e la media di 2,3 yard a portata è decisamente deficitaria ma nel finale ha contribuito anche lui a chiudere la porta in faccia al team di casa.

In difesa ancora una grande prestazione dell’End Calais Campbell anche se il numero 93 non è stato devastante come in altre occasioni nella pass rush. In generale comunque buona prestazione di tutto il secondario che a parte un paio di big play, ha reso difficile la giornata a Wilson, con la safety Jefferson che si è distinta in copertura.

Lo scorso anno Seattle iniziò proprio contro Arizona a fine novembre la cavalcata che portò gli uomini di Carroll senza più sconfitte fino al Superbowl poi perso nel modo in cui tutti sapete. Stavolta invece la sconfitta con i ragazzi di Arians complica non poco i piani dei Falchi, anche se la stagione è ancora lunga e ai vicecampioni non fa certo difetto il talento.

Contro Arizona il regista Wilson è stato autore di ottime giocate ma ha anche all’attivo un intercetto e un deficitario 5 su 14 sotto pressione. Oltre a tutto Wilson è sicuramente letale quando esce dalla tasca, ma nel complesso è uno dei quarterback più “saccati” della Lega perché con questo suo continuo movimento rende difficile il lavoro della linea offensiva.
Contro Arizona i cinque linemen offensivi hanno giocato in modo discreto contro il passaggio, mentre hanno subito l’urto della linea difensiva ospite nel rushing game, e infatti un Lynch che ha lottato generosamente pur non essendo al meglio, è stato spesso intercettato ancora prima di arrivare alla line of scrimmage anche se in ogni caso le 42 yard guadagnate da Beast Mode in otto portate sono un buon bottino.

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Lynch Russel Seahawks

Tra i ricevitori molto bene Baldwin che dopo una partenza in sordina è stato inarrestabile ed ha chiuso con 7 ricezioni per 134 yard e una meta. Dopo di lui praticamente il vuoto, visto che ci sono le 40 yard di Richardson venute tutte in una volta, e le 41 di un Graham che però anche contro Arizona ha confermato di essere quasi un oggetto estraneo al gioco offensivo del suo team, e solo la copia sbiadita del fenomeno visto a New Orleans.

Il rendimento della difesa di Seattle va invece diviso in due: il front seven, dagli end Avril e Bennett ai linebacker Wagner e Wright, ha disputato un’ottima partita sia contro la corsa sia nella pass rush, mentre ha clamorosamente deluso la famosa Legion of Boom; l’ottimo secondario in maglia blu ha concesso numerosi big play, e fra quelli più in difficoltà c’è stata una delle stelle del gruppo, il cornerback Sherman che ha concesso 5 ricezioni per 67 yard e un touchdown.

In avvio del match però Arizona sembrava confermare la tradizione negativa da guinness dei primati: il “tre e fuori” per un totale di 3 yards portava infatti a 23 il numero dei drive dei Redbirds contro Seattle senza un touchdown. Gli uomini di Carroll, per il quale tra l’altro il regista dei Cards Palmer aveva giocato al college, facevano solo leggermente meglio, chiudendo un down grazie a due passaggi di Wilson, ma poi una penalità di facemask del tackle Gilliam faceva naufragare anche la serie dei locali.

L’attacco di Arizona tornava in campo e stavolta la musica era diversa: Palmer indovinava tre passaggi in rapida successione a Floyd e Fitzgerald per 37 yards quindi Arizona chiudeva un terzo e 12 grazie ad un’altra penalità, stavolta di holding, a Snead. Poi erano il tight end di riserva Fells e Ellington, runner titolare ad inizio anno ma ora dietro a Chris Johnson, a portare gli ospiti sulle 6 grazie ad altre due palle corte catturate. E qui, sul terzo and goal, Palmer commetteva forse l’unico errore del match: un lancio a Floyd sotto doppia copertura e più nelle mani della safety Thomas che in quelle del wideout in biancorosso.

I Seahawks recuperavano così l’ovale ma il secondo possesso di Seattle non era migliore del primo: stavolta arrivavano due penalità quasi di seguito e da un secondo e 25 Wilson e compagni non riuscivano di nuovo a chiudere un down. Arizona ripartiva con un gran lancio di Palmer ad uno scatenato Fitzgerald in una fase in cui i Cardinals sfruttavano molto la cosiddetta play action, la finta di corsa e poi il lancio, avendo notato la fulminea reazione dei linebacker di Seattle che salivano molto velocemente verso la line of scrimmage sui giochi di corsa, lasciando così ampi spazi per i receiver ospiti.

Sulle 12 di Seattle però il runner Johnson cercava, su una corsa a sinistra, per sfuggire all’arcigna difesa di casa, ma così facendo perdeva ben 8 yard, e Arizona era costretta ad accontentarsi del field goal. Ma il pessimo attacco di Seattle del primo tempo toccava il fondo subito dopo: in seguito alla terza penalità della linea offensiva in altrettanti drive, i Seahawks giocavano un primo e 20 sulle loro 12: Wilson tentava di sfuggire alla carica dei difensori dei Cardinals ma si scontrava con il tackle Okung e perdeva l’ovale che finiva nell’area di meta dei locali. Qui lo stesso Wilson era bravo a recuperarlo, ma la safety era inevitabile.

Germaine Grisham Arizona Cardinals

La palla tornava così all’attacco di Arizona che spingeva sull’acceleratore: Palmer si muoveva benissimo nella tasca nonostante la caccia dei Seahawks mentre John Brown faceva ammattire un mostro sacro come Sherman, e così arrivavano una pass interference contro lo stesso Sherman poi due completi su Floyd e Gresham ed un’ottima corsa di Chris Johnson da 8 yard. Sulle sue 21 la difesa di Seattle metteva a segno un gran sack di Rubin, ma i Cardinals, imperturbabili, proseguivano nel loro ottimo momento, così su un terzo e 14 dalle 27, Palmer sfidava sul profondo la Legion of Boom, Sherman aveva un attimo di esitazione su quale receiver coprire e quando tornava su Floyd, il vero obiettivo del qb ospite, era troppo tardi: 0-12 e solo Arizona in campo.
L’unico, vero problema in casa Cardinals era che durante il drive andava k.o. per un problema al collo la fortissima guardia Iupati, e senza di lui il rushing game dei Redbirds non sarebbe stato più lo stesso.

Seattle tornava in attacco, ma puntuale arrivava la penalità per holding, stavolta del tight end Graham, e il reparto di coach Bevell confezionava l’ennesimo “tre e fuori”. Peterson però tornava alla grande il punt di Ryan e Arizona ripartiva ampiamente in territorio avversario. Due giochi corti, poi Palmer faceva partire un gran tracciante ancora per Floyd che al limite della sideline batteva Cary Williams con una ricezione da circo e per un pelo riusciva ad entrare nel piloncino, con gli ospiti che salivano così 19-0 e Floyd che segnava per la quarta gara consecutiva.

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A questo punto mancavano 4 minuti alla fine del primo tempo, e Seattle aveva totalizzato 8 yard di pass. Con le spalle al muro però i ragazzi di Carroll mostravano grande orgoglio e grazie a due corse, una di Lynch e una di Wilson e a due lanci dello stesso Wilson, con quello a Richardson che fruttava ben 40 yard, entravano finalmente nella red zone ospite.
Una penalità dell’ottimo Mathieu li portava poi addirittura sulla 1 da dove il fullback Tukuafu sfondava la difesa ospite per il 7-19.

Mancavano però ancora quasi due minuti e i ragazzi di Arians non si facevano certamente pregare per segnare altri punti: Palmer completava quattro passaggi su quattro per 44 yard e allo scadere della prima metà Catanzaro fissava il punteggio sul 7-22. Nell’intervallo un dato era particolarmente significativo: dopo 30 minuti di football i Cardinals erano già a 185 yard guadagnate sul passing game contro una difesa che era la seconda della NFL con una media di 186 yard subite in tutto a partita.

Nel secondo tempo Seattle sembrava voler iniziare dando maggior libertà al rushing game, ed arrivavano così le ottime corse di Lynch e Rawls da 16 e 13 yard, quindi Wilson trovava Graham che guadagnava altre 30 yard ma alla fine il team di casa doveva accontentarsi di 3 punti. In questo avvio di seconda frazione l’attacco dei Cardinals andava invece improvvisamente in letargo, così arrivava subito un tre e fuori.
Gli ospiti sembravano non patirne, poiché nella serie seguente Wilson si faceva intercettare da Mathieu e un paio di minuti dopo Catanzaro riportava a +15 i Cardinals.

Seahawks Cardinals

L’inerzia del match stava però lentamente cambiando e Seattle si riportava ad una segnatura di distanza in un lampo: due ricezioni, la seconda delle quali in touchdown, di un Baldwin fin lì incolore, facevano risalire Seattle al 17-25. Arizona era incapace ora di muovere palla sulla terra, mentre la parte destra della linea si scopriva clamorosamente vulnerabile alla pass rush di Seattle, con Palmer che veniva colpito spesso. E su uno di questi assalti, Seattle riapriva definitivamente il match: nessuno bloccava l’end Avril che saccava Palmer e gli faceva perdere il pallone.

La difesa di Seattle riportava l’ovale in meta con Wright ma lo stesso difensore era in precedenza toccato e atterrato dallo stesso Palmer a tre yard dalla meta dunque l’azione veniva giudicata morta a 180 centimentri dalla end zone. Poco male però per Seattle che segnava lo stesso con Lynch poco dopo. La trasformazione non andava a buon fine e si restava con Arizona a +2.
Due minuti dopo però altra frittata della linea offensiva di Arizona che stavolta faceva entrare indisturbato il linebacker Wright. Altro sack, altro fumble, ma stavolta il recupero dell’ovale di Wagner era decisivo: ritorno in meta da 22 yard e Seattle a +4.

Chi si aspettava però una Arizona ormai in balia dell’avversaria commetteva un grosso errore: come se nulla fosse i Cardinals aggiustavano un pochino gli schemi di bloccaggio e riprendevano a macinare yards: Palmer faceva 4 su 5 per 41 yard, poi una penalità di Wagner regalava il primo down ai ragazzi di Arians sulle 34 ospiti, e da qui ancora il passing game grazie ad un numero pazzesco di Jaron Brown e ad uno di precisione del tight end Gresham confezionava il nuovo sorpasso.

Seattle aveva ancora un mare di tempo, oltre otto minuti e mezzo, ma quasi come se la rimonta avesse esaurito le energie dei Seahawks la serie seguente faceva fatica ad arrivare persino a metà campo e anzi Wilson era fortunato che Mathieu mancasse un intercetto in modo clamoroso.
In ogni caso la palla tornava agli ospiti, con Arizona che aveva la possibilità di infliggere il colpo del k.o. e non se la lasciava scappare: Chris Johnson cuoceva ancora un po’ la difesa, poi quasi a metà campo Ellington infilava un corridoio sulla sinistra e la difesa di casa non riusciva più a prenderlo.

Nel two minutes warning Seattle segnava ancora tre punti grazie ad Hauschka, con l’onside kick della disperazione che però finiva nelle manone di Fitzgerald che sigillava la partita e dava ai Cards una spinta forse decisiva verso i playoff.

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