[NCAA] Il riassunto della settima settimana NCAA
Il giro di boa della NCAA ha portato con sé alcune conferme, tante sorprese, sia positive che negative, e presentava ben tre match clou di giornata che vedevano di fronte 6 squadre tutte nella top 12 del ranking.
Nell’altra grande sfida delle 21.30, Alabama riusciva a domare gli Aggies guadagnando due posizioni in classifica mentre la partita della notte tra LSU e Florida ha decretato vincitori i Tigers che si avvicinano sempre di più al tanto sospirato 4 posto e mantengono il comando della SEC West.
Nelle prime due posizioni non cambia nulla con Ohio State che domina la difesa di Penn State, e Baylor che continua macinare yard e punti nella vittoria contro West Virginia. Si danno il cambio invece al terzo e quarto posto Utah, che vince in casa contro i Sun Devils e TCU, che nonostante abbia trovato difficoltà nella prima parte, ha poi dilagato contro Iowa State. Scende di un gradino Clemson, nonostante la vittoria senza patemi contro Boston College, e sempre nella ACC, guadagna due posizioni Florida State vincente in casa contro i Cardinals di Louisville.
Un gran balzo in avanti lo compiono nell’ordine Stanford, che sembra aver trovato ormai il giusto equilibrio nella vittoria schiacciante di giovedì notte contro UCLA e si trova al posto 10, Notre Dame che vince contro una USC ormai in caduta libera e Iowa, la vera sorpresa del momento, che vince la sfida interna alla BIG 10 contro Northwestern.
Approfittano di alcune sconfitte anche le due rappresentanti di Oklahoma con i Cowboys che non sono scesi in campo per il bye mentre i Sooners si godono una grande Mayfield nello shoutout contro Kansas State.
Grande movimento in fondo alla classifica con la sorpresa Memphis che riesce nell’impresa di battere Ole Miss grazie ad un grande Paxton Lynch ed entra direttamente alla 18; Toledo e Houston avanzano con le vittorie rispettivamente su Eastern Michigan e Tulane mentre chiudono la top 25 le altre due new entry Temple, che doma UCF, e Pittsburgh, vincente contro Georgia Tech grazie ad un fg all’ultimo minuto.
Michigan State vs Michigan 27-23
Una sfida bellissima, due grandi squadre in una cornice di pubblico da favola e con un finale thrilling che neanche il miglior Hitchcock sarebbe riuscito ad immaginare. Ad uscire vittoriosi dal gameday della week 7 di NCAA, sono alla fine gli Spartans cui va dato il merito di averci creduto fino alla fine anche quando le percentuali di vittoria erano ormai sotto il 2%. Ma nel football, si sa, non è finita fino a quando il cronometro non segna lo 0 e questo i Wolverines se lo ricorderanno a lungo.
La squadra di Jim Harbaugh infatti, sostenuta dagli oltre 105.000 presenti ad Ann Arbor, ha avuto il pallino del gioco per buona parte della gara, grazie ad una difesa solida, sopratutto sulle corse, e dando l’impressione di poter controllare Cook e compagni. Tuttavia, proprio ad un passo da quella che sarebbe stata una vittoria meritata, la tenuta mentale di Michigan ha fatto crack consentendo poi la rimonta dei “cugini”; mantenere la concentrazione altissima per tutta la durata della partita, sarà un fattore su cui Harbaugh dovrà ancora lavorare se vorrà portare la sua squadra ad un livello superiore.
Al contrario Michigan State, si gode questa vittoria, inaspettata per come si erano messe le cose in campo, e continua da imbattuta il suo cammino per un posto ai playoff. Per i ragazzi di Dantonio, che hanno faticato per tutta la partita, questa sfida aumenta ancora di più la consapevolezza nei proprio mezzi e rende ancora più in discesa il proseguo di stagione in attesa del big match contro Ohio State.
La partita stenta a decollare e, con la tensione a farla da padrone, gli attacchi risentono della pressione delle difese, sopratutto nel primo quarto che infatti si conclude senza punti.
Ad inizio del secondo quarto però la partita si infiamma e sono i padroni di casa a dare una scossa alla sfida passando in vantaggio con una corsa in situazione di goal line di Houma. Gli Spartans tuttavia non si scompongono e pareggiano il conto subito dopo con una corsa di Scott per 11 yard ma subiscono nel drive successivo il nuovo vantaggio dei Wolverines con un fg di Allen.
Al rientro dopo l’intervallo lungo le cose non cambiano ed è ancora Michigan ad andare a segno sempre con Houma in regime di goal line, che chiude in TD un drive lunghissimo in cui gli arbitri hanno dovuto rivedere le azioni per ben 4 volte. La squadra di Dantonio però è dura a morire e Kings si iscrive alla partita, accorciando le distanze dopo un gran passaggio di Cook per 30 yard. Tra la chiusura del terzo e l’inizio dell’ultimo quarto la squadra di Harbaugh allunga ancora con due fg del solito Allen ma subisce il TD del -2 ad opera di Scott che mette a segno il suo secondo sigillo personale.
Con 8 minuti da giocare gli Spartans si buttano in avanti per cercare il sorpasso ma la difesa di Michigan non lascia passare neanche un spillo, e si arriva così al gioco chiave della partita e forse dell’anno; Cook a 1.47 dalla fine non riesce a convertire il 4&19 e restituisce la palla agli avversari che ricorrono al RB Smith per far passare il tempo. Con dieci secondi da giocare ed il 4 down da convertire, Harbaugh opta per il punt ma O’Neill, che fino ad allora aveva fatto un’ottima partita, perde il pallone dopo lo snap e nel tentativo di calciarlo lo consegna involontariamente a Watts-Jackson che ricopre le 38 yard fino alla endzone con i suoi compagni di squadra che bloccano i tentativi di placcaggio di Michigan consentendogli di varcare la linea, scatenando il tripudio dei suoi tifosi e lasciando nella disperazione più totale i fans dei Wolverines.
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Florida vs LSU 28-35
L’ennesima grande prestazione di Leonard Fournette, unita alla grande astuzia di Les Miles, consentono ai Tigers di battere nella Death Valley i Gators, in quello che era il match clou nella notte di sabato. Questa vittoria consente ad LSU di proseguire indisturbata il viaggio verso i playoff e di rimanere ai vertici della SEC West dove tiene momentaneamente a bada i ‘Tide di Alabama.
La squadra di Miles, ancora una volta, costruisce questa vittoria nel primo tempo della sfida e, nonostante lo svantaggio iniziale, ha saputo rispondere subito grazie alle corse di Fournette e ad un Harris ieri particolarmente ispirato.
Poi come spesso è successo in questa stagione, i Tigers si sono lasciati andare nel secondo tempo, consentendo il ritorno di Florida e soltanto un trick play, insieme ad una difesa stoica nei momenti chiave, ha permesso ad LSU di portare a casa una vittoria fondamentale.
Per i Gators invece si tratta di una sconfitta accettabile, anche in virtù del fatto che non si sapeva come avrebbero reagito i giocatori alla squalifica di Will Grier. Eppure, nonostante le poche rassicurazioni della vigilia, il backup Treon Harris ha disputato una grande partita, spazzando via ogni dubbio e tenendo a galla la propria squadra nei momenti più critici. Questa sconfitta però scompagina i sogni dei ragazzi di McElwain di andare ai PO ma allo stesso tempo consente ai Gators di conservare la prima posizione della SEC East sui Bulldog di Georgia e proprio lo scontro tra queste due squadre, fra due settimane, sarà fondamentale per decidere chi tra le due sarà in grado di conquistare la vittoria divisionale.
La partita inizia proprio con gli ospiti che vanno a segno subito nel drive iniziale grazie ad un passaggio di Treon Harris per McGee, con LSU che per tutto il primo quarto fa tanta fatica a superare il muro difensivo eretto dai Gators. Anche Fournette, leader FBS tra i RB, inizia come un diesel, faticando non poco a trovare i varchi giusti ma quando il #7 inserisce il turbo ad inizio secondo quarto, ecco che iniziano i problemi per gli ospiti; prima infatti il sophomore pareggia con una corsa da 2 yard, poi Harris completa la rimonta con un passaggio per Dupree da 9 yard ed infine ancora Fournette, allunga la forbice con una corsa da 6 yard.
Florida sembra scossa da questa “rush” paurosa di LSU ma riesce ad accorciare grazie ad un drive velocissimo, culminato con il TD di McGee prima però di ripiombare subito nel baratro quando Harris, a 23 secondi dalla fine del primo tempo, porta nuovamente il vantaggio dei Tigers a due possessi trovando Dupree wide open per un lancio da 50 yard.
Con l’inizio del secondo tempo, inizia anche l’involuzione di LSU che non riesce più a trovare soluzioni offensive e con Fournette che viene imbrigliato dal front seven avversario; Florida, a questo punto, approfitta di questo black-out degli avversari e riesce a pareggiare l’incontro prima con una corsa da 2 yard di Taylor, poi completando la rimonta con un ritorno di punt di Antonio Callaway per 72 yard.
Per la squadra della Louisiana è tutto da rifare ma ad inizio di ultimo quarto ecco il colpo di genio della vecchia volpe Les Miles; un possibile field goal dalle 33 yard, infatti, si trasforma in un passaggio dell’holder Brad Kragthorpe per il kicker Domingue che si trova a ricoprire le 16 yard dalla endzone completamente indisturbato. Nonostante manchino ancora 10 minuti alla fine, i ragazzi di McElwain non riescono più a trovare opzioni in attacco ed i Tigers, grazie anche ad una grande difesa, possono finalmente festeggiare.
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Alabama vs Texas A&M 41-23
Continua la striscia di vittorie contro squadre nella top ten del ranking per Alabama, che arriva a segnare il record NCAA con 19. La vittima sacrificale questa volta è stata Texas A&M che ha dovuto cedere in casa ad una difesa, sopratutto la secondaria, che non ha lasciato spazio di manovra e che, cosa più importante, ha messo a segno metà dei punti totali.
Per la squadra di Nick Saban si tratta di una vittoria fondamentale, visto anche il record di 5-0 degli avversari, che permette ai ‘Tide di non lasciare scappare LSU nella corsa alla vittoria di division. Ancora una volta la difesa guidata da coach Kirby Smart, si è rivelata il vero punto forte di questa squadra e nonostante gli anni passano, ed i giocatori pure, si rivela essere sempre tra le migliori della nazione sopratutto per quanto riguarda la secondaria.
Per gli Aggies invece si tratta di una brutta sconfitta ma non tanto per il risultato ma perché coach Sumlin si è ritrovato a gestire una squadra priva di idee e di soluzioni offensive e che non ha mai dato la sensazione di poter rientrare in partita per recuperare lo svantaggio. Pessima in questo senso la prova di Allen che ha lanciato 3 intercetti, tutti riportati in TD, e ha sofferto molto la pass rush in maglia bianca non riuscendo quasi mai ad avere il tempo di trovare ricevitori liberi, peraltro marcati benissimo dai d-backs avversari.
Per i Texani adesso, la sfida con Ole Miss di sabato, diventa fondamentale se non si vuole perdere il treno trainato da LSU e sopratutto lo staff dovrà far fronte al problema della difesa sulle corse poiché anche nella sfida contro Alabama i problemi principali sono arrivati proprio dal running game.
Inizia alla grande la partita per i Crimson Tide, che nel giro di tre minuti si trovano a condurre con due possessi di vantaggio; il primo TD lo segna infatti Fitzpatrick che intercetta Allen, riportando l’ovale in endzone dopo 33 yard, seguito poi dal primo TD di Henry che realizza dopo una grande corsa di 55 yard. I Texani pesano grosse difficoltà a muovere la palla, sia in aria e sia sul terreno, e riescono ad avvicinarsi alla endzone solo alla fine del primo quarto mettendo a segno un fg con Bertolet.
Alabama però è una macchina da corsa e ad inizio del secondo quarto porta il bottino a 21 punti grazie al secondo TD di Henry con una corsa di 6 yard. Allen riporta i suoi in raggio da fg ma nel drive successivo si fa nuovamente intercettare, stavolta da Jackson, che riporta l’ovale in endzone dopo uno slalom di 93 yard. Con un attacco così spuntato, per gli Aggies si fa durissima ed ecco allora che un aiuto arriva dallo special team con Kirk, che riportando un punt per 68 yard, porta i suoi sul -15 proprio a ridosso della fine del primo tempo.
Nel secondo tempo Texas A&M sembra riesca a muovere meglio la palla e si avvicina ulteriormente agli avversari grazie ad Allen che trova Seals-Jones per il TD del -8, prima però che Griffith segni il fg che riporta a due possessi il distacco tra le due squadre.
Un fg per parte ad inizio dell’ultimo quarto non cambia la situazione e così ci pensa Fitzpatrick a mettere la parola fine alla sfida intercettando per la terza volta il povero Allen, e riportando in TD l’ovale dopo una corsa di 55 yard a 5 minuti dalla fine.
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La classifica dell’Heisman Trophy di questa settimana non cambia per quanto riguarda la top tre, che vede sempre saldo al comando Leonard Fournette. Il RB di LSU continua con la sua grande stagione e nella sfida di sabato notte contro i Gators ha messo a segno 180 yard e due TD. Per il sophomore di New Orleans si tratta dell’ennesima grande prestazione che mette al sicuro la prima posizione dagli attacchi degli altri pretendenti.
Scalzare Fournette dalla testa della classifica sarà impresa difficile; lo sa bene infatti Trevor Boykin che, nonostante anche lui sforni ogni settimana prestazioni straordinarie, si allontana sempre di più dal RB di Baton Rouge anche se mantiene un certo margine di distacco dal terzo posto occupato da Ezekiel Elliott. Per il giocatore di Ohio State, prestazione da 153 yard e 1 TD nella brillante vittoria contro Penn State.
Al quarto e quinto posto, per la prima volta quest’anno, abbiamo un terzetto di giocatori tutti con lo stesso punteggio; la new entry Corey Coleman, autore di 199 yard e tre TD nella vittoria contro West Virginia e uno dei migliori WR di quest’anno, Dalvin Cook, che continua a far valere i Seminoles con 163 yard, 2 TD più 60 yard di ricezione contro Louisville ed infine Derrick Henry, protagonista nella vittoria di Alabama contro Texas A&M con 236 yard e 2 TD.