Huddle Top Five: i cinque migliori quarterback del 2020

Una top five non è mai un esercizio facile, poiché un numero così basso implica dolorose omissioni che – legittimamente – a qualcuno potrebbero restare indigeste: sono pienamente consapevole di quello che sto facendo e per ovviare alle mie – volontarie – dimenticanze c’è la sezione commenti nella quale vi invito caldamente a mettermi al corrente del vostro punto di vista, poiché sono per le pari opportunità e credo con tutto me stesso che ogni top five meriti di essere annunciata al mondo e di essere presa sul serio.

Con la stagione 2021 in stato di quiescenza, credo sia opportuno concentrarsi ancora un po’ su quanto accaduto a cavallo fra lo scorso autunno ed inverno spostando il nostro focus sui protagonisti della scorsa stagione: siccome limitarsi a parlarne sarebbe stato troppo pigro e facile, ho deciso di provare a metterli in ordine al fine di comprendere nel miglior modo possibile la straordinarietà delle loro gesta.

Mi scuso in anticipo con tutti i giocatori che saranno più o meno ingiustamente omessi, ma dopo tutto una top five è anche questa, il risultato di una fastidiosa e limitante scrematura in nessun caso universalmente valida od accettabile: scendiamo nel dettaglio.

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5) Deshaun Watson, Houston Texans

Stats: 4823 passing yard con il 70.2% di completi per 33 TD e 7 intercetti; 90 rushing attempts per 444 yard e 3 TD.

Stats ai playoff: /

Iniziamo bene.
Già vi sento, «Mattia, come puoi mettere nella top five della posizione più importante del gioco un quarterback che è stato in grado di condurre la propria squadra solamente a quattro vittorie?» e la mia risposta è molto semplice – nonché parte della bio Twitter della mia crush Mina Kimes -: le vittorie non sono una statistica dei quarterback.
Salvo ovviamente quando il quarterback in questione è Lamar Jackson, in quel caso il primo numero verso cui punterò il dito sarà proprio quello, quello delle vittorie ottenute in questi due anni e mezzo a Baltimore, perché la coerenza è tutto fino a quando non viene tirato in mezzo il proprio giocatore preferito.
Il suo 2020 è stato semplicemente leggendario, poiché non solo è stato costretto a giocare senza uno dei migliori ricevitori della nostra generazione poiché spedito nel deserto in cambio di un sacchetto di arachidi tostate, ma di rimanere brillante malgrado una linea d’attacco disastrosa ed un corpo ricevitori ulteriormente depauperato dalla sospensione di Will Fuller: in un modo o nell’altro Watson il suo l’ha continuato a fare, purtroppo per lui però non si può dire altrettanto della squadra “costruitagli” attorno.
Watson ha ridefinito il significato della locuzione “predicare nel deserto” poiché solo contro tutti – il proprio front office in primis – è stato in grado di mantenere la lucidità necessaria per esprimersi su livelli da All-Pro, anche se ciò non si è tradotto in vittorie: è forse colpa sua se il proprio centro pasticcia lo snap a pochi centimetri dal touchdown del possibile sorpasso?
O se un ricevitore d’emergenza commette un sanguinoso fumble a due passi dalla end zone in una situazione tetramente analoga?
Dategli una possibilità altrove e l’anno prossimo lo troverete perlomeno sul podio.

4) Josh Allen, Buffalo Bills

Stats: 4544 passing yard con il 69.2% di completi per 37 TD e 10 intercetti; 102 rushing attempts per 421 yard e 8 TD.

Stats ai playoff: 817 yard con il 64.2% di completi per 5 TD ed 1 intercetto; 25 rushing attempts per 145 yard ed 1 TD.

Sono rimasto così impressionato dall’operato di McDermott, Beane e Daboll che credo potrebbero tranquillamente organizzare una tournée globale di lectio magistralis su come costruire un franchise quarterback: di miglioramenti come quello di Josh Allen, molto semplicemente, non ho memoria.
Parte del merito va attribuita al front office ed al coaching staff, in quanto la vita è indubbiamente più facile quando il tuo receiving corp è costituito da Stefon Diggs, Cole Beasley, Gabriel Davis, John Brown, Isaiah McKenzie e Dawson Knox piuttosto che da Kelvin Benjamin, Zay Jones, Andre Holmes, Deonte Thompson e Charles Clay, ma questa è una top five sui quarterback, non sui front office, perciò parliamo di Allen.
Dietro le fantastiche statistiche che avete ammirato una manciata di secondi fa troviamo principalmente un impressionante miglioramento nella precisione ed accuratezza, poiché nei primi due anni in NFL il 26% dei suoi passaggi è stato bollato come uncatchable mentre nel terzo tale numero è precipitato fino ad un ottimo 16%, quinta miglior percentuale in NFL: a dare manforte a ciò troviamo anche un ottimo 79.1% di adjusted completion rate, sesto miglior dato nella lega.
In tempo record Allen si è sottoposto ad una metamorfosi che lo ha fatto passare dall’essere un quarterback impreciso, scellerato e mai in grado di prendere la decisione giusta con la consistenza necessaria per essere titolare in NFL all’esatto contrario e sono più che convinto che tutto ciò non sia frutto del caso o semplicemente imputabile all’upgrade del corpo ricevitori, in quanto aveva iniziato a darci prova di una brillantezza potenzialmente accecante già nella seconda metà della stagione 2019: il 2020, in sostanza, è stato l’anno della definitiva consacrazione sua e dei Bills ed a questo punto le aspettative per il 2021 non possono che essere altissime.
PS: mai giudicare un quarterback dopo un solo anno in NFL, soprattutto se tale quarterback fa parte di una squadra in chiara fase di ricostruzione.

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3) Patrick Mahomes, Kansas City Chiefs

Stats: 4740 passing yard con il 66.3% di completi per 38 TD e 6 intercetti; 62 rushing attempts per 308 yard e 2 TD.

Stats ai playoff: 850 passing yard con il 65.0% di completi per 4 TD e 2 intercetti; 13 rushing attempts per 52 yard ed 1 TD.

Patrick Mahomes è il miglior quarterback attualmente presente in NFL, voglio che questo sia chiaro, anche se nel 2020 qualcuno ha avuto la faccia tosta di essere meglio di lui: se il titolo di questa top five fosse qualcosa come “I cinque migliori quarterback della NFL” Mahomes occuperebbe la prima posizione, e pure con un certo scarto.
La realtà è che Patrick Mahomes ci ha viziati, ci ha assuefatti finendo per renderci totalmente irrazionali: ne vogliamo sempre di più, non ci basta grandezza potenzialmente senza eguali nella storia, vogliamo ogni anno almeno 50 touchdown, 350 yard a partita ed un tot di lanci no look a settimana, altrimenti ci annoiamo e cominciamo ad urlare istericamente che i Chiefs vincono le partite con “scarti insufficienti”, o che contro i Dolphins abbia lanciato tre intercetti o, peggio, che ne abbia lanciato uno contro gli Atlanta Falcons in una partita terribilmente complicata per i Chiefs.
Sciorinare statistiche non avrebbe senso, la nostra mente non è – per il momento – tarata per comprendere la magnitudine di ciò che sta facendo il 15 dei Chiefs, l’unica cosa che mi preme farvi presente è il fatto che dopo il Super Bowl, per settimane, ci siamo tutti trovati a parlare, discutere e riguardare quei lanci disumani che non fosse stato per le mani atipicamente di burro dei propri skills player sarebbero stati assolutamente ricevibili.
Credo che questo semplice fatto ci dica tutto quello che dobbiamo sapere su Patrick Mahomes come quarterback.

2) Tom Brady, Tampa Bay Buccaneers

Stats: 4633 passing yard con il 65.7% di completi per 40 TD e 12 intercetti; 30 rushing attempts per 6 yard e 3 TD.

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Stats ai playoff: 1061 yard con il 58.7% di completi per 10 TD e 3 intercetti, 13 rushing attempts per -3 yard ed 1 TD.

Siamo così esasperati da Tom Brady, la sua grandezza ed il suo monopolio sulla NFL che per qualche settimana ci eravamo convinti – o meglio, speravamo – che il cambio d’aria fosse stato inutile, che il 2019 non fu diretta conseguenza di un roster deficitario dei Patriots ma un’inconfutabile prova dell’inizio della sua personalissima fine, ma sbagliavamo.
Sbagliavamo perché non abbiamo nemmeno avuto l’accortezza di concedere il beneficio del dubbio al più grande di sempre, ad un giocatore di 43 anni inserito in un nuovo sistema nell’anno senza offseason e ci sono bastate un paio di prove sottotono contro i Saints per dichiarare l’ora del decesso sua e del tossico hype creatosi attorno ai Buccaneers: che brutta figura, soprattutto perché stavamo pur sempre parlando di Tom Brady.
Brady, da dicembre in poi, è stato semplicemente magistrale, anzi, disumano in quanto che aggettivo usereste per parlare di un 43enne in grado di concludere la stagione con il maggior numero di completi su lanci da 20+ yard (44), il maggior numero di yard guadagnate (1498) e di touchdown tramite suddetti lanci (14)?
Nelle ultime otto partite da lui giocate – ovviamente compresa la postseason – Brady non è mai uscito dal campo sconfitto ed ha lanciato ben 22 touchdown a fronte di 4 miseri intercetti, tre dei quali arrivati nello sciagurato secondo tempo del Championship Game contro i Green Bay Packers: ciò che più mi ha stupito della sua stagione è il fatto che malgrado l’atipica aggressività – necessaria nel sistema di Bruce Arians – sia stato in grado di concludere il campionato con una percentuale più bassa – stando a PFF – di turnover worthy plays (2.2%) rispetto a quella tenuta durante l’ultimo biennio a Foxboro’ (2.7%) nel quale giocò un football incredibilmente più conservativo.
Spericolato ma sempre e comunque bravo a prendersi cura dello sferoide: una frase del genere non dovrebbe aver senso, ma se stiamo cercando cose che abbiano senso probabilmente dovremmo concentrarci su qualcun altro.

1) Aaron Rodgers, Green Bay Packers

Stats: 4299 passing yard con il 70.7% di completi per 48 TD e 5 intercetti; 38 rushing attempts per 149 yard e 3 TD.

Stats ai playoff: 642 passing yard con il 66.7% di completi per 5 TD ed 1 intercetto; 4 rushing attempts per -3 yard ed 1 TD.

Il 2020 di Aaron Rodgers è stato semplicemente un capolavoro che malgrado il finale deludente non può non essere celebrato: a 37 anni Rodgers ha messo insieme quella che a mio avviso è stata la miglior stagione della propria carriera.
Sì, anche se non ha vinto il Super Bowl.
In regular season, prima debacle con i Buccaneers a parte, non è mai stato autore di un giro a vuoto orchestrando alla perfezione il miglior attacco della NFL, un attacco il quale corpo ricevitori era considerato così inadeguato da aver scatenato una mezza rivolta nel momento in cui i Packers hanno utilizzato la scelta al primo round del draft per selezionare il suo erede Jordan Love: sì, se avesse potuto contare su un paio di mani più sicure rispetto a quelle di Valdes-Scantling probabilmente il numero di touchdown lanciati in regular season sarebbe stato superiore a 48, ma la relativa povertà di opzioni a sua disposizione ci ha dato l’opportunità di vederlo cercare con maniacale insistenza Adams, ricevitore con il quale ha dato vita all’asse più infermabile – brutta espressione questa forse – e divertente della lega.
Come nel caso di Brady, Rodgers si è preso cura dello sferoide con sapienza cercando – e trovando – con insistenza la profondità come testimoniato dal fatto che secondo PFF nessun quarterback abbia spedito in orbita una maggior percentuale di big time throws, anche se forse il singolo aspetto più impressionante della sua stagione è stato il dominio su terzo down, dove ha fatto registrare un passer rating medio di 118.0: giusto per fornire il contesto, la media fra gli altri quarterback è stata di 85.7.
Ripeto, non m’interessa se il finale è stato deludente, dopo tutto How I Met Your Mother ci ha proprio insegnato a non buttare via un qualcosa che ci ha fatto emozionare semplicemente per un finale non all’altezza, Rodgers negli scorsi mesi ha scritto probabilmente il capitolo più bello della propria leggendaria carriera: per il Super Bowl c’è sempre l’anno successivo, o sbaglio?

Fuori dalla top five, ma di poco:

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  • Justin Herbert (Los Angeles Chargers): credo che la sua passerà alla storia come la miglior stagione mai giocata da un quarterback rookie nella storia della NFL;
  • Russell Wilson (Seattle Seahawks): purtroppo per lui e per i suoi tanti estimatori una stagione NFL è composta da sedici partite, non da sette/otto;
  • Ryan Tannehill (Tennessee Titans): nel 2020 Tannehill si è confermato come uno dei migliori quarterback attualmente presenti in NFL;
  • Lamar Jackson (Baltimore Ravens): gli avessi trovato un posticino nella top five a scapito di un quarterback “vero” come Watson qualcuno avrebbe iniziato a dare di matto.
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Mattia Righetti

Mattia, 27 anni. Voglio scrivere per vivere ma non so vivere. Quando mi cresce la barba credo di essere Julian Edelman. Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango malissimo.

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