Luna Francesca goes to Atlanta – La partenza

Luna Francesca Stefanelli inizia un’avventura incredibile: partecipare ai tryout delle Atlanta Steam della Legends Football League per giocare pro-football negli Stati Uniti.
Sulle pagine di Huddle Magazine potremo seguire la sua stupenda esperienza.

Quando ti capita qualcosa di così incredibile fai fatica a raccontare e a rendere sensato un groviglio di emozioni così forte, ma proverò a raccontarmi ripercorrendo sommariamente la mia vita affinché possiate capire chi ero, e da dove è partito tutto questo.

Sono di Lecce, una città splendida del Salento. Ho 40 anni, (41 tra tre giorni) e uno splendido figlio, Roberto di 18. Nella mia famiglia tutti sportivi, quindi diciamo che già da quando sono nata sapevo cosa avrei fatto della mia vita. Mio padre calciatore, mio fratello anche, e mia madre campionessa di salto in lungo. Inizio il mio approccio con lo sport, il volley, a 4 anni e da li non ho mai smesso fino a 4 anni fa.
Insieme al volley altri tanti hobby, equitazione, pugilato, arti marziali, tiro a volo, immersioni, nuoto, moto e qualunque cosa nuova stimolasse la mia voglia di imparare. La mia infanzia è stata bella, ho due genitori meravigliosi che mi hanno sempre assecondata nei miei sogni, (l’America era uno di questi, fin dall’età di dieci anni si è radicata in me la certezza che prima o poi sarebbe stata la mia terra) e due nonni che saldamente hanno cementato il mio carattere e la mia personalità.

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Luna Francesca StefanelliHo frequentato per tutti i miei studi una scuola cattolica fino alla maturità e successivamente l’università di legge. A 22 anni, nasce la mia prima ragione di vita, mio figlio che cresce insieme a me. Si unisce anche lui ai miei sogni che, imperterriti, continuano a farsi sentire… Volevo andare in America e, insieme a lui sognavo, guardando in Tv e via internet tutto ciò che potesse riguardare quel sogno, football compreso, allenandomi per due anni da sola al parco con una palla ovale e tanta speranza. Nel frattempo storie sentimentali burrascose e nulla di duraturo, fino a Stefano il mio attuale compagno con cui sono certa concluderò la mia vita. Molti spostamenti, cambi di città, nuove esperienze ma nulla di definitivo. Queste diciamo le tappe più importanti della mia vita fino agli ultimi due anni.

Nel 2013 mio figlio inizia a giocare a football per una società leccese, e dopo due giorni dal suo inizio, scendo in campo anch’io. Lì imparo le nozioni base e mi alleno duramente, arrivano le prime partite pre-season e li conosco Stefano, fotografo sportivo e appassionato ex giocatore di football. Poi tutto diventa velocissimo. Dopo un mese mi trasferisco a Milano da lui e inizia la mia full immersion nel football, parallelamente alla nostra storia. “24 ore su 24 football, tra campo, partite da vedere, scout, video, palestra e nel tempo libero (veramente poco) giochiamo a Madden e andiamo al parco a fare due lanci (eheheh). Penserete… che palle! Eppure per noi non è mai stata così divertente la nostra vita!!!

Entro in contatto con i Rhinos Milano, volevo allenarmi con una squadra ad alto livello maschile, volevo di più, e le splendide persone che ho incontrato me lo hanno permesso. La società, i coaches, i ragazzi, tutti si sono messi a disposizione per il mio progetto offrendomi appoggio, campo, attrezzature ed esperienza! Poi dopo qualche mese si concretizza il nostro sogno americano. Decidiamo di trasferirci in America e tra le mete papabili Atlanta. Così scrivo al coach delle Atlanta Steam, Dane Robinson, chiedendo delle informazioni ed inviando il mio curriculum atletico sportivo e le risposte non tardano ad arrivare.

Iniziamo delle conversazioni serrate lunghissime via Skype e Facetime a orari impossibili dato il fuso orario, invio materiale video, foto e tutto quanto in mio possesso e da li la prima soddisfazione. Le Steam mi vogliono! Non credevo a nulla, anni e anni di sogni, sacrifici, allenamenti, sudore in quel momento si manifestano prepotentemente. Il mio sogno prende forma e capisco che è realtà quando arrivano i documenti dal coach per la richiesta del mio visto da atleta.

Intensifico tutto, allenamenti, nutrizione controllata, palestra, qualunque cosa possa farmi migliorare, il mio compagno mi segue nella avventura ogni giorno, mi incita, mi sostiene anche quando sono stremata, mio figlio mi da la carica a fare meglio e a fare di più, per lui, per renderlo fiero di me ed io non mollo, ripeto, ripeto, ripeto allo sfinimento tutte le tecniche, i drills, i movimenti, con i loro volti in testa, ovunque mi volti. Dopo qualche giorno lo sponsor tecnico mi invia il piano personalizzato e da li non mi sono più fermata.

Proprio oggi che abbiamo imbarcato la nostra roba, diretta col container negli States, realizzo che non è più un sogno, le mie compagne di squadra mi scrivono, mi aspettano e so che tra qualche giorno quando metterò il mio primo piede giù da quella scaletta dell’aereo, inizierà, insieme a coloro che amo, Roberto, Stefano e la mia meravigliosa famiglia, la fase più soddisfacente della mia vita…

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