[NFL] Week 2: Raiders umiliati in casa, i Texans passeggiano al Coliseum (Houston Texans vs Oakland Raiders 30-14)
TAILGATING – RIVALITA’ GIOVANE CON UNA PARTITA LEGGENDARIA
Le strade dei Raiders e dei Texans si stanno incrociando spesso da quando la squadra di Houston ha fatto il suo esordio nella NFL nel 2002. Questa del 2014 è la nona sfida ufficiale tra le due squadre e i texani conducono la serie con 5 vittorie e 3 sconfitte, una delle sole nove squadre che possono vantare un record positivo contro i Silver&Black. Ovviamente questo è strettamente legato al fatto che i Raiders in questi ultimi 11 anni non hanno mai fatto registrare una stagione vincente. Nonostante ciò, la squadra di Oakland ha vinto le ultime due sfide ed è quindi in rimonta.
Per quanto questa rivalità non sia particolarmente sentita dalle due tifoserie, una delle sfide tra i Raiders e i Texans è già entrata di diritto nella leggenda ed ha preso posto, nei ricordi della Raider Nation, accanto alle storiche partite che vengono ricordate per nome. Immaculate Reception, Holy Roller, Heidi Bowl, Sea of Hands, Tuck Rule, sono nomi che tutti i fan ricordano, e a questi nel 2011 si è aggiunto l’11th Man Game (o Al Davis Game).
I Raiders erano ospiti della squadra texana e gli animi erano scossi perché il giorno prima era morto il loro storico leader Al Davis. Jason Campbell e compagni nell’ultimo quarto conducevano la gara per soli 5 punti, ma proprio quando si avvicinava il two-minute warning, un three-and-out aveva costretto Lechler a restituire la palla ai padroni di casa, che quindi avevano circa due minuti per percorrere le 63 yard necessarie per effettuare il sorpasso decisivo. Come spesso è capitato ai Raiders degli ultimi anni, la marcia di Matt Schaub e soci sembrava inarrestabile e il risultato finale scontato. Con un secondo e goal da giocare dalle 5 di Oakland e pochi secondi sul cronometro, Schaub riceveva lo snap dalla shotgun e pressato dal DT John Henderson era costretto ad abbandonare la tasca. L’impressione era che potesse segnare con una corsa, ma l’arrivo di Tyvon Branch lo convinceva a lanciare e la palla veniva intercettata da Michael Huff dentro la end zone. Una vittoria miracolosa, ma quello che la rende leggendaria è il fatto che i replay mostrarono che la difesa aveva solo 10 uomini in campo per il gioco decisivo. Ovviamente, per i tifosi dei Raiders, l’undicesimo uomo era Al Davis.
PRE GAME WARMUPS – COME SIAMO ARRIVATI A QUESTO PUNTO
Risultati della giornata precedente:
Raiders 14 – Jets 19
Redskins 6 – Texans 17
I tifosi dei Raiders pretendono sempre la vittoria, ma dopo la deludente partita contro i Jets è importante dimostrare che la squadra può essere competitiva. Intanto però i Silver&Black stanno iniziando a perdere pezzi pregiati. Il RB Maurice Jones-Drew, reduce da una partita da 9 corse per 11 yard ed un fumble, salterà la prima partita in casa per via di un infortunio alla mano per il quale ha subito una non meglio specificata procedura medica. Taiwan Jones, uscito prima del tempo dalla sfida inaugurale per un infortunio al piede è stato messo nella IR e Nick Roach non è ancora pronto per tornare in campo per via di una commozione cerebrale rimediata nella terza partita di preseason.
Anche i Texans hanno subito un duro colpo quando, durante la partita inaugurale contro Washington, la prima scelta assoluta del Draft 2014 Jadeveon Clowney ha subito la rottura del menisco del ginocchio destro che lo costringerà ad uno stop di 4-6 settimane. Il LB si è sottoposto ad un intervento in artroscopia lunedì scorso. L’infortunio di Clowney non modifica di molto la situazione per la linea offensiva dei Raiders, visto che gli uomini guidati dal DC Jason Tarver si troveranno di fronte il miglior difensore della lega, J.J. Watt, e dei più che validi comprimari. Brooks Reed sta aprendo gli occhi di molti osservatori e Brian Cushing, dopo due stagioni sfortunate interrotte da serissimi infortuni, vuole dimostrare di essere tornato ai suoi vecchi livelli. Bill O’Brien, inoltre, ha completa fiducia in Whitney Mercilus, il sostituto di Clowney nel ruolo di “Jack” LB nella difesa 3-4 dei Texans.
NATIONAL ANTHEM – GUARDA CHI SI RIVEDE
Texans-Raiders è una partita di incroci, di vecchie conoscenze e di ricordi. Matt Schaub, il miglior QB della storia dei Texans, dopo una stagione da incubo è emigrato in California per ricominciare da zero. A Houston bruciavano la sua effigie in pubblici falò e lui sperava di in una rinascita con i Raiders ma, vista la fiducia che il coaching staff ripone in Derek Carr, la fenice potrebbe non avere l’occasione di risorgere dalle sue ceneri. Anche il defensive lineman Antonio Smith quest’anno ha dovuto traslocare, e ha portato ad Oakland la sua allegria e soprattutto la sua esperienza. Il Ninja è nero-argento adesso, e nello spogliatoio dei Texans già lo rimpiangono. Per Houston gioca Shane Lechler, il punter che nei 13 anni con i Raiders ha dominato le statistiche di categoria, guadagnandosi 7 apparizioni al Pro Bowl. Ovviamente tutti sanno che Derek Carr è il fratello di David, il primo QB della storia della franchigia texana. I Texans avrebbero potuto selezionare Derek con la prima scelta del secondo round ma hanno preferito non associare il loro nome a quello di un altro Carr. Una connessione con la squadra di Houston ce l’ha anche il terzo QB dei Raiders Matt McGloin, che si è fatto un nome alla Penn State University insieme al nuovo Head Coach dei Texans Bill O’Brien.
COIN TOSS – UNA MONTAGNA DI MONETINE
Prima del calcio d’inizio la domanda è una sola: la linea offensiva dei Raiders riuscirà a contenere J.J. Watt?
Il numero 99 ha messo la firma su un contratto che lo legherà agli Houston Texans per i prossimi 6 anni e gli frutterà 100 milioni di dollari, con 10 milioni di bonus alla firma e quasi 52 milioni garantiti, e ora vuole dimostrare di valere ogni singolo centesimo.
“The goal is always to be underpaid. You never want to be that guy that people say: ‘He got money and shut down.’ So I want to go out there every single day … and prove that I’m worth it.”
I suoi numeri contro Washington sono stati impressionanti: 1 sack, 5 QB hits e 4 hurries in 41 azioni nelle quali ha aveva compiti da pass rusher. Oltre a questo ha causato un incompleto deviando un passaggio e ha fermato due corse dietro la linea di scrimmage, ha recuperato un fumble e ha bloccato un extra point.
KICKOFF – SI COMINCIA
Texans inactives: QB T. Savage, WR D. Posey, FS S. Keo, T J. Adams, TE C.J. Fiedorowicz, LB J. Clowney, NT L. Nix.
Raiders Inactives: QB Matt McGloin, RB Maurice Jones-Drew, S Jonathan Dowling, LB Nick Roach, G Tony Bergstrom, T Matt McCants, DE S. Harris.
Per la seconda settimana di fila i Raiders vincono il lancio della monetina ma rinviano la decisione al secondo tempo, e così è l’attacco di Houston a calcare per primo l’erba del Coliseum. Per la difesa nero-argento sarebbe importante iniziare subito forte, fermando le corse di Arian Foster, in modo da costringere i Texans ad andare via aria. I Raiders consentono agli avversari di segnare nel primo drive offensivo della partita da 5 giornate consecutive (2 TD e 3 FG concessi) e uno dei tormentoni della preparazione estiva era proprio la necessità di impedire agli avversari di partire forte e prendere il controllo della partita.
Detto fatto, un paio di corse centrali di Foster e un paio di lanci di Fitzpatrick per Andre Johnson e già si capisce che per la Raider Nation sarà una lunga sofferenza… e infatti Arian Foster sfonda la linea e complici un paio di errori di placcaggio si invola per quello che all’apparenza è un TD su corsa da 41 yard. Ogni segnatura viene rivista d’ufficio dagli arbitri e il TD viene cancellato: Foster ha messo il ginocchio a terra ad una iarda dalla linea di meta e il placcaggio viene assegnato al sempreverde Charles Woodson.
La capitolazione precoce dei padroni di casa è rimandata di poco. CJ Wilson mura Foster sul primo down e allora i Texans provano con un lancio. J.J. Watt, schierato come TE, viene lasciato completamente solo in end zone e Fitzpatrick non ha problemi a trovarlo per il primo TD offensivo del miglior difensore della NFL.
I Raiders non possono lasciarsi sfuggire la partita di mano, devono reagire… Sul primo down si affidano ad una corsa di McFadden e perdono una yard, ancora McFadden per 4 sudatissime iarde e infine, sul terzo e 7 Carr cerca il sempre sicuro James Jones, che si fa sfuggire la palla dalle mani… three-and-out… DEJA-VU.
Ripresa in mano la palla, i Texans portano avanti un drive da 13 giochi che mette in evidenza tutta la pochezza della squadra avversaria. Arian Foster e compagni convertono ben 4 terzi down e usano ben 8 minuti e 7 secondi per percorrere le 70 yard necessarie a segnare il TD del 14-0. La corsa da 6 yard del RB di Houston è il secondo chiodo piantato sulla bara dei californiani.
Alla fine del primo quarto la statistica sul possesso palla è impietosa: Texans 13:30, Raiders 1:30. A questo possiamo aggiungere un 5/5 in conversioni di terzi down per Houston, una sentenza per il reparto guidato dal Defensive Coordinator Jason Tarver.
I Raiders provano a far scoccare la scintilla chiamando un read-option play; Derek Carr tiene la palla ed ha campo libero, anche grazie ad un buon blocco di Denarius Moore, per percorrere indisturbato 41 yard. Una corsa di McFadden e un passaggio per Andre Holmes permettono di conquistare un altro primo down e portano Oakland a distanza di segnatura, sulle 31 di Houston. I Raiders possono tornare in partita, ma Derek Carr forza un lancio per il TE RIvera che Kareem Jackson intercetta e riporta per 65 yard fino alle 24 di Oakland.
La difesa dei Raiders, messa alle strette, regge e costringe i Texans ad accontentarsi di un FG, ma nel drive successivo, ancora una volta, l’attacco nero-argento fatica a trovare spazi via terra e dopo poco è di nuovo il turno di Marquette King. Il suo cortissimo punt viene gestito male da Damaris Johnson, che tuttavia recupera la palla persa prima dell’arrivo degli avversari.
I Texans corrono e lanciano senza essere disturbati dalla difesa, e solo una loro penalità li costringe al primo punt della partita. Shane Lechler mette finalmente piede sul suo vecchio campo.
I Raiders hanno 3 time out e il two-minute warning e devono percorrere 87 yard in meno di due minuti e mezzo. Una corsa di McFadden e tre buoni passaggi di Carr fanno muovere la catena. Carr ha tempo di lanciare e cerca James Jones sulla sideline di destra, l’ex dei Packers riceve benché ben marcato da Johnathan Joseph. La ricezione varrebbe un guadagno di 26 yard, ma la FS Kendrick Lewis causa un fumble; la palla resta in campo e Jones la raccoglie e corre verso la end zone inseguito da Joseph, il quale causa il secondo fumble del WR di Oakland e la palla viene recuperata da Swearinger sulle 3. Per la seconda volta in tre drive i Raiders erano in posizione favorevole ed hanno commesso un turnover costosissimo.
I Texans non forzano, Foster guadagna 2 yard in 3 corse e Lechler calcia un punt da 65 yard, anche grazie ad una ingenuità del punt returner Carrie, che fa rimbalzare la palla anziché chiamare subito il fair catch.
Carr trova Jones per 12 yard e poi corre per 3 yard, rinunciando a guadagnare più terreno pur di essere sicuro di riuscire a uscire dal campo e fermare il cronometro; una prova che il rookie sa esattamente cosa sta facendo, anche quando si trova sotto pressione. Nella corsa successiva McFadden prende il primo down ma non fa in tempo ad uscire dal campo e Janikowski non ha tempo a sufficienza per provare un lungo FG.
Finisce il primo tempo con Arian Foster che ha già accumulato 96 yard contro le 17 di Darren McFadden. Possesso palla 20:46 Houston, 9:14 Oakland. Dominio totale degli ospiti.
Il secondo tempo vede i Raiders partire meglio, McFadden sembra correre con maggiore cattiveria e Carr continua a cercare James Jones, senza dubbio il suo bersaglio preferito. Su un terzo e 13 Carr trova Rivera corto rispetto alla linea del primo down ma poco importa, Swearinger causa un fumble e Joseph lo riporta 49 yard fino alle 21 dei Raiders. Un’altra occasione per rientrare in partita che si trasforma in un’ottima posizione di campo per gli ospiti.
In 5 giochi i Texans chiudono i conti, se mai ci fossero stati dubbi sul risultato finale. Fitzpatrick per DeAndre Hopkins, 12 yard, TD. 24-0 e la Raider Nation inizia a chiedere la testa di Dennis Allen.
Un’ottima corsa di McFadden da 21 yard viene cancellata da un holding inesistente chiamato al centro nero-argento Wisniewski,ma magari gli arbitri hanno solo sbagliato numero di maglia. Due incompleti di Carr portano ad un three-and-out. Al punt di Marquette King fa seguito un drive di Houston che si conclude con il secondo field goal di Bullock.
Finalmente all’inizio del quarto periodo, aiutati da una pass interference di Bouye che mette i Raiders ad una yard dalla end zone, McFadden segna il TD che evita lo shut out. 27-7.
I Texans decidono di far scorrere il cronometro e fanno correre Foster 4 volte di seguito per un guadagno di 27 yard totali, poi il RB si toglie i guanti e si accomoda in panchina per lasciare un po’ di divertimento anche al suo backup Blue. Bullock mette a segno il FG del 30-7 a conclusione di un drive da 14 giochi e 9:21 minuti consumati.
I Raiders hanno contenuto bene i pass rusher di Houston per tutta la partita, addirittura lasciando a secco J.J. Watt (che concluderà la partita senza far registrare placcaggi). Il DE mette a statistica un solo QB hit, ma quel colpo su Carr provoca un lancio impreciso del rookie che viene intercettato dal LB Brooks Reed. Quarto turnover della giornata per i Silver and Black.
Fitzpatrick lascia il posto a Mallett con i Texans che partono dalle 11 di Oakland. La squadra però non ha più voglia di infierire e, dopo 3 corse di Ronnie Brown che portano al guadagno netto di 2 yard, Bullock va a calciare un FG da 27 yard che viene però bloccato da Justin Tuck.
Garbage time. Le riserve di Houston lasciano giocare i Raiders e Carr regala qualche iarda a Andre Holmes e James Jones e conclude il drive con un TD pass per Jones per il definitivo 30-14.
Janikowski tenta un onside kick ma ancora una volta sono gli avversari a recuperare palla e a schierarsi con la victory formation. Mallett si inginocchia e il massacro si conclude.
Risultato finale: Texans 30 – Raiders 14
POST GAME
La partita tra Raiders e Texans si riassume con poche parole, e le ha pronunciate il simbolo dei Silver and Black, Charles Woodson: “We suck. I am embarrassed”.
I Texans sono scesi in campo con l’idea di affidarsi alle corse di Arian Foster, inserendo di tanto in tanto qualche lancio corto e poco rischioso di Ryan Fitzpatrick. Dovevano continuare sulla strada che avevano imboccato con la vittoria su Washington della settimana scorsa, una strada che porta alla riconquista della credibilità dopo la stagione disastrosa dello scorso anno. Sono ancora indubbiamente un team mediocre con alcuni campioni che fanno la differenza, ma la squadra di Bill O’Brien ha un grande pregio… non si fa male con le proprie mani. Il piano era semplice, la squadra lo ha ben eseguito, e gli avversari non hanno fatto nulla per cercare di contrastarlo.
I Raiders sono intrappolati da anni in una spirale che sembra senza uscita, cambiano gli uomini ma non le prestazioni in campo. Ogni estate la squadra parte con la convinzione di aver superato il momento difficile, sogna la rinascita, ma irrimediabilmente si risveglia e scopre che la realtà è un’altra… e fa schifo.
Quest’anno è stato speso un patrimonio per portare a bordo dei pass rusher di razza, ed il pedigree di Tuck e Woodley sembrava essere una garanzia, eppure la squadra di Dennis Allen in due partite non è riuscita quasi mai a mettere pressione sul QB avversario. La difesa contro le corse, poi, è davvero imbarazzante.
Arian Foster ha tolto definitivamente il casco quando mancavano più di 9 minuti da giocare nel quarto finale; era inutile tenerlo in campo, la sua parte l’aveva già fatta distruggendo il morale di Oakland con 28 corse per 138 yard e 1 TD. Al suo posto è entrato Alfred Blue, e il rookie da LSU ha corso 11 volte per 40 yard, meglio del RB titolare nero-argento Darren McFadden (12 corse per 37 yard).
Nonostante la prestazione globalmente imbarazzante, ci sono due note positive per la squadra di casa: per prima cosa Derek Carr ancora una volta è sembrato sicuro di se, sveglio e a suo agio alla guida dell’attacco. Ha fatto ovviamente degli errori, ma la sconfitta non è certo imputabile alla sua prestazione. La seconda piccola soddisfazione viene dalla linea d’attacco, che ha impedito per quasi tutta la partita ai difensori dei Texans di avvicinarsi a Carr. Se è vero che sulle corse ancora c’è da lavorare tanto, nei down in cui Oakland ha deciso di lanciare la linea ha tenuto decisamente bene.
Per il resto i Raiders si sono scavati la fossa con le proprie mani, rovinando i pochi drive promettenti con dei turnover imbarazzanti.
PRESS CONFERENCE – LA PAROLA AI PROTAGONISTI
Charles Woodson è uno dei giocatori più sinceri che io abbia mai sentito, non manipola la verità, non si nasconde dietro frasi di circostanza. Dopo la partita era decisamente deluso, glielo si leggeva in faccia.
“Facciamo schifo” ha detto negli spogliatoi. “Qualunque sia la ragione in difesa non fermiamo nessuno, specialmente nelle prime fasi delle partite. Ogni volta, nel primo drive, gli avversari riescono a avanzare e segnare punti. Oggi è successo per tutta la partita. In attacco non abbiamo protetto la palla e abbiamo commesso turnover. Abbiamo avuto qualche occasione e non abbiamo capitalizzato. Come gruppo non facciamo per niente una bella figura.”
“E’ frustrante. Non so che altro dire” ha aggiunto. “Come ho detto, all’inizio della stagione ci sentivamo piuttosto soddisfatti di quello che avevamo costruito. Qualunque sia la ragione non riusciamo a mostrarlo sul campo.”
“Tutto quello che dicono di noi, gli stiamo dando ragione. E’ come se consentissimo agli altri di scrivere la nostra storia. Non stiamo facendo nulla per correggere questa percezione. E’ dura, sono davvero imbarazzato”.
L’eroe dei Texans, nonostante una prestazione difensiva per una volta praticamente anonima, è il DE J.J. Watt. Il suo TD su ricezione è l’argomento del momento visto il personaggio. Ma Watt pensa già al futuro e non vuole che si parli troppo del suo contratto.
“Qualcuno insegue i soldi, qualcuno cerca la fama. Qualcuno invece cerca l’eccellenza. Ed è proprio questo quello che sto tentando di fare”.
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