[NFL] Week 2: Kansas City Chiefs vs Denver Broncos 17-24
E sono due. I Denver Broncos si presenteranno in ghingheri domenica al rendez-vous dello scorso Super Bowl al CenturyLink Field. I Kansas City Chiefs si confermano apprezzatissima vittima di Peyton Manning in maglia orange. In tre anni cinque vittorie.
Più che la statistica con i rivali di division però a coach Andy Reid preoccupano gli infortuni. Jamal Charles e Eric Berry sono i due cardini di attacco e difesa persi per strada nella Mile High City. Non i primi della stagione, purtroppo per i biancorossi che già hanno salutato Derrick Johnson, DeVito e Allen. Un’offerta nel cestino di una chiesa ricchissima.
Vero però che Denver non sta ancora giocando al livello dello scorso anno. Julius Thomas sì, lui sì. Come confermato dal touchdown che ha aperto la sfida. In testa a un certo Berry prima che uscisse per l’acciacco alla caviglia. Il tight end numero ottanta prima di beccarsi una notevole lavata di capo dal suo dispensatore di cioccolatini nel prosieguo del match, immortalata urbi et orbi, ha realizzato la meta che in due gare ha portato a quattro il suo totale. Non accadeva da venti anni, era il 1994 e ci riuscì Ben Coates.
Bene però ha fatto Manning a richiamare pure lui sull’attenti. Il potenziale dei Broncos è enorme, e ancora maggiore lo sarà dalla terza giornata quando ritroverà Wes Welker, ma i meccanismi non sono perfettamente oliati. Tant’è che Kansas City è stata lì, aggrappata alla partita, fino a 1’47” dallo zero, quando DeMarcus Ware ha strappato l’ovale ad Alex Smith sulle 35 di Denver cancellando il suo drive per il possibile pareggio (o sorpasso). Con Knile Davis, il convincente sostituto di Charles, a far dannare la difesa e infilzarla in due occasioni. La prima volta che ha varcato l’end zone ha siglato il vantaggio Chiefs, con due tre-e-fuori della squadra di coach Fox a testimoniare un po’ di ruggine. La risposta è stata immediata. E coinvolgere Demariyus Thomas e Montee Ball prima del 14-10 di Tamme è tutt’altro che estraneo alla vicenda. Non è questo il punto, però.
Nell’attacco guidato dal quasi perfetto Peyton, 21 su 26 per 242 yard e 3 td pass, c’è un Emmanuel Sanders frizzante ma c’è parecchio da rivedere. Se sarà proprio Welker, cui è stata accorciata la squalifica dopo l’accordo tra la lega giocatori e la Nfl sulle nuove regole per le sostanze proibite, a far quadrare i conti non sarà facile capirlo contro Seattle. La difesa dei Seahawks giocata a domicilio, infatti, non fa giurisprudenza. In tema di difese, quella di Denver è migliorata rispetto a un anno fa. Che possa vincere una partita da sola però è fuori discussione. Almeno ad oggi.
Nella seconda metà di gara contro i Chiefs, Denver, che prima dell’intervallo era salita a 21 con Demariyus Thomas in un drive trascinato via terra da C.J. Anderson, segna solo un field goal, confermando la tendenza a rallentare nei trenta minuti finali già rilevata contro Indianapolis. A onore di Kansas City va evidenziato come i lunghissimi drive di Alex Smith e soci abbiano permesso di tenere sulla sideline a lungo i Manning boys. Reid deve ugualmente inventarsi qualcosa d’altro per rialzarsi da un avvio in controtendenza rispetto al 2013.
Dalle nove vittorie consecutive si è passati alle due sconfitte filate. In bacino di carenaggio ad aspettare i Chiefs c’è Miami. Match abbordabile. Non scontato.
Come quello che aspetta Manning. In settembre è perfetto da sette partite. L’ottava meraviglia però è la più dura da costruire.
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