[NFL] Week 15: Il pagellone NFL

Ogni giornata in NFL porta con sé una serie infinita di informazioni. Di settimana in settimana cercheremo di ordinarle e dar loro un voto, per orientarci meglio tra di esse. Tra chi ha brillato e chi invece ha deluso, tra chi merita un bel 10 e chi una bocciatura; tentando di non scordarci di nessuno tra coloro che, in un modo o nell’altro, meritano l’attenzione del pubblico. E’ il nostro pagellone NFL!

Voto 10: Mike Tomlin

Poco da dire: a metà partita gli Steelers erano quasi fuori dai Playoff, sotto di 14 contro la migliore difesa in NFL e stavano concedendo un touchdown per ogni possesso dei Broncos. E hanno vinto di sette punti al 10fischio finale. Una rimonta che giustifica i balletti di Tomlin che sta, è vero, stravolgendo la tradizione di Pittsburgh, ma che più di ogni altra cosa sta massimizzando la resa di un gruppo di giocatori che ha un certo tipo di caratteristiche peculiari. Non è forse questo il lavoro di qualsiasi allenatore, in qualsiasi sport?

Pubblicità

Voto 9: Jordan Reed

Questo giocatore doveva essere il nuovo crack nella posizione di tight end, ma ha deluso (anche e soprattutto per guai fisici) nei primi anni nella lega. Similmente a Tyler Eifert si è in questo 2015 ritagliato 9un posto tra i top 5 del ruolo. Domenica mette in chiaro le cose con i Bills ricevendo qualsiasi cosa venga lanciata verso di lui (7/7) e siglando il primo touchdown della giornata. Fanno 9 in stagione con una YPC pari a 10. In arrivo il contrattone in offseason, ma per ora guida i Redskins in testa alla NFC East.

Voto 8: Josh Norman

Non solo questo tiene a bada, sportivamente parlando, Odell Beckham Jr. per tutta la partita, ma si prende anche le mazzate per una parte considerevole della stessa. Nella pigrizia degli arbitri che lasciano la 8situazione dipanarsi senza sfilare il guinzaglio una volta le ragioni per cui il cornerback ha dovuto difendersi per tutta la contesa da questo comportamento. Tecnicamente è eccellente, e se non avesse concesso il TD del pari saremmo qui a dargli un altro 10… Sì, è già successo. Stagione clamorosa.

Voto 7: James Jones

La differenza tra vittoria e sconfitta per i Green Bay Packers è stato quel drive da 92 yard che ha consumato metà del tempo a disposizione dei Raiders per affermarsi. Il cavaliere col cappuccio, come da improbabile 7segno distintivo di questo suo 2015, è probabilmente l’unico di cui Rodgers si fida ciecamente, e lo cerca con continuità nell’occasione. Lui risponde presente salvando provvisoriamente i suoi da una possibile rimonta Vikings nelle ultime partite.

james jones packers

Voto 6: Brandon Weeden

Chi l’avrebbe detto che Brandon Weeden sarebbe tornato a popolare queste pagine dopo l’addio a Dallas? E invece il prodotto di Oklahoma State fa proprio questo, e in grande stile; guida i suoi nuovi Texans alla 6vittoria risicata sui Colts (la prima della storia per Houston a Indianapolis) quantomeno evitando errori madornali. Il bello della NFL e del fatto che, evidentemente, non esistono 32 quarterback partenti in questa lega. Bistrattato, gettato nella mischia, poco protetto, anche un Weeden qualsiasi può portare qualche W a casa. Vittorie pesanti se consideriamo che con questa i Texans vanno avanti nella AFC South e sono attualmente ai Playoff.

Pubblicità

Voto 5: Brock Osweiler

A metà della partita contro gli Steelers, credevamo che mai più Peyton Manning avrebbe rivisto il campo, e che Osweiler sarebbe stato, oltre che il futuro, il presente dei Broncos lanciati verso i Playoff. Invece a fine 5 partita si riapre il dibattito per Gary Koubiak: “Chi far giocare se Manning sta bene?” Brock chiude la contesa con una incredibile serie di brutti lanci, rimanendo sotterrato per primo sotto la valanga giallo-nera. Con Cincinnati all’orizzonte, la stagione di Denver è al bivio finale: tranquillamente evitabile con un salto di qualità, mai effettuato dal loro quarterback.

Voto 4: Rex Ryan

I Bills erano domenica nella condizione di rimanere attaccati al discorso postseason con il viaggio a Washington. Peccato esso duri poco più di un tempo, cioè quanto ci mettono i Redskins ad andare avanti di 4 3 segnature e non guardarsi più indietro. Le colpe sono molteplici per la debacle di Buffalo, ma l’incapacità di dare una difesa a questa squadra ricade per il momento sulle spalle di Ryan, dal quale ci attendavamo qualcosa di più. La lista di errori dei suoi è infinita (punt di 17 yard domenica, ma anche un paio di partite totalmente regalate agli avversari nel corso della stagione). Il primo anno non è mai semplice, ma abbiamo pensato che qualora ci fosse styata un’occasione, i Bills di Ryan l’avrebbero colta. Invece sono arrivate molte sconfitte e poche soddisfazioni, appuntamento all’anno prossimo!

Voto 3: Ryan Mathews

Chip Kelly (e qui probabilmente il voto va diviso proprio con il coach ex Oregon) chiama il suo nome per guidare il backfield nella difficile partita contro i Cardinals. Sotto di 7 a poco dalla fine del primo tempo, 3Mathews non converte un quarto e uno, l’occasione per pareggiare e rimanere in gara. Nel secondo tempo la bontà di Arizona viene fuori e c’è poco da fare per gli Eagles, ma l’opportunità persa da Mathews entra di diritto nelle più clamorose della stagione. In una NFC East in cui una vittoria, a questo punto, fa tutta la differenza, forse ci ritroveremo a dare un peso specifico ancora maggiore a questa giocata, finita male come la stagione dell’ex Chargers e di Philadelphia.

Ryan Mathews Eagles

Voto 2: Dolphins e Ravens

Il sipario sulla stagione sciagurata di queste due franchigie si chiude nel peggiore dei modi. Se Miami va a San Diego e concede l’impossibile a Danny Woodhead e ai Chargers senza nemmeno sforzarsi, la partita dei 2Ravens è addirittura sconfortante. Rea di continui errori, Baltimore si è messa a sperimentare (fake punt) già nel primo parziale. Ci siamo abituati negli anni a vedere molte franchigie che onorano l’impegno fino in fondo, talvolta portando a risultati clamorosi come l’esclusione dai Playoff di chi prende sottogamba le partite contro le ultime della classe. Ma purtroppo ogni anno dobbiamo pensare anche a chi prende un aereo, si veste ma in campo non mette nemmeno un minimo di impegno. Dolphins e Ravens,  e gli infortuni non servono da scusa, in questo 2015 appartengono alla seconda categoria.

Voto 1: Cody Wallace

Pubblicità

Il discorso è vecchio e ritrito, ma cose come quelle di Cody Wallace rovinano l’immagine di questo sport. Intervenire così in ritardo, ad azione chiaramente conclusa, ha due possibili origini: o sei lento di testa e 1gambe, e allora vuol dire che non ti alleni, oppure ti fai tradire dalla foga. Il risultato non cambia, visto che la partita da quel momento prende la piega del “tutti contro tutti”, le mini-risse non si contano e lo spettacolo assume connotati ben lontani dello spirito del football. La scusa “Ha iniziato Malik Jackson!”, non regge altrimenti giustificherebbe qualsiasi escalation di questo tipo. Una multa non è abbastanza.

Merchandising Merchandising

Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.