[W15] Dallas Cowboys vs New Orleans Saints

nflDallas Cowboys – New Orleans Saints 24-17

Tra i Saints e la storia c’era solo un grosso ostacolo da superare: i Dallas Cowboys.
A pensarci bene non era così grosso, non tanto per la levatura tecnica dei texani, quanto per la loro ormai genetica difficoltà a vincere le partite più delicate della regular season, ovvero quelle del mese conclusivo del campionato.
Nelle ultime stagioni con Wade Phillips alla guida, dicembre è sempre stato una bestia nera dell’America’s Team e anche quest’anno il trend non era cambiato: Dallas veniva da due sconfitte consecutive e si presentava quindi al Superdome con una missione complicata, battere la squadra più forte della conference. Fuori casa.
L’inizio è subito favorevole agli ospiti, Tony Romo guida i Cowboys con grande freddezza e tranquillità nonostante il clima che definire ostile è dire poco; i primi due possessi si tramutano in altrettanti TD, il primo con una ricezione di Miles Austin da 45 yards ed il secondo con Marion Barber da 3.
I Saints invece faticano a muovere la palla, la pressione difensiva di Dallas è feroce, Drew Brees non ha la consueta protezione dalla sua linea e i ricevitori sono splendidamente marcati a vista rendendo così complicato lo sviluppo del gioco d’attacco che finora era stata una delle meraviglie di questa stagione.
Nel secondo quarto i padroni di casa si devono accontentare di un calcio da 3 punti per accorciare le distanze, e sul finire del tempo due palle perse, un intercetto in redzone di Mike Jenkins e un sack più fumble causato da Demarcus Ware puntualizzano il dominio dei Cowboys che con un FG di Folk dalle 44 chiudono il primo tempo in vantaggio per 17-3.
Il primo drive dei texani nella ripresa è una dimostrazione di solidità: 75 yards coperte in 7 minuti con ciliegina di Barber che va a segno col secondo TD personale.
NewOrleans è sulle ginocchia, il pubblico che colora totalmente di nero e oro il Superdome sta vedendo svanire il sogno di una stagione perfetta, incredulo nel vedere la propria squadra sotto di 21 punti quando sta per iniziare l’ultimo periodo.
Drew Brees comincia a ritrovare un po’ di smalto, completa 6 passaggi a 5 ricevitori differenti e spiana la strada per il TD di Mike Bell che ridà un po’ di speranza e di inerzia ai padroni di casa. Tre giochi e un punt sono il risultato del successivo drive di Dallas che restituisce palla a Brees con 11 minuti da giocare: grave errore perche uno dei candidati al titolo di MVP impiega altri 4 passaggi più una corsa personale per coprire 70 yards di campo, le ultime 7 con un pass per il redivivo Lance Moore che avvicina a una meta di distanza i Saints.
Il Superdome è una bolgia, terzo e 7 sulle proprie 23 per Tony Romo che vede riapparire vecchi fantasmi, ma trova Austin per un guadagno da 32 yards, Phillips per altre 25 e Hurd per 6 prima di cedere la palla ai propri runners che si fermano però sulle 2.
Entra Nick Folk per un rigore dalle 23, ma incredibilmente fallisce! Ok è destino, i Saints semplicemente non possono perdere.
Dopo il facilissimo calcio fallito dal kicker (successivamente cacciato) dei Redskins due settimane prima, la storia si ripete.
Brees guida i Saints sino a metà campo, ma Demarcus Ware stranamente non raddoppiato aggira all’esterno Stinchcomb con facilità irrisoria, piomba sul QB #9 e gli fa perdere il pallone, recuperato dall’altro LB Jay Ratliff a 8 secondi dalla fine.
Si infrange così il sogno della città di New Orleans, i Saints non sono più imbattuti anche se bisogna sottolineare la splendida prova corale dei Cowboys, da Tony Romo alla difesa, attenta, reattiva e concentrata per tutti i 60 minuti, ma soprattutto Demarcus Ware che dopo aver rischiato grosso contro i Chargers sembrava non dovesse nemmeno scendere in campo per un colpo preso al collo. Il fortissimo LB ha stretto i denti e ha posto il sigillo su questa vittoria che
rilancia le speranze di postseason per i texani che se giocheranno a questi livelli saranno una brutta gatta da pelare per chiunque.
New Orleans ha perso una partita, non è una tragedia perchè la squadra è ancora saldamente prima nella NFC e le prossime due partite sono abbordabili, ma di sicuro ci sarà dispiacere per l’obiettivo, mai nascosto, di concludere senza sconfitte la stagione regolare.
Ma la storia attende ancora i Saints, tutti si dimenticheranno questa sconfitta se il 7 Febbraio 2010 a Miami i coriandoli sparati in aria saranno colorati di nero e oro. E sarà una storia indimenticabile.
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