[NFL] Week 10: nessuno rimane perfetto al cospetto dei Saints!

Il football è uno sport di squadra. Molto più di mille altri, se molti giocano individualmente la L è praticamente sicura. Quando non succede, i “colpevoli” si tramutano in “eroi”, in una metamorfosi grammatico-sportiva senza eguali. Storie di riscatto di persone giunte al limite della sopportazione che si prendono la squadra sulle spalle e la portano alla vittoria, in un modo o nell’altro.
Che New Orleans abbia bisogno di eroi è nel suo DNA. La location, devastata da Katrina, la squadra, impoverita dal bounty scandal. E di eroismo ce ne è voluto a bizzeffe per avere la meglio sugli Atlanta Falcons, imbattuti in questo inizio stagione a 8-0.

Saints

Essere già sotto di dieci nel primo quarto, con la ricezione profonda di Roddy White, l’intercetto lanciato da Drew Brees ed il field goal seguente, non prometteva nulla di buono. Però i Saints, le cui azioni sono in ascesa, hanno sempre qualcosa nel bagaglio per non lasciar scappar via la partita.
Il primo eroe della giornata è Chris Ivory. 57 yard condite da schiaffi, spintoni, tentativi di tackle, perdite di equilibrio, in una corsa che ha ricordato quella nefasta per New Orleans di Marshawn Lynch un paio di stagioni or sono. Il touchdown del 7 a 10 è per puristi dello spettacolo, sembra nato negli anni novanta, ma è solo l’inizio della rimonta Saints, afferrata con armi molto più consuete per loro.

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Innanzitutto, Mark Ingram. Il prodotto di Alabama finirà con 16 corse una partita fatta di sostanza, di yard, poche, guadagnata con sforzo immane. E le guadagna nei momenti giusti, quando la sua difesa ha bisogno di una pausa.
Poi Jimmy Graham, 7 ricezione per 146 yard e 2 touchdown. Totalmente immarcabile per la difesa di Atlanta, nata senza un giocatore in grado di contrastare i TE di nuova generazione (lui, Gronkowski, Pitta) e che più volte lo vede imbeccato dal suo QB, che sfida anche le marcature dei seppur bravi DB avversari.
In ultimo, Brees. Nonostante la stagione dei suoi, il comandante è sempre in prima linea. Si affida all’unico gioco che sa fare, lanciare lungo. Lo fa bene, come al solito, lo fa nell’unico modo utile a vincere, a memoria. Il gameplan dei Saints non è troppo cambiato da quando Sean Payton era a bordo campo. Ed anche se sono cambiati gli avversari, il risultato spesso non cambia.

FalconsMa per vincere serve che la difesa tenga. Contro Atlanta non lo fa. Concede troppo per via aerea, spesso non contiene Tony Gonzalez, ed anche se fa un buon lavoro contro le corse, non dà l’idea di potersi opporre a Matt Ryan che finirà la partita con il record in carriera per yard lanciate (411). Più che altro, anche la difesa dei Saints gioca individualmente. Il 4-3 è scolastico, continuamente improvvisato dai linebacker, che a volte vanno in blitz, altre stanno troppo profondi.

Il rovescio buono della medaglia arriva in zona “recupero”. Sul 31 a 27 (poi finale) Matt Ryan lancia per Roddy White su un quarto e due che deve decidere l’incontro. Jabari Greer mette una mano sulla palla diretta al receiver, mal coperto da una difesa, come in tutta la partita, sparpagliata. Ecco l’ultimo eroe, quello che in uno sforzo finale da la vittoria ai suoi. L’ultimo dei cinque eroi che oggi New Orleans ringrazia per una visione dei playoff che si avvicina, donando un’ultima speranza a chi ospiterà il SuperBowl.

E se dovranno giocare un’altra partita al Mercedes-Benz Superdome, gli Atlanta Falcons si augurano sia proprio il SuperBowl. La sconfitta dei Bears garantisce loro la prima piazza nella NFC ed il miglior record nella lega. Ieri hanno giocato come una squadra, il loro QB si è erto a cime inarrivate prima, sfruttando la giornatona di Tony Gonzalez (100 TD in carriera) e sapendo prendere decisioni ottime in situazioni di pressione.

La difesa è stata però poco incisiva, non riuscendo a pressare Brees. Non sono sembrati per niente imbattibili i Falcons, non possedendo un’arma contro Jimmy Graham o contro i piccoli guadagni di Ingram. Offensivamente le corse di Michael Turner hanno faticato, mentre Jaquizz Rodgers ha approfittato in un’occasione dei buchi nella difesa avversaria per un ottimo guadagno. Nel modo di coinvolgere i due probabilmente Mike Smith ha ancora molto da fare.

Ultima menzione per il pubblico della Louisiana. Incredibile il supporto per questa squadra. Ogni giocata sottolineata da urla ancora più acute del solito. La città si stringe attorno ad una squadra, finora in difficoltà (e tatticamente ancora imprevedibile), che in passato ha fatto l’esatto opposto regalando ai supporter un titolo nel post-uragano.
Per ora, i Saints vincono grazie ai loro campioni. Al prossimo passo in avanti, forse, saranno playoff.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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