[Divisional] Sorpresa al Lambeau Field

nflUn indizio può anche essere non significare nulla, ma due iniziano a essere una prova.  Ricorderete forse che in occasione della sfida fra Packers e Giants della regular season 2011 si era verificata una circostanza curiosa:  Green Bay era arrivata a New York imbattuta e si era aggiudicata il match 38-35, esattamente la stessa cosa avvenuta nel 2007 allorquando un altro team senza sconfitte, i New England Patriots, arrivarono nella Grande Mela vincendo il match con lo stesso punteggio. Al termine di quella stagione 2007 (i cui playoff ovviamente furono disputati nel 2008) alla fine furono però proprio i G-men ad avere l’ultima parola, sotto forma di successo al Superbowl contro i favoriti Patriots. 
Ebbene, domenica sera nel divisional playoff, si è aggiunto un altro indizio alla similitudine fra la stagione corrente e quella di quattro anni fa: i Giants hanno espugnato il campo dei Packers, esattamente come fecero allora, eliminando i verdi del Wisconsin e a questo punto, visto che anche i Patriots sono ancora in lizza, la cabala inizia ad avere il suo peso. 
giantsIn realtà, scherzi a parte, al Lambeau Field si è assistito alla seconda grossa sorpresa di questi playoff, che dopo l’eliminazione degli Steelers ad opera dei Tebow’s boys, hanno fatto registrare la clamorosa uscita di scena della corazzata di coach McCarthy, un team che aveva chiuso la regular season con un eloquente record di quindici vittorie ed una sconfitta e sembrava pronto per giocarsi il Lombardi Trophy nel Superbowl. Ed invece non solo New York ha battuto, ma addirittura ha travolto con un eloquente 37-20 le “teste di formaggio”, che ora avranno una offseason intera per riflettere su quanto non è andato in questa annata 2011, soprattutto a livello difensivo.
 A ben guardare il match non è certo stato a senso unico, dato che in avvio di ultimo quarto i Packers erano sotto di appena 7 punti (13-20), ed erano abbondantemente nel territorio dei Giants. Su un quarto e cinque giocato alla mano sulle 39 degli ospiti però, Rodgers veniva placcato dal linebacker Boley  prima che potesse mettere la palla per aria, e questa azione decretava in pratica la fine dei sogni dei Packers che da lì in poi si sfaldavano subendo 17 punti in poco più di cinque minuti, aggiungendo come corollario due palle perse, una su intercetto della safety Deon Grant a gara ormai andata, ed una invece su un sanguinoso fumble del runner Ryan Grant sul 23-13, quando cioè la partita poteva ancora essere salvata.
Però in tutta onestà, i Packers di domenica non avrebbero meritato di recuperare il match: la macchina perfetta in attacco della regular season era solo un ricordo, con un Rodgers stranamente impreciso (eloquente a questo proposito il lancio decisamente fuori misura verso un liberissimo Jennings a poche yards dal touchdown ancora nel primo quarto), una linea di attacco spesso in difficoltà, ed un gruppo di ricevitori di solito affidabile, ma che invece metteva insieme una lunga serie di palle “droppate”. E buon per i Packers che Rodgers faceva il possibile per impersonare lo Steve Young degli anni duemila correndo per 66 yards ma soprattutto chiudendo ben 6 primi down, e che una clamorosa svista arbitrale (nonostante l’ausilio dell’instant replay), permetteva i verdi di casa di mantenere il possesso della palla nel drive del pareggio a quota 10 sancito dal touchdown su ricezione da una yard del fullback Kuhn. 
D’altronde una volta tanto le statistiche non mentono: un quarterback che in regular season ha completato oltre il 68% dei passaggi tentati con un rating di 122,5, contro i Giants si è dovuto accontentare di un decisamente più modesto 26 su 46 (56,5%) per 264 yards con due mete, un intercetto ed un rating di 78,5. E il regista da California riusciva sì a servire ben nove suoi compagni, ma nessuno andava oltre le 45 yards di guadagno, bottino fatto

packers

 registrare dal veteranissimo Donald Driver, che alla fine risultava il più efficace dei terminali a disposizione di Rodgers visto che due ricezioni erano utili per chiudere altrettanti primi down, e l’ultima avveniva su palla recapitata direttamente in end zone dal regista in verde per il 20-30 che regalava ancora
 
 qualche minima speranza agli infreddoliti (si è giocato poco sotto lo zero) spettatori del Lambeau Field. 
Da rivedere invece il rendimento di una linea che ha concesso ben 4 sack, ha confermato i problemi a livello di tackle con un acciaccato Clifton cheentrava ed usciva in continuazione e non è sembrata brillante neppure nell’aprire i buchi ad un rushing game troppo discontinuo. Vero, i Packers hanno chiuso con 147 yards su corsa all’attivo, ma se si escludono Rodgers, che di professione fa il quarterback, e due corse a lunga gittata, il resto del rushing game ha faticato, visto che, non contando appunto le due galoppate,  le medie a portata sono state di 2,8 yards per Starks, di 2 per Grant, di 3 per Saine e di 2 nell’unica corsa di Kuhn che tra l’altro proprio in quella azione ha perso il primo fumble della sua carriera. 
La difesa invece aveva chiuso la regular season all’ultimo posto a livello di yards concesse per partita e non ha fatto nulla per invertire questa tendenza, con l’aggravante che mentre in regular season sono arrivate ben 38 palle recuperate, contro i G-Men il reparto di coach Capers ha messo a segno appena un intercetto a fronte dei quattro palloni persi dall’attacco. In realtà la linea difensiva ed i linebackers sono stati bravi nel mettere sotto pressione Manning mentre il secondario è stato bruciato a ripetizione da uno scatenato Nicks autore, fra le altre, di ricezioni da 66, 37 e 29 yards. E allora è giusto celebrare l’ennesimo capolavoro in offseason della truppa di Coughlin, che qualificatasi ai playoff proprio all’ultima giornata, vede aumentare sempre più la schiera di esperti che li vedono come i prossimi campioni NFL. 
Contro Green Bay, i blu della Grande Mela hanno confermato il trend della stagione a partire da un Manning ancora una volta stellare con 21 completi su 33 tentati per 330 yards, tre mete ed un intercetto, il tutto scappando da una pressione spesso insistente. Stavolta, leggermente in ombra l’astro nascente Cruz autore comunque di cinque ricezioni per 74 yards, ci ha pensato Nicks a farsi carico del peso del passing game stritolando il secondario di casa con sette palloni catturati per 165 yards. E la ciliegina sulla torta, nonchè  uno dei punti chiave del match, è stata naturalmente l’incredibile ricezione da 37 yards su un Hail Mary pass, cioè su un passaggio della disperazione, che Manning lanciava direttamente in end zone allo scadere della prima frazione, per catturare il quale Nicks si esibiva in una grande acrobazia beffando ben due difensori di Green Bay.
giantsInvece, rispetto alle ultime buone prestazioni, il rushing game ha un po’ segnato il passo, con Bradshaw e Jacobs che insieme hanno guadagnato appena 85 yards, anche se i due runner il loro contributo in qualche modo l’hanno dato, il primo con la portata da 23 yards che ha reso possibile il miracolo di Nicks alla fine del primo tempo, il secondo con la corsa in meta da 14 yards che ha definitivamente chiuso la sfida. Naturalmente però va sottolineata la grande prestazione di una difesa che ha tenuto ad appena 20 punti un attacco abituato ad andare con tranquillità oltre i 30. Il reparto allenato da Perry Fewell  ha messo a terra Rodgers ben quattro volte, causato e recuperato tre fumble, intercettato una volta il regista avversario e limitato il rushing game grazie ad un ottima prestazione di tutto il front seven mentre per ciò che riguarda la pass rush sono stati Boley e Umenyiora a creare grandi grattacapi al team locale. Inoltre il secondario ha disturbato efficacemente il passing game di casa, eliminando i big play, uno dei marchi di fabbrica dell’attacco dei Packers. 
Ora per i G-men, prossima fermata San Francisco: in regular season i 49ers vinsero 27-20 giocando onestamente meglio, e sicuramente i californiani arriveranno caricatissimi dal fantastico successo ottenuto contro i Saints, ma attenzione perché questi Giants sono lontani parenti di quelli affrontati a metà novembre e  nei match senza domani i ragazzi di Coughlin hanno già dimostrato di poter rovesciare qualsiasi pronostico.
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