[W10] Dolphins: due di fila!


nflI Miami Dolphins hanno vinto due partite di fila. Dopo averne perse sette di fila.
Già questa, di per sé, sarebbe una notizia. La vera notizia, invece, è il modo in cui queste due vittorie sono maturate: giocando bene, con intensità, senza fare errori, dal primo all’ultimo minuto. Insomma, l’esatto contrario di quello che i delfini avevano fatto vedere fin qui.
Già la vittoria contro i Chiefs, a Kansas City, aveva mostrato una squadra diversa, più viva. Ma poteva anche essere un’episodio, si giocava in trasferta e Miami ultimamente è un squadra che si esprime meglio lontano dal proprio pubblico, chissà perchè. E anche i Chiefs erano – e sono – una squadra con parecchi problemi, in piena involuzione dopo un bellissimo inizio di stagione con quattro vittorie infilate una dietro l’altra.
La vittoria in casa contro i Redskins, invece, è stata molto più significativa perchè è sembrata quasi confermare un trend positivo. Miami ha giocato in modo vivo, con la giusta intensità, senza fare errori, quasi allo stesso modo di come aveva fatto contro Kansas City. In una parola: bene.
Intendiamoci, i Packers, i Niners e anche i soliti Patriots sono un’altra cosa. Ma i Dolphins sembrano essere usciti dal grigiore dell’inizio stagione ed avere iniziato a rendersi conto di non essere una squadra da buttare. Soprattutto negli uomini migliori.
dolphinsContro Washington, infatti, sono stati loro a brillare. Reggie Bush ha portato palla 14 volte guadagnando 47 yard e segnando il bel touchdown da 18 yards che ha chiuso definitivamente la partita. Brandon Marshall ha ricevuto 7 palloni per 98 yards. Vontae Davis ha intercettato il suo primo pallone dal 2009. Jason Taylor è tornato a far sentire la sua presenza con un sack e due hits. E, su tutti, Karlos Dansby: dieci tackles, un sack, un hit, due tackles con perdita di terreno, due passagi deviati e il suo primo intercetto da quando è diventato un Dolphins, 25 partite fa.
Sembra che, toccato il fondo, questi Dolphins si siano accorti di che cosa stava succedendo. Che tutti, giocatori ed allenatori, si siano guardati in faccia ed abbiano capito che bisognava cambiare registro. Che una volta visti e capiti gli indubbi problemi che comunque esistono si sia semplicemente trovato il modo di non farsene schiacciare. E che ai cori dei tifosi che invocavano Andrew Luck si poteva rispondere solo dimostrando di non essere una squadra da ultimo posto. 
E lo specchio di ciò è colui che più di chiunque altro aveva motivo di sentirsi infastidito dall’ombra del quarterback della Stanford University. Sparito Chad Henne, fuori per tutto l’anno e senza contratto per il prossimo, erano le spalle di Matt Moore a dover sostenere il duplice peso della squadra e delle insistenti pressioni sul “Suck For Luck”. E non erano in molti a scommettere sulle possibilità che il 27enne qb scaricato dai Panthers reggesse.
Invece Matt Moore sta reggendo. Non fa sfracelli, ma regge. Non fa spellare le mani al pubblico, ma non commette errori stupidi. Non posta i numeri di Rodgers, ma completa passaggi e chiude i terzi down. Non scalda gli animi come l’immagine di Andrew Luck, ma migliora azione dopo azione e vince le partite. Vuoi vedere che, in fondo, è tutto quello che conta?
Due cose, in questo momento, rincuorano i Dolphins: le prossime partite e la situazione che si sta creando nella AFC East. Un mese fa, infatti, soloredskins inguaribili ottimisti e tifosi al limite del fanatico avrebbero guardato il calendario vedendoci la possibilità di vincere più di una partita; adesso invece, dopo due vittorie consecutive ed una solida iniezione di fiducia, almeno le prossime due sfide contro i Bills in casa e a Dallas per il Ringraziamento sembrano realisticamente alla portata. A patto, ovviamente, di confermare quanto mostrato contro Chiefs e Redskins.
E la stessa division, improvvisamente, ha ripreso vita. I Bills, dopo il fantastico avvio, si stanno sgonfiando in modo preoccupante, e domenica prossima si presenteranno a Miami nella situazione esattamente opposta a quella dei padroni di casa, reduci cioè da due sconfitte consecutive; una eventuale vittoria dei Dolphins  porterebbe Miami a sole due partite di distanza del terzo posto e con il vantaggio dell’entusiasmo.
Va poi detto che a pari merito con i Bills ci sono i Jets, reduci dalla bruciante scontfitta in casa nello scontro diretto con New England; e anche per i Jets le cose si fanno difficili, visto che già oggi le loro chances di qualificazione ai playoffs non dipendono più solo da loro ma anche dai risultati degli altri. Insomma, a parte i soliti inaffondabili Patriots, la AFC East è tutt’altro che chiusa, e anche i Dolphins possono, almeno sulla carta, sperare in qualcosa che non sia solo una scelta alta al prossimo draft. E il fatto che la sagoma di Andrew Luck si stia allontanando dall’orizzonte dei Dolphins, forse, non è del tutto un male.
Merchandising Merchandising

Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.