[W4] Che partita al Cowboys Stadium

nflIn una stagione che probabilmente passerà alla storia per le incredibili rimonte (o i clamorosi crolli, a seconda dei punti di vista) i Cowboys edizione 2011 hanno computo domenica in un’impresa che mai era riuscita ad un team con la stella sul casco: farsi recuperare, tra l’altro in casa, ventiquattro punti, avendo oltre a tutto palla in mano con 25 minuti di football ancora da giocare.
La grande rimonta è riuscita ad una delle sorprese di questo primo mese di NFL, i Detroit Lions che dopo aver recuperato venti punti ai Vikings nella partita precedente, hanno fatto ancora meglio con Dallas ed ora vantano un record di 4-0 per la prima volta dal 1980.

lionsDire che la partita abbia avuto due volti è naturalmente un eufemismo, ma attenzione: i Cowboys hanno sicuramente da recitare numerosi mea culpa, ma nonostante la vittoria i Lions commetterebbero un grave errore se sopravvalutassero il risultato.
Certo, recuperare ventiquattro punti in casa dei Cowboys è impresa da team con nervi d’acciaio e grandissima fiducia nei propri mezzi, due ingredienti fondamentali se si vuole avere successo, ma per il resto la compagine di coach Schwartz ha pochi elementi per esultare. L’attacco ha latitato per tutto il primo tempo, in cui ha racimolato 118 yards frutto soprattutto di tre giocate, una corsa ed una ricezione di Best da 19 e 24 yards e un’altra ricezione di Johnson da 20, e Stafford ha chiuso i primi trenta minuti di gioco con un inguardabile 9 su 23 per 88 yards e un rating di 32,5.
Un po’ meglio sono andate le cose nella ripresa, anche se a fine gara Stafford chiuderà con meno del 50% di passaggi completi (21 su 43) per 240 yards, due touchdown e un intercetto. Naturalmente il bersaglio preferito dell’ex regista di Georgia è stato Calvin Johnson che ha terminato la gara con otto ricezioni per 96 yards ed è stato il terminale di entrambi i passaggi in touchdown (tra l’altro con questa doppia meta il buon Johnson diventa l’unico giocatore nella storia della NFL,  insieme a Cris Carter dei Vikings, ad aver segnato due mete in quattro match consecutivi).
Buona anche la prestazione del tight end Pettigrew, con sei palle catturate per 64 yards ed una trasformazione di terzo down decisiva nel drive del sorpasso finale. Positiva è stata anche la prova di una linea offensiva che ha faticato a livello di rushing game ma ha tenuto lontano da Stafford la temuta pass rush texana. Assolutamente sotto tono invece il gioco sulla corsa, con Best che ha sì terminato con 47 yards guadagnate in undici portate (media 4,3) ma diciannove di quelle quarantasette yards sono arrivate con una unica galoppata, e la media del resto delle corse è facile a farsi.
La difesa  ha invece avuto il grande merito, da dividere per altro con Romo, di far rientrare il team in partita e di tenercelo finchè l’attacco non si è svegliato visto che prima il ritorno in meta di Carpenter, poi quello di Houston, entrambi su intercetto, hanno portato i Lions a -10. Quindi ancora un intercetto, stavolta del linebacker Tulloch, ha dato il là al drive dell’unico e definitivo sorpasso. Però anche il pacchetto difensivo ha mostrato meccanismi da oliare: uno dei vanti della difesa, la linea, non è riuscita quasi mai a mettere sotto pressione Romo, con un Vanden Bosch impalpabile ed un Suh che ha mostrato limiti importanti nel rushing game e ancora una volta si è reso protagonista di un fallo sul quarterback avversario che ha rischiato di rendere la rimonta un miraggio. Ed anche il secondario ha palesato non pochi problemi con Houston che prima della vendetta sotto forma dell’ intercetto riportato in meta era stato bruciato spesso e volentieri (e coach Schwartz nei commenti del dopo partita non è certo stato tenero), ed il compagno di reparto Wright che non ha fatto molto meglio.
Tutt’altro rendimento invece ha avuto il pacchetto di linebacker con Tulloch e soprattutto l’ex di turno Carpenter, in campo per l’infortunio a Durant, bravi a contenere il rushing game texano  e a confezionare un intercetto a testa. 

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Dallas invece è arrivata ad un passo da un successo prezioso che l’avrebbe tenuta appaiata a Washington e New York ed invece esce con le ossa rotte per un ko che potrebbe avere ripercussioni, soprattutto psicologiche, sul prosieguo del campionato. Intanto in questa settimana si è scatenata la discussione su Romo, sulla sua capacità o meno a guidare il team a traguardi importanti. Il giocatore c’è (nella sfida con i Lions non c’era il receiver cowboysprincipale di Dallas, Miles Austin, e Romo ha lanciato per 331 yards), però il ragazzo sembra trovare sempre un modo per rovinare quanto di buono aveva fatto in precedenza.  Poi in realtà giocare a Dallas non è facile per nessuno: la tifoseria è abituata alle vittorie e il buon Jerry Jones non è certo inquilino poco ingombrante (dopo il k.o. ha trovato anche l’occasione di criticare il playcalling dell’head coach Garrett), però il regista texano dovrà trovare il modo per gettare il cuore oltre l’ostacolo altrimenti c’è il rischio che rimanga un eterno incompiuto.
Senza Austin, il leading receiver del team a livello di ricezioni è stato un ottimo Witten (otto ricezioni, 94 yards e un touchdown), mentre le vera sorpresa di giornata è risultato essere Laurent Robinson che ha messo a referto 116 yards frutto di sette palle catturate. Meno appariscente, anche perché limitato da un problema al quadricipite, ma letale nella red zone, Dez Bryant il quale ha chiuso con tre ricezioni per 37 yards ma soprattutto due mete.
Più in difficoltà è stato invece il rushing game, con Felix Jones ben contenuto dalla difesa ospite (16 portate, 57 yards) mentre Choice pur con sole sei corse ha portato a casa 39 yards. Anche qui, come già in casa Lions, complessivamente buono il comportamento della linea offensiva, soprattutto nella protezione di Romo, con nota di merito per il rookie Tryon Smith.
Analizzando la cronaca del match, in effetti la partita è vissuta su due copioni ben distinti, con i Cowboys che nel primo tempo hanno preso il largo con le due mete di Bryant seguite dai due calci di Bailey, cui rispondeva il solo Hanson con il field goal del momentaneo 3-17. In avvio di secondo tempo, Romo serviva Witten con un breve passaggio da una yarda e la meta sembrava spaccare in due il match, visto che sul drive seguente i Lions chiudevano appena un down prima di arenarsi. Poi però iniziava l’incubo per i tifosi texani, con i due drive consecutivi fermati dagli intercetti riportati in meta.
Sul 17-27 c’era l’ultimo sussulto dell’attacco di Dallas con il field goal di Bailey, favorito dal già ricordato fallo di Suh, poi però era ancora tutto Lions: Detroit segnava subito un touchdown con Johnson, poi con quattro minuti e mezzo ancora da giocare, Hanson, fresco di nomina a special team mvp per il mese di settembre alla verde età di 41 anni, portava i suoi a -3 con un gran calcio da 51 yards.
Quindi la frittata finale con l’intercetto di Tulloch seguito dalla seconda meta di Johnson. Dallas in realtà aveva ancora un’ultima possibilità, dato che iniziava il drive conclusivo con circa 100 secondi ancora da giocare e qui nello spegnere le ultime speranze dei Cowboys, era decisivo il sack di Willie Young sull’unico errore del match di Tryon Smith.        

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