[W16] La crisi dei Giants

nflCon la caduta fragorosa di Dallas, non è esagerato dire che il calendario dei Giants era uno dei migliori nella NFC. Ed in effetti, dopo qualche settimana, New York sembrava lanciata alla conquista della division, con il 5-2 prima del bye e partite contro Seattle, Minnesota e Washington ancora da sfruttare.
D’altra parte, non si può approdare ai Playoff NFL senza passare sui “cadaveri” delle tue rivali. Bisognava battere due volte Philadelphia, in costante ascesa, per assicurarsi un posto tra le grandi.
Invece, un paio di mesi dopo, la situazione è cupa. Le testate della grande mela sono costrette a trovare incredibili spiegazioni per la debacle biancoblu, tipo incolpare gli Eagles per la sconfitta con i Vikings di ieri sera, che non forza Chicago a vincere contro i Packers domenica prossima per avere il bye ai Playoff.
Se i Packers vincono, sono dentro a discapito proprio dei Giants, la cui vittoria sui Redskins potrebbe non bastare. Quindi, una squadra che è tra le prime dieci in ogni statistica in NFL, e lo è stato per tutta la stagione, ha una grossa percentuale di possibile fallimento.
giantsNon esistono capri espiatori. Eli Manning ha avuto difficoltà per larghi tratti della stagione, dopo aver iniziato da fuoriclasse, principalmente per l’assenza dei suoi due bersagli preferiti Steve Smith e Hakeem Nicks. E di certo non si può incolpare il backfield, quinto della nazione, perchè Bradshaw + Jacobs sono coppia che si compensa come nessun altra nella lega e possono correre su qualunque avversario. Sostanzialmente in parità il doppio confronto con gli Eagles, nonostante le due L conseguite, domenica i Giants erano chiamati ad aggiungere la decima vittoria contro i Packers, per mantenere contatto con Philadelphia.
Green Bay non giungeva in splendida forma allo scontro, con Aaron Rodgers al ritorno dopo un paio di commozioni cerebrali ed anch’essi aggrappati alle ultime possibilità di post season. Ma dalla partita è uscito un netto vincitore, e con la maglia verde e gialla. Rodgers ha lanciato per 404 yarde e 4 touchdown, mentre la sua controparte ha lanciato 4 intercetti, regalando ai
Packers un secondo tempo in cui poter rimanere conservativi e guidare la W in porto affidando la palla a John Kuhn ben felice di realizzare 3 TD dalla corta distanza.
Il finale di 45 a 17 non è esagerato né bugiardo. Green Bay controlla il suo destino settimana prossima, New York prega. E’ la situazione che ci regala una diciassettesima settimana vibrante all’interno della NFC. Brividi che New York non voleva, e che credeva di poter evitare prima che Matt Dodge recapitasse nelle capaci mani di DeSean Jackson il punt che ha reso il 2010 dei ragazzi di Coughlin una potenziale Caporetto.
Perchè molto spesso sono le decisioni sbagliate, o particolari errori, a segnare la fine delle speranze. Poco conta se hai il miglior attacco o la migliore difesa, o entrambe (vero Chargers?), se ad un certo punto, il punto sbagliato, sbagli e sei finito. Ma vi diremo di più: in ognuna delle sconfitte, New York non è andata mai oltre le 100 yarde di corsa. Quindi, a ben vedere, ci sono anche elementi molto meno aleatori sul tracollo di queste ultime due settimane. Ben mascherato da una schedule facile, quindi, il vero valore di una squadra senza troppe stelle ci ha ingannato per troppo tempo, facendoci lodare un organizzazione di squadra ed un equilibrio tra reparti che molte franchigie invidiano ma di cui, alla fine, riescono a fare a meno.
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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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